domenica 23 giugno 2013

Riforma del Lavoro: i dettagli del Pacchetto del Governo Letta

Piano lavoro pronto per mercoledì 26 giugno 2013. Allo studio una maggiore flessibilità dei contratti a termine, una revisione dell'apprendistato e interventi per incentivare le assunzioni dei giovani.

Il ministro del lavoro Enrico Giovannini starebbe predisponendo insieme ai tecnici del dicastero innanzitutto misure a costo zero che vanno in direzione di una maggiore flessibilità (ancora) per i contratti a termine. Poi l’omogeneizzazione delle regole sull’apprendistato e interventi che mirino a incentivare le assunzioni dei giovani utilizzando la leva fiscale, con il meccanismo del credito d’imposta.

Conto alla rovescia per il Decreto del governo sul Lavoro, mentre il dibattito sulle modifiche da apportare alla Riforma Fornero resta molto aperto: il CdM sul Pacchetto Lavoro è atteso entro il vertice di Bruxelles del 28 giugno.

Alla tavola rotonda “Tecnici a confronto” svolta al Festival del Lavoro di Fiuggi si sono levati spunti e previsioni sui piani del Governo:

Contratti a termine: Paolo Pennesi, Direttore generale per l’area ispettiva, ha affermato che non ci saranno stravolgimenti. Molto improbabile un cambiamento sulla durata del contratto senza causale (un anno, secondo la riforma), anche se non si esclude un intervento su giovani (under 30) e over 50, per i quali si pensa a un’estensione a 18 mesi. Possibili anche nuovi spazi per la contrattazione collettiva sui contratti senza causale. Praticamente certa la riduzione degli intervalli fra un contratto e l’altro (probabilmente a 20-30 giorni).

Apprendistato: Il vice direttore dell’area ispettiva, Danilo Papa, anticipa possibili interventi sulla formazione trasversale, prevedendo che «fino al 2015 si privilegerà la formazione contrattuale».

Contratto a progetto: i tecnici del ministero ritengono che le modifiche potrebbero riguardare un ammorbidimento del divieto di instaurarlo per mansioni ripetitive ed esecutive.

Lavoro a chiamata: attesa una proroga a fine anno del regime transitorio che termina il 18 luglio 2013 (i contratti non in regole cesseranno di essere validi) per temporeggiare fin dopo l’estate.

Il 18 giugno c’è stato un incontro fra il ministro Giovannini e i rappresentanti di imprese e PMI (Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, Agrinsieme, Coldiretti e Alleanza Coop). Al termine, Rete Imprese Italia ha anticipato che «le prime misure annunciate dal ministro vanno nella giusta direzione evidenziando l’importanza, soprattutto in questa fase, di non esitare sulla flessibilità in entrata e sugli interventi che occorrono al mercato del lavoro».

In commissione alla Camera è partita un’indagine conoscitiva sull’emergenza occupazionale con particolare riguardo alla disoccupazione giovanile, che terminerà entro il 31 luglio. Due i filoni all’attenzione dei deputati:
1.cuneo fiscale
2.correttivi alla riforma Fornero.

Previste le audizioni di consulenti del lavoro, Istat, Cnel, Italia lavoro,  assessorati regionali al lavoro, sindacati, organizzazioni datoriali, cooperative, docenti universitari. Un percorso conoscitivo che, ha sottolineato il presidente della Commissione Cesare Damiano, porterà a «costruire un quadro chiaro dei bisogni urgenti del paese» e, in relazione alla riforma Fornero (Legge 92/2012, vai allo speciale) a «capire fino in fondo quali siano stati gli effetti dei mutamenti normativi, per poter intervenire chirurgicamente sulle disfunzioni rilevate dalle parti sociali», come dichiarato a Fiuggi.

Di cuneo fiscale «parleremo in occasione della Legge di Stabilità, non in questo momento» ha invece avvertito il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini a margine del Consiglio Ue in Lussemburgo. Negli ultimi giorni erano arrivate sollecitazioni a occuparsi del costo del lavoro da parte degli industriali, a partire dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «fra IVA e IMU il vero problema è il costo del lavoro».

Dopo le dichiarazioni del governo che rinviano il tutto all’autunno, Squinzi ha commentato: «riflettere, fare l’inventario e l’analisi dei problemi mi sembra un metodo che può essere anche corretto, purché poi alla fine si prendano le decisioni vere, perché tutto ci possiamo permettere, tranne che continuare a ritardare le decisioni». Traduzione: entro fine anno il taglio del cuneo fiscale deve arrivare.

Cgil-Cisl-Uil: insieme in piazza a Roma per il lavoro dopo 10 anni


Hanno sfilato per le strade del centro i due cortei di Cgil, Cisl e Uil che da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani sono arrivati in piazza San Giovanni al grido «Lavoro è democrazia».
Cgil-Cisl-Uil: insieme in piazza dopo 10 anni a Roma, per la manifestazione nazionale unitaria sul tema 'Lavoro e' democrazia'.

Due cortei si sono mossi da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani per raggiungere Piazza S.Giovanni, dove ci sono stati i comizi dei segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

''Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento''. La leader della Cgil, Susanna Camusso, riassume cosi' il senso della manifestazione unitaria a Roma. ''La priorita', dice, deve essere ''una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensioni''. ''Oggi siamo in piazza - ha detto Susanna Camusso alla testa del corteo - perche' il Paese ha bisogno di risposte rapide per uscire dalla crisi. E la prima risposta di cui il Paese ha bisogno e' una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensionati, che permetta di far ripartire i consumi e la produzione''.

E sul piano per il lavoro che il governo si accinge a mettere in campo Camusso dice: ''Abbiamo avuto tante occasioni per dire che sul tema del lavoro si possono fare cose anche importanti che non hanno bisogno di risorse. Il problema e' che invece si continua a fare una vecchia discussione sul tema della flessibilita' anche se e' ormai dimostrato che non e' utile a far ripartire l'economia''. Oggi - dice la leader della Cgil, ''facciamo una manifestazione e vedremo quali risposte arriveranno. Cgil.

Cisl e Uil sono profondamente convinti che senza risposte da un lato si continuera' a perdere tempo, dall'altro continuera' ad aggravarsi la crisi''. E ad una domanda sulle parole del leader della Uil che ha avvertito del rischio che con l'aumentare dell'emergenza lavoro possano essere i cortei di disoccupati a far cadere il governo, Camusso Risponde: ''E' una lettura possibile. Di sicuro senza misure che contrastino la crisi, la situazione peggiora''.

"Siamo stufi" di "tante belle parole" su crisi, lavoro, emergenza disoccupazione giovanile, dice il leader della Uil, Luigi Angeletti. E avverte che andiamo verso "un deserto di posti di lavoro: il Paese tornerà quello di 50 anni fa, un Paese di migranti". Ma, "questo futuro non lo accetteremo,i sindacati non piegheranno mai le ginocchia". Ed al governo dice: "'Non basta dire quali sono i problemi, i governi ci sono per risolverli''.

"Non è più il tempo di aspettare, non è più il tempo di promesse e annunci". Angeletti parla alla prima manifestazione unitaria di Cgil-Cisl-Uil dopo 10 anni. Il segretario della Uil chiede al governo "una nuova politica industriale" contro la recessione e la disoccupazione. Indica la necessità di "scelte" perché "le imprese chiudono", dice nel comizio a piazza San Giovanni a Roma. Poi, lancia l'allarme: "Il Paese sta sprofondando in un baratro di povertà". Ora la priorità "è la riforma fiscale, vero dramma del Paese".
"Il Paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere" dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Troppe tasse, bisogna dimezzare le tasse e inasprire le pene sull'evasione fiscale". E più volte Bonanni ha ripetuto: "Letta deve avere coraggio".

"Il premier Letta deve avere coraggio, deve mettere all'ordine del giorno l'unica questione che a noi interessa, vale a dire una riduzione fortissima delle tasse sul lavoro, sulle pensioni, sulle imprese che investono. Gli altri provvedimenti sono brodini che non ci interessano". Così il segretario della Cisl, Bonanni, alla manifestazione unitaria dei sindacati. "Il Paese perisce - ha aggiunto - e la classe dirigente si perde in chiacchiere". Sull'evasione fiscale: "Il governo non ha la forza per combatterla".

venerdì 21 giugno 2013

Ministro Enrico Giovannini e il piano del lavoro


"Il governo conta di non usare solo fondi europei, ma anche ulteriori fondi'' per finanziare le misure per il piano per i giovani. Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

"Stiamo lavorando su questo. Quello che è importante è che mettiamo insieme una serie di strumenti che non siano solo orientati ai giovani ma anche a chi ha perso il lavoro, a chi è inattivo oppure a coloro che usufruiscono di ammortizzatori che costano moltissimo alla collettività". Così il ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

"Il governo conta di non usare solo fondi europei, ma anche ulteriori fondi" per finanziare le misure per il piano per i giovani. Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini a margine della mostra "La rinascita. Storie dell'Italia che ce l'ha fatta". "E' questo il dibattito che stanno affrontando i nostri tecnici perché il lavoro, come ha detto il premier, è la nostra priorità assoluta", ha aggiunto.

Sono 520mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore da inizio anno, con 460 milioni di ore nei primi cinque mesi, ed una perdita secca in busta paga per i dipendenti coinvolti di 1,7 miliardi, pari a una riduzione del salario di circa 3.300 euro al netto delle tasse. Lo rileva la Cgil: "numeri spaventosi, segno della crisi profondissima".

"In un Paese in cui il tema più rilevante è la mancanza dei consumi e il reddito, l'Iva diventa anche psicologicamente una cosa importante. Ciò che non va bene é l'idea che siccome devi intervenire sull'Iva devi anche abolire la tassa sulla proprietà della casa".

"Il governo conta di non usare solo fondi europei, ma anche ulteriori fondi'' per finanziare le misure per il piano per i giovani. Lo ha detto il ministro del Lavoro a margine della mostra ''La rinascita. Storie dell'Italia che ce l'ha fatta''. ''E' questo il dibattito che stanno affrontando i nostri tecnici perche' il lavoro, come ha detto il premier, e' la nostra priorita' assoluta'', ha aggiunto.

"Non è stato ancora fissato, ma immagino che ci sarà'". Ha replicato così il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, ai giornalisti che gli chiedevano se ci sarà un nuovo incontro tra il governo e i sindacati. A margine dell'inaugurazione della mostra "La Rinascita" ad Asti il ministro si è' soffermato sulle critiche rivolte al governo dalla leader della Cgil, Susanna Camusso e ha ironizzato: "Anche lei evidentemente legge i giornali". "Nel senso - ha precisato il ministro - che gli annunci indicano una linea, ma nessuno ha parlato di cifre". Giovannini ha poi ricordato: "Abbiamo avviato coi sindacati un dialogo fruttuoso, li abbiamo incontrati più volte insieme alle categorie professionali e ci siamo scambiati le opinioni. Dopodiché la prossima settimana il governo farà l'intervento prima del Consiglio europeo".
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