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giovedì 19 dicembre 2013
Contratto di lavoro choc. Sesso una volta mese con il datore di lavoro
Un contratto di lavoro che imponeva alla segretaria particolare di fare sesso una volta alla settimana con il suo datore di lavoro. La donna doveva "stare insieme al suo datore di lavoro - è scritto testualmente nel documento - almeno quattro volte in un mese.
Lo scandalo scoppiato alla Regione Abruzzo con l’arresto, a metà novembre, dell’assessore alla Cultura (per truffa aggravata e peculato) si arricchisce di un nuovo capitolo. il datore di lavoro, pretendeva sesso dalla sua segretaria di 32enne. Tutto avveniva in cambio di denaro, 36mila euro all’anno, e tutto era “regolarmente” messo nero su bianco, prestazione extra comprese.
L’accordo è stato trovato in casa della donna durante una perquisizione degli agenti della polizia giudiziaria della Procura di Pescara . Anche la 32enne era infatti stata arrestata, con l’accusa di essere complice dell’assessore nel chiedere tangenti ai piccoli operatori culturali. Durante un interrogatorio la donna avrebbe confermato di aver avuto una relazione con l’assessore. «Era ossessionato da me - ha spiegato - mi ha costretto a firmare quel contratto. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura...».
Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come "quella lì", ma non ho fatto nulla, non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo..." ha detto la giovane al pm. La segretaria ha descritto così la sua situazione all'epoca della firma del contratto ufficiale con la Regione e di quello segreto con l'assessore: "Avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma, in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perché mia madre stava male. È stato l’assessore a propormi di fare la sua segretaria. Mi misi in aspettativa e accettai il lavoro, perché avrei potuto gestire meglio i miei problemi visto che dovevo lavorare solo per 3 giorni, mi propose il lavoro, anche se non ho mai partecipato alle sue campagne elettorale. ". Il secondo contratto è stato poi un passaggio obbligato, ha spiegato.
"Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella.... " le diceva … al telefono senza sapere di essere intercettato "poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr'ore... Chi ti conta la jurnata... capit?".
E ora che è venuto tutto a galla la segretaria racconta: "La mia vita è diventata un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L'impatto dell'arresto sulla mia vita è stato devastante, perché sono mamma di una bambina piccola".
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