martedì 6 settembre 2016

Legge stabilità 2017: le riforma delle pensioni le ipotesi al vaglio






Parliamo dei possibili variazioni che potrebbero essere introdotti con la prossima legge di stabilità 2017 e che riguarda la riforma delle pensioni 2017, come sappiamo il cantiere delle Pensioni è sempre aperto e non chiude mai, infatti Governo e Sindacati s’incontrano quasi tutti i giorni per mettere a punto la manovra sulle pensioni del prossimo anno, da questi incontri qualcosa filtra e in questo proponiamo una panoramica generale su tutti i temi che sono oggetto di dibattito e che subiranno con tutta probabilità delle modifiche.

La riforma pensioni che sarà presentata il 21 settembre ai sindacati si basa in primis sull’APE (il prestito pensionistico che prevede un anticipo sugli attuali requisiti anagrafici per il pensionamento grazie all’intermediazione di banche e assicurazioni e che il contribuente è tenuto a rimborsare in 20 anni).

Focus anche su precoci e lavoratori che compiono attività usuranti, due categorie che necessitano di tutela particolare e che, dalle precedenti riforme previdenziali, sono state ignorate o trascurate. L’idea per chi ha iniziato a lavorare prima di compiere 18 anni, è quella di riconoscere una maggiore convenzionale dell’anzianità contributiva dai tre ai sei mesi per ogni anno. Un bonus che, secondo i calcoli, nella migliore delle ipotesi potrebbe garantire una pensione anticipata di ben due anni.

Allargamento della platea dei pensionati destinatari della quattordicesima oppure un assegno più alto per chi già la percepisce, mentre alle misure per la flessibilità in uscita, il governo studia anche una serie di nuovi strumenti a favore delle pensioni minime

Un’opzione numero uno per rafforzare le pensioni più basse resta quella di un’estensione della platea di chi oggi prende la cosiddetta “quattordicesima” Inps.

Sulle pensioni minime, l’ipotesi che continua ad essere indicata come più probabile è quella di un’estensione della platea di pensionati che attualmente prende la la quattordicesima (il nome vero è in realtà “somma aggiuntiva”, è pagata a luglio e al momento, secondo dati Inps, è erogata a circa 2,2 milioni di pensionati con un reddito personale complessivo non superiore ai 750 euro, cioè 1,5 volte la minima). L’operazione potrebbe consistere nell’aumento a 2 volte il minimo del limite di reddito per incassare l’assegno extra. Il reddito del quale si tiene conto è quello pensionistico.

Estendendo il limite di reddito a circa 1.000 euro al mese otterrebbero il beneficio, secondo elaborazioni della Uil su dati Inps, altri 1,15 milioni di pensionati. Nel complesso le risorse da stanziare per le misure previdenziali dovrebbero aggirarsi sui 2 miliardi, con 5-600 milioni destinati al finanziamento dell’Ape, l’anticipo pensionistico sostenuto da un finanziamento bancario assicurato rimborsabile (per chi lo richiede volontariamente) con un rateo ventennale.

Il capitolo quattordicesima: al momento, è riconosciuta ai pensionati over 64enni, con reddito inferiore a 9mila 786,86 euro lordi (1,5 volte il trattamento minimo) e una pensione intorno ai 750 euro al mese. Due gli interventi allo studio: alzare la soglia di reddito entro la quale sussiste il diritto alla quattordicesima, portandola a quota 12-13mila euro l’anno oppure raddoppiandola a 15-16mila euro.

In questo modo, verrebbe estesa la platea dei beneficiari: al momento, secondo i dati INPS, sono circa 2,2 milioni di pensionati, a cui se ne aggiungerebbe almeno un milione portando il limite di reddito a mille euro al mese.

La seconda ipotesi è invece quella di aumentare la quattordicesima per coloro che già la percepiscono. In questo caso, si punta a raddoppiare il valore del bonus, che arriverebbe quindi intorno ai mille euro. Attualmente la quattordicesima oscilla tra 336 e 504 euro: 336 euro fino a 15 anni di contributi, 420 tra i 15 e i 25 anni, 504 auro sopra questa soglia (tutti limiti contributivi elevati di tre anni per i lavoratori autonomi).

Ma non c'è solo l'anticipo pensionistico. Il Governo ha infatti ventilato anche le seguenti ipotesi:

rendere più economica la ricongiunzione di contributi versati a casse diverse,

benefici contributivi per il lavoratori precoci  (6 mesi di contributi figurativi garantiti per ogni anno di lavoro in minore età)

agevolazioni anche per i cosiddetti lavori usuranti (che potrebbero ricomprendere operai edili e inferimeri di sala operatoria)

aumenti per le pensioni "minime" attraverso innalzamento della no tax area o ampliamento dell'assegno di quattordicesima

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