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sabato 8 dicembre 2012
Contratto nazionale metalmeccanici per il periodo 2013-2015
E' stato siglato da Fim-Cisl e Uilm con Federmeccanica-Assistal il contratto nazionale dei metalmeccanici per il periodo 2013-2015, triennio in cui questa categoria di lavoratori beneficerà di un aumento di 130 euro.
Il nuovo contratto arriva dopo quello del 2009, il secondo firmato senza la Fiom-Cgil. L'accordo prevede anche un ritocco verso l'alto della quota dell'elemento perequativo, pari a 485 euro l'anno, destinata ai lavoratori che non godono della contrattazione aziendale.
Inoltre sono state aumentate le maggiorazioni per i turni notturni, le indennità di trasferta e di reperibilità. Soddisfatti i sindacati. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha spiegato che “Gli aumenti verranno corrisposti ai lavoratori nell'arco dei prossimi tre anni, cioé 35 euro il 1 gennaio 2013, 45 euro il 1 gennaio 2014 e 50 euro il 1 gennaio 2015. Il contratto riguarda quasi due milioni di lavoratori.
Si tratta di un risultato importante per il settore metalmeccanico, dato che il comparto industriale è stato gravemente colpito dalla recessione economica in essere nel Paese”.
Secondo Giuseppe Farina, segretario generale Fim, il nuovo accordo “rappresenta un segnale positivo per il Paese. Da oggi i lavoratori metalmeccanici, malgrado la grave crisi economica, avranno maggiori certezze salariali e di stabilità del lavoro, mentre le imprese potranno contare su relazioni sindacali più certe e significative che possono favorire e accompagnare la ripresa economica e il rilancio del Paese”.
Il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici prevede per tutti i lavoratori privi di contratto
aziendale, l’aumento dell’elemento perequativo a 485 euro annue. Per quanto riguarda le indennità di trasferta, e reperibilità vengono incrementate del 7%. Le maggiorazioni di turno notturno vengono innalzate al 20% e quelle per il terzo turno vengono portate al 25%. Il fondo sanitario integrativo Metasalute verrà finanziato con un versamento aggiuntivo pari a 72 euro annui, per un totale di 108 euro, di cui due terzi a carico delle imprese. Ciò consentirà il rafforzamento dell’attuale fondo, una maggiore tutela, maggiori coperture e possibilità di intervento. Nel nuovo contratto metalmeccanici è stata introdotta la possibilità di introdurre la flessibilità di entrata-uscita dal lavoro, dove non esistono impedimenti di carattere tecnico, organizzativo, e produttivo. Vengono elevati i limiti oggi previsti di 64 ore per l’orario plurisettimanale e di 40 ore di straordinario. Si passa dalle attuali 104 ore (o 112) a 120 (o 128) annue totali (quindi + 16 ore). Tali ore possono essere utilizzate come un mix tra straordinario e plurisettimanale. Le ore di straordinario utilizzate in più rispetto alle attuali 40 (o 48) hanno una maggiorazione del 58%. Le maggiorazioni per l’orario plurisettimanale con procedura d’urgenza vengono portate al 20%.
Per il segretario della Fiom Maurizio Landini, "il lavoro è sotto ricatto e c'è l'esplicito tentativo di cancellare il contratto nazionale di categoria, di impedire la mediazione sociale che pone vincoli al mercato". "Chiediamo cose precise - rimarca Landini - e cioè che venga cancellato l'articolo 8, che venga fatta una legge sulla rappresentanza, che sia ripristinato l'articolo 18 ma anche di rompere il silenzio sulla cancellazione del contratto nazionale di categoria, perché in queste ore Film e Uilm stanno firmando un accordo separato con Finmeccanica che portera' proprio a questo". Un intesa che "vuole derogare dai minimi salariali e aumentare l'orario di lavoro senza che i lavoratori stessi abbiano voce in capitolo - rimarca Landini - e questo è il primo effetto dell'accordo sulla produttività non firmato dalla Cgil".
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sabato 7 aprile 2012
Marcecaglia: riforma del lavoro così non può andare
Noi siamo stati tra coloro che più hanno sostenuto la necessità che nascesse il governo Monti. Ribadisco che il premier ha tirato fuori l'Italia dal baratro".Così la Marcegaglia, presidente di Confindustria, in un'intervista al Corriere della sera, dove critica le modifiche al Ddl sulla riforma del lavoro. "Questa riforma è negativa per il Paese", spiega la Marcegalia, perché" è stato peggiorato il testo sia sull'art. 18, dove è stato reintrodotto il reintegro anche sui licenziamenti per motivi economici, sia sulla flessibilità in entrata". La riforma "va cambiata profondamente", in Parlamento, ha aggiunto.
A cambiare posizione non è stata Confindustria, ma il governo, che ''ha modificato la parte sull'articolo 18 e ha irrigidito la flessibilità in entrata'', sottolinea Marcegaglia. A questo punto, dice, ''tanto valeva non farla, la trattativa''.
Quanto al nuovo articolo 18 delo Statuto dei lavoratori, ''si apre un problema di interpretazione del giudice, si torna all'incertezza'', prosegue Marcegaglia. ''Tante aziende, in caso di necessità o crisi, neanche ci provano a licenziare perché è troppo complicato. E quindi il problema esiste''. Nell'intervista la leader di Confindustria interviene anche sulle parole del ministro Fornero, che ieri ha denunciato il ''teatrino della politica''. ''A differenza sua, che ha parlato di reazione isterica usando un termine molto maschilista, dico che la stimo e la considero brava'', dice. ''Però se tutto il mondo delle imprese dice che non va bene mentre la Cgil dice che va bene, è una soluzione equilibrata?''.
Sul riordino dei contratti, ''il rischio è che le imprese, spaventate dai nuovi vincoli, non ricorrano più nemmeno ai contratti flessibili'', e nell’intervista ha evidenziato, rischio che le imprese, invece di creare più occupazione, saranno spaventate dai nuovi vincoli, non ricorrano più nemmeno ai contratti flessibili. Con la presunzione di abuso non si combatte la precarietà, ma si ammazza anche la flessibilità buona. Quindi il rischio è che il lavoro in nero aumenti.
A cambiare posizione non è stata Confindustria, ma il governo, che ''ha modificato la parte sull'articolo 18 e ha irrigidito la flessibilità in entrata'', sottolinea Marcegaglia. A questo punto, dice, ''tanto valeva non farla, la trattativa''.
Quanto al nuovo articolo 18 delo Statuto dei lavoratori, ''si apre un problema di interpretazione del giudice, si torna all'incertezza'', prosegue Marcegaglia. ''Tante aziende, in caso di necessità o crisi, neanche ci provano a licenziare perché è troppo complicato. E quindi il problema esiste''. Nell'intervista la leader di Confindustria interviene anche sulle parole del ministro Fornero, che ieri ha denunciato il ''teatrino della politica''. ''A differenza sua, che ha parlato di reazione isterica usando un termine molto maschilista, dico che la stimo e la considero brava'', dice. ''Però se tutto il mondo delle imprese dice che non va bene mentre la Cgil dice che va bene, è una soluzione equilibrata?''.
Sul riordino dei contratti, ''il rischio è che le imprese, spaventate dai nuovi vincoli, non ricorrano più nemmeno ai contratti flessibili'', e nell’intervista ha evidenziato, rischio che le imprese, invece di creare più occupazione, saranno spaventate dai nuovi vincoli, non ricorrano più nemmeno ai contratti flessibili. Con la presunzione di abuso non si combatte la precarietà, ma si ammazza anche la flessibilità buona. Quindi il rischio è che il lavoro in nero aumenti.
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