In un mercato del lavoro penalizzato da una congiuntura economica ancora negativa, le professioni del marketing e della comunicazione vivono una fase di profonda trasformazione.
Non rientrano esattamente nella categoria di lavori attualmente più richiesti in Italia, quali invece sono informatici, tecnici installatori, personale tecnico delle amministrazioni e del controllo di gestione, ma indubbiamente la vorticosa crescita di Internet sta trascinando con sè anche tutti le professioni legate al lavoro marketing. Si fa strada il marketing emozionale, si punta sulla relazione one to one e sul marketing di nicchia.
Cambia radicalmente il rapporto tra clientela e prodotto, si richiedono competenze specifiche, alta professionalità e sempre più una notevole capacità creativa che consenta di poter stare al passo delle continue innovazioni.
Le nuove abitudini di consumo, con il cliente non più passivo spettatore della pubblicità ma soggetto attivo nella ricerca di nuovi interessanti prodotti a prezzi convenienti, hanno portato le quattro “P” del marketing classico (prodotto, prezzo, punto vendita, promozione) ad essere sostituite dalle quattro “P” del nuovo marketing, incentrate su persone, posti, pensieri e progetti. Al centro non c’è più il prodotto, ma il cliente e la relazione.
Nonostante la grande quantità di trasformazioni in corso, si tende ad assumere sempre meno personale alle prime armi, e contano in misura maggiore le precedenti esperienze di lavoro. Anche profili managerili affermati, come il lavoro sales manager e l’account manager, richiedono un continuo processo di aggiornamento per non essere sorpassati dalle novità nel mondo dell’information tecnology e della comunicazione.
Anche se le statistiche attuali non sono rosee, le previsioni per il futuro possono essere ottimiste. Secondo molti studi per il triennio 2012-2014, saranno proprio le professioni impegnate nel marketing, nella definizione di nuove strategie di fidelizzazione dei clienti e nella conquista di nuovi mercati ad entrare nella fascia dei mestieri più richiesti.
giovedì 26 maggio 2011
Il futuro è nel marketing
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domenica 22 maggio 2011
Unione Europea:opportunità di lavoro per laureati
Chi desidera intraprendere una carriera nelle Istituzioni dell'Unione Europea, deve passare l' Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO). L'EPSO ha il compito di organizzare concorsi generali per la selezione di personale permanente e altamente qualificato per tutte le istituzioni e tutti gli organi dell’Unione europea.
La maggior parte delle opportunità di lavoro per i laureati riguardano ruoli di amministrazione e la gestione lavorativa e tali opportunità sono aperte ai laureati di numerose discipline. Si spazia dalla redazione della nuova normativa in campo ambientale alla partecipazione a negoziati con paesi terzi, alla gestione della politica agricola comune oppure alla partecipazione al processo legislativo dell'Unione Europea o ancora all'interpretazione e all'applicazione del diritto comunitario - europeo, alla verifica della gestione finanziaria delle istituzioni europee o infine alla partecipazione ad un determinato programma di ricerca scientifica.
E bene sapere che un laureato senza una congrua esperienza professionale sarà inquadrato al suo ingresso nel livello di base, il livello AD5. Si organizzano anche concorsi generali a livelli superiori per i candidati che hanno un'esperienza minima di tre anni nel settore di competenza.
Mentre svolgere un lavoro di grado AD amministratori e funzionari amministrativi presso un'istituzione europea richiede uno spiccato spirito di iniziativa e una importante capacità di amministrare risorse e gestire persone provenienti dai esperienze lavorative e culturali del tutto disomogenee. Quindi occorre sapersi esprimere con esattezza e precisione sia che per iscritto che e oralmente, ossia essere in grado di pianificare il lavoro e di gestire una gran mole di lavoro.
Generalmente la Commissione Europea assume specialisti in campo scientifico e nel campo della ricerca e la selezione del personale avviene è in funzione di precise esigenze connesse ai programmi scientifici e attraverso concorsi.
L'ambiente di lavoro delle istituzioni dell'Unione Europea, vista la sua varia moltitudine culturale offre possibilità di carriera interessanti e varie nel campo dell'interpretazione e della traduzione. E' richiesta la conoscenza di almeno due lingue comunitarie oltre ovviamente alla propria lingua madre e i concorsi richiedono precise combinazioni linguistiche.
Nel portale EURES è presente una sezione che è dedicata a coloro che cercano lavoro e provengono dal settore universitario e che comunque possiedono un titolo di studio superiore, ossia laureati, insegnanti e ricercatori. In quanto vi è una forte domanda di determinate posizioni di impiego in gran parte dei paesi UE, coloro che sono alla ricerca di un lavoro e sono maggiormente qualificati hanno buone possibilità di trovare lavoro all'estero.
Nella pagina opportunità di lavoro per laureati si trova in modo preciso ed accurato sia i passi essenziali per intraprendere una carriera all'estero sia i suggerimenti e consigli per potersi candidare per un lavoro nell'Unione Europea.
La maggior parte delle opportunità di lavoro per i laureati riguardano ruoli di amministrazione e la gestione lavorativa e tali opportunità sono aperte ai laureati di numerose discipline. Si spazia dalla redazione della nuova normativa in campo ambientale alla partecipazione a negoziati con paesi terzi, alla gestione della politica agricola comune oppure alla partecipazione al processo legislativo dell'Unione Europea o ancora all'interpretazione e all'applicazione del diritto comunitario - europeo, alla verifica della gestione finanziaria delle istituzioni europee o infine alla partecipazione ad un determinato programma di ricerca scientifica.
E bene sapere che un laureato senza una congrua esperienza professionale sarà inquadrato al suo ingresso nel livello di base, il livello AD5. Si organizzano anche concorsi generali a livelli superiori per i candidati che hanno un'esperienza minima di tre anni nel settore di competenza.
Mentre svolgere un lavoro di grado AD amministratori e funzionari amministrativi presso un'istituzione europea richiede uno spiccato spirito di iniziativa e una importante capacità di amministrare risorse e gestire persone provenienti dai esperienze lavorative e culturali del tutto disomogenee. Quindi occorre sapersi esprimere con esattezza e precisione sia che per iscritto che e oralmente, ossia essere in grado di pianificare il lavoro e di gestire una gran mole di lavoro.
Generalmente la Commissione Europea assume specialisti in campo scientifico e nel campo della ricerca e la selezione del personale avviene è in funzione di precise esigenze connesse ai programmi scientifici e attraverso concorsi.
L'ambiente di lavoro delle istituzioni dell'Unione Europea, vista la sua varia moltitudine culturale offre possibilità di carriera interessanti e varie nel campo dell'interpretazione e della traduzione. E' richiesta la conoscenza di almeno due lingue comunitarie oltre ovviamente alla propria lingua madre e i concorsi richiedono precise combinazioni linguistiche.
Nel portale EURES è presente una sezione che è dedicata a coloro che cercano lavoro e provengono dal settore universitario e che comunque possiedono un titolo di studio superiore, ossia laureati, insegnanti e ricercatori. In quanto vi è una forte domanda di determinate posizioni di impiego in gran parte dei paesi UE, coloro che sono alla ricerca di un lavoro e sono maggiormente qualificati hanno buone possibilità di trovare lavoro all'estero.
Nella pagina opportunità di lavoro per laureati si trova in modo preciso ed accurato sia i passi essenziali per intraprendere una carriera all'estero sia i suggerimenti e consigli per potersi candidare per un lavoro nell'Unione Europea.
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giovedì 19 maggio 2011
Giulio Tremonti: bisogna cambiare il sistema fiscale
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha ribadito che bisogna porre un limite all'applicazione delle ganasce fiscali, in occasione del convegno a Roma per il decennale delle quattro agenzie fiscali (Demanio Dogane, Entrate,e Territorio), istituite nel 1999, ed operative già dal 2001.
Giulio Tremonti è tornato in modo perentorio torna alla carica contro l'oppressione fiscale: "Ci deve essere un limite all'applicazione delle ganasce fiscali perché c'è un eccesso di applicazione". Quindi nuove regole che guardino ai lavoratori ed ai cittadini.
Tremonti non contesta lo strumento che ''non è in discussione'' ma ha lamentato: che esiste un eccesso nell'applicazione delle ganasce'' e quindi il loro uso deve essere rivisto. E se proprio ad esse si deve ricorrere ''lo facciano i comuni''. Quindi, ha detto Tremonti sintetizzando con un grido di battaglia le modifiche da apportare in tempi brevi al sistema fiscale, ''meno 'ganasce' e meno interessi''. Ossia serve un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini il quale si deve rivolgere direttamente al legislatore.
Il ministro tra le modifiche da fare ha parlato anche della forma di calcolo delle sanzioni fiscali: non si capisce se si tratti di veri interessi o di ulteriori sanzioni. In ogni caso il Parlamento in questi giorni può modificare alcuni di questi aspetti per arrivare poi a una riforma complessiva. Quello che serve, ha sintetizzato Tremonti, è «un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini».
Probabilmente oltre che analizzare il problema delle ganasce fiscali sarebbe importante da parte di chi governa e del cittadino che paga regalmente le tasse ( dipendenti pubblici e privati e non solo attuare un meccanismo che riduca lo spazio all’evasione, al lavoro sommerso ed all’elusione fiscale. Quindi evitare che ci sia un considerevole lavoro sommerso.
Il numero uno della Agenzia dell’Entrate, Attilio Befera ha sottolineato come «il rigoroso rispetto del contribuente» sia alla base del lavoro dell'Agenzia, la cui «forza dipende dalla fiducia della comunità di cui siamo al servizio». «La capacità di autocritica ci rafforza anziché indebolirci», ha detto ancora Befera ricordando i passi fatti per «avvicinare il fisco ai cittadini» e i risultati 2010, con oltre 17 miliardi recuperati, di cui 11 di maggiori entrate e 6,6 di risparmi per minori compensazioni.
Giulio Tremonti è tornato in modo perentorio torna alla carica contro l'oppressione fiscale: "Ci deve essere un limite all'applicazione delle ganasce fiscali perché c'è un eccesso di applicazione". Quindi nuove regole che guardino ai lavoratori ed ai cittadini.
Tremonti non contesta lo strumento che ''non è in discussione'' ma ha lamentato: che esiste un eccesso nell'applicazione delle ganasce'' e quindi il loro uso deve essere rivisto. E se proprio ad esse si deve ricorrere ''lo facciano i comuni''. Quindi, ha detto Tremonti sintetizzando con un grido di battaglia le modifiche da apportare in tempi brevi al sistema fiscale, ''meno 'ganasce' e meno interessi''. Ossia serve un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini il quale si deve rivolgere direttamente al legislatore.
Il ministro tra le modifiche da fare ha parlato anche della forma di calcolo delle sanzioni fiscali: non si capisce se si tratti di veri interessi o di ulteriori sanzioni. In ogni caso il Parlamento in questi giorni può modificare alcuni di questi aspetti per arrivare poi a una riforma complessiva. Quello che serve, ha sintetizzato Tremonti, è «un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini».
Probabilmente oltre che analizzare il problema delle ganasce fiscali sarebbe importante da parte di chi governa e del cittadino che paga regalmente le tasse ( dipendenti pubblici e privati e non solo attuare un meccanismo che riduca lo spazio all’evasione, al lavoro sommerso ed all’elusione fiscale. Quindi evitare che ci sia un considerevole lavoro sommerso.
Il numero uno della Agenzia dell’Entrate, Attilio Befera ha sottolineato come «il rigoroso rispetto del contribuente» sia alla base del lavoro dell'Agenzia, la cui «forza dipende dalla fiducia della comunità di cui siamo al servizio». «La capacità di autocritica ci rafforza anziché indebolirci», ha detto ancora Befera ricordando i passi fatti per «avvicinare il fisco ai cittadini» e i risultati 2010, con oltre 17 miliardi recuperati, di cui 11 di maggiori entrate e 6,6 di risparmi per minori compensazioni.
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