lunedì 3 settembre 2012
Lavoro: i mestieri più stressanti del 2102
I fattori principali dello stress per quanto riguarda il mondo del lavoro: sono il tasso di rischio, la competizione e l'esposizione in pubblico.
Secondo un sondaggio di statunitense del portale Career Cast , che si occupa di annunci di lavoro ha messo in evidenza le figure professionali, i mestieri che hanno un alto tasso di stress è sono: il pompiere, il soldato, il pilota, il taxista ed il coordinatore di eventi.
E' bene sottolineare che la metodologia usata dalla Career Cast è complessa e piena di variabili, ma si fonda su cinque grandi criteri: l'ambiente di lavoro, il reddito, le prospettive di carriera, lo stress puro e semplice e lo sforzo fisico richiesto. Ne risulta che il lavoro più stressante in assoluto è il pompiere, che praticamente non dorme mai, vive in ansia perenne e deve confrontarsi con fiamme e altezze vertiginose.
Mentre per l’autorevole rivista scientifica Journal of Occupational Health Psychology, riconduce al mestiere di autista di bus il primato di mestiere più stressante. Ed il fattore che determina l’innalzamento dei livelli di stress è in particolar modo la paura costante di essere aggrediti, sia verbalmente che fisicamente.
Secondo il Career Cast quel che pesa maggiormente all'uomo è il pericolo costante al quale si è esposti, ma anche la competizione in generale e lo sguardo giudicante degli altri. Per questo nella classifica, rigorosamente a stelle e strisce, dei lavori più stressanti troviamo accomunati lavori come il tassista, il pompiere e il soldato al mestiere del manager o addirittura all’organizzatore di eventi. Certo la posizione nella gerarchia della pressione psicologica non è la stessa e questo non sorprende.
Al primo posto in questa classica troviamo il soldato, con un punteggio di 84.61 di stress score. A seguire troviamo il pompiere, con 60.26. Pilota, generale dell’esercito, poliziotto vengono subito dopo, a causa delle evidenti responsabilità e dei rischi ai quali si è esposti. Gioca anche un ruolo verso il giudizio, in queste professioni l’irregolarità dei ritmi di vita, come nel caso del pilota, e il tasso di responsabilità delle vite altrui, evidente soprattutto nel lavoro di pompiere.
Analizzando questa classifica ogni mestiere, ovviamente, è associato anche al guadagno medio riportato dalla categoria. Una considerazione a parte meritano il mestiere dell’amministratore delegato, che in tempo di crisi è chiamato a prendere decisioni spesso pesanti e spiacevoli (licenziamenti) e quello del tassista, che a causa della criminalità ormai dilagante di molte città è esposto a molti pericoli e per giunta in cambio di una paga minima.
Lo stress è entrato a pieno diritto nella nostra vita lavorativa. E a farne le spese sembrano essere soprattutto le donne. Secondo una recente ricerca, promossa dal Brigham and Women's Hospital, che ha coinvolto 22mila donne infatti la popolazione femminile è più esposta ai rischi di un lavoro stressante che, nel 70 per cento dei casi, causa loro un attacco di cuore nel corso della vita.
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Carbonsulcis: stop occupazione miniera
Sospesa la protesta a -373 metri dei minatori fondamentale la decisione di non chiudere entro l'anno. Il 4 settembre la miniera riapre, ma lo stato di agitazione resta". Lo hanno annunciato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil dei lavoratori della miniera Carbosulcis di Nuraxi Figus riuniti in assemblea.
L'occupazione, iniziata una settimana fa, verrà tolta già in mattinata. Rimane la mobilitazione iniziata per ottenere garanzie sul rilancio della miniera. In particolare si chiedono certezze sul progetto carbone-central Sulcis. Il governo ha chiesto alla Regione di rimodularlo per renderlo economicamente sostenibile.
"Questa è la decisione che sta prendendo corpo. Ma -sottolineano i sindacati resteremo in stato di agitazione fino a quando non avremo garanzie che il nuovo piano integrato,che comprende anche una centrale elettrica, non avrà il via di governo, regione e Ue"."Dobbiamo ripartire ma la discarica rimarrà chiusa".
Produttività imprese, il modello tedesco dei contratti aziendali
A giugno 2012 l'occupazione nelle grandi imprese al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) segna (in termini destagionalizzati) una diminuzione dello 0,2% rispetto a maggio.
Al netto dei dipendenti in Cig si registra una riduzione dello 0,6%. Lo ha comunicato l'Istat. Al netto degli effetti di calendario, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) registra una diminuzione, rispetto a giugno 2011, dello 0,5%.
L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 38,0 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto a giugno 2011 di 8,9 ore ogni mille.
A giugno la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra un aumento dell'1% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l'indice grezzo aumenta dell'1,1%. Lo ha comunicato l'Istat. Rispetto a giugno 2011 la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) cresce dell'1,9%; la medesima variazione si registra anche per il costo del lavoro. Considerando la sola componente continuativa la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, dell'1,9%.
Politiche mirate che favoriscano l'innovazione e la ricerca, che insieme alle semplificazioni sono «fattori strategici» per la competitività delle imprese. Anche utilizzando la leva fiscale. Ma soprattutto definendo regole certe e stabili nel tempo, che diano un'indicazione compiuta delle politiche economiche che il Governo intende perseguire anche sui temi della produttività.
Sono queste le priorità individuate da Confindustria che, in vista dell'incontro del 5 settembre con il premier Mario Monti sull'attuazione dell'Agenda della crescita, rilancia il pacchetto di proposte messe a punto con Abi, Ania, Alleanza delle Coop, Rete Imprese Italia e Confagricoltura.
Per Cgil, Cisl, Uil e Ugl servono interventi sui temi della crescita, dell'occupazione e di «un fisco più equo». Piuttosto scettica sulle reali intenzioni del Governo è Susanna Camusso, che sollecita «un grande piano del lavoro» e propone che i proventi dalla lotta all'evasione vengano utilizzati per rendere più pesanti le tredicesime. «Non abbiamo bisogno che sia il Governo a dire alle parti sociali cosa devono fare sulla produttività – afferma la leader della Cgil –. Ci piacerebbe dal Governo un cambio dell'agenda, riparta dal tema del fisco, dalla necessità di ridare risorse al lavoro e alle pensioni, facendo riavviare i consumi».
Mentre il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, considera un primo successo la convocazione a Palazzo Chigi, avendo da tempo sollecitato l'avvio del tavolo in vista di un patto per la crescita. Per favorire la ripresa della produttività, secondo Bonanni vanno incentivati ulteriormente gli accordi aziendali, inoltre bisogna intervenire sul cuneo fiscale. Al Governo la Cisl propone di individuare i settori in cui tagliare, destinando le risorse alla riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che investono.
Vediamo il modello tedesco che consente al contratto aziendale di sostituire - in tutto o in parte - il contratto nazionale per meglio aderire alle specifiche condizioni produttive. La via del modello tedesco è quella della partecipazione dei lavoratori alle decisioni strategiche dell’impresa, un elemento qualificante che nei grandi gruppi è basato appunto sulla cogestione che in Germania garantisce ai dipendenti i poteri decisionali attraverso una rappresentanza in specifici organismi aziendali e una partecipazione ai risultati economici e alla redistribuzione degli utili. In particolar modo si tratta di un diritto presente nella Costituzione italiana che all’art. 46 riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.
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