I corsi per la formazione e l’educazione lavorativa possono portare generalmente ad una scelta di un master o di un corso, comunque resta una decisione di fondamentale importanza per una formazione continua e per un miglioramento professionale. L’aggiornamento professionale va visto come una metodologia di gestione dell’innovazione che tende ad accrescere e organizzare il patrimonio di conoscenze e competenze generato dall’esperienza ed eventualmente accresciuto da investimenti precisi per informazioni e notizie si consiglia di visitare le pagine di Mondo lavoro.com sulla formazione e lavoro.
L'era della formazione a distanza denominata Fad, rappresenta una risposta concreta alla domanda di formazione continua di un pubblico generalmente adulto e molto spesso già inserito nel mondo del lavoro.
I suoi contenuti, sono strumenti fortemente strutturati e di estrema flessibilità e sono composti da software multimediali e tecnologie partecipative che hanno permesso un salto di qualità nei programmi di formazione a distanza. L’e-learning opera in un ambiente di apprendimento aperto, flessibile e informale che ovviamente deve viaggiare in rete – on line, facendo così si abbattono le frontiere di spazio e tempo e si contribuisce in modo veloce alla diffusione delle conoscenze, competenze e ad una formazione continua.
Le metodologie dell’e-learning puntano sempre più ed in modo efficace a forme di apprendimento collaborativo, le quali pongono il discente al centro di una molteplicità di relazioni e lo rendono partecipante attivo. Il singolo diventa il centro della rete della formazione continua, contribuendo alla creazione dei contenuti e li condivide in modo interattivo.
Perché bisogna usufruire della formazione e-learning.
Innanzitutto si può conseguire un titolo e aggiornare le proprie competenze senza dover lasciare la residenza o un posto di lavoro. Le tecniche e i metodi della formazione a distanza (FAD)- affiancate e monitorate da una struttura didattica dedicata - consentono un’offerta culturale di qualità ed una totale autonomia nella gestione della propria formazione, perché conciliano il problema del poco tempo a disposizione con la necessità di un aggiornamento continuo.
Obiettivo primario della formazione continua e-learning è quello di raggiungere attraverso la rete un soddisfacente livello di interazione tra docente ed allievo e tra gli stessi allievi per una organizzazione cooperativa della conoscenza.
Per un panorama dei corsi e-learning si consiglia di visitare IALweb che offre, attraverso la propria piattaforma di e-Learning, un vastissimo catalogo di attività formative on-line, nei quali sono presenti tutor on line e servizi quali forum, messaggistica, chat, interscambio di documenti e sessioni live.
domenica 16 ottobre 2011
E-learning formazione e lavoro
sabato 15 ottobre 2011
Settembre 2011, riparte la cassa integrazione guadagni (cig)
La richiesta di ore di cig a livello nazionale è cresciuta di circa il 50% rispetto al mese di agosto, "azzerando la riduzione registrata nei tre mesi precedenti e mettendo a segno la quarta richiesta più alta dell'anno in corso". Il record nell'incremento è della Sardegna.
E’ ripartita a settembre la corsa della cassa integrazione guadagni . Mettendo insieme i dati di tre distinte ricerche di Cgil, Cisl e Uil, emerge infatti che la cassa integrazione, dopo l'estate, ha ripreso a correre, con un aumento del 50% rispetto ad agosto (mese che potrebbe però essere viziato dal calo stagionale dovuto alle ferie) e del 3,7% su luglio, e un incremento particolarmente significativo nelle regioni del Mezzogiorno (+80% su agosto). I lavoratori in cassa a zero ore sono 470mila.
Anche la cassa integrazione straordinaria (cigs) a settembre aumenta su agosto del 32,10% per un totale di 33.703.819 ore. Nel corso dei primi nove mesi dell'anno le ore di cigs sono state 315.146.549 per un -13,45% sul periodo gennaio-settembre 2010. Infine, anche per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd) si marcano aumenti sul versante congiunturale. A settembre conta 28.839.083 di ore richieste, segnando così un +19,84% su agosto, mentre da inizio anno le ore sono state 250.044.328 per un -12,53% sui primi nove mesi del 2010.
Dallo studio della Cgil si segnala come, parallelamente alla cig, cresca anche il numero di aziende in cassa integrazione straordinaria di circa l'8% da inizio mese sui primi nove mesi dello scorso anno, "per motivi legati strettamente alla crisi economica", e dove si confermano essere 470 mila i lavoratori in cig a zero ore che hanno perso nel loro reddito oltre 2,8 miliardi di euro, pari a circa 6 mila euro per ogni singolo lavoratore.
E’ ripartita a settembre la corsa della cassa integrazione guadagni . Mettendo insieme i dati di tre distinte ricerche di Cgil, Cisl e Uil, emerge infatti che la cassa integrazione, dopo l'estate, ha ripreso a correre, con un aumento del 50% rispetto ad agosto (mese che potrebbe però essere viziato dal calo stagionale dovuto alle ferie) e del 3,7% su luglio, e un incremento particolarmente significativo nelle regioni del Mezzogiorno (+80% su agosto). I lavoratori in cassa a zero ore sono 470mila.
Anche la cassa integrazione straordinaria (cigs) a settembre aumenta su agosto del 32,10% per un totale di 33.703.819 ore. Nel corso dei primi nove mesi dell'anno le ore di cigs sono state 315.146.549 per un -13,45% sul periodo gennaio-settembre 2010. Infine, anche per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd) si marcano aumenti sul versante congiunturale. A settembre conta 28.839.083 di ore richieste, segnando così un +19,84% su agosto, mentre da inizio anno le ore sono state 250.044.328 per un -12,53% sui primi nove mesi del 2010.
Dallo studio della Cgil si segnala come, parallelamente alla cig, cresca anche il numero di aziende in cassa integrazione straordinaria di circa l'8% da inizio mese sui primi nove mesi dello scorso anno, "per motivi legati strettamente alla crisi economica", e dove si confermano essere 470 mila i lavoratori in cig a zero ore che hanno perso nel loro reddito oltre 2,8 miliardi di euro, pari a circa 6 mila euro per ogni singolo lavoratore.
domenica 9 ottobre 2011
INPS: per i giovani pensioni al 70% del reddito
Uno studio Inps , pubblicato dal Corriere della Sera, spiega che l'importo non sarà così basso come si è stimato finora. L'allungamento dell'età lavorativa dopo le recenti riforme pensionistiche "farà sì che l'importo potrà essere pari al 70% dell'ultimo stipendio per un lavoratore dipendente e del 57% per un parasubordinato. Questa la stima di uno studio dell'Inps pubblicato dal Corriere della Sera. Secondo lo studio "è l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende"
È l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende. E’ da rivisitare il discorso che si è sempre fatto sul calcolo contributivo che falcidiava le pensioni, riducendo il tasso di copertura rispetto all'ultimo stipendio a circa la metà dello stesso. Questo è risultato vero fino a quando l'età pensionabile era rimasta più o meno la stessa di prima: 58-60 anni per la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) e 65 per quella di vecchiaia (60 per le donne).
Però “chi comincia a lavorare oggi - si legge - non potrà andare in pensione prima di aver raggiunto 65 anni e 3 mesi (nel 2046) se avrà i 35 anni di contributi necessari per la pensione anticipata, senza differenze tra uomini e donne. Altrimenti dovrà attendere fino a 69 anni e 3 mesi. Sarà infatti questa l'età di pensionamento di vecchiaia richiesta nel 2046, per effetto di tre misure: finestra mobile (la pensione decorre con ritardo di 12-18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti); aumento a 65 anni dell'età di vecchiaia per le donne; adeguamento automatico ogni tre anni dell'età pensionabile alla speranza di vita". Il risultato è che anche le pensioni di vecchiaia avranno alla fine almeno 35 anni di contributi.
Vediamo un esempio. Una persona che comincia a lavorare oggi a 34 anni e andrà in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente prenderà il 70% dell'ultimo stipendio. Che si riduce al 54% per un lavoratore autonomo, ma è bene ricordare che i lavoratori autonomi questi versano all'Inps il 20% contro il 33% dei lavoratori dipendenti. Anche ipotizzando il caso di un precario che restasse tale per tutta la vita lavorativa, la conclusione è che andrebbe in pensione con un assegno pari al 57% dell'ultima retribuzione.
Nello studio Inps del Corriere della Sera, che si parlan di tassi di copertura al netto delle tasse e non al lordo, come si usa di solito. Ma quello che conta è il netto che entra nelle tasche del pensionato. E siccome sulle pensioni non si pagano i contributi e si versano meno imposte che sulla retribuzione, ecco che il tasso di copertura se ne giova.
Il problema – spiega Stefano Patriarca responsabile ufficio Studi dell’Inps, – è che se la retribuzione è bassa allora la pensione potrebbe non essere sufficiente, ma questo riguarda il mercato del lavoro e non il sistema previdenziale, perché non si possono avere pensioni ricche se le retribuzioni sono povere”.
Si consiglia di visitare le tabelle pubblicate sul Corriere della Sera i conti delle pensioni dei giovani e sulla evoluzione dell’età di pensionamento.
È l'effetto del metodo di calcolo contributivo che si applica, integralmente, a chiunque abbia cominciato a lavorare dopo il 1995: più anni di contributi si versano, più tardi si va in pensione, è più si prende. E’ da rivisitare il discorso che si è sempre fatto sul calcolo contributivo che falcidiava le pensioni, riducendo il tasso di copertura rispetto all'ultimo stipendio a circa la metà dello stesso. Questo è risultato vero fino a quando l'età pensionabile era rimasta più o meno la stessa di prima: 58-60 anni per la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) e 65 per quella di vecchiaia (60 per le donne).
Però “chi comincia a lavorare oggi - si legge - non potrà andare in pensione prima di aver raggiunto 65 anni e 3 mesi (nel 2046) se avrà i 35 anni di contributi necessari per la pensione anticipata, senza differenze tra uomini e donne. Altrimenti dovrà attendere fino a 69 anni e 3 mesi. Sarà infatti questa l'età di pensionamento di vecchiaia richiesta nel 2046, per effetto di tre misure: finestra mobile (la pensione decorre con ritardo di 12-18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti); aumento a 65 anni dell'età di vecchiaia per le donne; adeguamento automatico ogni tre anni dell'età pensionabile alla speranza di vita". Il risultato è che anche le pensioni di vecchiaia avranno alla fine almeno 35 anni di contributi.
Vediamo un esempio. Una persona che comincia a lavorare oggi a 34 anni e andrà in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente prenderà il 70% dell'ultimo stipendio. Che si riduce al 54% per un lavoratore autonomo, ma è bene ricordare che i lavoratori autonomi questi versano all'Inps il 20% contro il 33% dei lavoratori dipendenti. Anche ipotizzando il caso di un precario che restasse tale per tutta la vita lavorativa, la conclusione è che andrebbe in pensione con un assegno pari al 57% dell'ultima retribuzione.
Nello studio Inps del Corriere della Sera, che si parlan di tassi di copertura al netto delle tasse e non al lordo, come si usa di solito. Ma quello che conta è il netto che entra nelle tasche del pensionato. E siccome sulle pensioni non si pagano i contributi e si versano meno imposte che sulla retribuzione, ecco che il tasso di copertura se ne giova.
Il problema – spiega Stefano Patriarca responsabile ufficio Studi dell’Inps, – è che se la retribuzione è bassa allora la pensione potrebbe non essere sufficiente, ma questo riguarda il mercato del lavoro e non il sistema previdenziale, perché non si possono avere pensioni ricche se le retribuzioni sono povere”.
Si consiglia di visitare le tabelle pubblicate sul Corriere della Sera i conti delle pensioni dei giovani e sulla evoluzione dell’età di pensionamento.
Iscriviti a:
Post (Atom)