sabato 8 febbraio 2014
Inps, un piano di accorpamento
Le dimissioni di Antonio Mastrapasqua arrivano in un momento decisivo per il nuovo Inps. Entro la fine di marzo il commissario straordinario che gli succederà dovrà presentare al ministro Enrico Giovannini il piano industriale 2014-2016, il documento con gli obiettivi e il cronoprogramma finale del processo di incorporazione di Inpdap ed Enpals partito due anni fa.
Un "ultimo miglio" fitto di scelte importanti, destinate a pesare sul funzionamento della più grande tecnostruttura amministrativa italiana, con un bilancio secondo solo a quello dello Stato e responsabile di un insieme di prestazioni e servizi che non ha pari in nessun altro ente previdenziale pubblico unico europeo.
Le linee guida di quel piano sono contenute in una missiva che Mastrapasqua ha inviato al direttore generale, Mauro Nori, all'inizio di gennaio. Un documento anticipato dal Sole 24 Ore una ventina di giorni fa e che ora diventa il lascito di una gestione durata più di cinque anni, chiamata a confrontarsi con tre diversi governi e un susseguirsi di piani emergenziali fatti di tagli lineari sui costi di funzionamento dell'Istituto.
Che cosa voleva Mastrapasqua? Una struttura di vertice più compatta, con 31 dirigenti generali (più 17 con incarichi di studio e ricerca riassorbibili con i pensionamenti dei responsabili operativi) contro i 56 di partenza, un dimezzamento delle direzioni centrali a 15, la prospettiva di estendere la funzionalità della centrale unica acquisti all'intero ente con il varo dei nuovi regolamenti di contabilità e un complessivo ridisegno della rete delle sedi territoriali. E ancora: una rimappatura "georefenziata" delle sedi territoriali, misurata sulle nuove esigenze socio-economiche dei diversi distretti e capace di innescare il massimo di sinergie possibili con Agenzia delle entrate, Equitalia e Inail, l'altro grande Istituto nazionale del Welfare a sua volta impegnato nell'attuazione di un piano industriale frutto delle ultime incorporazioni di enti assicurativi pubblici minori.
Parte del patrimonio immobiliare controllato da Inps (il valore è di 3,2 miliardi) verrebbe valorizzato anche (non solo) con questa riconfigurazione, che tra l'altro riguarda il perimetro dove è operativo oltre il 90% dei dipendenti del nuovo Inps, circa 33mila, di cui 25.800 nel solo aggregato ex Inps pre-incorporazioni (sono il 23% in meno rispetto a dieci anni fa, come ha fatto notare ancora recentemente la Corte dei conti).
È un piano che correrà in parallelo e senza sovrapporsi ai famosi 25 tavoli attivati dal commissario per la spending review, Carlo Cottarelli. Inps da quest'anno dovrà già garantire i 515 milioni di minore spesa di funzionamento che erano stati previsti dalla vecchia spendi review di Enrico Bondi e dai tagli successivi; una riduzione che supera il 12% dell'insieme dei costi di gestione. Al suo successore Mastrapasqua lascia anche un'altra eredità importante: la possibilità di gestire la programmazione contabile e di bilancio del nuovo Inps con la certezza che le vecchie anticipazioni alla Ctps dell'Inpdap (25,2 miliardi) non dovranno essere più restituite al Tesoro.
Lo aveva chiesto lo stesso Mastrapasqua a novembre, con la legge di stabilità in discussione, quel «chiarimento nella rappresentazione contabile dell'Istituto» che il legislatore ha poi adottato e che consentirà ora il pieno recupero delle perdite patrimoniali che erano state stimate. Cinque anni fa, quando Antonio Mastrapasqua venne nominato commissario straordinario dell'Inps in Italia erano attivi cinque entri previdenziali che oggi non esistono più (Sportass, Ipost, Enam, Inpdap ed Enpals), oltre a varie gestioni previdenziali poi razionalizzate nell'Istituto.
E in questi cinque anni le regole della nostra previdenza pubblica sono state ritoccate costantemente, fino all'ultima riforma Fornero del 2011. Quello di Mastrapasqua è stato un esercizio complesso, che ora viene inevitabilmente compromesso dalle ombre del conflitto di interessi e delle inchieste. All'Inps si aprirà una fase nuova: trasparenza e nitidezza di comportamenti aiuteranno di sicuro a portare avanti il difficile compito di dare agli italiani un minimo di sicurezza sulle loro pensioni.
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