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sabato 13 ottobre 2012

Lavoro: il ministro Fornero torna a parlare di esodati e salvaguardati


''Per quanto riguarda gli esodati il governo ha cominciato a considerare salvaguardie che hanno interessato finora 120.000 persone alle quali se ne possono aggiungere altre 10.000". L'Inps sta verificando le posizioni,"ma molti ancora non hanno ricevuto notifica". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero a Maria Latella su Sky Tg24.

Il governo non era al corrente dei numeri sugli accordi collettivi o individuali che sono obiettivamente molto difficili da monitorare -ha spiegato Fornero - per cui ci siamo trovati o davanti a un fenomeno molto ampio e diffuso. Si tratta di individuare non categorie, ma persone con nome e cognome. - ha concluso il ministro - Ora vogliamo dare certezza a chi poteva andare in pensione nel 2013 e 2014, sono le salvaguardie che ci sembrano più urgenti e dovrebbero essere 120mila». Ci siamo trovati o davanti a un fenomeno molto ampio e diffuso, abbiamo cominciato a considerare le salvaguardie che hanno interessato finora 120.000 persone alle quali se ne possono aggiungere altre 10.000 per effetto della finestra mobile del ministro Sacconi. Ora circa 130.000 hanno la salvaguardia".

Fornero ha nuovamente ribadito che la riforma delle pensioni non prevederà eccezioni per intere categorie, riferendosi all'emendamento al decreto sanità che consentirebbe una deroga alla riforma pensionistica per i lavoratori della sanità. "Noi abbiamo fatto una riforma che riguarda tutti i lavoratori - ha spiegato - è una riforma abbastanza severa ma giusta, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni e non credo che sia opportuno ora cominciare con riservare le vecchie regole ad alcune categorie di lavoratori, significherebbe innescare una rincorsa perché una volta che si inizia con una categoria non si vede perché un'altra categoria non possa accedere a requisiti più favorevoli".

venerdì 21 settembre 2012

Mercato del lavoro e produttività: incontro Squinzi-Camusso

Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria e il leader Cgil  Susanna Camusso si sono incontrati nella foresteria dell'Associazione degli industriali. Tema del colloquio è stato la produttività. Nei giorni scorsi il governo aveva sollecitato le parti sociali a trovare un accordo in tempi brevi. Nel pomeriggio, era stato lo stesso Squinzi ad annunciare che i colloqui sull'argomento sono in corso e a dire: "Occorre stringere i tempi al massimo" e che l'intesa deve arrivare presto.

Squinzi ha confermato "tempi brevi" indicando il termine del 18 ottobre, quando "Monti deve andare in Europa". "Sto vedendo tutti i leader dei sindacati ed anche tutti i leader politici. Sul tavolo il tentativo di trovare in tempi stretti un'intesa tra le parti sociali sulla produttività, come chiesto con forza dal governo.

"Abbiamo iniziato ma non siamo ancora entrati nel vivo-vivo, ma ritengo ci siano gli spazi per poter arrivare ad una posizione comune, a posizioni che vadano nella direzione giusta". Squinzi sottolinea che "sicuramente è una cosa da fare in tempi brevi. Il 18 ottobre - dice - Monti deve andare in Europa a presentare il piano di quello che intende fare nei prossimi mesi". Ad una intesa tra imprese e sindacati sulla produttività, continua il presidente di Confindustria, "bisogna che ci arriviamo prima di quella data, almeno alcuni giorni prima".

Il 2013? A differenza di quanto detto da Monti, che ha parlato di "una ripresa" nel 2013, Squinzi ha affermato "L'anno prossimo non sarà l'anno della ripartenza, sarà ancora un anno di riflessione, e spero che la situazione non vada anche a peggiorare". Squinzi ha avvertito: "bisogna avere fiducia, bisogna mettercela tutta"."Purtroppo - dice il presidente di Confindustria - le previsioni sul Pil che il nostro Centro studi aveva indicato già da maggio-giugno, quelle di un calo del pil del 2,4%, sono state confermate. E non avevamo dubbi". Di fronte a queste prospettive anche di evoluzione della crisi, il leader degli industriali invita a reagire con fiducia. "Come dico io da ciclista non bisogna mai smettere di pedalare, bisogna andare avanti". Tra imprese e sindacati, ha detto Squinzi, ci sono "gli spazi per poter arrivare ad una posizione comune" sulla produttività.

Intanto, nel II trimestre dell'anno,al netto degli effetti di calendario,le ore lavorate per dipendente diminuiscono del 2,6% su base annua. Secondo l'Istat, nell'industria le ore lavorate mostrano un calo tendenziale del 3,2% (-3,4% nell' industria in senso stretto,-1,9% nel settore delle costruzioni); -1,8% nei servizi (la più marcata, nel commercio con un -2,5%). L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni è pari a 37,9 ore ogni mille lavorate,con un +10,3 ore sul secondo trimestre 2011.

sabato 2 giugno 2012

L'Economist e la crescita economica in Italia

Secondo il settimanale economico britannico negli ultimi mesi Mario Monti e i suoi ministri sembrano «dare più ascolto ai partiti e, implicitamente, agli interessi costituiti che si nascondono dietro di loro».
Il settimanale britannico ha ricordato al governo dei tecnici e a Monti in particolare  che è stato insediato per varare le misure da cui i politici rifuggivano. Finora secondo l'Economist, ci sono stati scarsi segnali che i grandi partiti siamo pronti a rovesciare il governo e "assumersi la responsabilità di buttare l'Italia in un nuovo vortice". Eppure, negli ultimi mesi Mario Monti e i suoi ministri sembrano "dare più ascolto ai partiti e, implicitamente, agli interessi costituiti che si nascondono dietro di loro".

Ma il giornale non ha perso le speranze: la decisione di usare il voto di fiducia per fare avanzare in Parlamento riforme del lavoro "già diluite" potrebbe essere un segnale che il governo è pronto a mostrare maggiore fermezza. "Ne ha bisogno".
Il governo Monti deve mostrare più coraggio sulle riforme"preoccupanti segni di arretramento" nella travagliata economia italiana, "la più lenta d'Europa".

Bruxelles potrebbe avere "sottovalutato l''impatto psicologico sulla spesa per consumi degli sforzi del governo di sradicare l'evasione fiscale, dice all'Economist Elena Carletti, docente di economia all'Istituto universitario europeo di Firenze, facendo notare che questo governo ha fatto molto più dei precedenti, anche se ha ancora tanto da fare. Bruxelles è particolarmente preoccupata per l'efficacia e l'efficienza della spesa pubblica, sottolinea l'Economist. A condividere questa preoccupazione c'è Giorgio Squinzi, nuovo presidente di Confindustria. Squinzi ha detto di non riuscire a capire perché lo Stato non possa risparmiare e tagliare come fanno le imprese e le famiglie. "Una ragione è che i tagli aggravano la recessione", osserva il settimanale britannico. "Un'altra è che i sindacati sono particolarmente forti nel settore pubblico". Il sindacato più grande (la Cgil, ndr) e, secondo l'Economist, "più intrattabile".
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