mercoledì 4 maggio 2011

Fiat ex Bertone è una svolta storica


I sindacati Fim, Uilm e Fismic uniti hanno  voltato pagina dopo molti anni di difficoltà è in fopndo il commento positivo dei sindacti dopo la firma all'accordo per la ex Bertone che darà avvio all'investimento previsto dal piano Fiat, Fabbrica Italia. Il commento altrettanto positivo è stato anche quello dell'a.d. di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne: "Noi siamo partiti per fare del bene ai lavoratori:l'allineamento sindacale non ci interessa. Gli operai hanno parlato e questo è espressione di democrazia" e ora-ha aggiunto Marchionne "ascoltiamo la maggioranza dei lavoratori".
L'accordo consentirà l'investimento della Fiat alla ex Bertone, oggi Officine Automobilistiche Grugliasco. L'intesa, che prevede l'applicazione del contratto di primo livelllo di Pomigliano, é stata sottoscritta da Fim, Uilm e Fismic, mentre per la Fiom hanno firmato le Rsu.
L'intesa, siglata a Torino,prevede che dal 1° gennaio 2012 anche alle Officine di Grugliasco, si applichi il contratto collettivo di primo livello siglato lo scorso 29 dicembre a Pomigliano. L'intesa è stata sottoscritta da Fim, Uilm e Fismic, mentre per la Fiom hanno firmato le Rsu. Il sì all'accordo arriva all'indomani del referendum alla ex Bertone in cui i sì sono stati l'88,9%.
La leader della CGIL Susanna Camusso ha giudicato  positivo il comportamento della Rsu Fiom "Trovo positivo il comportamento delle Rsu. Alla loro scelta responsabile deve corrispondere una scelta della Fiat di discutere con quelle RSU delle condizioni di lavoro alla ex Bertone". Così la leader della Cgil, Susanna Camusso ha risposto ad una domanda se considerasse più giusto la scelta delle Rsu di firmare l'intesa con la Fiat o quella della Fiom di non farlo.
Si è una svolta storica per i lavoratori e per l’obiettivo raggiunto dell'unità sindacale.

 

martedì 3 maggio 2011

Fiat: ex Bertone, passa il si' al referendum, più di mille lavoratori hanno vinto.

La maggioranza dei lavoratori dell'ex Bertone ha detto sì all'investimento. E' stato  un plebiscito che ha sfiorato il 90% dei consensi. E’ la vittoria della Camusso e dei lavoratori. Forse è la fine delle lotte sindacali.

Ossia si è verificata una schiacciante vittoria del sì al referendum alla ex Bertone, oggi officine automoblistiche Grugliasco, acquistate da Fiat nel 2009. Questa volta, dopo diverse battaglie sindacali, i delegati Fiom si sono schierati per il sì. E stata una vittoria di Napolitano, è stata una vittoria del leader della CGIL ed in maggior misura è stata una vittoria dei lavoratori e del piano  proposto da Sergio Marchionne.

Quale è il risultato raggiunto?

Le Rsu (i sindacati) delle officine automobilistiche Grugliasco firmeranno il piano Marchionne che porterà in fabbrica (ricordiamo in cassa integrazione da circa sei anni) uno stanziamento di oltre 550 milioni di euro e soprattutto la produzione della Maserati destinato ai mercati internazionali. L'obiettivo è arrivare a una produzione, a regime, fino a 50mila vetture l'anno. Nello stabilimento è previsto il reimpiego di tutti i 1.100 dipendenti. La proposta della Fiat, è stata illustrata ai sindacati il 15 febbraio, prevede l’applicazione a Grugliasco dello stesso contratto di Pomigliano, con il massimo utilizzo degli impianti, il graduale passaggio ai 18 turni, fino a 120 ore di straordinario ulteriori rispetto a quelle del contratto, la governabilità dello stabilimento con regole per contenere l’assenteismo e per l’esigibilità degli accordi.

Quindi in presenza della firma dell’accordo e della esistenza delle condizioni applicative necessarie, la Fiat dovrà provvedere a dare il via libera al piano di investimenti previsti dal progetto Marchionne.

In questo referendum  ha prevalso il senso di responsabilità dei lavoratori e verso i lavoratori.

E importante ricordare le parole di Susanna Camusso a margine della manifestazione del primo maggio a Marsala. La leader della CGIL ha sostenuto - che senza il lavoro e senza i lavoratori la storia del nostro paese sarebbe stata molto diversa. E  non solo, per la Camusso l'unità del paese richiama l'unità del lavoro ed ha anche ripreso le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il problema è la creazione di lavoro e contrastare la disoccupazione crescente in particolare tra i giovani di questo paese.

Forse siamo ad una svolta. Forse si può tornare a parlare di unità di intenti per i sindacati e non porsi ad ostacolo verso i lavoratori. Che sono coloro che effettivamente pagano queste lotte intersindacali, probabilmente più di mille dipendenti torneranno a lavorare.

Comunque, per i lavoratori tutti,  ringraziamo il nuovo corso della CGIL-FIOM.

sabato 30 aprile 2011

Primo maggio al Quirinale: la lezione ai sindacati


I temi del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sono stati il mezzogiorno e la disoccupazione soprattutto giovanile celebrando il primo maggio al Quirinale. Il presidente Napolitano, ha ricevuto al Quirinale i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, prima dell'inizio della cerimonia ufficiale per la celebrazione della Festa del lavoro del primo maggio.

Serve più coesione nazionale. Troppe volte i richiami di Napolitano sono stati  accolti dall'ipocrisia delle istituzioni ed ha dato una lezione ai sindacati sostenendo che : La rottura dell’unità può portare solo al peggio dal punto di vista del peso e del ruolo del lavoro e delle sue rappresentanze. Vi è “una preoccupazione crescente dinanzi al tradursi di contrasti che tra voi possono sempre sorgere e di motivi di competizione, che non debbono stupire, in contrapposizioni di principio, in reciproche animosità e diffidenze, in irriducibili ostilità".

Ovviamente quello che più allarma sono i dati relativi ai giovani tra 15 e 29 anni. Il dato dei quasi due milioni di giovani fuori da ogni tipo di occupazione, ormai fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha evidenziato i compiti e gli indirizzi politici da assolvere. Bisognai offrire più opportunità alle persone, soprattutto in termini di accesso alle competenze, e più capacità di autoregolazione alle parti sociali affinché, adattandosi reciprocamente, condividano fatiche e risultati nelle imprese. Ogni comportamento meramente assistenziale, oltretutto incompatibile con il contemporaneo vincolo della stabilità di bilancio, risulterebbe al contrario e deresponsabilizzante e porterebbe al declino economico e finanziario.

Un paese con aspettative future e lungimiranti deve progettare percorsi di istruzione e formazione di qualità; creare prospettive di stabilità occupazionale puntando sulle competenze. questi dovrebbero essere gli obiettivi, per procedere alla riforma dell'apprendistato facendone lo strumento tipico dell'ingresso nel mercato del lavoro.

Comunque in vista del primo maggio bisogna ricordare che la crisi economica ha avuto effetti consistenti sull'occupazione ma soprattutto sulla mappa del mercato del lavoro. Negli ultimi due anni, secondo quanto emerge dai dati Istat sulla media del 2010, in Italia sono stati persi 533.000 posti di lavoro, da 22.405.000 occupati a 21.872.000, con un vero e proprio tonfo nell'industria (-80%). La metà dei posti persi rispetto al 2008 è al Sud. In due anni 330.000 occupati stranieri in più mentre gli occupati italiani sono diminuiti di 863.000 unità.

Speriamo che il primo maggio serva da stimolo e dia uno spirito di ottimismo verso l’occupazione ed sia uno stimolo per il mercato del lavoro.

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