La sfida principale per il 2012 e per le politiche per il lavoro, deve essere in maggior misura per le strutture interessate (agenzie per il lavoro) quella di accompagnare la persona attraverso un percorso che attualmente è poco lineare, che sta diventando sempre più incerto e precario. Probabilmente è legato al momento storico ed economico. Le agenzie di lavoro devono rispondere sempre ed in modo più intransigente ad una duplice esigenza: da parte delle aziende, di fruire di lavoro interinale- provvisorio), e da parte dei lavoratori, di trovare un impiego adatto, per mansioni e retribuzione, alle proprie competenze, rimanendo in un contesto di flessibilità del lavoro.
Vediamo alcune offerte di lavoro per gennaio 2012
Veratour che è uno dei principali tour operator attualmente presenti sul territorio nazionale è pronto a fare piena occupazione e mettere sul mercato del lavoro molti contratti di lavoro per giovani e meno giovani. Le nuove forze lavoro ed i nuovi contratti di lavoro andranno a rinforzare il personale di strutture alberghiere in modo particolare in Sardegna. I profili ricercati sono: camerieri, receptionist, capi partita, chef: per queste figure sono pronti 300 contratti stagionali per un periodo che va da 5 a 7 mesi. Chiaramente spazio anche per gli animatori con esperienza i quali dovranno dare una disponibilità minima di tre mesi.
I settori che interessano alla Veratour sono: Servizio alberghiero; Animazione e Sport; Servizio assistenza Sede operativa e si può accedere alla pagina del sito Veratour lavora con noi.
Data entry amministrazione in Sulbiate per attività di archivio e inserimento dati, indispensabile esperienza; product engineer settore automotive nella metalmeccanica la funzione ricercata e quella di technical & engineering , la risorsa è un neolaureato con laurea quinquennale (laurea specialistica) in ambito meccanico o aerospaziale per ulteriori informazioni si può visitare la pagina del sito della Ranstad cerca lavoro.
Sky tv Italia in vista delle olimpiadi 2012 che si svolgeranno a Londra la prossima estate il gruppo teklevusivo ha deciso di inserire un elevato numero di stagisti. I settori interessati sono comunicazione e marketing e si ricercano laureati in discipline economiche ed umanistiche con ottima conoscenza ndella lingua inglese e l'uso dei programmi office. Inoltre sono aperte le opportunità nell'area della direzione broadcasting, agenti direzione business e altre posizioni che si possono consultare nella pagina lavora con noi.
L'azienda Computers di Udine cerca personale Segreteria, Staff, Call center per mansioni di front office e segreteria con precedente esperienza, conoscenza pacchetto office, buona conoscenza inglese, esperienza anche minima bollettazione e fatturazione. Richiesta disponibilità immediata anche a tempo parziale con obiettivo assunzione a tempo pieno. Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito Ial web nella pagina dedicata alle offerte di lavoro.
Addetta vendite lingue cinese e inglese per la zona di zona di Firenze nel settore del Commercio al dettaglio Titolo di studio richiesto Diploma di laurea o laurea breve/Laurea triennale, Agente di commercio junior ed altre tipologie di offerte di lavoro che si possono trovare sul sito Lavoro.doc Agenzia per il lavoro
domenica 8 gennaio 2012
Offerte di lavoro gennaio 2012
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sabato 7 gennaio 2012
Eurostat rapporto sul lavoro: 3 su 4 lo chiedono ai sindacati
In Italia 3 persone su 4 in cerca di un lavoro bussano alla porta di amici, parenti o sindacati. L'aiuto di un intermediario risulta lo strumento preferito per trovare un impiego. Ricorrere a chi si conosce già è, così, la prima strada che si percorre per trovare un posto.
Lo riferisce uno studio di Eurostat (Istituto europeo di statistica). Nel dettaglio, in Italia, nel secondo trimestre del 2011, le persone alla ricerca di un posto di lavoro che si sono rivolte ad amici, parenti o sindacati sono il 76,9%, sopra la media dei 17 Paesi dell'Ue (68,9%) e circa il doppio rispetto alla Germania (40,2%). E' quanto emerge da tabelle Eurostat (rapporto Methods used for seeking work).
Dai dati del rapporto emerge che nell'Unione europea si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68,8% Ue 17 e 71,5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale abbastanza inferiore (63,9%), tra le più basse, in particolare a confronto con Irlanda e Slovenia, dove quello che Eurostat definisce come lo Study advertisement è praticato da più di nove persone su dieci in cerca di lavoro.
Tornado alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un'occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro, sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi, è più facile entrare in rapporto con i dirigenti.
Vediamo la situazione dell’occupazione nell’Unione europea.
Male i paesi dell'area mediterranea. Spagna al 23 per cento, Francia mai così disoccupata. Ma la Germania cresce, mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel 2011. Si parla di euro a due velocità, ma per il momento la divisione principale riguarda il mondo del lavoro. Sì perché, statistiche alla mano, l’Europa appare divisa tra paesi in cui la disoccupazione aumenta e altri in cui rimane stabile o addirittura è in diminuzione. Nel primo gruppo troviamo Spagna, Grecia, Portogallo e, purtroppo, l’Italia. Tra i secondi Germania, Austria e Olanda. Sotto accusa le misure di austerità messe in atto in molti stati, specie nell’area mediterranea.
Lo riferisce uno studio di Eurostat (Istituto europeo di statistica). Nel dettaglio, in Italia, nel secondo trimestre del 2011, le persone alla ricerca di un posto di lavoro che si sono rivolte ad amici, parenti o sindacati sono il 76,9%, sopra la media dei 17 Paesi dell'Ue (68,9%) e circa il doppio rispetto alla Germania (40,2%). E' quanto emerge da tabelle Eurostat (rapporto Methods used for seeking work).
Dai dati del rapporto emerge che nell'Unione europea si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68,8% Ue 17 e 71,5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale abbastanza inferiore (63,9%), tra le più basse, in particolare a confronto con Irlanda e Slovenia, dove quello che Eurostat definisce come lo Study advertisement è praticato da più di nove persone su dieci in cerca di lavoro.
Tornado alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un'occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro, sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi, è più facile entrare in rapporto con i dirigenti.
Vediamo la situazione dell’occupazione nell’Unione europea.
Male i paesi dell'area mediterranea. Spagna al 23 per cento, Francia mai così disoccupata. Ma la Germania cresce, mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel 2011. Si parla di euro a due velocità, ma per il momento la divisione principale riguarda il mondo del lavoro. Sì perché, statistiche alla mano, l’Europa appare divisa tra paesi in cui la disoccupazione aumenta e altri in cui rimane stabile o addirittura è in diminuzione. Nel primo gruppo troviamo Spagna, Grecia, Portogallo e, purtroppo, l’Italia. Tra i secondi Germania, Austria e Olanda. Sotto accusa le misure di austerità messe in atto in molti stati, specie nell’area mediterranea.
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Antitrust: liberalizzare per crescita e lavoro
Andare avanti sulla strada delle liberalizzazioni e realizzare "un circolo virtuoso" superando "egoismi di parte" e "resistenze degli interessi consolidati" nell'interesse del Paese.
L'Antitrust ha ribadito in una segnalazione a Governo e Parlamento, firmata dal presidente Giovanni Pitruzzella, i settori da aprire per "fare ripartire al più presto la crescita", ma avverte che questo processo deve essere accompagnato da "interventi che garantiscano l'equità sociale e che favoriscano, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di inserimento per i soggetti che ne uscissero particolarmente penalizzati".
Secondo l'Antitrust la legge annuale sulla concorrenza è lo strumento con il quale procedere: per vincere ostacoli e resistenze dei gruppi che si sentono danneggiati, "occorre infatti recuperare la dimensione dell'interesse generale e la sua prevalenza sui vari egoismi di categoria, procedendo con interventi di ampia portata che contestualmente sciolgano i nodi anticoncorrenziali su mercati diversi e con attori economico-sociali differenti".
L'Antitrust ha consapevolezza che per superare le numerose "incrostazioni corporative e le resistenze dei grandi attori economici ad un'effettiva apertura del mercato, la politica di liberalizzazioni dovrà inevitabilmente essere una sorta di work in progress; ma l'urgenza della crisi richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione". Allo stesso tempo, però, "non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni". Per questo l'Autorità invita istituzioni e forze politiche a garantire l'equità sociale e a favorire nuove opportunità di lavoro "per i soggetti che a causa dei complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo".
E’ bene ricordare gli ultimi dati esposti dall’ISTAT, che sono elementi molti preoccupanti. Sono i giovani e le donne i più penalizzati dalla crisi economica che ha colpito duramente il mercato del lavoro. Un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un'occupazione. E si tratta solo di coloro che cercano attivamente un posto. La situazione, poi, si fa ancora più grave per le giovani donne del Mezzogiorno: quasi quattro su dieci sono disoccupate. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre e' al 30,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Il tasso di disoccupazione a novembre é all'8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua.
È dunque preoccupante la fotografia scattata dall'Istat sull'occupazione nel mese di novembre. Dai dati emerge in modo evidente che la mancata uscita degli occupati più adulti (+168mila unità nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, ha più che compensato il calo su base annua di quelli più giovani (-157mila unità nella classe fino a 34 anni). Ma a colpire è anche il fatto che torna a crescere la disoccupazione di lunga durata. Il tasso di disoccupazione di coloro che cercano lavoro da almeno 12 mesi, infine, raggiunge il 52,6%: si tratta del livello più elevato dal terzo trimestre del 1993.
L'Antitrust ha ribadito in una segnalazione a Governo e Parlamento, firmata dal presidente Giovanni Pitruzzella, i settori da aprire per "fare ripartire al più presto la crescita", ma avverte che questo processo deve essere accompagnato da "interventi che garantiscano l'equità sociale e che favoriscano, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di inserimento per i soggetti che ne uscissero particolarmente penalizzati".
Secondo l'Antitrust la legge annuale sulla concorrenza è lo strumento con il quale procedere: per vincere ostacoli e resistenze dei gruppi che si sentono danneggiati, "occorre infatti recuperare la dimensione dell'interesse generale e la sua prevalenza sui vari egoismi di categoria, procedendo con interventi di ampia portata che contestualmente sciolgano i nodi anticoncorrenziali su mercati diversi e con attori economico-sociali differenti".
L'Antitrust ha consapevolezza che per superare le numerose "incrostazioni corporative e le resistenze dei grandi attori economici ad un'effettiva apertura del mercato, la politica di liberalizzazioni dovrà inevitabilmente essere una sorta di work in progress; ma l'urgenza della crisi richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione". Allo stesso tempo, però, "non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni". Per questo l'Autorità invita istituzioni e forze politiche a garantire l'equità sociale e a favorire nuove opportunità di lavoro "per i soggetti che a causa dei complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo".
E’ bene ricordare gli ultimi dati esposti dall’ISTAT, che sono elementi molti preoccupanti. Sono i giovani e le donne i più penalizzati dalla crisi economica che ha colpito duramente il mercato del lavoro. Un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un'occupazione. E si tratta solo di coloro che cercano attivamente un posto. La situazione, poi, si fa ancora più grave per le giovani donne del Mezzogiorno: quasi quattro su dieci sono disoccupate. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre e' al 30,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Il tasso di disoccupazione a novembre é all'8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua.
È dunque preoccupante la fotografia scattata dall'Istat sull'occupazione nel mese di novembre. Dai dati emerge in modo evidente che la mancata uscita degli occupati più adulti (+168mila unità nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, ha più che compensato il calo su base annua di quelli più giovani (-157mila unità nella classe fino a 34 anni). Ma a colpire è anche il fatto che torna a crescere la disoccupazione di lunga durata. Il tasso di disoccupazione di coloro che cercano lavoro da almeno 12 mesi, infine, raggiunge il 52,6%: si tratta del livello più elevato dal terzo trimestre del 1993.
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