domenica 14 luglio 2013
Contratti di lavoro senza causale, modello Expo fino al 31 dicembre 2016
Le aziende chiedono contratti a termine rinnovabili per 3 anni. Senza causali e con soli 5 giorni di stop.
Le aziende dovrebbero avere la possibilità di stipulare con la stessa persona uno o più contratti a termine, per un massimo di 36 mesi, senza dover indicare alcuna causale, ossia alcuna motivazione del nuovo contratto di lavoro. La differenza rispetto alle norme vigenti è considerevole, perché adesso si può fare solo il primo contratto a termine senza indicare la causale e per una durata massima di 12 mesi. Se passasse invece la proposta delle imprese, si potrebbero fare fino a 6 contratti a termine di seguito, dice la bozza di emendamento, per una durata massima complessiva di 36 mesi e con un intervallo tra l'uno e l'altro di soli 5 giorni. Molto meno dei 60 giorni (90 per i contratti di durata superiore a sei mesi) previsti dalla legge Fornero e ridotti a 10 e 20 giorni dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, col decreto legge approvato dal consiglio dei ministri il 28 giugno.
L'obiettivo dichiarato, anche in vista dei lavori eccezionali previsti per Expo 2015, è favorire l'occupazione giovanile, smorzando però oneri e adempimenti. Il fronte degli imprenditori vorrebbe infatti poter stipulare con la stessa persona uno o più contratti a termine, per un massimo di 36 mesi, senza dover indicare una causale specifica.
Quindi si parla di Misure straordinarie per l'occupazione in occasione di Expo 2015» e che prevede, fino al 31 dicembre 2015 (quindi un anno in meno del periodo proposto dalle imprese) 6 interventi: abolizione della causale sui contratti a termine; liberalizzazione dei lavori a chiamata; del lavoro in somministrazione; aumento da 2mila a 5mila euro del limite dei compensi per il lavoro accessorio; contratti a progetto con la causale Expo 2015; ampliamento della possibilità di ricorrere al telelavoro.
Le misure congiunturali devono puntare a realizzare un aumento di contratti a termine che, nel breve periodo, consenta di dare sollievo all'attuale, drammatica situazione dell'occupazione. Ed in questa prospettiva tornano utili anche le assunzioni a termine non finalizzate ad una stabilizzazione, ma ad alleviare temporaneamente le tensioni occupazionali e sociali. In modo dare più speranze ai giovani e al loro rapporto con il mondo del lavoro.
Per fare questo è necessario varare un piano per: a) allungare la durata massima del contratto a termine; b) consentire, nei limiti della durata massima, la prorogabilità del termine iniziale, come del resto avveniva già per il contratto di inserimento che è stato sostituito dal contratto a termine senza causale; c) ridurre gli intervalli che devono intercorrere tra un contratto a termine e quello successivo riportandoli, per legge e non per accordo collettivo, a 10/20 giorni ed azzerandoli per i contratti a termine con finalità sostitutive espressamente individuate; d) sospendere per due anni il contributo addizionale del 1,4% su questi contratti a termine; mantenendo, invece, il vantaggio contributivo (ed aggiungendo quello fiscale) nel caso della loro conversione a tempo indeterminato.
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Professioni per venditori e agenti più di 2.000 offerte di lavoro
Le posizioni aperte nel commerciale sui siti Gi Group, Monster, Subito.it e Trovolavoro.it.
Per esercitare la professione di Agente di Commercio bisogna iscriversi in un apposito Ruolo tenuto dalle Camere di Commercio (L. 204 del 3/5/85). Per potersi iscrivere al ruolo bisogna avere i seguenti requisiti generali, morali e professionali:
REQUISITI GENERALI:
Cittadinanza italiana o di una degli stati membri dell'Unione Economica Europea ovvero cittadino extracomunitario residente in Italia ed in possesso di permesso di soggiorno;
Possesso del titolo di studio di scuola secondaria di primo grado (Scuola media);
Godimento dell'esercizio dei diritti civili;
REQUISITI MORALI:
Non essere interdetto o inabilitato, condannato per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’economia pubblica, l’industria ed il commercio, ovvero per delitto di omicidio volontario, furto, rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita, ricettazione e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni salvo che non sia intervenuta la riabilitazione;
Non essere sottoposto a misure di prevenzione per la lotta contro la delinquenza mafiosa;
REQUISITI PROFESSIONALI:
Possesso di diploma di scuola di secondo grado ad indirizzo commerciale o laurea in materie commerciali o giuridiche;
Aver frequentato, con esito positivo, uno specifico corso professionale di qualificazione riconosciuto dalle Regioni;
Avere esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque anni, anche non continuativa, come dipendente con qualifica di viaggiatore piazzista o con mansioni di dipendente qualificato addetto alle vendite, o dipendente di un ente o società del settore finanziario, creditizio o fiduciario con compiti di intermediazione finanziaria;
Essere titolare di attività commerciale come lavoratore autonomo per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, o titolare di attività artigiana di produzione e relativa vendita.
Per le società di agenzia commerciale il requisito professionale deve essere posseduto dal legale rappresentante o dai legali rappresentanti in carica.
INCOMPATIBILITA':
L'iscrizione al ruolo è incompatibile con l'attività svolta in qualità di dipendente da persone, associazioni o enti, privati e pubblici, ed è preclusa a coloro che sono iscritti nei ruoli di mediatore o comunque svolgono attività per le quali è prescritta l'iscrizione in detti ruoli.
A guardare gli annunci di lavoro sembrerebbe che la crisi del lavoro non ha colpito i venditori e agenti del settore commercio. Rispetto ad altri professionisti si muovono in un mercato dinamico in cui le uscite bilanciano le entrate e in cui, secondo gli ultimi dati di Excelsior, le aziende non riescono a soddisfare il 14% delle loro esigenze. Le ricerche spaziano per settore, ruolo e zona geografica con possibilità anche per junior.
Su Trovolavoro.it sono presenti più di 2.000 offerte per professionisti delle vendite: 227 agenti, 809 commerciali, 80 venditori e 1116 fra sales account, direttori vendite, addetti al punto vendita e al telemarketing. Dati interessanti anche su Subito.it in cui il 35,2% delle inserzioni riguarda figure commerciali dell'energia e del gas, delle grandi aziende di telecomunicazione, telefonia e reti. Buone possibilità anche per gli agenti immobiliari e per gli operatori di call center.
Per quanto riguarda Monster.it, i profili più ricercati sono quelli dei consulenti commerciali con spiccate competenze tecniche ed esperienza nei settori TLC, medicale o meccanico. Intercettano una buona fetta delle ricerche anche le agenzie per il lavoro. Ed ecco una ricerca di gruppo di Gi Group per 150 professionisti della vendita per BE1 information technology e telecommunication con competenza e passione per il mondo IT e l'innovazione tecnologica. Indispensabile avere una partita Iva o essere disposto ad aprirla. Le sedi di lavoro sono in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio e Campania (curriculum vitae a be1@gigroup.com).
Sempre Gi Group seleziona anche 12 agenti monomandatari e plurimandatari con esperienza nel settore dell?ospitalità. In questo caso le zone sono: Piemonte, Valle d?Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia (curricum a sales@gigroup.com). Cento prossimi inserimenti arrivano anche da Quanta per diversi settori merceologici e su tutto il territorio nazionale (le indicazioni si trovano su http://it.quanta.com). Infine a titolo esemplificativo una delle aziende che ricerca direttamente: Berner con i suoi 100 agenti monomandatari in tutta Italia con esperienza professionale coerente. Per loro è previsto comunque un programma di corsi tecnico-commerciali nella scuola di formazione interna (www.berner.it).
E’ una professione in continua evoluzione, in cui il dinamismo è la parola d’ordine. Il venditore non si limita ad andare con auto, pc e telefono a caccia di clienti. Con la nuova organizzazione distributiva le aziende chiedono ai loro agenti di esercitare una ulteriore funzione altrettanto importante: fornire informazioni e suggerimenti utili per la messa a punto di nuove strategie di marketing. Si tratta, in altre parole, di garantire la presenza sul territorio, di intuire quali possono essere i trend futuri, di cogliere le esigenze dei clienti e di osservare il comportamento dei concorrenti. Il tutto per fornire alle aziende i dettagli necessari per mettere a punto politiche di prodotto, prezzo, promozione e di posizionamento sul mercato ad hoc. Certo non tutte le imprese sono in grado di cogliere allo stesso modo l’importanza del ruolo che può avere un venditore. Quel che è certo è che la professione, a quasi esclusivo appannaggio maschile (il numero delle agenti è comunque in costante crescita, grazie anche agli accordi economici collettivi sulla tutela della maternità), non si può improvvisare ed è molto ricercato. Basti dire che un’offerta di lavoro su tre interessa gli agenti e che, a livello nazionale, se ne contano circa 200 mila.
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Licenziamento collettivo anche per una singola unità produttiva
Un'azienda che avvia una procedura di licenziamento collettivo può delimitare la scelta dei lavoratori da licenziare esclusivamente a quelli impiegati presso una singola unità produttiva, invece che sull'intero complesso aziendale, quando esistono ragioni produttive che giustificano tale operazione. Così si è espresso il Tribunale di Roma con un'ordinanza del 5 luglio del 2013.
Con la quale ha rigettato il ricorso di una parte dei lavoratori, licenziati all'esito di una procedura di riduzione collettiva del personale. Il datore di lavoro era presente su tre diverse sedi dislocate sul territorio nazionale, e aveva dichiarato un certo numero di esuberi, conseguenti alla scelta di chiudere una di queste unità produttive. All'esito della procedura, il personale da licenziare era stato individuato solo all'interno della sede destinata alla chiusura.
Il Tribunale di Roma ha ritenuto legittima questa scelta, evidenziando che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha ripetutamente accettato questo principio. In particolare, come ricorda l'ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che se un progetto di ristrutturazione aziendale si riferisce in maniera esclusiva ad una certa unità produttiva, la platea dei lavoratori interessati può essere limitata agli addetti a tale unità, qualora sussistano oggettive esigenze aziendali.
Il datore di lavoro, secondo la Corte, in questi casi deve indicare, nella lettera di avvio della procedura, sia i motivi per i quali intende limitare i licenziamenti al solo personale addetto alla sede, sia le ragioni per le quali non è in grado di attenuare la portata dei licenziamenti mediante il trasferimento ad unità produttive geograficamente vicine a quella soppressa. Se sono rispettate queste condizioni, prosegue l'ordinanza, la comparazione tra il personale per individuare i lavoratori da licenziare, sulla base dei criteri di scelta previsti dalla legge, può essere attuata tenendo presente la sola sede individuata nella lettera di apertura. E, in ogni caso, è da escludersi l'esigibilità della comparazione tra i dipendenti, quando questa risulti oggettivamente incompatibile con le esigenze aziendali per ragioni geografiche.
Questa lettura è molto significativa, in quanto da un'interpretazione ragionevole al principio, contenuto nella legge n. 223 del 1991, che impone di applicare i criteri di scelta su tutto l'organico aziendale, evitando conseguenze paradossali, come sarebbe quella di licenziare dipendenti dislocati a centinaia di chilometri dall'unità produttiva interessata dalla chiusura.
L'ordinanza ricorda, infine, che il licenziamento collettivo si applica anche nei confronti dei dirigenti sindacali (a meno che non sia provata l'esistenza di ragioni di carattere discriminatorio) e nei confronti di lavoratrici madri, qualora si versi nel caso di "cessazione dell'attività" (situazione, questa, che ricorre nel caso di chiusura dell'unità produttiva).
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