Maurizio Sacconi in qualità di il ministro del Lavoro ha sostenuto in modo netto che nessuno da parte del governo ipotizza la cancellazione del contratto nazionale, ma si deve discutere su "quale debba essere il rapporto tra il contratto nazionale, i contratti aziendali o territoriali attraverso cui le parti favoriscono sviluppo e occupazione". Il CCNL deve rimanere la cornice fondamentale ed essenziale ed il maggior peso della contrattazione aziendale dovrà favorire l'attrazione di investimenti e maggiore occupazione soprattutto giovanile.
La Federmeccanica, l'associazione delle imprese metalmeccaniche, ha messo in evidenza che i contratti aziendali dovranno in alcuni casi sostituire quello nazionale. Questo deve servire per poter dare una sensibile accelerazione al processo di flessibilizzazione delle relazioni contrattuali, già avviato con l'Accordo Interconfederale del 2009 e sviluppato con il contratto nazionale di categoria. Secondo la Federmeccanica sarà necessario anche prendere in considerazione l'ipotesi di integrazione dell'Accordo con la previsione della possibile alternatività tra contratto specifico per determinate situazioni aziendali e contratto nazionale, mantenendo saldi, eventualmente, alcuni contenuti comuni.
Ricordiamo che nella dialettica delle parti, la proposta è piaciuta al ministro Maurizio Sacconi e al vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei mentre è stata bocciata dal leader della Cisl Raffaele Bonanni, il quale ha sostenuto che “abbiamo un contratto nazionale che vale ancora due anni: nessuno metta il carro davanti ai buoi”. Per il ministro del lavoro è materia delle parti che si trovano al tavolo della contrattazione e comunque il contratto aziendale deve viaggiare in paralello con quello nazionale che non può sparire.
Vediamo la posizione dei sindacati.
Per la Uilm esiste il contratto nazionale e la contrattazione di secondo livello, come ha sostenuto Palombella, il leader del sindacato dei metalmeccanici della Uil, in vista dell’approssimarsi del tavolo con Ferdermeccanica. Probabilmente nell'ordine del giorno non si parlerà né dell'alternatività degli
accordi aziendali, né di contratto dell'auto. Staremo a vedere.
Possibilista invece l'Ugl sulla proposta di rendere gli accordi aziendali alternativi al contratto nazionale, ma l'importante sarà non uscire da Confindustria.
Di Maulo,della Fismic, che rappresenta il sindacato autonomo dei metalmeccanici ha espresso interesse alle posizioni di Federmeccanica se ci si troverà fronte ad una discussione seria sulla contrattazione basata sul modello tedesco, con contratti aziendali sostitutivi del nazionale.
Comunque è auspicabile e razionalmente prevedibile che la proposta di Federmeccanica sull'apertura ai contratti aziendali alternativi al contratto nazionale non indebolirà Confindustria che non ha nessuna intenzione di sottrarsi alla sfida della modernità e alle novità che offre il mercato del lavoro e della contrattazione nazionale.