I tirocini formativi e di orientamento professionale sono promossi in favore di coloro che hanno già assolto il diritto-dovere di istruzione e formazione, e mirano ad agevolarne l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso un'esperienza professionale presso un'azienda o un ente pubblico.
Con la Circolare numero 24 del 12 settembre 2011 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito all’articolo 11 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 che indica i livelli essenziali di tutela in materia di tirocini formativi.
La circolare ha illustrato delle importanti novità nella regolamentazione dei tirocini formativi. L’articolo 11 della manovra finanziaria ha l’obiettivo di offrire maggiore certezza al quadro legale di riferimento per la regolamentazione dei tirocini per ricondurli alla loro funzione di formazione e orientamento dei giovani nel mercato del lavoro.
I tirocini formativi non sono preclusi agli studenti, a condizione che siano promossi dalle scuole e dalle Università e svolti all’interno del periodo di frequenza dei corsi. La norma non è retroattiva: le disposizioni introdotte dal decreto legge non riguardano i tirocini avviati o approvati prima del 13 agosto, che proseguiranno seguendo la normativa precedente e fino alla loro scadenza.
Non rientrano nelle limitazioni (durata massima di 6 mesi entro 12 mesi dal conseguimento della laurea) i tirocini di cosiddetto reinserimento/inserimento al lavoro svolti principalmente a favore dei disoccupati , compresi i lavoratori in mobilità, e altre esperienze a favore degli inoccupati la cui la cui regolamentazione rimane integralmente affidata alle Regioni. La circolare chiarisce che restano esclusi dall'intervento i tirocini formativi promossi a favore di: disabili e invalidi fisici, psichici e sensoriali (per i quali resta in vigore la disciplina specifica prevista dall'art. 11, c. 2, Legge 12 marzo 1999, n. 68); soggetti in trattamento psichiatrico; tossicodipendenti; alcolisti; condannati ammessi a misure alternative di detenzione; immigrati, nell'ambito dei decreti flussi; richiedenti asilo; titolari di protezione internazionale; categorie di soggetti svantaggiati destinatari di specifiche iniziative di inserimento o reinserimento al lavoro promosse dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalle Regioni e dalle Province.
Per altre ovità si consiglia di visitare la pagina del Blog.
Per ulteriori approfondimenti si consiglia di visitare il portale pubblico per il lavoro Cliclavoro.
lunedì 31 ottobre 2011
domenica 30 ottobre 2011
Corsi on line di lingue straniere
Oggi per trovare lavoro ed inserirsi nel mercato del lavoro è utile avere una buona conoscenza delle lingue straniere. Imparare le lingue on line, su internet, è possibile grazie alla nascita di siti web che mettono in comunicazione persone per effettuare i corsi on line.
E si possono trovare ottimi corsi online e gratuiti per imparare a parlare e a scrivere una lingua straniera. I siti e le applicazioni web permettono di imparare a parlare e scrivere in lingue straniere, sono tante e comprendono anche dei social network dove l'obiettivo non è nè flirtare nè diffondere il proprio status ma soltanto di mettere in contatto persone di paesi diversi per un reciproco apprendimento della lingua e di solito sono delle piattaforme on line che consentono di interagire.
I corsi di lingue online rappresentano una valida alternativa per chi vuole imparare, approfondire o migliorare le proprie competenze linguistiche. Ed è una soluzione ideale per chi non ha la possibilità di affrontare e non ha modo di frequentare con regolarità un corso in aula.
Adesso proponiamo alcuni indirizzi per frequentare on line i corsi di lingue:
Bussu propone attraverso una community di apprendimento linguistico un modo veloce per imparare le lingue on-line con corsi; e lezioni di lingua interattivi, per migliorare le capacità linguistiche.
Berlitz Online propone per le aziende che hanno bisogno di dipendenti in grado di parlare la lingua dei clienti, la maggior parte dei tradizionali corsi di lingue sono difficili da integrare nei ritmi dell'azienda. I corsi di lingue online Berlitz offre: corsi di formazione innovativi e pratici che sono concepiti per essere interattivi e consentendo di raggiungere i propri obiettivi linguistici in modo rapido e flessibile.
Babelmondo propone un servizio che offre completamente gratis corsi on-line di lingue e lo sopo di Babelmondo è per che ha desiderio di viaggiare ed ampliare le conoscenze linguistiche per lavoro e per imparare una lingua si trovano corsi on-line di lingue gratuiti e interattivi.
Per le offerte di lavoro all'estero dopo aver acquisito un buona conoscenza della lingua si consiglia di visitare i siti online Lavorofuori dove si trovano diverse opportunità con varie specializzazioni; Linklavoro è un portale con offerte di lavoro di numerose aziende straniere; Lavorare all'estero dove si trovano consigli utili su come e dove cercare una opportunità di lavoro all'estero.
E si possono trovare ottimi corsi online e gratuiti per imparare a parlare e a scrivere una lingua straniera. I siti e le applicazioni web permettono di imparare a parlare e scrivere in lingue straniere, sono tante e comprendono anche dei social network dove l'obiettivo non è nè flirtare nè diffondere il proprio status ma soltanto di mettere in contatto persone di paesi diversi per un reciproco apprendimento della lingua e di solito sono delle piattaforme on line che consentono di interagire.
I corsi di lingue online rappresentano una valida alternativa per chi vuole imparare, approfondire o migliorare le proprie competenze linguistiche. Ed è una soluzione ideale per chi non ha la possibilità di affrontare e non ha modo di frequentare con regolarità un corso in aula.
Adesso proponiamo alcuni indirizzi per frequentare on line i corsi di lingue:
Bussu propone attraverso una community di apprendimento linguistico un modo veloce per imparare le lingue on-line con corsi; e lezioni di lingua interattivi, per migliorare le capacità linguistiche.
Berlitz Online propone per le aziende che hanno bisogno di dipendenti in grado di parlare la lingua dei clienti, la maggior parte dei tradizionali corsi di lingue sono difficili da integrare nei ritmi dell'azienda. I corsi di lingue online Berlitz offre: corsi di formazione innovativi e pratici che sono concepiti per essere interattivi e consentendo di raggiungere i propri obiettivi linguistici in modo rapido e flessibile.
Babelmondo propone un servizio che offre completamente gratis corsi on-line di lingue e lo sopo di Babelmondo è per che ha desiderio di viaggiare ed ampliare le conoscenze linguistiche per lavoro e per imparare una lingua si trovano corsi on-line di lingue gratuiti e interattivi.
Per le offerte di lavoro all'estero dopo aver acquisito un buona conoscenza della lingua si consiglia di visitare i siti online Lavorofuori dove si trovano diverse opportunità con varie specializzazioni; Linklavoro è un portale con offerte di lavoro di numerose aziende straniere; Lavorare all'estero dove si trovano consigli utili su come e dove cercare una opportunità di lavoro all'estero.
Etichette:
Corsi on line,
lavoro all'estero,
lingue straniere
sabato 29 ottobre 2011
Lavoro: costo del lavoro e analisi sul mercato del lavoro
Parliamo del costo del lavoro è il costo sostenuto dai datori di lavoro per la remunerazione delle attività lavorative. Il costo del lavoro comprende la retribuzione dei lavoratori dipendenti dell'impresa sia per le attività manuali che per le attività cosiddette intellettuali. Nel costo del lavoro sono comprese le retribuzioni lorde dei lavoratori e gli oneri sociali, ossia contributi sociali, previdenza, trattamento di fine rapporto ecc). Sono compresi nel costo del lavoro i ratei del Tfr e i permessi retribuiti maturati dal lavoratore in previsione di una futura monetizzazione. Il costo del lavoro è uno dei principali costi di produzione in una impresa ed è spesso la voce di costo più consistente.
Vediamo alcuni aspetti che gravano sui costi previsionali e non solo secondo i dati pubblicati dalla Confcommercio e Cgia di Mestre. Partiamo dai costi della rappresentanza politica che gravano sui bilanci familiari per una cifra pari a 350 euro l'anno, sicuramente è un costo . E' quanto emerge da un'analisi di Confcommercio che ritiene "indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese". L'associazione, che calcola il costo della politica in 9 miliardi l'anno, sottolinea che basterebbe il taglio di un terzo di questo "comparto" per abbassare di 0,8 punti percentuali l'aliquota Irpef. E d’altro canto, sostiene la Cgia di Mestre se durante il periodo della crisi, dal 2009 ad oggi, fosse stata applicata una norma sui licenziamenti “facili”, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all'11,1%, anziché essere all'attuale 8,2%, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall'Istat. Questo lo scenario delineato dalla Cgia di Mestre, il cui segretario, Bortolussi, ha precisato che si tratta di una stima fatta soltanto su quanti sarebbero stati espulsi dal mercato del lavoro dopo la cassa integrazione.
L’incremento dell’1,7% su base annua dei salari registrato dall’Istat potrebbe indurre in una trappola , infatti, aumentando le retribuzioni potrebbe crescere anche il potere d’acquisto degli italiani. Con più salari e più consumi, in genere riparte il mercato del lavoro e l’economia nel suo complesso . Ma questa volta non è stato così. Il surriscaldamento dei prezzi a settembre, che l’Istat calcola con un incremento dell’inflazione del 3% annuo, ha vanificato il pur consistente aumento delle retribuzioni.
Non accadeva dal 1997 che il divario tra salari e prezzi si attestasse a 1,3 punti percentuali. Un dato che non ha solo una valenza statistica, ma che evidenzia un fattore frenante per qualsiasi economia: la crescita dell’inflazione, senza però una conseguente crescita dei consumi. L’aumento dei prezzi al consumo sono il cruccio di tutte le banche centrali, Bce in testa. Non a caso la ventilata riduzione dei tassi d’interesse nell’Unione europea (che avrebbe dato fiato alle economie) è stata rinviata a data da destinarsi, proprio per il rischio di un trend inflattivo in crescita.
Quindi il costo del lavoro e dei lavoratori è ancora troppo alto è come è stato evidenziato nel rapporto ARAN, ha rallentato la dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 rispetto al 2008. Sintonia sostanziale tra dati Aran e dati della Corte dei conti che, nel recente rapporto sul costo del lavoro 2011 (, evidenzia il significativo rallentamento della dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 ed una significativa riduzione, nello stesso anno, del numero delle progressioni economiche e di carriera.
costo del lavoro, mercato del lavoro, Cgia di Mestre, Confcommercio
Vediamo alcuni aspetti che gravano sui costi previsionali e non solo secondo i dati pubblicati dalla Confcommercio e Cgia di Mestre. Partiamo dai costi della rappresentanza politica che gravano sui bilanci familiari per una cifra pari a 350 euro l'anno, sicuramente è un costo . E' quanto emerge da un'analisi di Confcommercio che ritiene "indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese". L'associazione, che calcola il costo della politica in 9 miliardi l'anno, sottolinea che basterebbe il taglio di un terzo di questo "comparto" per abbassare di 0,8 punti percentuali l'aliquota Irpef. E d’altro canto, sostiene la Cgia di Mestre se durante il periodo della crisi, dal 2009 ad oggi, fosse stata applicata una norma sui licenziamenti “facili”, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all'11,1%, anziché essere all'attuale 8,2%, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall'Istat. Questo lo scenario delineato dalla Cgia di Mestre, il cui segretario, Bortolussi, ha precisato che si tratta di una stima fatta soltanto su quanti sarebbero stati espulsi dal mercato del lavoro dopo la cassa integrazione.
L’incremento dell’1,7% su base annua dei salari registrato dall’Istat potrebbe indurre in una trappola , infatti, aumentando le retribuzioni potrebbe crescere anche il potere d’acquisto degli italiani. Con più salari e più consumi, in genere riparte il mercato del lavoro e l’economia nel suo complesso . Ma questa volta non è stato così. Il surriscaldamento dei prezzi a settembre, che l’Istat calcola con un incremento dell’inflazione del 3% annuo, ha vanificato il pur consistente aumento delle retribuzioni.
Non accadeva dal 1997 che il divario tra salari e prezzi si attestasse a 1,3 punti percentuali. Un dato che non ha solo una valenza statistica, ma che evidenzia un fattore frenante per qualsiasi economia: la crescita dell’inflazione, senza però una conseguente crescita dei consumi. L’aumento dei prezzi al consumo sono il cruccio di tutte le banche centrali, Bce in testa. Non a caso la ventilata riduzione dei tassi d’interesse nell’Unione europea (che avrebbe dato fiato alle economie) è stata rinviata a data da destinarsi, proprio per il rischio di un trend inflattivo in crescita.
Quindi il costo del lavoro e dei lavoratori è ancora troppo alto è come è stato evidenziato nel rapporto ARAN, ha rallentato la dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 rispetto al 2008. Sintonia sostanziale tra dati Aran e dati della Corte dei conti che, nel recente rapporto sul costo del lavoro 2011 (, evidenzia il significativo rallentamento della dinamica del costo del lavoro pubblico nel 2009 ed una significativa riduzione, nello stesso anno, del numero delle progressioni economiche e di carriera.
costo del lavoro, mercato del lavoro, Cgia di Mestre, Confcommercio
Etichette:
Cgia di Mestre,
Confcommercio,
costo del lavoro,
mercato del lavoro
Iscriviti a:
Post (Atom)