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lunedì 2 giugno 2014

Etihad, accordo con Alitalia investimenti per 600 mln



In attesa dell’ atto finale dell’accordo, Alitalia ed Etihad esordiscono con il primo comunicato commerciale di prodotto congiunto lanciando il programma turistico di tariffe agevolate "Italiani nel Mondo" ("Made of Italians") 2015, pensato in occasione dell'Expo di Milano del prossimo anno. Il programma viene presentato  simultaneamente in 14 ambasciate e consolati in occasione della festa della Repubblica.

"Siamo lieti di poter andare avanti con questa operazione e confidiamo di raggiungere la positiva conclusione della transazione proposta ad Alitalia": le parole del numero uno di Etihad, James Hogan, hanno segnato la svolta positiva che era attesa nella trattativa con Alitalia. La compagnia di Abu Dhabi ha così dato il via libera alla struttura dell'operazione, ed il sì a passare al rush finale della trattativa per l'ultima messa a punto dell'operazione. Un passaggio in cui, con la lettera di risposta attesa da quando il 15 maggio Alitalia aveva mandato ad Abu Dhabi l'ultima proposta, la compagnia emiratina fissa "le condizioni e i criteri" per l'investimento, quindi segna la strada per le limature e gli ultimi nodi da sciogliere. Dagli Emirati c'è la disponibilità ad un investimento intorno ai 600 milioni di euro, preannuncia il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che sottolinea l'importanza del passaggio ("un giorno importante, direi decisivo"), esclude che il progetto possa portare ad una bad company e avverte: "Adesso ognuno si faccia carico delle sue responsabilità". In gioco, tra i principali nodi da sciogliere, le banche azioniste-creditrici di Alitalia ("per l'accordo sul debito che Abu Dhabi chiede di cancellare: una trattativa che potrebbe portare in parte ad una conversione in quote azionarie), ed i sindacati e lo stesso governo (per la partita su 2.600-3mila esuberi e gli ammortizzatori sociali). L'attesa è per i contenuti della lettera di Etihad, base per la trattativa finale per l'ingresso in Alitalia con una quota intorno al 49% (un passo sotto lo stop Ue agli operatori stranieri): ci vorrà circa un mese per la messa a punto definitiva, prevedono gli addetti ai lavori.

Resta ancora tutta da giocare la partita sugli esuberi che oscillano tra le 3 mila e le 2.600 unità. Se infatti la Cgil evita di commentare, in attesa di conoscere i numeri reali dell'operazione, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, mette subito in chiaro che e' ancora prematuro parlare di esuberi''. ''L'accordo con la compagnia araba - sottolinea Bonanni - apre una prospettiva importante per Alitalia, soprattutto sul piano intercontinentale. Se ci sara', finalmente, questo nuovo piano di sviluppo che noi auspichiamo da tempo, non ci saranno esuberi e potranno essere riassorbiti via via tutti i lavoratori. Ma e' chiaro che ora dobbiamo venirci tutti incontro: governo, compagnia e sindacati''. Per il leader della Cisl ''bisogna costruire una azienda solida che salvaguardi anche l'indotto. E' sbagliato parlare subito di esuberi. Non bisogna fare terrorismo sulla pelle dei lavoratori''. Anche dal segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, arriva un invito alla cautela. ''Mantenere grande cautela per quanto riguarda gli esuberi previsti dall'accordo - afferma il sindacalista -, innanzitutto bisognerà analizzare il piano industriale per il risanamento e lo sviluppo dell'Azienda e in tale contesto dovrà essere fatta un'attenta analisi sulla dimensione degli organici in relazione al piano industriale e solo a valle di tale analisi si potrà comprendere la dimensione degli eventuali esuberi''. ''Rivendichiamo - conclude Tarlazzi - che in una fase così delicata, riguardante tanti posti di lavoro - conclude Tarlazzi -, si concretizzi quanto finora annunciato, servono tutele. Il sindacato ha finora dimostrato senso di responsabilità e continuerà fino al buon esito, ci auguriamo, dell'accordo''. A smorzare i toni interviene il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, rassicurando che ''si troverà sicuramente un compromesso sugli esuberi, anche grazie alla responsabilità dei sindacati e all'impegno del governo su questo fronte''. Resta ora da capire quando saranno convocati i sindacati. Evidentemente ci sarà un doppio passaggio: una prima convocazione da parte dell'Alitalia e un passaggio finale con il Governo che dovrà garantire le tutele agli eventuali esuberi. Intanto per venerdì prossimo dovrebbe riunirsi il Cda dell'Alitalia per una prima valutazione delle condizioni di Etihad, ma le due compagnie già si preparano a lanciare offerte commerciali integrate nell'ambito del programma turistico ''Italiani nel Mondo'' 2015 per l'Expo in programma l'anno prossimo, offrendo tariffe promozionali comuni.
Ora si dovrebbe aprire un percorso che durerà ancora qualche settimana, circa un mese, per scrivere l’intesa in ogni dettaglio e arrivare al varo finale e definitivo dell’operazione. La trattativa «sta andando avanti, stiamo facendo progressi», diceva nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Lunedì scorso il board della compagnia aerea di Abu Dhabi si è riunito approvando la cornice dell’accordo sul modello della newco in cui dagli Emirati sono pronti a investire circa 500 milioni (per il ministro Lupi 600) per una quota tra il 40 ed il 49%, restando un passo sotto i vincoli europei all’ingresso di operatori stranieri.

Il nodo della gestione esuberi, richiederà un doppio passaggio: una intesa sindacale, e l’intervento del Governo sul fronte degli ammortizzatori sociali da mettere in campo. Per quanto di competenza dell’esecutivo appare come un percorso in discesa; il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stato chiaro: solo quando sarà noto il progetto, e quindi solo quando saranno chiari i numeri dell’impatto occupazionale, il governo valuterà come intervenire, ma lo farà sicuramente come è stato «sempre fatto per tutte le imprese». La stessa posizione era stata espressa da Maurizio Lupi: vediamo l’accordo, valutiamo il piano industriale, poi si vedrà il tema dell’occupazione insieme al ministro Poletti.

Altro punto chiave, il punto forse più delicato, l’intesa finale con le banche azioniste e creditrici: Etihad vorrebbe che il debito da 560 milioni restasse fuori dalla newco, sulle spalle degli attuali soci, cancellato. Le banche sarebbero disposte a farlo solo in parte, ed ad andare comunque incontro alle richieste di Etihad per una diversa strada, la conversione della quota restante, intorno ai due terzi del debito, in quote azionarie della nuova società da creare con il vettore emiratino.


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