domenica 3 giugno 2012

Lavoro, Bankitalia: 2.500.000 lavoratori irregolari

Dalla Relazione annuale di Bankitalia  emerge che il sommerso è presente soprattutto nell'agricoltura e nel commercio.

I lavoratori irregolari rappresentano il 10,3% del totale: 2.500.000 persone. Lo rende noto Bankitalia. Le unità di lavoro "irregolari" (una persona può avere più di un lavoro irregolare) sono 2.950.000 e si concentrano soprattutto nei servizi:2.200.000 e in particolare nel commercio,alberghi e ristoranti. Il lavoro irregolare è frequente in agricoltura, 321mila unità, pari al 24,9%: è irregolare il 37,4% del totale,oltre una persona su 3. Nell'industria il lavoro irregolare è il 6,6% del totale.

Secondo la Relazione annuale se si guarda alle persone (senza considerare i doppi lavori compresi nelle unità di lavoro) i sommersi sono 2.549.000, pari al 10,3% del totale. I settori dove è più forte il lavoro sommerso restano agricoltura (quasi un quarto del totale) e i servizi (13,5%) mentre l'industria si limita al 6,6% di sommerso.

Il dato sulle unità di lavoro irregolari è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni, ma l'incidenza percentuale sul totale dell'occupazione è cresciuta perché sono diminuiti gli occupati. Se quindi le unità di lavoro irregolari sono passate da 2.941.000 nel 2009 a 2.959.000 nel 2010 l'incidenza sul totale è passato dal 12,1% al 12,3%. Se si guarda alle persone fisiche irregolari il dato è rimasto stabile (da 2.554.000 a 2.549.000) con un incidenza rimasta stabile al 10,3%.

Le unità di lavoro irregolari - secondo le tabelle contenute nell'appendice della Relazione annuale - si concentrano nei servizi (2,2 milioni su 2,9 milioni) e in particolare nel commercio, gli alberghi e i ristoranti (1,2 milioni di unità irregolari e il 18,7% del totale del comparto). Il dato è qui molto superiore per le unità di lavoro rispetto alle persone (solo 1,7 milioni di irregolari, 445mila delle quali nel commercio, alberghi e ristoranti) probabilmente perché in questi settori è molto frequente il doppio lavoro (quindi operano persone che hanno un lavoro irregolare ma arrotondano con un secondo lavoro in nero).

Il lavoro irregolare è molto frequente anche in agricoltura (321mila unità di lavoro irregolare pari al 24,9% del totale) per circa 372mila persone coinvolte (non tutte evidentemente impegnate a tempo pieno). Se si guarda alle persone in agricoltura sono irregolari il 37,4% del totale, oltre una su tre. L'industria resta un settore nel quale il lavoro sommerso è residuale con 419mila unità di lavoro irregolare e il 6,6% del totale.

Ma il dato risente del lavoro irregolare nelle costruzioni: in edilizia infatti le unità di lavoro irregolari sono 218mila (l'11,3% del totale) mentre nell'industria in senso stretto sono 202.000 (il 4,6% del totale).

2 giugno 2012 i sindacati nei luoghi colpiti dal sisma per una ripresa dell’economia e del lavoro

Al centro i temi del lavoro, fisco, crescita e welfare.

I segretari di Cgil, Cisl e Uil, hanno visitato alcuni dei luoghi più colpiti dal Sisma. In mattinata nella sede operativa della protezione civile di Marzaglia hanno incontrato il presidente della Regione Vasco Errani e il capo della protezione civile Franco Gabrielli. Dopo il terremoto che ha colpito l'Emilia, dalla Cgil arriverà ''tutto lo sforzo possibile per sostenere il mantenimento dell'attività produttiva, avere gli strumenti di emergenza e le deroghe sugli ammortizzatori sociali che servono subito perchè i lavoratori siano protetti''. Lo ha assicurato il segretario della Cgil Susanna Camusso che, insieme a Angeletti e Bonanni, ha visitato i luoghi colpiti dal terremoto. I tre segretari, dopo un incontro alla sede operativa della protezione civile di Marzaglia con il presidente della Regione Vasco Errani e il capo della protezione civile Franco Gabrielli, hanno visitato alcuni dei luoghi più colpiti. ''Lo sforzo più grande - ha detto la Camusso - sarà quello di dare il messaggio che si potrà continuare a lavorare qui, non si devono delocalizzare le imprese, è già stata fatta una prima intesa, si sta continuando una discussione sulle norme che permettano di intervenire per la messa in sicurezza con le norme vigenti e per farlo in tempi ragionevoli''. Questioni che, secondo la leader Cgil, vanno affrontati ''nella massima trasparenza con l'attenzione dovuta affinché rimanga nella legalità da un lato e nella rapidità dall' altro''.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, dopo l'incontro con i sindacati ha detto ''Lavoreremo per far sì che quelle imprese che hanno bisogno di fare produzione subito si possano sposare con un accordo tra sindacati e imprenditori per garantire quella produzione e non perdere il cliente e nello stesso tempo ristrutturare. Vogliamo provarci e siamo convinti di farcela''. E sull'ipotesi di uno spostamento provvisorio delle aziende danneggiate dal sisma'', Errani ha detto "Abbiamo già ottenuto - ha detto -un fondo di rotazione a tasso zero per tutte le imprese che serva per un investimento immediato a riattivare, ristrutturare o ricostruire il proprio impianto: questo è il primo punto che diventerà operativo nei prossimi giorni e consentirà di costruire un ponte fra il riconoscimento dei danni e l'avvio del lavoro. C'è poi il tema delle imprese che vogliono trovare soluzioni alternative in attesa di ricostruire, per garantire il cliente e garantire l'attivita'''. Rassicurazioni sono arrivate anche per le imprese del biomedicale che attendono da lunghissimo tempo pagamenti dalle amministrazioni pubbliche.

sabato 2 giugno 2012

L'Economist e la crescita economica in Italia

Secondo il settimanale economico britannico negli ultimi mesi Mario Monti e i suoi ministri sembrano «dare più ascolto ai partiti e, implicitamente, agli interessi costituiti che si nascondono dietro di loro».
Il settimanale britannico ha ricordato al governo dei tecnici e a Monti in particolare  che è stato insediato per varare le misure da cui i politici rifuggivano. Finora secondo l'Economist, ci sono stati scarsi segnali che i grandi partiti siamo pronti a rovesciare il governo e "assumersi la responsabilità di buttare l'Italia in un nuovo vortice". Eppure, negli ultimi mesi Mario Monti e i suoi ministri sembrano "dare più ascolto ai partiti e, implicitamente, agli interessi costituiti che si nascondono dietro di loro".

Ma il giornale non ha perso le speranze: la decisione di usare il voto di fiducia per fare avanzare in Parlamento riforme del lavoro "già diluite" potrebbe essere un segnale che il governo è pronto a mostrare maggiore fermezza. "Ne ha bisogno".
Il governo Monti deve mostrare più coraggio sulle riforme"preoccupanti segni di arretramento" nella travagliata economia italiana, "la più lenta d'Europa".

Bruxelles potrebbe avere "sottovalutato l''impatto psicologico sulla spesa per consumi degli sforzi del governo di sradicare l'evasione fiscale, dice all'Economist Elena Carletti, docente di economia all'Istituto universitario europeo di Firenze, facendo notare che questo governo ha fatto molto più dei precedenti, anche se ha ancora tanto da fare. Bruxelles è particolarmente preoccupata per l'efficacia e l'efficienza della spesa pubblica, sottolinea l'Economist. A condividere questa preoccupazione c'è Giorgio Squinzi, nuovo presidente di Confindustria. Squinzi ha detto di non riuscire a capire perché lo Stato non possa risparmiare e tagliare come fanno le imprese e le famiglie. "Una ragione è che i tagli aggravano la recessione", osserva il settimanale britannico. "Un'altra è che i sindacati sono particolarmente forti nel settore pubblico". Il sindacato più grande (la Cgil, ndr) e, secondo l'Economist, "più intrattabile".
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