sabato 24 dicembre 2011

Retribuzioni ferme a novembre, divario salari-prezzi record da 1997

I lavoratori con busta paga e non solo si ritrovano a fare i conti con budget sempre più' stretti: gli stipendi non crescono, rimangono al palo, e, invece, i prezzi continuano la loro corsa. In altre parole il potere d'acquisto si assottiglia, perdendo pezzi di mese in mese. L'Istat ha certificato per novembre retribuzioni ferme rispetto ad ottobre e in aumento solo dell'1,5% a confronto con lo scorso anno. Un rialzo troppo basso, che si riallinea al peggior dato del 2010, che riportava indietro di dodici anni. Nello stesso mese l'inflazione e' salita del 3,3%, ovvero a un ritmo più' che doppio. Inevitabile, quindi, l'allargamento della forbice tra caro vita e buste paga, che aggiorna il precedente record, salendo ai massimi dal 1997.
L'immobilità delle retribuzioni si spiega così: sono ancora 30 gli accordi contrattuali da rinnovare tra i quali 16 appartengono alla Pubblica amministrazione), e si riferiscono a circa 4,1 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). Ciascuno in media dovrà attendere quasi due anni per vederselo aggiornare. Guardando categoria per categoria, nessun settore vanta un aumento retributivo maggiore dell'inflazione. I dipendenti che se la cavano meglio sono gli occupati nel comparto della lavorazione della gomma e i vigili del fuoco (+3,1%). Non si tratta solo di freddi numeri: anche il sondaggio, condotto, sempre dall'Istat, sul clima di fiducia dei consumatori, registra un crollo, con l'indice che scivola da 96,1 a 91,6. Un'avanzata di pessimismo che non si registrava, anche in questo caso, dai tempi pre-euro, dal lontano 1996.
A preoccupare i lavoratori sono le condizioni generali dell'economia, in particolare le aspettative negative sulle possibilità di risparmio, con i timori di prezzi in crescita. Come se non bastasse, peggiorano anche le aspettative di disoccupazione. D'altra parte l'Istituto di statistica, sempre oggi, ha diffuso ulteriori dati che suonano come campanelli d'allarme. Nel terzo trimestre di quest'anno le ore lavorate per dipendente si sono ridotte dello 0,2% su base annua, nonostante l'incidenza della cassa integrazione sia scesa. Ecco che i rischi di recessione si fanno sempre più' concreti e tangibili. Dai sindacati, infatti, arriva la richiesta di interventi urgenti sul mondo del lavoro, per la Cisl serve ''una politica dei redditi'' e secondo l'Ugl occorre ''cambiare rotta'' in fretta.

Fiat, accordo di Natale al via il nuovo contratto


Le Rsu del gruppo Fiat hanno detto sì al contratto collettivo specifico di primo livello stipulato lo scorso 13 dicembre: sarà applicato a tutti i lavoratori italiani del gruppo a partire dal prossimo 1 gennaio.
Il nuovo contratto riguarda 86.200 addetti in una sessantina di stabilimenti italiani di Fiat e Fiat Industrial. In particolare, su 930 aventi diritto, hanno votato in 637: 513 sono stati i si', 110 i no e 14 gli astenuti.
"Nelle votazioni, avvenute dopo le assemblee negli stabilimenti del gruppo, nelle quali sono stati illustrati a tutti i lavoratori della Fiat le condizioni salariali e normative del nuovo contratto, abbiamo registrato molta attenzione e interesse da parte dei lavoratori, e la consapevolezza che il contratto Fiat non tocca i diritti, migliora il salario e crea le condizioni per avere investimenti e lavoro", afferma Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl.
"Il robusto e positivo voto delle Rsu, che sono espressione del voto di tutti i lavoratori - aggiunge - confermano il consenso all'intesa, e danno al nuovo contratto legittimazione democratica ed efficacia".
Il nuovo accordo sulla disciplina del settore auto siglato da Federmeccanica e dalle sigle sindacali si ispira a quello della Fiat per Pomigliano. «E' un accordo utile e innovativo: prevede una modalità di organizzazione del lavoro su 18 turni settimanali che adatta alle realtà del comparto il modello disciplinato per lo stabilimento campano» commenta Pier Luigi Ceccardi il presidente di Federmeccanica. Fra i sindacati che hanno aderito ci sono Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic, ma non la Fiom-Cgim, non firmataria dell'ultimo contratto.
I sindacati non nascondono il desiderio di fra rientrare il gruppo di Torino all'interno di Federmeccanica. «Coltiviamo l'ambizione di riuscire a far rientrare all'interno della disciplina in questione l'intero gruppo automobilistico guidato da Sergio Marchionne e John Elkann» ha dichiarato Rocco Palombella, leader della Uilm. Fra le novità contrattuali vengono introdotti i 18 turni e le 120 ore di straordinario con incrementi salariali su base annua superiori ai 400 euro.

Per i datori di lavoro. Stop a telecamere illecite nei luoghi di lavoro

Il Garante della Privacy ha detto no ai sistemi di videosorveglianza che controllano i lavoratori in assenza delle garanzie di legge. L'Autorità ha dato lo stop ai sistemi di videosorveglianza a diverse società, tra cui un'amministrazione pubblica, perché erano state installate in violazione dello Statuto dei lavoratori, che vieta il controllo a distanza dei dipendenti, e della normativa in materia di protezione dei dati personali. Il Garante, è intervenuto a seguito di alcune segnalazioni, ha dichiarato illecito il trattamento di dati effettuato e di conseguenza inutilizzabili le immagini riprese in violazione di legge. L'Autorità della Privacy ha vietato definitivamente l'uso delle telecamere installate nell'area dove sono collocati i cartellini di presenza dei dipendenti e gli orologi marcatempo.
Il divieto è scattato per l'uso delle telecamere collocate presso gli accessi ai luoghi di lavoro o in altre aree interne, in corrispondenza degli ascensori e dei corridoi, in attesa dell'eventuale attuazione delle procedure previste dallo Statuto dei lavoratori (accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, o autorizzazione della Direzione provinciale del Lavoro).
Nel motivare i divieti il Garante, ha ribadito che il controllo a distanza dell'attività lavorativa si configura anche nel caso in cui la sorveglianza non sia a carattere continuativo o le telecamere siano segnalate da cartelli: per essere in regola nell'installazione di telecamere occorre comunque e sempre rispettare le procedure stabilite dallo Statuto a tutela dei lavoratori.
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