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mercoledì 26 febbraio 2014

Padoan: delega fiscale, crescita e lavoro



«Il sistema tributario può e deve essere modificato favorendo la crescita». Lo ha detto nell'Aula della Camera il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della discussione generale sulla delega fiscale. «Spero che la delega fiscale possa produrre risultati non solo tributari ma anche economici e di crescita», ha aggiunto il ministro.

Rilevando di essere "molto soddisfatto di aver a disposizione questo strumento", il ministro dell'Economia sostiene che la delega fiscale non ha soltanto "l'obiettivo di aumentare la certezza del diritto e diminuire i costi di compliance. Ci sono altri obiettivi altrettanto importanti: assicurare maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali". Questo, sottolinea Padoan, è "uno degli obiettivi a cui il governo dedicherà attenzione con la collaborazione tra l'Agenzia delle entrate e dei Comuni e si baserà su una continua interazione con le parti sociali". Un altro elemento "importante è il monitoraggio della lotta all'evasione ma anche la revisione delle cosiddette spese fiscali", conclude Padoan.

Nella delega fiscale «l'obiettivo primo - ha sottolineato Padoan - è dare la stabilità e certezza al sistema fiscale; in questo periodo di ripresa debole il Governo si impegna ad eliminare l'incertezza». La stabilità del sistema fiscale, ha aggiunto «è un elemento fondamentale, migliora l'attitudine a investire, perché senza investimenti i guadagni in termini di occupazione rimangono limitati». Ma Padoan ha assicurato anche che «questo strumento, che viene affidato al Governo, farà parte integrante di una strategia basata sulla creazione di posti di lavoro e centrato sull'attività di investimento delle imprese»

Per Padoan sistema fiscale e tributario efficiente richiede di mantenere alta l'attenzione nella lotta all'evasione, fiscale. «Non bisogna addormentarsi su risultati che paiono acquisti e che invece devono essere confermati continuamente», sono state le parole del ministro.

«Il sistema tributario può e deve essere modificato in modo di favorire la crescita, non solo garantendo la certezza, ma possibilmente eliminando i costi di gestione e di fare impresa, di fare attività economica in senso più lato», ha aggiunto il ministro. Padoan ha inoltre evidenziato l'obiettivo della «maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali». Il Governo, ha assicurato, porrà «attenzione» al tema «con la collaborazione dell'Agenzia delle Entrate e dei Comuni e basandosi sulla continua interazione con le parti sociali».

venerdì 21 settembre 2012

Crescita e lavoro secondo il Def: il tasso di disoccupazione salirà all'11,4% nel 2013

Nel 2013 il Pil si ridurrà dello 0,2% "principalmente per l'effetto di trascinamento del calo registrato l'anno precedente; infatti la variazione trimestrale del Pil inizierebbe ad essere positiva già a partire dal primo trimestre". Lo ha chiarito la Nota di Aggiornamento al Def.

Nel 2012 l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato al 2,6% del Pil, superando di circa 1 punto percentuale il valore indicato nel Def. "Il maggior deficit è correlato ad un'evoluzione delle entrate meno favorevole del previsto e a un maggior costo del servizio del debito, in parte compensato da una dinamica più contenuta delle altre voci di spesa corrente".

Il tasso di disoccupazione raggiungerebbe in Italia il 10,8% nel 2012 per poi aumentare all'11,4% nel 2013. E' quanto indica la Nota di Aggiornamento al Def.

"Secondo le principali organizzazioni internazionali, il rallentamento diffuso è anche dovuto alle criticità legate alla gestione della crisi dei debiti sovrani dei paesi dell'area dell'euro e ai timori legati alle imminenti decisioni di politica fiscale negli Stati Uniti".
Quindi raddoppia rispetto alle stime di primavera il 'rosso' dell'economia in Italia  italiana per il 2012. E la ripresa appare più lontana a causa di un negativo anche l'anno prossimo che tornerà positivo probabilmente solo nel 2014.

Nel 2013 il Pil si ridurrà dello 0,2% "principalmente per l'effetto di trascinamento del calo registrato l'anno precedente. Infatti la variazione trimestrale del Pil inizierebbe a essere positiva già dal primo trimestre". Lo dice la nota di aggiornamento al Def. Il documento indica anche che nel 2012 l'indebitamento pubblico è stimato al 2,6% del Pil, "un maggior deficit collegato a minori entrate e al maggior costo del debito". L'Italia quest'anno spenderà 86,119 mld per gli interessi sul debito, 8 mld in più rispetto al 2011. Nel 2013 la spesa salirà di 3,1 mld, collocandosi a 89,2 mld. Nel 2015 supererà i 100 miliardi.

martedì 26 giugno 2012

Squinzi: per la crescita e l'occupazione. Cambiare fisco e credito, sono «mannaie che bloccano la crescita»


Fisco e credito sono «le due mannaie che ci impediscono di crescere come vorremmo». Il giudizio arriva dal neo presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che lo ha espresso intervenendo all'assemblea di Sistema Moda Italia. Se vogliamo ritrovare la via della crescita, spiega, «è assolutamente necessaria una riduzione della pressione fiscale su lavoro e imprese, e soprattutto abbiamo bisogno di stabilità e certezza su tutto il complesso delle norme tributarie recuperando anche un rapporto equilibrato tra amministrazione finanziaria e contribuenti».
Sulla delega fiscale, Squinzi ha ricordato la priorità assegnata dalla confederazione all'attuazione della delega in materia fiscale. In questo momento, precisa Squinzi, «stiamo monitorando che nella delega venga chiarito come la condotta del contribuente sia da considerarsi abusiva solo quando faccia un uso distorto delle norme fiscali». La scelta del contribuente per la norma fiscalmente meno onerosa, poi, non dovrebbe «essere censurabile se giustificata da ragioni extra fiscali non marginali».

Nel suo discorso, Squinzi ha quindi sollecitato una revisione del sistema sanzionatorio fiscale «con senso di proporzionalità». L'economia italiana, ha concluso, «ha bisogno di certezze, semplicità e stabilità su tutto il complesso delle norme tributarie».
«Le imprese stanno soffrendo, non so quanto potremo resistere e i dati sul Pil che pubblicheremo a breve sono al di sotto di tutte le previsioni». Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi lancia al Governo l'ennesimo segnale di allarme e chiede interventi urgenti per arginare al crisi. È seduto di fianco a Corrado Passera, all'assemblea degli industriali di Como, in un dibattito in cui la prospettiva comune è quella di ritrovare la strada dello sviluppo. Prospettiva non facile, tuttavia, perché come ricorda Passera «non ci sono soldi per macroincentivi sul mercato interno».
Niente scorciatoie, dunque, nessuna deviazione dalla linea del rigore che «ci consente ora di poter battere i pugni in Europa e chiedere ad altri Paesi più impegno sulla crescita».
La strada del rigore è condivisa da Squinzi che tuttavia osserva le difficoltà del Paese, con l'edilizia in calo del 30%, il credito che non arriva alle imprese, i consumi interni bloccati. «E sul fisco – prosegue – siamo stati più rigorosi di altri, forse con uno sforzo al di là delle nostre capacità reali».
Passera difende l'azione del Governo, la spending review, i primi passi per incentivare la ricerca attraverso assunzioni agevolate da sgravi contributivi e ricorda i tempi limitati per agire. «Il vertice a quattro della scorsa settimana a Roma – osserva – sarebbe stato impensabile solo pochi mesi fa, il Paese stava per essere commissariato e non è avvenuto. E anche sulla spending review abbiamo messo a posto il capitolo principale, cioè le pensioni.
Il dialogo è sereno, senza tensioni e Squinzi elogia Passera: «Sono un suo tifoso - spiega - è il primo ministro dello Sviluppo che si concentra sui problemi veri. Certo, vedremo l'applicazione concreta dei provvedimenti, visti i condizionamenti che ha». «Il Governo tecnico va bene – prosegue – ma nel medio termine ci serve la buona politica, la politica vera che guardi al bene comune».
In vista del vertice gli imprenditori alzano il pressing sui politici e Squinzi ha anticipato una lettera che mercoledì verrà pubblicata sui maggiori quotidiani dal Cefic, l'associaizone dei chimici europei. «Le maggiori 20 aziende, e 7-8 di queste sono tedesche – ha ricordato Squinzi – lanciano un appello alla politica europea. Tra noi imprenditori c'è grande condivisione su questi temi».
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