venerdì 25 luglio 2014
Alitalia: referendum senza quorum, è scontro tra i sindacati
Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia: hanno votato 3.500 su 13.200 lavoratori. La Uilt dice che così l'accordo non è valido e chiede una nuova intesa, mentre Cgil, Cisl e Ugl sostengono che trattandosi di un referendum abrogativo, resta la validità degli accordi.' 'Abbiamo chiesto ai lavoratori e ai sindacati grande responsabilità ma i sindacati discutono su chi ha più iscritti, non sapendo che la prospettiva: futuro o baratro'', afferma il ministro Lupi. Oggi l'assemblea degli azionisti della compagnia è chiamata ad approvare il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Etihad nega di aver posto un ultimatum alla compagnia per chiudere l'accordo entro il 28 luglio.
Intanto l'assemblea degli azionisti di Alitalia ha approvato il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Lo ha riferito un azionista scendo dalla riunione, precisando che di Etihad non si è parlato. L'assemblea si è conclusa da poco dopo oltre cinque ore. L'assemblea degli azionisti di Alitalia ha deliberato un aumento di capitale fino ad un massimo di 250 milioni di euro da offrirsi in opzione ai soci in proporzione alla quota di capitale posseduta. Lo si legge in una nota al termine dell'assemblea.
Via libera dell'assemblea degli azionisti di Alitalia al bilancio d'esercizio 2013. Ma anche questa volta, come già nel cda del 13 giugno, nella nota diffusa al termine della riunione non vengono comunicati i risultati. Secondo le indiscrezioni che circolano, la perdita netta si aggirerebbe intorno ai 569 milioni.
Etihad: "Ribadendo l'efficacia degli accordi del 16-17 luglio", Alitalia evidenzia come "la coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali siano essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad". Lo afferma Alitalia in una nota. Alitalia, si legge nella nota, "ha appreso, con comunicazione delle organizzazioni sindacali, i risultati del referendum sugli accordi aziendali del 16-17 luglio scorso promosso dalla Uiltrasporti, che indicano 3.555 votanti su una popolazione aziendale di 13.190 unità, pari al 26,95%". "Va comunque segnalato come l'85% di coloro che hanno votato abbia espresso un consenso esplicito agli accordi. Ciò - prosegue la nota - a dimostrazione di quanto il personale della società, compresi i dirigenti che già dal mese di marzo hanno volontariamente offerto un contributo di solidarietà, stia comprendendo l'importanza cruciale del momento aziendale e dei passi decisivi da adottare per garantire il futuro".
"Non mi sembra che le Poste vogliano uscire dall'azionariato di Alitalia. Mi sembra che il cda abbia deliberato la strategicità dell'investimento". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, commentando le voci su possibili nuovi partner nell'operazione Etihad-Alitalia."Abbiamo sempre detto all'Europa e a chi fa commenti contrari - ha aggiunto Lupi - che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non un aiuto di Stato". Lupi ha sottolineato che il parere sull'accordo con Etihad "è assolutamente positivo ed è una grande sinergia. Bisogna che siano i soci a trovare le modalità con cui questa delibera possa diventare una grande opportunità". "Abbiamo sempre detto all'Europa e a chi fa commenti contrari - ha aggiunto Lupi - che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non un aiuto di Stato".
"Il mancato raggiungimento del quorum, sulla base del Testo unico sulla rappresentanza e democrazia sindacale, conferma la validità degli accordi sottoposti a referendum". Lo afferma Alitalia in una nota.
Il referendum, secondo quanto riferito dalla Uilt, ha ottenuto 3000 sì e 500 no. In particolare, tra i naviganti (piloti e assistenti di volo), che sono complessivamente 5.400, il 97% ha votato no. "Non è stato raggiunto il quorum perché Cgil, Cisl, Ugl e azienda hanno voluto mortificare piloti e assistenti di volo", ha commentato Veneziani, sottolineando che "questo accordo non c'entra nulla con Etihad". "Adesso bisogna tornare al tavolo per firmare un accordo valido: questo non lo è", ha detto Veneziani, precisando che "la Uil non è contraria a dare 31 milioni". "Alla luce di questo risultato - ha aggiunto - faremo le nostre valutazioni e decideremo il da farsi".
"Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell'accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validità degli accordi". Lo affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Trasporto Aereo a proposito dell'esito del referendum. L'accordo sui tagli al costo del lavoro Alitalia firmato solo da Cgil, Cisl, Ugl e Usb "non può essere applicato agli iscritti della Uilt, alle sigle non firmatarie e ai non iscritti". Lo afferma Marco Veneziani della Uilt alla luce del mancato quorum nel referendum, aggiungendo che "adesso bisogna tornare al tavolo e fare un nuovo accordo". "Quorum mancato accordo valido". Lo afferma il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano su twitter a proposito del referendum sull'accordo sul taglio al costo del lavoro. "Circa 30% votanti in 25 ore di seggio aperto con oltre 80% di sì", prosegue Luciano: "azienda vive - conclude - lavoro salvo". Air France Klm non parteciperà all'aumento di capitale di Alitalia. Lo ha dichiarato l'amministratore delegato del gruppo franco-olandese, Alexadre de Juniac, durante la presentazione dei risultati semestrali.
La Uil resta sulle barricate («Diffidiamo l'azienda dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti» - scrive il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi), mentre il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni parla di «referendum valido». E avverte: «La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perché gli arabi possono anche fuggire».
Di diverso parere la Uil che non ha firmato l'accordo integrativo con i tagli sul costo del lavoro e ha invitato i lavoratori a non partecipare al referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb . «Allo stato attuale, diffidiamo l'azienda dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti», ha affermato il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi in una nota. Mentre il segretario generale Angeletti aggiunge: «Avevamo visto giusto: la data del 25 luglio, sbandierata da Alitalia come ultimativa, serviva solo contro i sindacati. Non commentiamo le incaute dichiarazioni dell'azienda - anche alla luce del fatto che ci sembra che l'80% dei lavoratori non condivida le sue scelte - perché non vogliamo fornire alibi né pretesti. Le nostre considerazioni le faremo solo dopo l'accordo con Etihad».
Mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni parla di « referendum valido» in base a quanto dice «l'accordo interconfederale firmato dalla Uil». E avverte: «La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perche' gli arabi possono anche fuggire». Etihad, continua Bonannni, «non è abituata ai bizantinismi italiani: qui c'é un nucleo di persone che vuole condizionare la nuova azienda, dobbiamo smettera di avere in Italia dei sindacati che scoraggiano gli investimenti».
Il referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb sull'accordo contenente anche i tagli al costo del lavoro dell'Alitalia doveva raggiungere il quorum del 50% più uno dei lavoratori. Gli accordi integrativi prevedono risparmi sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Per la Uilt (che ha invitato gli iscritti a non partecipare al referendum definito «una farsa») gli accordi firmati dalle sole sigle Filt, Fit, Ugl e Usb non sono validi e per questo occorre ritornare al tavolo di trattativa per fare un nuovo accordo.
Spicca, in particolare l'astensione, pressochè totale, del personale navigante. Infatti, ha riferito Veneziani, dei 5.400 aventi diritto (di cui 1.800 piloti e gli altri assistenti di volo) non ha votato il 97%. Dei 3.500 voti, 3.000 sono stati i sì e 500 i no. «L'accordo - ha detto ancora Veneziani - è stato bocciato. Con queste intese si è voluto mortificare professionalità presenti in azienda. Noi avevamo già fatto le nostre proposte all'azienda e riconfermiamo la disponibilità a riaprire la trattativa».
E a chi gli chiedeva se il risultato del referendum possa avere ripercussioni in vista della definizione dell'accordo con la compagnia di Abu Dhabi, Veneziani ha precisato che «Etihad non c'entra nulla». «La questione dell'integrativo e dei risparmi risale a prima che cominciasse la trattativa con il vettore arabo ed è una questione posta soltanto dall'azienda», ha concluso.
Secondo Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, nonostante il quorum sul referendum non abbia raggiunto il quorum, l'accordo è valido. In un tweet, ha spiegato, i votanti sono stati il 30% dei lavoratori dell'Alitalia, e di questi, l'80% si è espresso a favore dell'accordo. «Circa il 30% di votanti in 25 ore di seggi aperti - afferma Luciano - con oltre 80% di sì. Quorum mancato, accordo salvo».
In una nota congiunta i sindacati firmatari dell'accordo ricordano che, essendo una consultazione abrogativa, l'accordo firmato da Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl é valido: «Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell'accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validità degli accordi».
Il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, in merito alla trattativa tra Alitalia ed Etihad ha inoltre precisato che «non c'é nessun ultimatum, c'é solo bisogno di chiarezza». E ha proseguito ricordando l'intera vicenda: «Non abbiamo lavorato inutilmente per sette mesi - ha detto - sette mesi fa Alitalia era sull'orlo del baratro. Lo Stato pagava il fallimento su un'azienda e si parlava non di 2.950 lavoratori messi in mobilità, ma di 13.000 lavoratori e dell'intero sistema aeroportuale italiano in ginocchio. Si é lavorato seriamente e trovato un grande partner internazionale, c'é una grande opportunità di sviluppo. Etihad non dà ultimatum, ha posto delle condizioni come é giusto che sia. A queste condizioni devono rispondere lavoratori e soci privati».
«Le Poste - ha infine ribadito il ministro Lupi, a margine della visita ai cantieri del Terzo Valico a Genova-Borzoli - non mi sembra che abbiano detto di voler uscire dall'azionariato. Mi sembra che il Cda di Poste abbia deliberato la strategicità dell'investimento e abbia detto che il parere sull'accordo con Etihad é assolutamente positivo ed é una grande sinergia».
Bisogna che siano i soci, ha aggiunto Lupi, «a trovare la modalità con cui questa delibera e questo parere possa diventare una grande opportunità. Abbiamo sempre detto all'Europa e a quelli che fanno commenti contrari che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non era aiuti di stato».
«Etihad investe in Alitalia. Consideriamo positivamente questo investimento, anche perchè ci pare che vogliamo rafforzare le partnership di Alitalia». Lo ha detto il presidente di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, durante una conferenza stampa. Il vettore, azionista di Alitalia con il 7,01%, non parteciperà comunque all'aumento di capitale da 200-250 milioni approvato ieri dalla compagnia italiana. «No», ha risposto seccamente de Juniac, interpellato a proposito della sottoscrizione dell'aumento. Air France-Klm quindi si diluirà ulteriormente nel capitale di Alitalia, di cui è stata prima azionista con il 25%.
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martedì 22 luglio 2014
Taglio pensioni oltre 3mila euro grazie alla riforma targata Renzi, Poletti e Padovan
Nuovo contributo di solidarietà su pensioni d’oro che superano i 3 mila euro: si sperava in uscite flessibili e anticipati invece interventi negativi più probabili.
Torna l’ipotesi di prelievo sulle pensioni più alte sopra i 3 mila e si riaffaccia il timore che i tanto annunciati interventi sulle pensioni siano solo negativi, piuttosto che acconsentire l’entusiasmo scatenato dall’annuncio di interventi orientati alla flessibilità, come dichiarato dal ministro Poletti, e alla possibilità di uscita anticipata.
Lo stesso decreto Irpef lascia in eredità alla prossima "stabilità" i 2,7 miliardi confluiti per il 2015 nel fondo taglia-cuneo. Che potrebbero essere utilizzati per estendere la platea dei beneficiari del bonus Irpef ad esempio ai nuclei monoreddito con più figli, pensionati e incapienti. Un'operazione nel complesso difficile da realizzare anche alla luce dei ristretti margini con cui potrebbe fare i conti il Governo se l'andamento del Pil continuasse a risultare al di sotto delle stime originarie dell'esecutivo. In alternativa le risorse del Fondo taglia-cuneo potrebbero essere utilizzate per rafforzare la copertura che dovrà essere trovata per continuare a tagliare l'Irap a carico delle imprese.
I circa 14 miliardi, da aggiungere ai 3 già tradotti in misure, da recuperare con la fase 2 delle fasi per contenere la spesa pubblica, arriveranno prevalentemente da cinque versanti: tagli alle partecipate (cessioni anche delle sole quote di controllo ai privati, fusioni o chiusure); potenziamento dell'operazione già avviata sul terreno degli acquisti di beni e servizi della Pa; razionalizzazione delle uscite per gli immobili (dagli affitti fino alle dismissioni); fabbisogni standard a tappeto per gli enti locali; dimagrimento della macchina burocratica con la chiusura di enti e sedi periferiche già in gran parte prevista dalla riforma della Pa.
Per la composizione della "stabilità" i tecnici si starebbero muovendo avendo come riferimento grezzo un perimetro da 25-28 miliardi (14-16 di dinamica "interna" e 10-12 miliardi legati agli impegni con la Ue). Un perimetro che dovrebbe scendere quanto meno a poco più di 20 miliardi grazie alla "riserva" da 2,5-3 miliardi garantita dalla minor spesa per interessi sul debito rispetto a quella prevista. E alla maggiore flessibilità che l'esecutivo conta di ottenere dalla Ue. Le risorse necessarie per far camminare la "stabilità" dovrebbero arrivare, oltre che dalla spending, dall'attuazione della delega fiscale (compresa la potatura delle tax expenditures) dalla lotta all'evasione e dalla maggiore Iva per il pagamento dei debiti Pa.
«Sul fronte interno, stiamo agendo su due assi, legge di Stabilità e decreti attuativi della delega fiscale, mentre sul fronte europeo sui negoziati per scorporare alcuni investimenti dal computo del deficit», afferma Baretta. Che annuncia che il via libera al Dl sblocca-cantieri potrebbe arrivare il prossimo Consiglio dei ministri, anche se la data più gettonata resta il 31 luglio. Quanto alla copertura per rendere strutturale il bonus Irpef, Baretta conferma che arriverà dalla spending. E aggiunge che il Mef si attende un impatto «interessante» dalle entrate Iva e dal bonus per le ristrutturazioni energetiche, oltre che dall'operazione pagamenti Pa.
Ebbene, ora, secondo le indiscrezioni, allo studio dell'esecutivo vi sarebbero manovre per far quadrare i conti e per garantire le coperture per il bonus da 80 euro facendolo diventare strutturale. Al momento, si sa, che la copertura deriverà da metà dei 14 miliardi che arriveranno dalla fase 2 della spending review e si sommeranno ai 3 miliardi già previsti dal decreto Irpef.
Il contributo sulle pensioni d’oro appare anche nel dossier Cottarelli, che prevede una redistribuzione di tale contributo di solidarietà su pensioni che superano i 3 mila euro all'interno dello stesso sistema previdenziale proprio per favorire, probabilmente, misure per rendere più flessibili i pensionamenti. Si tratta al momento solo di un progetto che potrebbe, tra l’altro, cambiare nel giro di pochi giorni esattamente come accaduto finora per tutte le proposte avanzate.
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domenica 20 luglio 2014
Scuola per il prossimo settembre almeno 32.500 assunzioni. Secondo il piano MIUR
Il Miur ha pubblicato il piano di immissioni in ruolo 2014 per 15 mila professori “su posti comuni” per coprire il turn over, altri 13 mila per il sostegno, la seconda tranche del piano triennale di stabilizzazioni varato lo scorso anno dal decreto Carrozza. Più 4.500 Ata (il personale tecnico amministrativo) per un totale di 32.500 assunzioni che potrebbero scattare a settembre. In questo modo il Miur preme per far scattare almeno 28 mila assunzioni di docenti (oltre ai 4.500 Ata) e il loro reclutamento avverrà secondo il criterio introdotto 15 anni fa: il 50% dei posti sarà attribuito sulla base delle graduatorie a esaurimento (dove stazionano ancora circa 155 mila precari “storici”). Il ministero dell'Istruzione ha inviato a Mef e Funzione pubblica il piano di immissioni in ruolo 2014.
Sintetizzando le assunzioni dei nuovi docenti avverrà secondo regole ormai più che decennali: il 50 per cento dei posti sarà attribuito sulla base delle graduatorie a esaurimento e il restante 50 per cento attraverso i concorsi: tramite l’ultimo, bandito nel 2012 dall’ex ministro Profumo, dovrebbero entrare in ruolo già a settembre una buona parte degli oltre 8 mila idonei ancora in attesa di assunzione.
Le stabilizzazioni sul sostegno sono finanziate direttamente dalla legge 104 (sono previsti stanziamenti ad hoc per circa 108 milioni di euro l'anno). Gli altri 15mila docenti previsti copriranno i pensionamenti che «quest'anno hanno risentito meno degli effetti della legge Monti-Fornero», ha spiegato il capo dipartimento per l'Istruzione del Miur, Luciano Chiappetta in un colloquio con "Il Sole 24 Ore". Le prime stime di gennaio sul turn over indicavano cifre minori (poco più di 8mila posti) ma poi sono cresciute. Una possibile spiegazione, ha detto Chiappetta, «è che nella scuola, in passato, si entrava dopo aver svolto altri impieghi e quindi l'eventuale ricongiungimento, a fini pensionistici, dei questi periodi contributivi può aver agevolato le fuoriuscite. Negli anni 70 e 80, per esempio, sono stati assorbiti molti lavoratori che provenivano dalle Poste o dalle Ferrovie dello Stato».
I criteri per le assunzioni e il nodo Quota 96. Per settembre, quindi, il Miur preme per far scattare almeno 28mila assunzioni di docenti (oltre ai 4.500 Ata) e il loro reclutamento avverrà secondo il criterio introdotto 15 anni fa: il 50% dei posti sarà attribuito sulla base delle graduatorie a esaurimento (dove stazionano ancora circa 155mila precari "storici") e il restante 50% sulla base dei concorsi. In primis, quello bandito nel 2012 dall'ex ministro, Francesco Profumo. Degli 11.542 posti messi a selezione sono stati assunti 3.527 docenti nel corso dell'anno scolastico in corso, mentre a settembre si procederà quindi all'immissione degli ulteriori vincitori, probabilmente una buona fetta dei restanti 8.015 (in ogni caso le graduatorie concorsuali sono valide tre anni). Questi numeri non tengono conto dei circa 4mila docenti (cosiddetti "Quota 96") che potrebbero andare in pensione con i requisiti pre-Fornero, la cui discussione è legata alle sorti del decreto-legge Pa (e soprattutto all'onerosità della misura, su cui in passato c'è sempre stato il veto del Mef).
Ma la partita sulle immissioni in ruolo del prossimo settembre potrebbe comunque portare a un bottino di posti più cospicuo. Il Miur infatti, ha annunciato Chiappetta, vuole dar seguito al piano triennale di assunzioni su tutti i posti oggi liberi e disponibili previsto dal decreto Carrozza: «Parliamo, per gli insegnamenti, di 14mila posti vacanti, ma a cui il ministero dell'Economia sottrae i circa 6mila soprannumerari non riassorbibili perché titolari di classi di concorso desuete o comunque superate dalla riforma degli ordinamenti». Insomma, si potrebbero liberare altri 8mila posti. Per gli Ata si parla di altri 4.500 posti. La strada «è in salita - ha ammesso Chiappetta - ma puntiamo a convincere Mef e Funzione pubblica». Dopo di che si dovrà aprire una sessione negoziale all'Aran con i sindacati perché il piano triennale è «a invarianza finanziaria» per lo Stato. L'atto d'indirizzo è pronto. La strada per garantire i saldi di bilancio dovrebbe essere quella già sperimentata con il precedente piano triennale di assunzioni Tremonti-Gelmini, ovvero l'allungamento della maturazione dello scatto d'anzianità (il cosiddetto "gradone") per tutti i neo-assunti. Tutto ciò ovviamente previo assenso delle organizzazioni sindacali.
Per quanto riguarda il restante 50% delle assunzioni verrà reclutato sulla base dei concorsi. In primis, quello bandito nel 2012 dall’ex Ministro, Francesco Profumo. Degli 11.542 posti messi a selezione sono stati assunti 3.527 docenti nel corso dell’anno scolastico in corso, mentre a settembre si procederà quindi all’immissione degli ulteriori vincitori, probabilmente una buona fetta dei restanti 8.015 (in ogni caso le graduatorie concorsuali sono valide tre anni). Questi numeri non tengono conto dei circa 4 mila docenti (cosiddetti “Quota 96″) che potrebbero andare in pensione con i requisiti pre-Fornero, la cui discussione è legata alle sorti del decreto-legge Pa (e soprattutto all’onerosità della misura, su cui in passato c’è sempre stato il veto del Mef).
Quindi per la scuola, sono in vista assunzioni, argomento già trattato, soprattutto dopo il piano triennale varato lo scorso anno grazie al cosiddetto “Decreto Carrozza” Le prospettive, però, potrebbero essere più rosee di quanto previsto, almeno nel breve periodo, con una massiccia infornata di nuove assunzioni già a partire dal prossimo mese di settembre.
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