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martedì 27 maggio 2014

Poletti accelera sul ddl lavoro chiusura entro il 2014




Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, accelera sul ddl lavoro: "La riforma è strutturale, uno di quei cambiamenti radicali che il presidente del consiglio Renzi dice che bisogna fare e anche in fretta. La legge delega è immaginabile che si chiuda entro la fine dell'anno e se ciò accadesse noi saremo in grado di metterla rapidamente a regime".

Giuliano Poletti conferma l'intenzione del governo di accelerare sul ddl delega sul lavoro: «È una riforma strutturale. Ed è immaginabile che si chiuda entro la fine dell'anno e se ciò accadesse noi saremo in grado di metterla rapidamente a regime», ha detto il ministro. L'obiettivo è condiviso dal relatore e presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi che ha sottolineato l'intenzione di chiudere la parte di discussione e l'approvazione a Palazzo Madama del testo di legge delega entro luglio.

Se si coglierà questo obiettivo, ha aggiunto Poletti, «già a settembre si potrà avere il ddl in Aula alla Camera e quindi farlo camminare velocemente». Naturalmente, ha spiegato il titolare del Lavoro, «se nel merito le posizioni interne alla maggioranza e in Parlamento saranno sufficientemente vicine si potranno evitare più passaggi parlamentari».

Poletti ha detto anche che il ministero del Lavoro sta lavorando «per predisporre tutti gli elementi per la stesura dei decreti attuativi della delega. Faremo un lavoro preparatorio che ci metterà in condizione di agire rapidamente appena il Parlamento approverà la legge delega».

Naturalmente, ha aggiunto ministro del Lavoro, "se nel merito le posizioni interne alla maggioranza e in Parlamento saranno sufficientemente vicine si potranno evitare più passaggi parlamentari, quindi io credo che sia possibile farlo velocemente".

Il Ministero si sta "attrezzando, nel senso che stiamo lavorando per predisporre tutti gli elementi per la stesura dei decreti attuativi della delega e questo per non aspettare i tempi della predisposizione e - ha sottolineato - faremo un lavoro preparatorio che ci metterà in condizione di agire rapidamente appena il Parlamento approverà la legge delega".

domenica 8 aprile 2012

Riforma del mercato lavoro torna il reintegro


Art. 18 dello Statuto dei lavoratori, torna il reintegro: «Possibile in caso di insussistenza del motivo economico».
Le modifiche prevedono la possibilità del reintegro anche nel caso dei licenziamenti per motivi economici quando questi motivi risultino del tutto inesistenti. Nella proposta iniziale annunciata il mese scorso era previsto che nel caso di illegittimità del licenziamento per motivi oggettivi il giudice potesse solo decidere un indennizzo. «Per il licenziamento per cause economiche il nostro ddl prevede che nel caso di manifesta infondatezza, anzi insussistenza, il giudice possa decidere il reintegro», ha spiegato il ministro Fornero.

La norma è una novità rispetto alla bozza uscita dal consiglio dei ministri ed è il frutto dell'accordo con i leader della maggioranza. «È una soluzione lineare - ha affermato la Fornero - che non dà luogo a troppe controversie interpretative ed è anche più equilibrata dal punto di vista formale. Per queste cause sui licenziamenti illegittimi è previsto un processo speciale, che accelera il percorso del giudice». La modifica del governo va incontro alle richieste di seguire il modello tedesco. Fornero ha anche detto che nel caso in cui il lavoratore vinca una causa per licenziamenti, sia di tipo economico che disciplinari, potrebbe avere diritto a un indennizzo compreso tra le 12 e le 24 mensilità a seconda dell'anzianità e altri parametri. Resta salvo il diritto al reintegro per licenziamenti discriminatori.

Il ministero del Lavoro inoltre metterà in campo una «commissione», un «osservatorio» di concerto con il ministero del Tesoro «per monitorare gli effetti della riforma» del mercato del lavoro allo scopo «eventualmente di proporre qualche aggiustamento in corso». Lo ha annunciato il ministro Fornero sottolineando che «la realizzazione della riforma non avviene tutta d'un botto e, dunque, va monitorata».
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