lunedì 26 agosto 2013

Anno accademico 2013 2014 corsi per superare i test di accesso all’Università



Tra pochi giorni i ragazzi italiani appena usciti dall’esame di maturità si valuteranno con i test di ingresso che aprono l’accesso all’università e al corso di studio preferito. Per trovare informazioni aggiornate su questi corsi e sulla eventuale presenza di test, occorre rivolgersi alle segreterie di facoltà o ai servizi di orientamento delle singole università.

Per prepararsi ai test di ammissione all'università organizzano dei corsi con docenti che ti preparano appunto per il test. Devi informarti presso la segreteria della facoltà che interessa.

Innanzitutto diciamo che bisogna dedicare il giusto tempo a prepararsi con libri o frequentando corsi apposta concepiti a questo scopo e prendendosi tempo specificatamente dedicato alla studio delle domande a cui si verrà sottoposti.

Per quanto riguarda le prove le domande dei test di accesso spaziano dalla cosiddetta cultura generale e quella più specifica rispetto al campo di studio che si è scelto. Saranno presenti domande su banali nozioni studiate al liceo fino a domande inerenti processi di pensiero complesso e domande a cui la risposta non può essere definita se non in base a esperienze personali. Perciò è importante mantenersi preparati e usare i test degli anni passati e provarne il più possibile.

Al fine di una buona riuscita dei test è rilevante aver sviluppato una competenza in termini di processo di pensiero e metodologia di studio durante gli studi pre-universitari.

Ricordiamo che ci sono facoltà dove i corsi di laurea ad accesso programmato sono più di quelli ad accesso libero. Come Farmacia. Libera solo a Urbino e Camerino. Vanno ad aggiungersi a quelli previsti dalla programmazione nazionale (Medicina e Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie) con una percentuale che supera la metà dei corsi di tutta Italia (il 54,4% secondo i dati dell’anno scorso).

Oramai manca poco all’inizio e bisogna fare fronte ai costi per affrontare i test d’accesso, costi che possono arrivare fino a tremila euro a studente, solo per la speranza di frequentare il corso preferito. Perché poi superare i quiz è una lotteria: le aspiranti matricole sono in crescita (oltre 18mila domande in più presentate a luglio, 114.557 in totale) con i posti che rimangono gli stessi. A complicare le cose, le nuove modalità dei quiz, la graduatoria ora su base nazionale, e il bonus maturità (fino a 10 punti in più per i voti di diploma più alti).

L’iscrizione al test è il primo pagamento da affrontare. In media 50 euro a studente: 25,00 euro è il costo per Roma Tre, uno dei più bassi d’Italia. Appena due euro in più per chi sceglie Padova, 60 euro per chi preferisce Bologna, si sale a 100 per la Luiss. Chi è in corsa per la Cattolica ha dovuto versare 120 euro.

Può essere utile esercitarsi gratis sui test offerti dai portali in maniera interattiva.

Consigliamo i seguenti:
Sul Sole 24 Ore si può trovare l'elenco dei test di ammissione all'università dove si seleziona il test di ammissione e si può simulare e verificare la preparazione. Inoltre si può salvare il test. http://testammissione.ilsole24ore.com/test-ammissione/simulazione-test-ammissione.aspx

Sul sito http://www.testuniversitari.it/ su questo si offre un sostegno gratuito per prepararsi ai test di accesso e sito vi sono argomenti da studiare, suggerimenti e test da sviluppare per poter affrontare al meglio la prova di selezione del test universitario.

Sul http://www.universinet.it/ basta selezionare la sezione Test di Ammissione e si trova il Test di preferenza per la facoltà richiesta.

Per quanto riguarda la prova si consiglia in quanto i test vengono elaborati da un programma informatico piuttosto che lasciare in bianco, è meglio tentare di dare una risposta. Le probabilità sono sempre a metà e un con un po’di fortuna ….. E’ importante leggere sempre molto attentamente le istruzioni di compilazione; indicano anche se risposte sbagliate tolgono punti. Solo in questo caso è meglio non misurarsi con la Dea fortuna.

Via twitter, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha inviato un “in bocca al lupo” agli studenti di Medicina. E a un utente che ha chiesto come mai solo a loro, il ministro ha risposto: «Arriverà il saluto a tutti. Ma per Medicina la situazione è complessa».


Lavorare con la biotecnologia: opportunità di lavoro e politica occupazionale



In un momento in cui per i giovani è estremamente difficile trovare lavoro nonostante le nuove politiche sul lavoro, l’idea di architettare un lavoro, per  fare una propria impresa, si fa sempre più reale.

Skuola.net ha raccontato varie vicende di ragazzi che hanno creato occupazione partendo da un pensiero. Parliamo delle opportunità di lavoro nel campo della biotecnologia, ed in modo particolare della Bio Soil Expert, una delle più recenti startup italiane di successo, nata dal connubio della passione per l’ambiente con l’applicazione delle tecnologie sostenibili. Gli ideatori sono esperti in materia di biotecnologie agro-alimentari.

Le biotecnologie hanno ormai conquistato una posizione preminente tra le priorità strategiche dell’Unione Europea, concretizzata dalla pubblicazione nel 2002 del Piano d’azione europeo sulla biotecnologia e le scienze della vita. Questa consapevolezza del ruolo strategico rivestito dalle biotecnologie, serve come innesco di una rinnovata competizione per uno sviluppo delle biotecnologie, che coinvolge i singoli Paesi membri e li pone a confronto in materia di offerta ai potenziali investitori.

L’Italia, si ritrova oggi in una posizione non solamente di sicura e doverosa possibilità di recupero ma di forte privilegio dato l’alto potenziale per la creazione di imprenditoria biotecnologica disponibile in termini di risorse scientifiche, umane e culturali esistenti ed ancora ampiamente da sfruttare.

Le attività in biotecnologia – in particolare a livello di Ricerca & Sviluppo - sono caratterizzate da una relativamente bassa intensità di capitale, perlomeno in fase iniziale. Perciò appare particolarmente idonea a priori allo sviluppo dell’imprenditoria biotecnologica la struttura industriale italiana, la cui ossatura è costituita da piccole e medie imprese, ed è spesso organizzata in aree territoriali con vocazione specifica, flessibile e capace di inserirsi nel mercato internazionale, come già ampiamente dimostrato dai livelli di eccellenza raggiunti in diverse “nicchie” produttive.

L’Italia in questo momento non solo è chiamata a recepire le indicazioni del Piano di azione europeo sulle biotecnologie e le scienze della vita, ma ha anche il dovere di valorizzare attraverso un piano nazionale di sviluppo per le biotecnologie il potenziale disponibile per ottenere da questo settore strategico quei risultati in termini di aumentata competitività.

Il contenimento del dissesto idrogeologico, la salvaguardia dei corsi d’acqua dal rischio contaminazione, la bonifica dei terreni dismessi e inquinati: queste le principali aree business della giovane realtà imprenditoriale nata con l’obiettivo di risolvere alcune delle più delicate problematiche legate al territorio attraverso l’impiego di rimedi senza rischio e impatto ambientale.

La prevenzione come anche la limitazione del dissesto del suolo, ad esempio, viene affidata ad alcuni batteri in grado di accelerare lo sviluppo vegetativo di piante il cui apparato radicale può raggiungere anche 3-5 metri di profondità, assicurando così la stabilità del terreno. Il rimedio utile, invece, per ridurre il pericolo di contaminazione dei corsi d’acqua sono le fasce tampone in chiave biotech: un’applicazione, questa, molto vantaggiosa per l’agricoltura.

Una politica di innovazione industriale basata sullo sviluppo di nuove tecnologie che deve essere chiaramente percepita come impegno stabile da quanti, individui o istituzioni, possano essere liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario. In un contesto europeo sempre più orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione delle particolari vocazioni esistenti in specifici territori, è del tutto evidente come la qualità dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” costituisca un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le risorse esistenti e “catturarne” di nuove, in alternativa ed in competizione con altre aree.

Nell’ottica della promozione della ricerca biotecnologica in Italia, non va dimenticato un settore per il quale le condizioni degli ultimi anni hanno affievolito in maniera notevole l’impegno dei nostri ricercatori. In campo agronomico, siamo stati tra i primi ad aver concentrato l’attenzione sulla protezione dell’agrobiodiversità e sulla qualità dei prodotti e in questo senso si pongono sicuramente all’avanguardia le ricerche di Università e Istituti Sperimentali per la terapia genica delle patologie più ostiche (quali le virosi) che minacciano specie ad elevato valore aggiunto tipiche della tradizione agricola nazionale, quali certe produzioni orticole di qualità in alcuni casi in via di estinzione (riso carnaroli, pomodoro S. Marzano, mela della Val D’Aosta).


domenica 25 agosto 2013

Concorsone scuola beffa: uno su due sarà inserito in organico




Su queste pagine si scriveva così nel dicembre del 2011 “Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha confermato che saranno riaperti i concorsi nella scuola pubblica. Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici, e questo è senz'altro un tema su cui bisogna lavorare. L'ultimo concorso per la scuola risale al lontano 1999. Secondo il ministro ''è ormai tempo di pubblicare entro il 2012 il bando per il maxi concorso, al quale potrebbero essere interessate 300.000 persone”, dalle scuole elementari, alle medie, alle superiori.”



Adesso a distanza di un anno e mezzo con il concorso della scuola quasi terminato, il Ministero ha autorizzato l’immissione in ruolo di 11mila docenti, le nuove assunzioni potrebbero non riguardarli: in molte regioni, infatti, le graduatorie non sono ancora pronte. E se non lo saranno entro fine mese le nomine verranno effettuate attingendo da altre graduatorie. Il che significherebbe dilatare di un altro anno se non di più l’attesa dei vincitori.

Al Concorsone, spettano poco più di 5500 posti. Peccato, però, che le sue pratiche (nonostante sia stato bandito nel settembre 2012) non siano ancora concluse. Non dappertutto, almeno. E la normativa, anche qui, parla chiaro: o le graduatorie vengono rese definitive entro il 31 agosto 2013, oppure potranno essere utilizzate solo negli anni scolastici successivi.

In riferimento alla messa in ruolo il Ministero ha specificato che, dove quest’anno il 50% delle assunzioni da concorso avverrà tramite Graduatorie a esaurimento per indisponibilità delle liste dei vincitori, l’anno prossimo le nomine saranno fatte tutte tramite quest’ultime: “Si tratta solo di un anticipo“. Ma dal Dipartimento dell’Istruzione ammettono che “è possibile a questo punto che ci voglia più tempo per assumere tutti i vincitori, con conseguente slittamento del prossimo concorso”. La beffa, così, raddoppia: oggi per i vincitori dell’ultima selezione lasciati in sospeso, domani per tutti gli abilitati che attendevano un nuovo bando in tempi veloci.

Dura è stata la denuncia dall'Anief, l'associazione sindacale professionale. "Solo una minima parte delle commissioni ha rispettato i tempi. Per l’80% rimane appena una settimana, ma una su tre deve ancora terminare i colloqui: il Lazio si è già tirato fuori, in altre sette regioni non è stata realizzata nemmeno una lista definitiva dei vincitori".

Il concorso a cattedra per 11.542 nuovi docenti, bandito dall’ex ministro Francesco Profumo, "si sta trasformando in un calvario", secondo l'associazione. "Dopo la sparizione di tantissime cattedre, conseguenza dei tagli agli organici, del dimensionamento degli istituti e del blocco del turn over, e l’esclusione di 2.032 vincitori di concorso, per via della riduzione del contingente nazionale attuata da Mef e Miur, ora i candidati idonei devono fare i conti col grave ritardo con cui si stanno concludendo le procedure: a una manciata di giorni da fine di agosto, che per legge è il termine ultimo per immettere in ruolo i nuovi docenti, sono infatti pochissime le regioni che hanno pubblicato le graduatorie definitive del 'concorsone'".

Forse uno su due dei vincitori vedrà una cattedre in “tempi brevi”. Addio concorsone. Infatti, la legge stabilisce che le assunzioni nella scuola devono avvenire per il 50% attingendo ai vincitori di concorso e per il 50% alle graduatorie dei precari. Mentre per questi ultimi non c’è problema, dato che sono tanti (oltre 150 mila), la questione si pone per i gli altri. Infatti alcune Regioni non hanno concluso tutte le procedure previste dalla normativa. Il MIUR ha assicurato che entro la fine di agosto il 75% dei concorsi andrà a regime. E, comunque, qualora emergessero delle anomalie o ritardi, la legge stabilisce che bisogna ricorrere alle graduatorie dell’ultimo concorso bandito che, nel caso della scuola, risale a 14 anni fa. Che fine faranno le parole dell'ex ministro Profumo e i vincitori del concorsone per la scuola?  Risultato finale: soltanto uno su due dei professori vincitori avrà il posto. E' una vera beffa.


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