Il tasso di disoccupazione sale ancora a marzo di 0,2% punti percentuali rispetto ai dati del mese di febbraio, portandosi al 9,8%, ai massimi dal gennaio 2004 (data di inizio delle serie storiche mensili) e dal terzo trimestre 2000, guardando alle serie storiche trimestrali. Lo comunica l'Istat che ha anche rivisto al rialzo il dato di febbraio, al 9,6% dal 9,3%. In aumento anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni): a marzo è al 35,9%, due punti in più di febbraio. E' il tasso più alto dal gennaio 2004 (inizio delle serie storiche mensili). Il numero dei disoccupati è aumentato di 476 mila unità su base annua.
Gli occupati sono calati di 35 mila unità rispetto a febbraio scendendo a quota 22.947 mila. Mentre su base annua sono scesi di 88mila unità. Pesa soprattutto il calo dell'occupazione maschile. Il tasso di disoccupazione maschile cresce di 0,3 punti percentuali su febbraio, portandosi al 9,0%; quello femminile segna un aumento di 0,1 punti e si attesta all'11,0%. Rispetto all'anno precedente, quindi, il tasso di disoccupazione maschile sale di 1,6 punti percentuali e quello femminile di 1,9 punti.
Vola la disoccupazione giovanile e la fascia 15-24 anni a marzo 2012 segna un aumento di due punti su febbraio e arriva al 35,9%. Quindi, risulta disoccupato oltre un giovane su tre tra i 15-24 enni attivi, ossia coloro che hanno un lavoro o lo cercano, la forza lavoro.
E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal quarto trimestre 1992. Ai massimi dal 2004 anche il tasso medio di disoccupazione, al 9,8% ed in rialzo di 0,2 punti su febbraio e di 1,7 punti su base annua. Il numero dei disoccupati a marzo è di 2 milioni e 506 mila, in rialzo del 2,7% su febbraio, con un aumento boom su base annua di 476 mila unità (+23,4%) e su base mensile di 66 mila.
mercoledì 2 maggio 2012
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martedì 1 maggio 2012
Primo maggio 2012: i sindacati in piazza per la festa del lavoro
Primo Maggio 2012 tra crisi e disoccupazione. Le parole chiave della giornata sono crescita e lavoro. Festa del lavoro all'insegna della crisi e della disoccupazione. Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza Rieti.
La Cgil con il segretario generale Susanna Camusso ha chiesto al Governo di tagliare le tasse sul lavoro e di cominciare detassando la tredicesima già quest'anno. "Abbiamo bisogno - ha detto la leader della Cgil, Camusso - di una risposta sui redditi dei lavoratori e dei pensionati. Ci detassi la tredicesima e nel 2013 si faccia una riforma strutturale".
La Cisl con Raffaele Bonnani ha chiesto di "far sparire la tassa sulla prima casa perché lavoratori e pensionati più di una casa non ce l'hanno". E' quanto ha detto il segretario generale della Cisl, Bonanni, parlando da Rieti. "Ci hanno caricati come muli - ha detto a proposito delle imposte sui lavoratori dipendenti e pensionati - abbiamo chiesto la patrimoniale e il governo l'ha fatta a carico dei poveri". La Cisl è tornata a chiedere di abbassare le pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione.
"In Italia non solo il lavoro diminuisce ma è sottopagato. Stanno facendo di tutto per guastare la festa": così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha aperto il suo intervento sul palco della manifestazione a Rieti per il Primo Maggio. "Questo governo ci ha promesso il risanamento dei conti pubblici, la crescita e l'equità sociale. Sono stati veloci nel risanare i conti ma hanno fatto in modo che solo dipendenti e pensionati pagassero il conto". La Uil è pronta a mettere in campo ogni iniziativa, compreso lo sciopero, perché il governo cambi marcia e operi effettivamente nella crescita. "La politica di questo governo - ha detto il numero uno della Uil - sta producendo disastri. Dobbiamo mettere in campo iniziative per far cambiare politica. Non escludiamo nessuna iniziativa. Dobbiamo salvare il Paese".
Festa del lavoro all'insegna della crisi e della disoccupazione, che in Italia - secondo gli ultimi dati dell'Ilo - arriva ad un tasso del 9,7% e diventa ancora più ampia considerando anche cassintegrati e scoraggiati. Il Primo Maggio cade quest'anno proprio mentre è più caldo il confronto tra sindacati e governo, alla vigilia del voto sul nuovo ddl lavoro. Così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, alla trasmissione radiofonica satirica "Un giorno da Pecora", tra il serio e il faceto, si lascia scappare una battuta sul ministro del lavoro, Elsa Fornero: "Perché i sindacati non hanno invitato al Primo maggio il ministro del Lavoro, Elsa Fornero? Perché ?
Punture di spillo a parte, il sindacato non si rassegna alla crisi; rilancia così su crescita e lavoro: sono queste, infatti, le parole chiave dello striscione dietro al quale sfilano a Rieti i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti per festeggiare il primo maggio, il più difficile degli ultimi 10 anni sul fronte della disoccupazione. Secondo la scheda sull'Italia dell'Ilo (l'organizzazione internazionale del lavoro) il nostro Paese ha raggiunto nel quarto trimestre del 2011 il 9,7% di disoccupazione, il peggiore dal 2001 mentre il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni scende al 56,9%. "Sarà il primo maggio - ha detto la Camusso - di un Paese attraversato da una crisi lunga con una condizione generale delle persone che è sempre più preoccupata della disoccupazione, della difficoltà di reggere con il reddito a disposizione.
Nello stesso tempo però è un primo maggio in cui non bisogna rinunciare al cambiamento, all'idea che c'è un declino ineluttabile del Paese: si può contrastarlo, a partire dal lavoro e dalla creazione di lavoro. E il messaggio che noi vogliamo mandare è proprio questo: non ci rassegnano, non rinunciamo al cambiamento". Bonanni esprime preoccupazione per la "miscela esplosiva" che si sta creando nel Paese. "La gente - ha detto - è stanca di fare sacrifici, senza un segnale altrettanto chiaro da parte delle istituzioni e della politica. Il Governo dei professori non basta. Ecco perché di fronte a questa situazione noi continuiamo a sollecitare un patto per la crescita in cui tutti facciano la propria parte per favorire il rilancio degli investimenti". "Il principale messaggio - afferma Angeletti - è che bisogna ridurre le tasse sulle buste paga perché , non solo è giusto ma é lo strumento più importante che abbiamo per evitare l'acuirsi della recessione e quindi della perdita di posti di lavoro. Bisogna fare in modo di aumentare i consumi nel nostro Paese altrimenti lavoro e crescita restano solo parole".
Per uscire dalla crisi servono "più infrastrutture, soprattutto al Sud, e vera detassazione delle buste paga.
Solo così, attraverso una ripresa dei consumi, aumenteranno le produzioni e i posti di lavoro, quindi potremo tornare a crescere". Lo sottolinea il leader Ugl, Centrella,al comizio a Priolo Gargallo. Il segretario generale della Cisal, Cavallaro, a Cosenza per la festa del Lavoro, pone l'accento sul problema meridionale denunciando "il fallimento delle politiche messe in atto fino ad ora" e "le sofferenze" del Sud. La Cisal "alza il vessillo del riscatto". E sollecita "interventi di ordine fiscale, sociali e per il lavoro".
La Cgil con il segretario generale Susanna Camusso ha chiesto al Governo di tagliare le tasse sul lavoro e di cominciare detassando la tredicesima già quest'anno. "Abbiamo bisogno - ha detto la leader della Cgil, Camusso - di una risposta sui redditi dei lavoratori e dei pensionati. Ci detassi la tredicesima e nel 2013 si faccia una riforma strutturale".
La Cisl con Raffaele Bonnani ha chiesto di "far sparire la tassa sulla prima casa perché lavoratori e pensionati più di una casa non ce l'hanno". E' quanto ha detto il segretario generale della Cisl, Bonanni, parlando da Rieti. "Ci hanno caricati come muli - ha detto a proposito delle imposte sui lavoratori dipendenti e pensionati - abbiamo chiesto la patrimoniale e il governo l'ha fatta a carico dei poveri". La Cisl è tornata a chiedere di abbassare le pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione.
"In Italia non solo il lavoro diminuisce ma è sottopagato. Stanno facendo di tutto per guastare la festa": così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha aperto il suo intervento sul palco della manifestazione a Rieti per il Primo Maggio. "Questo governo ci ha promesso il risanamento dei conti pubblici, la crescita e l'equità sociale. Sono stati veloci nel risanare i conti ma hanno fatto in modo che solo dipendenti e pensionati pagassero il conto". La Uil è pronta a mettere in campo ogni iniziativa, compreso lo sciopero, perché il governo cambi marcia e operi effettivamente nella crescita. "La politica di questo governo - ha detto il numero uno della Uil - sta producendo disastri. Dobbiamo mettere in campo iniziative per far cambiare politica. Non escludiamo nessuna iniziativa. Dobbiamo salvare il Paese".
Festa del lavoro all'insegna della crisi e della disoccupazione, che in Italia - secondo gli ultimi dati dell'Ilo - arriva ad un tasso del 9,7% e diventa ancora più ampia considerando anche cassintegrati e scoraggiati. Il Primo Maggio cade quest'anno proprio mentre è più caldo il confronto tra sindacati e governo, alla vigilia del voto sul nuovo ddl lavoro. Così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, alla trasmissione radiofonica satirica "Un giorno da Pecora", tra il serio e il faceto, si lascia scappare una battuta sul ministro del lavoro, Elsa Fornero: "Perché i sindacati non hanno invitato al Primo maggio il ministro del Lavoro, Elsa Fornero? Perché ?
Punture di spillo a parte, il sindacato non si rassegna alla crisi; rilancia così su crescita e lavoro: sono queste, infatti, le parole chiave dello striscione dietro al quale sfilano a Rieti i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti per festeggiare il primo maggio, il più difficile degli ultimi 10 anni sul fronte della disoccupazione. Secondo la scheda sull'Italia dell'Ilo (l'organizzazione internazionale del lavoro) il nostro Paese ha raggiunto nel quarto trimestre del 2011 il 9,7% di disoccupazione, il peggiore dal 2001 mentre il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni scende al 56,9%. "Sarà il primo maggio - ha detto la Camusso - di un Paese attraversato da una crisi lunga con una condizione generale delle persone che è sempre più preoccupata della disoccupazione, della difficoltà di reggere con il reddito a disposizione.
Nello stesso tempo però è un primo maggio in cui non bisogna rinunciare al cambiamento, all'idea che c'è un declino ineluttabile del Paese: si può contrastarlo, a partire dal lavoro e dalla creazione di lavoro. E il messaggio che noi vogliamo mandare è proprio questo: non ci rassegnano, non rinunciamo al cambiamento". Bonanni esprime preoccupazione per la "miscela esplosiva" che si sta creando nel Paese. "La gente - ha detto - è stanca di fare sacrifici, senza un segnale altrettanto chiaro da parte delle istituzioni e della politica. Il Governo dei professori non basta. Ecco perché di fronte a questa situazione noi continuiamo a sollecitare un patto per la crescita in cui tutti facciano la propria parte per favorire il rilancio degli investimenti". "Il principale messaggio - afferma Angeletti - è che bisogna ridurre le tasse sulle buste paga perché , non solo è giusto ma é lo strumento più importante che abbiamo per evitare l'acuirsi della recessione e quindi della perdita di posti di lavoro. Bisogna fare in modo di aumentare i consumi nel nostro Paese altrimenti lavoro e crescita restano solo parole".
Per uscire dalla crisi servono "più infrastrutture, soprattutto al Sud, e vera detassazione delle buste paga.
Solo così, attraverso una ripresa dei consumi, aumenteranno le produzioni e i posti di lavoro, quindi potremo tornare a crescere". Lo sottolinea il leader Ugl, Centrella,al comizio a Priolo Gargallo. Il segretario generale della Cisal, Cavallaro, a Cosenza per la festa del Lavoro, pone l'accento sul problema meridionale denunciando "il fallimento delle politiche messe in atto fino ad ora" e "le sofferenze" del Sud. La Cisal "alza il vessillo del riscatto". E sollecita "interventi di ordine fiscale, sociali e per il lavoro".
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Riforma del lavoro: stage 2012
Gli stage prima della riforma del lavoro erano lo strumento più “appropriato”, conveniente a disposizione dei datori di lavoro. In quanto non prevedono praticamente nessun obbligo: né di corrispondere un compenso, né di assumerne, né di prendere in tirocinio solo persone effettivamente inesperte, né di usare questo inquadramento solo per i mestieri che effettivamente necessitano di una formazione approfondita.
Con la riforma del lavoro Monti – Fornero non sarà più permesso alle aziende fare stage gratuiti per i giovani al termine di un ciclo formativo, ad esempio dopo il dottorato. E' ancora da chiarire che forma avrà il lavoro in questi casi, ma sicuramente sarà prevista una retribuzione: "Se vai in un'azienda - ha spiegato il Min. Fornero - a lavorare non lo fai gratis. Magari hai una collaborazione o un contratto a tempo determinato, ma il lavoro lo devi pagare".
La riforma del lavoro 2012 è intervenuta sugli stage che non potranno più essere gratis se i giovani hanno terminato la formazione. Questo dimostra che dopo il periodo di formazione (consistente in laurea, dottorati o master universitari) non sarà più possibile attivare tirocini, le aziende dovranno quindi proporre altri tipi di rapporti come collaborazioni o contratti a tempo determinato, comunque contratti di lavoro retribuiti. Gli stage potranno essere attivati solo a studenti.
Pur rispettando le prerogative delle Regioni in materia, la riforma del lavoro ha il proposito a razionalizzare i tirocini formativi per valorizzarli e prevenire gli eccessi, come ad esempio il ricorso a questo strumento al posto del contratto di apprendistato. In pratica, verranno introdotte delle linee guida per la definizione degli standard minimi di uniformità della disciplina locale sul territorio nazionale.
Con la riforma del lavoro Monti – Fornero non sarà più permesso alle aziende fare stage gratuiti per i giovani al termine di un ciclo formativo, ad esempio dopo il dottorato. E' ancora da chiarire che forma avrà il lavoro in questi casi, ma sicuramente sarà prevista una retribuzione: "Se vai in un'azienda - ha spiegato il Min. Fornero - a lavorare non lo fai gratis. Magari hai una collaborazione o un contratto a tempo determinato, ma il lavoro lo devi pagare".
La riforma del lavoro 2012 è intervenuta sugli stage che non potranno più essere gratis se i giovani hanno terminato la formazione. Questo dimostra che dopo il periodo di formazione (consistente in laurea, dottorati o master universitari) non sarà più possibile attivare tirocini, le aziende dovranno quindi proporre altri tipi di rapporti come collaborazioni o contratti a tempo determinato, comunque contratti di lavoro retribuiti. Gli stage potranno essere attivati solo a studenti.
Pur rispettando le prerogative delle Regioni in materia, la riforma del lavoro ha il proposito a razionalizzare i tirocini formativi per valorizzarli e prevenire gli eccessi, come ad esempio il ricorso a questo strumento al posto del contratto di apprendistato. In pratica, verranno introdotte delle linee guida per la definizione degli standard minimi di uniformità della disciplina locale sul territorio nazionale.
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