L'avvio di una nuova impresa richiede una buona razione di coraggio e di inventiva, da abbinare però alla conoscenza del mercato del lavoro, delle sue regole, alle opportunità che gli enti creano a chi vuole investire sul territorio.
Ricordiamo che l’articolo 87 del trattato della Comunità Europea stabilisce che gli aiuti di Stato, ossia l’insieme di vantaggi economici che un’impresa può ricevere, sono incompatibili con il mercato comune
Tuttavia, il trattato precisa che alcune categorie di aiuti sono compatibili. Fra queste, rientrano finanziamenti
statali per le piccole e medie imprese (oltre a quelli in favore della ricerca e dello sviluppo, della tutela dell'ambiente, dell'occupazione e della formazione).
Adesso si dice che per la crescita l'esecutivo punta a semplificare la burocrazia soprattutto per le aziende. Le priorità per rilanciare il mercato del lavoro sono ridare vera attualità alla crescita e tagliare ancora la spesa pubblica improduttiva.
Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha in programma un decreto legge Sviluppo bis nel quale confluiranno due provvedimenti già in preparazione da tempo, quello sull'agenda digitale e quello per favorire la nascita di nuove aziende.
L'agenda digitale ha come obiettivo la via strategica telematica nei rapporti tra pubblica amministrazione e utenti (famiglie e imprese) e più in generale la diffusione dell'economia online. Per questo bisognerà portare, entro il 2013, la copertura della banda larga di base al 100% della popolazione e avviare la realizzazione della banda ultra larga nelle grandi città. Saranno anche previsti sgravi per favorire gli acquisti e le transazioni online. Quanto alle misure per favorire la nascita di nuove aziende, si punta a riunire in un unico fondo le risorse (si parla di decine di milioni) attualmente sparse in diverse voci del bilancio pubblico per concentrarle sui progetti migliori. Sia sull'agenda digitale sia sul resto il problema maggiore è quello delle risorse.
Servirebbero investimenti massicci mentre al massimo nelle pieghe del bilancio si reperiranno 2-3 miliardi.
Molto atteso dalle imprese è il provvedimento sulle semplificazioni, che tra l'altro sarebbe a costo zero. Le associazioni imprenditoriali hanno suggerito al ministero un'ottantina di semplificazioni che coinvolgono procedure, autorizzazioni, concessioni volte a snellire oneri e passaggi burocratici che complicano la vita delle aziende soprattutto in materia ambientale e di mercato del lavoro.
martedì 21 agosto 2012
domenica 19 agosto 2012
Lavoro a chiamata le novità 2012
Vediamo una modifica alle istruzioni per la comunicazione anticipata dei lavoratori intermittenti: il ministero del Lavoro con la notizia apparsa sulla sito istituzionale precisa ulteriormente che i datori di lavoro e i professionisti, fino al 15 settembre, potranno trasmettere le comunicazioni anche al fax e all'email delle direzioni territoriali del Lavoro senza la necessità di utilizzare le nuove regole predisposte con la nota del 9 agosto. Viene confermata, così, l'interpretazione fornita su queste pagine nei giorni scorsi a commento del susseguirsi di chiarimenti e rettifiche da parte del ministero del Lavoro su uno dei contratti di lavoro più utilizzati nel periodo estivo.
Il problema è emerso con la nota del 9 agosto, con cui erano state modificate le istruzioni, rispetto alla circolare 18 del 2012, per trasmettere la comunicazione anticipata delle prestazioni a chiamata introdotta dalla legge 92 del 2012. La nota prevedeva che a partire dal 13 agosto si dovesse utilizzare esclusivamente un nuovo modello per trasmettere i dati via fax fornendo anche un nuovo numero telefonico; e dal 17 agosto si aggiungeva anche lo strumento dell'sms, le cui modalità non sono per nulla agevoli. Una serie di novità, dunque, nel pieno periodo di Ferragosto.
Dopo le incertezze è seguita una email istituzionale dell'11 agosto che ha sostanzialmente sospeso gli effetti vincolanti della nota almeno fino al 15 settembre. Il ministero ha precisato, tuttavia, che si poteva "continuare" a utilizzare fino al 15 settembre la posta elettronica certificata. Il ripensamento sembrava però impreciso poiché nelle istruzioni precedenti il canale della posta elettronica certificata non era mai stato comunicato ai datori di lavoro.
Il ministero del Lavoro torna ancora sui suoi passi con una notizia apparsa il 13 agosto sul sito ufficiale per chiarire una volta per tutte che fino al 15 settembre i datori di lavoro e i professionisti potranno trasmettere la comunicazione anticipata della prestazione "a chiamata" anche al fax e all'email non certificata delle direzioni territoriali del Lavoro, oltre che con le ipotesi sperimentali previste dalla nota del 9 agosto.
Il problema è emerso con la nota del 9 agosto, con cui erano state modificate le istruzioni, rispetto alla circolare 18 del 2012, per trasmettere la comunicazione anticipata delle prestazioni a chiamata introdotta dalla legge 92 del 2012. La nota prevedeva che a partire dal 13 agosto si dovesse utilizzare esclusivamente un nuovo modello per trasmettere i dati via fax fornendo anche un nuovo numero telefonico; e dal 17 agosto si aggiungeva anche lo strumento dell'sms, le cui modalità non sono per nulla agevoli. Una serie di novità, dunque, nel pieno periodo di Ferragosto.
Dopo le incertezze è seguita una email istituzionale dell'11 agosto che ha sostanzialmente sospeso gli effetti vincolanti della nota almeno fino al 15 settembre. Il ministero ha precisato, tuttavia, che si poteva "continuare" a utilizzare fino al 15 settembre la posta elettronica certificata. Il ripensamento sembrava però impreciso poiché nelle istruzioni precedenti il canale della posta elettronica certificata non era mai stato comunicato ai datori di lavoro.
Il ministero del Lavoro torna ancora sui suoi passi con una notizia apparsa il 13 agosto sul sito ufficiale per chiarire una volta per tutte che fino al 15 settembre i datori di lavoro e i professionisti potranno trasmettere la comunicazione anticipata della prestazione "a chiamata" anche al fax e all'email non certificata delle direzioni territoriali del Lavoro, oltre che con le ipotesi sperimentali previste dalla nota del 9 agosto.
Il ritorno della Fornero: salvato paese, ora imprese investano
"Il governo ha salvato il Paese. Ora tocca alle imprese". Così il ministro del Lavoro, Fornero, in una intervista a La Stampa. Il ministro non ha dubbi: "credo che il nostro Paese sia in grado di vincere la scommessa della ripresa". Modifica dell'art.18, liberalizzazioni, pacchetto sviluppo e semplificazione sono per Fornero "tasselli che possono contribuire a migliorare la situazione macroeconomica, dalla quale dipendono l'aumento della domanda e una maggiore competitività dell'attività produttiva", ha affermato il ministro.
La sfida ora è favorire lo sviluppo. Secondo il ministro “essenziale è la riforma del mercato del lavoro, a partire dalla necessità di arginare la precarietà. Ma non esiste una bacchetta magica, occorre agire su diversi fronti: modifica dell’articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese.
Mentre la Camusso: ha affermato che lo Stato intervenga anche comprando quote di aziende.
''Ci si deve dire con onestà che Paese vogliamo essere. Siamo sempre la seconda economia industriale in Europa: vogliamo rimanerlo? Se sì serve salvaguardare il nostro patrimonio industriale. E, visto che per la crisi investimenti esteri non ce ne sono e molti imprenditori italiani stanno scappando dal Paese, io credo che sia meglio decidere che sia direttamente lo Stato ad investire''. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, lo afferma in un'intervista a 'l'Unità'.''Ad esempio attraverso la Cassa depositi e prestiti -continua Camusso- per comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali''.
La sfida ora è favorire lo sviluppo. Secondo il ministro “essenziale è la riforma del mercato del lavoro, a partire dalla necessità di arginare la precarietà. Ma non esiste una bacchetta magica, occorre agire su diversi fronti: modifica dell’articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese.
Mentre la Camusso: ha affermato che lo Stato intervenga anche comprando quote di aziende.
''Ci si deve dire con onestà che Paese vogliamo essere. Siamo sempre la seconda economia industriale in Europa: vogliamo rimanerlo? Se sì serve salvaguardare il nostro patrimonio industriale. E, visto che per la crisi investimenti esteri non ce ne sono e molti imprenditori italiani stanno scappando dal Paese, io credo che sia meglio decidere che sia direttamente lo Stato ad investire''. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, lo afferma in un'intervista a 'l'Unità'.''Ad esempio attraverso la Cassa depositi e prestiti -continua Camusso- per comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali''.
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