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domenica 23 giugno 2013

Cgil-Cisl-Uil: insieme in piazza a Roma per il lavoro dopo 10 anni


Hanno sfilato per le strade del centro i due cortei di Cgil, Cisl e Uil che da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani sono arrivati in piazza San Giovanni al grido «Lavoro è democrazia».
Cgil-Cisl-Uil: insieme in piazza dopo 10 anni a Roma, per la manifestazione nazionale unitaria sul tema 'Lavoro e' democrazia'.

Due cortei si sono mossi da Piazza della Repubblica e da Piazzale dei Partigiani per raggiungere Piazza S.Giovanni, dove ci sono stati i comizi dei segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

''Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento''. La leader della Cgil, Susanna Camusso, riassume cosi' il senso della manifestazione unitaria a Roma. ''La priorita', dice, deve essere ''una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensioni''. ''Oggi siamo in piazza - ha detto Susanna Camusso alla testa del corteo - perche' il Paese ha bisogno di risposte rapide per uscire dalla crisi. E la prima risposta di cui il Paese ha bisogno e' una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensionati, che permetta di far ripartire i consumi e la produzione''.

E sul piano per il lavoro che il governo si accinge a mettere in campo Camusso dice: ''Abbiamo avuto tante occasioni per dire che sul tema del lavoro si possono fare cose anche importanti che non hanno bisogno di risorse. Il problema e' che invece si continua a fare una vecchia discussione sul tema della flessibilita' anche se e' ormai dimostrato che non e' utile a far ripartire l'economia''. Oggi - dice la leader della Cgil, ''facciamo una manifestazione e vedremo quali risposte arriveranno. Cgil.

Cisl e Uil sono profondamente convinti che senza risposte da un lato si continuera' a perdere tempo, dall'altro continuera' ad aggravarsi la crisi''. E ad una domanda sulle parole del leader della Uil che ha avvertito del rischio che con l'aumentare dell'emergenza lavoro possano essere i cortei di disoccupati a far cadere il governo, Camusso Risponde: ''E' una lettura possibile. Di sicuro senza misure che contrastino la crisi, la situazione peggiora''.

"Siamo stufi" di "tante belle parole" su crisi, lavoro, emergenza disoccupazione giovanile, dice il leader della Uil, Luigi Angeletti. E avverte che andiamo verso "un deserto di posti di lavoro: il Paese tornerà quello di 50 anni fa, un Paese di migranti". Ma, "questo futuro non lo accetteremo,i sindacati non piegheranno mai le ginocchia". Ed al governo dice: "'Non basta dire quali sono i problemi, i governi ci sono per risolverli''.

"Non è più il tempo di aspettare, non è più il tempo di promesse e annunci". Angeletti parla alla prima manifestazione unitaria di Cgil-Cisl-Uil dopo 10 anni. Il segretario della Uil chiede al governo "una nuova politica industriale" contro la recessione e la disoccupazione. Indica la necessità di "scelte" perché "le imprese chiudono", dice nel comizio a piazza San Giovanni a Roma. Poi, lancia l'allarme: "Il Paese sta sprofondando in un baratro di povertà". Ora la priorità "è la riforma fiscale, vero dramma del Paese".
"Il Paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere" dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Troppe tasse, bisogna dimezzare le tasse e inasprire le pene sull'evasione fiscale". E più volte Bonanni ha ripetuto: "Letta deve avere coraggio".

"Il premier Letta deve avere coraggio, deve mettere all'ordine del giorno l'unica questione che a noi interessa, vale a dire una riduzione fortissima delle tasse sul lavoro, sulle pensioni, sulle imprese che investono. Gli altri provvedimenti sono brodini che non ci interessano". Così il segretario della Cisl, Bonanni, alla manifestazione unitaria dei sindacati. "Il Paese perisce - ha aggiunto - e la classe dirigente si perde in chiacchiere". Sull'evasione fiscale: "Il governo non ha la forza per combatterla".

sabato 20 ottobre 2012

Cgil in piazza a Roma per il lavoro : fallita la politica del rigore


"La politica dell'austerità non solo è fallita ma è la grande colpevole delle difficoltà di questo Paese".Lo dice la leader Cgil,Camusso. "Se il governo con la legge di stabilità pensa di condizionare l'Italia -continua- glielo impediremo". E' un governo, ha detto, che"fa provvedimenti che non guardano al lavoro e non rispondono al lavoro,-aggiunge-si è scelto di investire nella finanza invece che nella produzione e nell'industria. La responsabilità è di chi dice che non debba esserci un intervento pubblico". Le bandiere rosse della piazza sono"segnate a lutto perché ieri la centesima donna è stata uccisa" ha ricordato la Camusso.

"Torneremo in piazza il 14 novembre, con tutto il sindacato europeo". Così il segretario Cgil ha invitato Cisl e Uil ad aderire alla giornata di mobilitazione europea prevista per il prossimo 14 novembre contro le politiche di austerità e rigore varate dai governi dell'unione valutaria. La Cgil propone di usare le risorse stanziate per la produttività (1,6mld) "per defiscalizzare l'assunzione a tempo indeterminato". Conclude dicendo che "la luce in fondo al tunnel c'è se ogni giorno curiamo e difendiamo il lavoro, altrimenti il Paese non si salva". A chi le fa notare che in alcuni Paesi è stata indetta in quella giornata anche uno sciopero, replica: 'Discuteremo con Cisl e Uil per vedere" la forma dell'iniziativa italiana.

Sono tanti i lavoratori del Credito presenti a piazza San Giovanni, un settore che rischia di contare ben 35 mila esuberi. I manifestantnti vedono in pericolo il loro posto di lavoro in una piccola banca del territorio, Fonspa. L'azienda dopo cinque anni sarebbe stata venduta a due società non bancarie di ''scarso spessore'' e per questo i dipendenti temono ''grosse ricadute occupazionali''. Eppure si tratta di una ''banca che esiste da più di cento anni e che era di proprietà di una delle più importanti realtà finanziarie mondiali, la Morgan Stanley''. A rischio sarebbero 150 lavoratori e la loro età media è di 50 anni, quindi per loro sarebbe molto difficile trovare una nuova occupazione.

Ministero del lavoro e Inps continua la guerra sul numero degli esodati

"Gli esodati salvaguardati sono all'incirca 220 mila". Lo ha affermato il presidente dell'Inps, Mastrapasqua, a Rai Radio 1. Il presidente ha detto che la copertura "è garantita per i 65.000 lavoratori inclusi nel "Salva Italia", per altri 65.000 da due provvedimenti successivi, per 9.000 aggiunti pochi giorni fa dal ministro Fornero e, ovviamente, per gli 80mila che sono riusciti ad andare in pensione entro il 31 dicembre 2012.

Ogni sede Inps sta rifacendo i conti. Il 21 novembre avremo i dati definitivi".
«La platea degli esodati da salvaguardare si estenderà, per il biennio 2013-2014, ad altri 8.900 casi per un costo di 440,8 milioni». Lo riferisce il presidente della commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa, citando i dati Inps avuti ieri dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso di un colloquio a Montecitorio. Si tratta dei lavoratori che matureranno il diritto ad essere salvaguardati in base ai paletti fissati dalla riforma delle pensioni.

«La cifra indicata dal Ministro – ha puntualizzato Moffa - non considera i licenziamenti individuali o l'uscita dal lavoro in base ad accordi territoriali. Dati che l'Istituto previdenziale - sottolinea il presidente della Commissione citando Fornero - , non è tuttora in grado di fornire». Fonti interne all'istituto sottolineano tuttavia che, per quanto riguarda gli accordi territoriali, molto dipende dalla collaborazione delle Regioni, che attualmente non raggiunge livelli adeguati. «Il Governo - conclude Moffa - dovrà inoltre individuare la copertura per questi ulteriori esodati».

La Cgil a Roma a piazza San Giovanni: per discutere sulle scelte strategiche di politica industriale, misure di sostegno per i lavoratori di natura fiscale, interventi per arginare la crisi che investe i lavoratori e per salvaguardare i precari. Insomma, ricordare al governo di mettere «Il lavoro prima di tutto!» Sono queste alcune delle riflessioni per le quali la Cgil ha deciso di darsi appuntamento a Roma a piazza San Giovanni.

Molti contenziosi aperti con il governo. Tra questi, la CGIL si dice pronto a discutere con il governo di scuola ma non può accettare un aumento unilaterale delle ore di lezione degli insegnanti Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Tutti pensiamo che la scuola debba arricchirsi, ma non puoi dire a uno che deve lavorare sei ore in più e non lo paghi per quelle ore perché tu hai deciso che così gli organici si possono tagliare ancora un po'. Dicci che progetto hai sulla scuola e discutiamo e costruiamo anche le soluzioni».

Un commento a distanza è arrivato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero. «Ho rispetto per la manifestazione dei lavoratori. Lavoratori e sindacati, tutti coloro che vogliono parlare sanno che non mi sono mai tirata indietro. Il lavoro è la mia prima preoccupazione».

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