sabato 28 settembre 2013

Lavoro e giovani le strade che portano verso l’estero



Se si possiede una discreta conoscenza della lingua del Paese scelto e un minimo di esperienza lavorativa, la ricerca del lavoro può iniziare anche dall’Italia, rispondendo agli annunci da internet e inviando il proprio CV.

Sui numerosi siti che si occupano di lavoro all’estero si moltiplicano le offerte rivolte a giovani italiani qualificati. Oltre a Eures, il portale europeo della mobilità professionale, fra i siti più seguiti ci sono il sito Lavoro Estero e Vivi all’estero che oltre a raccogliere le offerte di lavoro, forniscono consigli per la ricerca di alloggio o per l’ottenimento di visti, permessi e cittadinanza.

Ricordiamo che l'Unione Europea promuove la mobilità transnazionale in materia di istruzione e formazione attraverso una serie di Programmi rivolti a favorire: maggiori opportunità professionali, l'apprendimento di una lingua straniera, la conoscenze di culture diverse, lo scambio e il confronto di esperienze.

Il sogno di molti giovani laureati, soprattutto in questo periodo di crisi, è di fare un’esperienza di lavoro all’estero dopo o anche durante l’Università. E molti decidono di trasferirsi anche per diversi anni o per tutta la vita in un Paese che offra una reale opportunità di carriera.

Proponiamo di leggere l’articolo Formazione e lavoro: le vie d’uscita dalla crisi con i programmi dell’Unione Europea.

Ma quali sono le strade migliori per cercare di uscire dall’Italia. La scelta avviene generalmente tra le chance offerte dalle Università o dalle scuole specializzate, le proposte sui siti Web o direttamente le soluzioni proposte dalle aziende.

Sono per esempio sei gli stage in Europa, messi in palio da Poli.design, consorzio del Politecnico di Milano, con rimborso spese, destinati a giovani designer, lombardi, con età compresa tra i 23 e i 30 anni inoccupati o disoccupati che dovranno sviluppare progetti innovativi sul tema delle Smart Communities. Un’iniziativa che si inserisce nell’ambito del progetto MOV.IN. (Design MOVing INnovation), finanziato dalla Regione Lombardia, con Fondazione Cariplo, tramite il Fondo Sociale Europeo. L’obiettivo è proprio quello di creare chance di occupazione internazionale per giovani professionisti in aziende, studi, atenei in Belgio, Olanda, Spagna e Germania (http://www.polidesign.net/it/DesignMovIn).

Ogni anno la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, nell’ambito del Progetto Professionalità Ivano Becchi, sostiene un massimo di 25 progetti personalizzati di formazione, da svolgere presso imprese, associazioni, istituti universitari o di ricerca, scuole e pubbliche amministrazioni, in Italia o altri Paesi. La durata del percorso può essere al massimo di sei mesi. Le domande vanno presentate entro il 15 novembre. Ma quali sono i requisiti per essere ammessi? La cittadinanza italiana, comunitaria, della zona Schengen, straniera (con permesso di soggiorno CE per lungo periodo), residenza o luogo di lavoro in Italia da almeno un anno, esperienza lavorativa, età compresa tra i 18 e i 36 anni (per informazioni: professionalita@fbml.it, Daniela Ruffino o Elisabetta Bonforte). Richiesta la conoscenza della lingua inglese per il soggiorno all’estero.

EURES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego) è una rete creata per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all'interno dello Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la Svizzera. La rete è coordinata dalla Commissione europea, Eures che è un portale finanziato dall’Unione Europea che funziona come una vera e propria banca dati per chi cerca una occupazione all’estero. cliccando sulla finestra Cercare un lavoro è possibile avere accesso a offerte di lavoro. Gli annunci si lavoro sono aggiornati in tempo reale e arrivano da ben trentuno Paesi. Oltre all’Unione Europea, infatti, hanno aderito al progetto anche Norvegia, Liechtenstein, Islanda e Svizzera. Inoltre registrandosi gratuitamente su My EURES per i candidati alla ricerca di un lavoro all’estero è possibile creare il proprio CV e renderlo disponibile ai datori di lavoro registrati e ai consulenti EURES, aiutando i datori di lavoro a trovare candidati idonei. E con un account personale il portale permette di pubblicare annunci e Cv, fornire informazioni sul proprio profilo e ricevere risposte via email. Eures, che ha nel suo database anche «job vacancy» per profili più senior,  che possono andare dagli specialisti nell’insegnamento, nelle scienze fisiche, matematiche e tecniche, nelle scienze della vita e della salute fino ai direttori di società, agli imprenditori e ai membri dell’esecutivo e dei corpi legislativi. Un altro sito Web che dà utili consigli per chi vuole «fuggire» è Italiansinfuga.com, realizzato e gestito da Aldo Mencaraglia, direttamente dall’Australia, che racconta inoltre storie di successo e pubblica alcune opportunità di occupazione. Tra i suggerimenti c’è anche quello di visitare il motore di ricerca Jobijoba.it, specializzato proprio in annunci di lavoro e presente in Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito, Germania, Svizzera, Messico, Russia e presto in Turchia.





mercoledì 25 settembre 2013

Quote rosa: il rispetto delle norme in azienda è ancora distante



Sono solo tre i mesi che restano ai consigli d’amministrazione per adeguarsi alle quote rosa. In caso di inadempienza sono previste multe (dai centomila al milione di euro per i CdA e dai ventimila ai 200 mila euro per i collegi sindacali), qualora i richiami non dovessero bastare.

Dopo la legge n.120 del 12 luglio 2011 le poltrone occupate da donne sono salite, secondo i dati Consob, del 17,2 %, “un record” per Alessia Mosca,  l’entrata in vigore, nell’agosto 2012, della legge n.120 del 12 luglio 2011. Per adeguarsi alle quote rosa nei Consigli di Amministrazione restano solo tre mesi. In caso contrario, le aziende riceveranno multe dai centomila al milione di euro per i CdA e dai ventimila ai 200 mila euro per i collegi sindacali. Non bastassero i richiami, la pena prevista è l’annullamento degli organismi di controllo.

La legge in effetti parla chiaro. Entro la fine del 2013, tutti i CdA e le spa quotate dovranno avere almeno un quinto di rappresentanti donna ed entro il 2015 almeno un terzo.

Secondo la Consob, “solo” il 18 per cento dei CdA è composto esclusivamente da uomini, ma la percentuale di società in cui almeno una donna è presente è maggiore tra le società a più elevata capitalizzazione, ovvero tra quelle incluse negli indici Ftse Mib e Mid Cap, dove le donne sono presenti rispettivamente nel 73 e nel 74,4 per cento delle società quotate.

In tutto si tratta di oltre mille consigliere alle quali si sommeranno, a breve, le circa novemila donne impegnate nelle società partecipate dallo Stato e dagli enti pubblici. I loro organi – grazie al regolamento di attuazione dell’articolo 3 della legge – in caso di sordità a diffida formale che riguardi il rispetto della legge, decadranno immediatamente. 

“Lo consideriamo un grande successo – continua Mosca – anche perché l’osservatorio istituito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri sta monitorando tutte le circa seimila società a partecipazione pubblica del Paese, non solo quelle che di solito catturano l’attenzione dei giornali”. 


Nonostante le donne rappresentino ancora una quota irrisoria nei board d’amministrazione di tutto il mondo, non mancano gli studi che dimostrano come la presenza femminile nei posti di comando delle aziende migliori le loro prestazioni effettive. Uno di questi è la ricerca, dal nome “Gender Interactions within the Family Firm” condotta dal team di economisti Alessandro Minichilli e Mario Daniele Amore dell’università Bocconi e Orsola Garofalo della Universitat Autonoma de Barcelona, che si basa sui risultati delle analisi effettuate, dal 2000 al 2010, su 2400 imprese italiane a controllo familiare, con un fatturato al di sopra dei 50 milioni di euro. Qui si è visto che le aziende il cui cda conta almeno due donne, hanno avuto un aumento medio del profitto del 18 per cento. Un risultato sorprendente, che si ha però solo in quelle aziende in cui c’è più di una donna al timone, forse per la possibilità che hanno i componenti femminili di fare squadra, legittimandosi a vicenda. Al contrario, se la manager si ritrova da sola in un board di uomini, i risultati sono meno incoraggianti. Il fenomeno si rivela comunque più marcato nel nord Italia, in aziende più piccole e in cui le donne al comando non appartengono alla famiglia proprietaria. Secondo un’altra analisi, realizzata dal 2008 al 2009 da Cerved su un campione di duemila imprese con un fatturato di 100 milioni all’anno, le aziende con il 30 per cento di donne nel cda, hanno anche meno possibilità (il 6 per cento contro il 7,1 per cento delle imprese con un management totalmente maschile) di incorrere in default. Se l’amministratore delegato è donna poi il rischio default addirittura si dimezza: si passa da un 6,7 per cento di rischio con un a.d. maschile a un 3,8 nel caso di un amministratore donna. 


Master 2013 – 2014 per trovare lavoro


Torna a crescere l'offerta formativa dei master nelle università italiane. Gli atenei si impegnano di nuovo sulle specializzazioni post laurea, rivolgendosi non solo ai giovani neolaureati che investono sulla propria formazione, ma anche ai professionisti che, pur essendo già sul mercato del lavoro già da qualche anno, vogliono fare un salto di carriera. La scelta è ampia, con più di 2.000 corsi attivati, dei quali la maggior parte di secondo livello, ovvero per accedere ai quali è necessaria una laurea specialistica.

Formarsi in un ambito specifico al termine degli studi può aumentare le possibilità di avere più velocemente un impiego in un mondo sempre più competitivo.

Dalla gestione del rischio a quella del turismo, dal management aziendale fino all’export e alla finanza. Un filone di specializzazione molto richiesto in Italia, dotato di un immenso patrimonio naturale, artistico e culturale, riguarda il turismo. L’università Ca’ Foscari di Venezia, ad esempio, organizza in collaborazione con il Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia turistica) il master in “Economia e gestione del turismo”, giunto alla ventunesima edizione, che mira a formare professionisti da inserire presso tour operator, hotel, compagnie crocieristiche, società di consulenza e così via. I posti disponibili sono 35 e il percorso si sviluppa attraverso lezioni frontali, testimonianze aziendali, project work, attività in team e uno stage conclusivo.

Per chi è interessato di finanza, l’università di Napoli Federico II propone invece il master di II livello in “Economics and finance”, un corso post-laurea in lingua inglese di nove mesi con frequenza obbligatoria rivolto a laureati che aspirano a lavorare nelle istituzioni finanziarie, nelle imprese e negli organismi internazionali svolgendo funzioni di analisi, previsione e controllo oppure proseguire gli studi con un dottorato di ricerca in Italia o all’estero.

Restando in tema, la Sapienza di Roma organizza il master di secondo livello in “Intermediari, emittenti e mercati finanziari” rivolto a chi intende operare, in Italia e nella Ue, presso banche, intermediari finanziari, assicurazioni o società di revisione. Il percorso formativo ha durata annuale ed è aperto a un massimo di 50 partecipanti. Per chi desidera a intraprendere una carriera in azienda, l’università di Pisa propone invece il master di secondo livello in “Economia e management” che punta a integrare la formazione universitaria con conoscenze sulle principali aree aziendali, come amministrazione e bilancio, auditing, controllo di gestione e finanza. La durata del percorso è annuale e i posti sono riservati fino a un massimo di 35 partecipanti (è possibile candidarsi fino al prossimo 28 gennaio).

La crisi ha inoltre acceso i riflettori sull’importanza della gestione del rischio. Per chi intende specializzarsi nel settore Cineas, Consorzio universitario co-fondato dal Politecnico di Milano, offre una vasta gamma di master specializzati in gestione degli imprevisti nei vari settori produttivi per l’anno accademico 2013/14. Tra questi, il master in “Risk engineering”, che punta a formare professionisti capaci di identificare, valutare, ridurre e gestire i rischi aziendali e industriali, e quello in “Hospital risk management”, focalizzato sulla gestione degli imprevisti negli ospedali.

Anche il tema dell’internazionalizzazione si è fatto sempre più cruciale per le imprese in tempi di recessione economica. A Milano, l’università Cattolica propone il master in “Economia e gestione degli scambi internazionali” con lo scopo di formare import/export manager in grado di supportare le aziende, soprattutto di medio-piccole dimensioni, nei processi di crescita e di scambio internazionale. Il percorso, di durata annuale, è rivolto a laureati in discipline economiche, giuridiche e sociali e prevede un periodo finale di stage presso aziende convenzionate.

Sono 56 i corsi che permettono di conseguire un doppio diploma, frequentando metà del corso in Italia e metà in un istituto partner all'estero. Un'opportunità che viene data soprattutto a chi frequenta master di area economica, ma che si trovano anche per altre aree, quali ingegneria e medicina. Accanto alle tradizionali mete europee, Francia, Germania e Inghilterra, e agli Stati Uniti, anche tante destinazioni in mercati dinamici, come Russia, Cina, India o Brasile. Fondamentale, quindi, la conoscenza almeno dell'inglese e una propensione per volare fuori dall'Italia almeno per un'esperienza di qualche mese.

Se si tiene conto non solo delle proprie attitudini ma soprattutto delle conseguenti possibilità occupazionali, i profili tecnici restano i più spendibili nel mondo del lavoro con master che puntino all'energia e alla green economy, spesso a cavallo tra l'ingegneria e l'architettura, dove la progettazione s'incontra con le moderne tecnologie. L'attenzione per le richieste che arrivano direttamente dalle aziende, spesso coinvolte in prima linea nell'organizzazione dei corsi, e le opportunità offerte dal mercato del lavoro, caratterizza sempre di più l'offerta degli atenei.

Multidisciplinarietà è dunque la prima regola per chi, dopo il percorso universitario, intende acquisire competenze utili a trovare un impiego redditizio. Le nuove figure aziendali devono essere preparate al calcolo matematico per l'analisi di dati ed elaborazioni statistiche, saper gestire i rischi e trarre i profitti. Inoltre, se l'industria alimentare si fa avanti ricercando esperti di tradizioni enogastronomiche anche i settori della nutrizione e della cosmesi guadagnano popolarità con programmi di studio ad hoc per le esigenze di mercato. Mentre l'area medico-sanitaria, che offre il panorama più ampio di specializzazioni, riflette in pieno i bisogni legati a patologie sempre più diffuse con master dedicati al sostegno per le disabilità psico-motorie e alla chirurgia oncologica o alla medicina riproduttiva.

Nella scelta del master gioca un ruolo necessario il rapporto costo-beneficio in cui l'elevato investimento economico deve essere ripagato con un'eccellente rete di contatti e rosee prospettive di carriera in Italia o all'estero.


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