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domenica 24 novembre 2013

Pensioni 2014 per le donne a 63 anni, 9 mesi



Scattano a gennaio del 2014 i nuovi requisiti per le pensioni di vecchiaia delle donne, previsti dalla riforma Fornero. Le lavoratrici del settore privato andranno in pensione a 63 anni e 9 mesi, 18 mesi dopo rispetto ai 62 anni e 3 mesi stabiliti per il 2013. All'inizio del 2018 si arriverà all'equiparazione delle età di vecchiaia tra uomo e donna a 66 anni e tre mesi, gli stessi già richiesti, per entrambi i sessi, nel settore pubblico, dove dal 2016 verranno però adeguati alla speranza di vita.

Da gennaio le lavoratrici dipendenti del settore privato potranno andare in pensione di vecchiaia solo dopo aver compiuto i 63 anni e 9 mesi, 18 mesi in piu’ rispetto ai requisiti previsti per il 2013 (62 anni e tre mesi). Dal 2014 scattano infatti i nuovi requisiti per il pensionamento di vecchiaia delle donne previsti dalla riforma Fornero che porteranno gradualmente alla parificazione delle età di vecchiaia all’inizio del 2018 (66 anni e tre mesi ai quali aggiungere l’adeguamento alla speranza di vita). Ecco in sintesi i requisiti per l’uscita da lavoro nel 2014, in presenza comunque di almeno 20 anni di contributi (se si hanno contributi accreditati prima del 1996. Se si e’ cominciato a versare dopo il 1996 e’ richiesto anche un importo di pensione di almeno 1,5 volte la soglia minima):

Donne dipendenti settore privato: potranno andare in pensione di vecchiaia le donne con almeno 63 anni e 9 mesi. Dal 2016 (fino al 31 dicembre 2017) scatterà un ulteriore scalino e saranno necessari 65 anni e tre mesi ai quali aggiungere l’aumento legato alla speranza di vita. Potranno quindi andare in pensione ancora quest’anno con 62 anni e 3 mesi le lavoratrici nate prima del 30 settembre 1951 mentre se si e’ nate a ottobre dello stesso anno l’uscita dal lavoro sarà rimandata almeno fino a luglio del 2015.

Donne autonome e gestione separata: nel 2014 le lavoratrici autonome potranno andare in pensione con almeno 64 anni e 9 mesi, con un anno in più rispetto a quanto previsto per il 2013. Per il 2016 e il 2017 saranno necessari almeno 65 anni e 9 mesi, requisito al quale andrà aggiunta la speranza di vita.

 La legge prevede anche la possibilità di lasciare il lavoro prima (pensione anticipata) ma con disincentivo per chi lo richiede.

Qualora, infatti, la si chieda prima dei 62 anni, l’assegno viene corrisposto, per la quota retributiva (per l’anzianità maturata sino al 2011), con una riduzione pari all’1% per ogni anno di anticipo; taglio che sale al 2%, per ogni anno di anticipo che supera i 2 anni.

Altra possibilità (concessa solo alle donne) è quella di andare in pensione con le vecchie regole, ossia a 57 anni di età con 35 di contributi (58 anni se autonome), sino al 2015, scegliendo però un trattamento calcolato interamente con il criterio contributivo.

Un sistema che produce però una perdita in termini di pensione stimata in circa il 25-30%.

Nel 2014 ad esempio, le donne dipendenti, per ottenere la pensione contributiva, oltre ai 35 anni di contribuzione, devono compiere i 57 anni di età entro il prossimo 31 agosto.




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