giovedì 23 agosto 2012

Ministro del lavoro e il piano occupazione per i giovani


Elsa Fornero dopo aver detto che: «L'autunno non sarà facile, questa crisi molto pesante mette a rischio il futuro industriale del nostro paese e quindi il lavoro», e che «sull'industria possiamo puntare, non ci sono solo responsabilità della politica ma del credito e degli imprenditori stessi che forse devono avere un atteggiamento più volto all'investimento». Ed adesso è previsto un "piano giovani".

Il 'piano giovani' che il governo si sta apprestando a varare non conterrà "misure eclatanti", ma piuttosto "mirate, territoriali, minute, misure microeconomiche e non una quantità eccessiva di risorse, ma che dovranno essere spese bene". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando a Radioanch'io".

E inoltre ha promesso che grazie a questi provvedimenti le misure rispetto alle quali "i giovani potranno dire: questo è stato realizzato, ho avuto questa opportunità".

La tassazione sul lavoro "é troppo alta" ha affermato il ministro del Lavoro impegnandosi nell'ambito del governo a portare avanti e "argomentare" tale istanza. "Questa dovrebbe essere la prima aspirazione di un ministro del Lavoro - ha detto - me ne assumo la responsabilità, insieme all'equilibrio dei conti".

«Il nostro paese - ha spiegato - per troppo tempo non ha fatto i conti con un dislivello tra domanda la complessiva e le risorse nel loro insieme, scaricando questo eccesso di domanda sulle generazioni più deboli».  La «costituzione di un grande debito su spalle» dei giovani, ha ricordato il ministro, «è stata la conseguenza più macroscopica di assenza di lungimiranza» visto che «tutti sanno che un debito che cresce prima o poi diventa insostenibile. Noi siamo arrivati al momento della insostenibilità del debito , e abbiamo dovuto ricorrere a misure piuttosto severe».

"Non sono affezionata ai nomi, che si chiami concertazione o dialogo. Ma lavorare per un aumento della produttività tutti insieme intorno a una tavolo è quello che dobbiamo fare e che possiamo fare". Lo ha detto il ministro del Lavoro rispondendo a una domanda sull'appello del ministro Corrado Passera alle forze sociali per un nuovo patto di sviluppo.

La riduzione del cuneo fiscale e la tassazione dei salari è un altro dei temi che dovrà affrontare il governo. Occorre reperire le risorse per effettuare questa operazione. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha sottolineato che la retribuzione dei lavoratori è «bassa» mentre il costo del lavoro è «alto» per le imprese. Serve, ha aggiunto Fornero, un intervento di riequilibrio della tassazione sui salari. Il ministro ha promesso che si farà carico di questo problema in consiglio dei ministri. Sarà la mia argomentazione in consiglio dei ministri che confronterò con quella degli altri colleghi e del presidente», ha spiegato.

mercoledì 22 agosto 2012

Riforma delle pensioni Monti-Fornero alcuni spunti


La riforma Monti-Fornero è solo l’ultima di una serie di manovre in campo previdenziale con l’obiettivo di risanare un sistema sull’orlo del collasso e probabilmente resterà negli annali come una delle più rigide riforma pensionistiche.

Ma vediamo i punti salienti.

Sistema contributivo per tutti Per coloro che avevano già 18 anni di contributi al 31 dicembre '95, per i quali era previsto il sistema totalmente retributivo, sarà utilizzato il metodo contributivo pro-rata a partire dal 1° gennaio 2012.

Requisiti per la pensione di vecchiaia
Uomini dipendenti e autonomi: 66 anni
Donne dipendenti del settore privato: 62 anni (63 anni e 6 mesi nel 2014, 65 anni nel 2016 e 66 anni nel 2018)
Donne lavoratrici autonome: 63 anni e 6 mesi (64 anni e 6 mesi nel 2014, 65 anni e 6 mesi nel 2016 e 66 anni nel 2018)

Tutti dovranno avere almeno 20 anni di contribuzione.

Abolito il meccanismo delle finestre mobili: la pensione decorrerà dal mese successivo alla maturazione dei requisiti.

Requisiti per la pensione anticipata
Lavoratori attivi prima del 1° gennaio 1996:
 donne 41 anni e un mese
 uomini 42 anni e un mese
 I requisiti saranno incrementati di un mese per gli anni 2013 e 2014.

Lavoratori attivi dal 1.1.1996:
- 63 anni e almeno 20 anni di contributi
 L’importo deve essere almeno 2,8 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale Inps
Eccezioni per i dipendenti del settore privato: entro il 31 dicembre 2012:
  raggiungano quota 96 se uomini / abbiano 60 anni e 20 anni di contributi se donne: possibilità di pensionamento a 64 anni.
 donne con almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età: possibilità di pensionamento con i vecchi requisiti con metodo contributivo.

Revisioni dei requisiti legate alla speranza di vita: adeguamento triennale dei requisiti e dei coefficienti di conversione, biennale da 2019.

Totalizzazioni: eliminato il vincolo minimo dei tre anni di contribuzione per i periodi da totalizzare: si possono unire tutti i periodi contributivi.

Taglio alle rivalutazioni delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo e contributo di solidarietà sulle pensioni superiori a 90 mila euro.

Aumento della contribuzione per: artigiani, commercianti, lavoratori agricoli, lavoratori autonomi e collaboratori iscritti alla gestione separata Inps.

Incorporazione degli enti Inpdap ed Enpals presso l'Inps.

Analizziamo alcuni punti della riforma pensionistica Monti-Fornero, ossia la legge n . 214 del 2011, la quale  contiene al comma 28, articolo 24, l'impegno di valutare entro il 2012 due elementi fondamentali per l'assetto di lungo termine del sistema pensionistico.

Possibilità di introdurre ulteriori forme di gradualità nell'accesso al trattamento pensionistico (fermo restando la stabilità finanziaria e l'applicazione del metodo contributivo) e della previsione di eventuali forme di decontribuzione parziali dell'aliquota contributiva obbligatoria verso schemi previdenziali integrativi.

Per la revisione dell'accesso al pensionamento è importante se si considera che in futuro difficilmente esso avverrà con le stesse modalità degli anni passati, ossia sulla base di una specifica data in coincidenza della quale si verificherà la definitiva cessazione dall'attività di servizio e la corrispondente decorrenza dell'intera prestazione pensionistica maturata. E' molto più probabile  che si andrà incontro verso un periodo transitorio nel corso del quale il lavoratore inizierà a ridurre progressivamente l'attività lavorativa e a percepire, assieme alla retribuzione, una serie di forme di sostegno al reddito (previdenza complementare) che lo accompagneranno al pensionamento definitivo.

Vediamo in secondo luogo il tema delle le risorse utilizzate per finanziare il sistema pensionistico e i possibili pilastri (sono solitamente tre: quello pubblico Inpdap, l'Inps ed Enpals,  quello privato, i fondi pensione, e quello individuale costituito dal risparmio personale). Attualmente, per i lavoratori dipendenti il solo contributo destinato alla previdenza pubblica è pari a circa il 33% della retribuzione, tra i più elevati rispetto ai Paesi europei. Difficilmente un sistema del genere può essere considerato sostenibile nel lungo termine, visto l'onere per le aziende.

Un maggiore bilanciamento nelle prestazioni erogate dai vari pilastri migliorebbe sensibilmente la situazione, anche perché il risultato delle riforme pensionistiche succedutesi in questi anni è stato ridurre fortemente la copertura offerta dal sistema pubblico. Solo rinviando il pensionamento a tarda età e in presenza di una carriera continua, non caratterizzata da buchi contributivi è possibile ricevere ancora, alla cessazione del servizio, una prestazione adeguata.

martedì 21 agosto 2012

Mercato del lavoro: aiuti per le nuove imprese

L'avvio di una nuova impresa richiede una buona razione di coraggio e di inventiva, da abbinare però alla conoscenza del mercato del lavoro, delle sue regole, alle opportunità che gli enti creano a chi vuole investire sul territorio.

Ricordiamo che l’articolo 87 del trattato della Comunità Europea stabilisce che gli aiuti di Stato, ossia l’insieme di vantaggi economici che un’impresa può ricevere, sono incompatibili con il mercato comune
Tuttavia, il trattato precisa che alcune categorie di aiuti sono compatibili. Fra queste, rientrano finanziamenti
statali per le piccole e medie imprese (oltre a quelli in favore della ricerca e dello sviluppo, della tutela dell'ambiente, dell'occupazione e della formazione).

Adesso si dice che per la crescita l'esecutivo punta a semplificare la burocrazia soprattutto per le aziende. Le priorità per rilanciare il mercato del lavoro sono ridare vera attualità alla crescita e tagliare ancora la spesa pubblica improduttiva.

Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha in programma un decreto legge Sviluppo bis nel quale confluiranno due provvedimenti già in preparazione da tempo, quello sull'agenda digitale e quello per favorire la nascita di nuove aziende.

L'agenda digitale ha come obiettivo la via strategica telematica nei rapporti tra pubblica amministrazione e utenti (famiglie e imprese) e più in generale la diffusione dell'economia online. Per questo bisognerà portare, entro il 2013, la copertura della banda larga di base al 100% della popolazione e avviare la realizzazione della banda ultra larga nelle grandi città. Saranno anche previsti sgravi per favorire gli acquisti e le transazioni online. Quanto alle misure per favorire la nascita di nuove aziende, si punta a riunire in un unico fondo le risorse (si parla di decine di milioni) attualmente sparse in diverse voci del bilancio pubblico per concentrarle sui progetti migliori. Sia sull'agenda digitale sia sul resto il problema maggiore è quello delle risorse.

Servirebbero investimenti massicci mentre al massimo nelle pieghe del bilancio si reperiranno 2-3 miliardi.
Molto atteso dalle imprese è il provvedimento sulle semplificazioni, che tra l'altro sarebbe a costo zero. Le associazioni imprenditoriali hanno suggerito al ministero un'ottantina di semplificazioni che coinvolgono procedure, autorizzazioni, concessioni volte a snellire oneri e passaggi burocratici che complicano la vita delle aziende soprattutto in materia ambientale e di mercato del lavoro.
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