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mercoledì 26 dicembre 2018

Incentivi e bonus assunzioni donne: settori e professioni



Il bonus donne consiste in un incentivo per le imprese finalizzato all'assunzione di donne (ma anche di uomini) in possesso di determinati requisiti oppure residenti in aree svantaggiate o assunte in settori con un alto tasso di disparità uomo-donna.

Imprenditori e dirigenti, di grandi aziende, professioni tecniche, vertici della pubblica amministrazione, persino esponenti degli organi legislativi: sono tutte professioni caratterizzate da un tasso di disparità di genere superiore al 25% della media, per cui spettano incentivi alle assunzioni femminili.

L’elenco di settori e mansioni caratterizzate da questo tasso di disparità è pubblicato con decreto interministeriale del 28 novembre, che rende utilizzabile l’agevolazione prevista dall‘articolo 4 della legge 92/2012. Si tratta di uno sgravio contributivo al 50% per 12 o 18 mesi, a seconda che il contratto sia a tempo determinato o indeterminato.

L’agevolazione spetta per le assunzioni di disoccupati da almeno 12 mesi che abbiano più di 50 anni, oppure donne di qualsiasi età prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in zone ammissibili ai fondi strutturali Ue oppure occupare in settori o professioni caratterizzate da un tasso di disparità superiore al 25% rispetto alla media.

Per quanto riguarda i settori, il più “maschile” sono le costruzioni (disparità superiore all’80%), seguito da acqua e gestione rifiuti (intorno al 75%). Gap superiore al 50% anche per industria estrattiva, trasporto e magazzinaggio, energia.

E veniamo alle professioni. Alcuni dati non stupiscono, ad esempio l’altissima preponderanza di uomini nelle forze armate. In realtà, la differenza più marcata riguarda artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici. Fra i dati rilevanti, il gap superiore al 70% nelle professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione (85% di uomini contro il 15% di donne), ingegneri, architetti e professioni assimilate (il differenziale è intorno al 60%).

Fra gli imprenditori, si può spezzare una lancia a favore delle piccole e medie imprese: in generale, la professione è a forte preponderanza maschile, ma il gap è decisamente meno vistoso fra le piccole imprese. Nel dettaglio, nella grandi imprese ci sono l’82% di imprenditori, amministratori e direttori uomini contro il 18% di donne, nelle realtà di minori dimensioni, uomini al 65% e imprenditrici donne al 35%.

Da segnalare, infine, la presenza in questa poco edificante classifica dei dipendenti con qualifiche elevate delle pubbliche amministrazioni, ovvero: membri dei corpi legislativi e di governo, dirigenti ed equiparati dell’amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse nazionale e sovranazionale.

Le assunzioni incentivate possono essere sia a tempo determinato che indeterminato e anche in somministrazione. Per le assunzioni termine il bonus spetta per dodici mesi ed è pari al 50% dei contributi INPS a carico del datore di lavoro. Se l’assunzione a termine viene trasformata a tempo indeterminato lo sgravio spetta fino a 18 mesi.

Requisiti
Ma vediamo in breve quali sono i requisiti che il lavoratore deve possedere al momento dell’assunzione per poter richiedere lo sgravio.

Il bonus in realtà si applica sia a uomini che donne over 50 disoccupati da oltre dodici mesi (c. 8 art. 4 L. 92/2012).

Inoltre il bonus può essere applicato anche alle assunzioni di donne di qualsiasi età disoccupate da almeno 24 mesi in qualsiasi settore e in tutte le regioni d’Italia.

Infine l’incentivo può essere fruito per:

l’assunzione di donne di qualsiasi età residenti nelle aree svantaggiate e prive d’impiego da almeno 6 mesi, oppure per l’assunzione nei settori e nelle professioni caratterizzate da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% il valore medio annuo. I settori e le professioni individuati sono individuati annualmente con Decreto del Ministero del Lavoro di concerto con il MEF.

Bonus donne e over 50 disoccupati 2019: settori e professioni individuati
Con il Decreto interministeriale 09/11/2018, che trovate allegato a fondo pagina, vengono individuati:

i settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 per cento la disparità media uomo-donna.

le professioni caratterizzate da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 per cento la disparità media uomo-donna.



venerdì 11 novembre 2016

Lavoro le professioni più richieste nel 2017



Annunci di lavoro, le professioni che saranno più ricercate nel 2017 e con quali retribuzioni: in cima alla lista Multichannel Architect, i professionisti dei Big Data e quelli dell’IT Security.

Saranno ancora le professioni digitali le protagoniste del mercato del lavoro nel 2017, con oltre la metà delle aziende italiane che sarà pronta ad aprire le porte a nuovi professionisti IT: è quanto emerge dall’Osservatorio di Antal Italy, multinazionale leader nell'ambito della ricerca e selezione di personale.

Tra i profili professionali più ricercati:

i Multichannel Architect, professionisti che si occupano di disegnare l’architettura generale degli applicativi definendo i processi, le specifiche del sistema e le integrazioni tra i sistemi legacy, front-end e app: +24% di richieste nel 2015, +27% previsto per il biennio 2016-2017 che raggiungono il 27%. Tra le skills tecniche maggiormente richieste al Multichannel Architect troviamo la conoscenza degli sviluppi con tecnologia Java (+10% previsto per il 2017) seguito da linguaggi nativi mobile iOS & Android e ibridi. Vengono inoltre richieste spiccate doti analitiche e avere dimestichezza con diversi approcci metodologici tra cui attualmente la metodologia AGILE oppure approccio Devops. Secondo l’Osservatorio ad oggi il 25% delle posizioni aperte per questo ruolo non viene coperta per mancanza di candidati con competenze idonee;

i professionisti dei Big Data, ruoli chiave della rivoluzione tecnologica in atto soprattutto nel settore finanziario, Nel 2016 l’investimento del mercato finanziario ha visto un incremento del +26% e per il 2017 è previsto un ulteriore +2% per poi mantenere questa stabilità nel 2018;

i professionisti del mondo del IT Security, a fronte del fatto che il crescente utilizzo di dati sensibili pone problematiche sulla privacy, sulla proprietà di tali dati personali raccolti e sulla vulnerabilità informatica. Gli investimenti in tal senso sono cresciuti del 34% nel corso del 2016 e sono destinati a raddoppiarsi nel 2017. Conseguentemente le assunzioni, in crescita di oltre il +35% dal 2015 al 2016 e destinate a salire di un ulteriormente +21% nel 2017.

Per quanto riguarda il fronte retributivo:
per i Multichannel Architect si parte da una retribuzione annua lorda di 35.000 euro per le figure più junior fino ad arrivare ai 70.000 euro per le figure con una seniority decennale;

per i professionisti dei Big Data la RAL oscilla dai 27.000 ai 40.000 euro per un ruolo di sviluppatore, dai 38.000 ai 60.000 euro in caso di Architetto Applicativo o Data Scientist, dai 50.000 ai 70.000 euro per un Infrastructure Administrator Big Data e dai 60.000 ai 120.000 euro per un ruolo di responsabilità sulla tematica;

per i professionisti del mondo del IT Security le retribuzioni vanno dai 26.000 ai 32.000 euro per figure Junior, dai 32.000 ai 45.000 euro per figure Middle, fino ai 65.000 euro per i ruoli senior e per i ruoli manageriali si va dagli 80.000 ai 120.000 euro.

Le più pagate nel 2017?

A dare una risposta è l’Osservatorio di Antal Italy, secondo il quale le figure professionali più ricercate nel mercato del lavoro italiano saranno i Multichannel Architect ma anche i professionisti dei Big Data e dell’IT Security.

Le professioni digitali non rappresentano solamente il futuro bensì anche una vera e propria mancanza, almeno in Europa: si stima infatti che – entro il 2020 – il “vecchio continente” si troverà con 900mila posizioni vacanti da assegnare a professionisti digitali. Ma, entrando più nel particolare, quali saranno le professioni più richieste e più pagate nel 2017? Sulla base dell’Osservatorio di Antal Italy, multinazionale leader nell’ambito della ricerca e selezione di personale, in vetta alla classifica troveremo i Multichannel Architect. “Tra le skills tecniche maggiormente richieste al Multichannel Architect troviamo la conoscenza degli sviluppi con tecnologia Java (+10% previsto per il 2017) seguito da linguaggi nativi mobile iOS & Android e ibridi. E’ inoltre importante possedere spiccate doti analitiche e avere dimestichezza con diversi approcci metodologici tra cui attualmente i più in voga sono la metodologia AGILE oppure approccio Devops” spiega Felice Perrone,Team Leader IT Division di Antal Italy. Lo stipendio medio di un Multichannel Architect va dai 35mila euro lordi annui di una figura junior ai 70mila di un senior.

Al secondo posto tra le professioni più pagate e ricercate del 2017 sono i professionisti dei Big Data, con particolare attenzione all’IoT (Internet Of Things). Complice la rivoluzione tecnologica che sta interessando il settore finanziario, il mercato si è trovato quest’anno a investire il 26% in più. In questo caso, uno stipendio medio va dai 27mila euro annui di uno sviluppatore junior sino ai 120mila euro annui in caso di una figura con importanti responsabilità. Il terzo posto spetta invece ai professionisti dell’IT Security, con retribuzioni che oscillano tra i 26mila e 32mila euro per le figure junior sino ai 120mila euro per chi copre invece un ruolo manageriale.

Al di là dell’andamento congiunturale dei diversi settori, ci sono alcuni profili che hanno maggiore spendibilità sul mercato del lavoro. Se guardiamo alle posizioni più richieste dalle aziende secondo lo studio consultato, la classifica vede cinque figure professionali che marcano un segno positivo: responsabili di sviluppo immobiliare, store manager, sales representative, capi reparto e key account manager. Si capisce dunque che il gruppo più dinamico è quello che si muove in ambito commerciale, il che è anche comprensibile tenuto conto che le figure sales e di business development spostano spesso pacchetti clienti (quindi potenziale fatturato) e che non sia sempre semplice reperirne all’interno di un settore, poiché talvolta risultano blindati da patti di non concorrenza che limitano per un certo periodo la “mobilità” di queste figure tra i vari competitors.

Un altro punto interessante rispetto alle professioni più richieste lo offre l’indagine Unioncamere che mappa nello specifico, tra le altre cose, anche i profili più difficili da reperire sul mercato del lavoro.

Si conferma infatti la differenza nazionale tra domanda e offerta e di lavoro, probabilmente anche a causa di un sistema educativo-formativo non sempre allineato alle esigenze e alla velocità di cambiamento del contesto economico. Le imprese prevedono infatti difficoltà di reperimento per il 13% delle assunzioni pianificate in questa prima parte dell’anno, quota che raggiunge il 18% nell’industria e l’11,4% nei servizi.

Tra le figure professionali più difficili da reperire troviamo al primo posto i direttori di funzione, seguiti da specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, così come ingegneri e specialisti in ambito economico-gestionale e professionisti in ambito education.

Se a prima vista può sembrare strana questa distanza tra domanda e offerta in un Paese come il nostro in cui non mancano persone in cerca di lavoro, ad una riflessione più approfondita probabilmente il mismatch è da identificare non tanto nel tipo di professionalità richiesta, quanto nel tipo di lavoro che ne richiede l’applicazione. C’è infatti un discreto numero di posizioni che sono totalmente nuove rispetto al passato o che ne rappresentano una variante rilevante. Se guardiamo ai profili emergenti fotografati dall’indagine MEOS, troviamo sul podio i Senior User Experience Designer, gli analisti funzionali e i web developer. Ma in realtà questa è solo la punta dell’iceberg di quello che sta chiedendo il mercato. Un’idea più di lungo termine di cosa bolle in pentola può offrircela la classifica stilata da LinkedIn, il social network professionale attualmente più sviluppato a livello mondiale. Lo staff di LinkedIn ha infatti analizzato con un algoritmo predittivo le richieste delle aziende nel 2015 ed è stata in grado di simulare una top 25 delle competenze vincenti nel 2016.

Le prime tre skills della calssifica sono cloud & distributed computing, analisi statistica e data mining, marketing campaign management. Alcune di queste competenze non erano nella top 25 dell'anno precedente, a suggerire una velocità nel cambiamento nell’assetto organizzativo che interessa almeno una parte del mercato del lavoro.

In effetti, le indagini che abbiamo citato fotografano la realtà esistente, una realtà che probabilmente riguarda la grande maggioranza del tessuto produttivo-commerciale nazionale. Ma è importante ricordare che queste statistiche faticano a rilevare una dimensione prospettica. Non mappano i business emergenti, le start-up già avviate così come quelle che saranno ulteriormente create e accelerate da incubatori come H-Farm e Nuvolab (due eccellenze italiane nella top 10 mondiale), le nuove professioni e tutti quei profili che nemmeno le aziende sono ancora in grado di identificare perché in prima fila a fronteggiare la complessità e l’evoluzione del proprio mercato di riferimento.



giovedì 1 gennaio 2015

Lavoro: professioni più richieste e profili professionali per il 2015



Il mondo del lavoro è una realtà dinamica in costante trasformazione. I fabbisogni occupazionali cambiano in base alle fasi economiche, alle trasformazioni sociali e tecnologiche in corso. Professioni che sono molto ricercate potrebbero non esserlo più nel medio termine. Per questo, soprattutto in fasi critiche come quella attuale, è importante conoscere le tendenze che regolano il mercato del lavoro. Anche il percorso dalla scuola al lavoro non è sempre automatico. Per questo è importante, nella scelta degli studi, conoscere quali siano i titoli più richiesti, quali i laureati maggiormente ambiti dalle aziende. Per studiare i movimenti della domanda di lavoro e gli sbocchi professionali dei laureati è possibile consultare, oltre ai rapporti del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, le previsioni dell’Isfol sui fabbisogni occupazionali e i dati periodicamente curati dal sistema Excelsior.

Per quanto riguarda le professioni si conferma la tendenza alla polarizzazione, che vede aumentare le professioni ad alto livello di qualifica (professioni intellettuali e tecniche) e le professioni non qualificate a scapito di quelle a qualifica intermedia (artigiani, operai, conduttori di impianti).

Vediamo i profili:
Professioni alto profilo: ingegneri energetici e meccanici, esperti marketing, analisti e progettisti software.

Con Media specializzazione: in aumento la ricerca di commessi e camerieri.

Operai specializzati:  cresce la richiesta di elettricisti e operai addetti alle macchine confezionatrici.

Settore agricolo: +54mila assunzioni rispetto al 2013, con richieste di stagionali, addetti alla manutenzione di aree verdi e viticoltori.

Tra le dieci professioni emergenti figurano sia profili ad elevata qualifica come ingegneri, specialisti nella formazione, tecnici delle attività assicurative e specialisti in scienze giuridiche, sia professioni  a qualifica medio- bassa come artigiani, operai, addetti alle pulizie e all’igiene degli edifici e personale non qualificato addetto a servizi di pulizia.

Le prime dieci professioni a maggior crescita occupazionale dovrebbero, secondo i dati Isfol, determinare circa il 70% del totale delle nuove posizioni occupazionali previste per il 2015. Tra queste vi sono lavori a bassa qualifica, come personale addetto ai servizi di igiene e pulizia, professioni a media qualifica come personale di segreteria, esercenti, addetti alla ristorazione, esercenti delle vendite all'ingrosso e personale ad elevata specializzazione come tecnici delle scienze quantitative fisiche e chimiche, tecnici delle attività finanziarie ed assicurative e specialisti in scienze giuridiche. Vediamole in dettaglio.

Personale non qualificato addetto a servizi di pulizia, igienici, di lavanderia ed assimilati. Si tratta del personale non qualificato addetto a servizi di pulizia, igienici, di lavanderia ed assimilati. La quota rispetto all'occupazione totale salirà in questo ambito dal 7,8% del 2010 al 9,6% nel 2015. Svolgono attività di igienizzazione su vasta scala degli ambienti interni ed esterni di edifici. Qui nel 2015 le offerte di lavoro cresceranno dello 0,1% da 0,7% a 0,8%.

Esercenti ed addetti alle vendite all’ingrosso. Si tratta degli esercenti ed addetti alle vendite all'ingrosso. La quota rispetto all'occupazione totale passerà dall'1,2% del 2010 all'1,4% nel 2015. Assistono, consigliano e informano i clienti negli esercizi di vendita riservata a produttori, rivenditori distributori. Qui la quota nel 2015 salirà all’1,4% dall’1,2% del 2010.

Artigiani ed operai specializzati addetti alla pulizia ed all’igiene degli edifici. Riguarda tutti quegli artigiani ed operai specializzati addetti alla pulizia ed all'igiene degli edifici. L'incremento dal 2010 al 2015 è di uno 0,1% (da 0,7% a 0,8%).

Fabbri ferrai costruttori di utensili ed assimilati, ovvero costruttori di utensili ed assimilati passeranno nel 2015 dall'1,1% sull'occupazione totale all'1,3%. Dunque una professione letteralmente in risalita. Lavorano manualmente, anche con l’ausilio di macchinari, lingotti, lamiere e profilati in metallo.

Ingegneri e professioni assimilate. Chi si laurea in ingegneria difficilmente resterà senza lavoro. Nel 2015 la quota rispetto all'occupazione totale si manterrà allo 0,8%, un mestiere antico ma sempre attuale.

Personale non qualificato nei servizi turistici, nonostante la crisi e la conseguente minor spesa dei consumatori in chiave turistica, questo tipo di figura manterrà intatta la propria quota occupazione allo 0,3% del totale.

Specialisti in scienze giuridiche. In aumento la quota occupazionale per gli specialisti in scienze giuridiche, da giudici e/o avvocati a impiegati in uffici legali. La quota sul totale sale dall'1% all'1,1%. Avvocati, esperti legali in imprese ed enti pubblici, notai, magistrati: per queste unità professionali l’Isfol prevede un aumento della quota occupazionale dall’1% all’1,1%.

Specialisti dell’educazione e della formazione, ovvero specialisti dell'educazione e della formazione (insegnanti di sostegno). Ma ad alzare la quota dallo 0,3% allo 0,4% del 2015 saranno soprattutto i consulenti della formazione, quindi insegnanti, specialisti dell’educazione ma anche docenti della formazione.

Tecnici ed attività finanziarie ed assicurative. Specialisti in rilevazione e analisi dei dati finanziari, investimento di imprese e famiglie. Per queste offerte di lavoro si prevede un +0,1% dall’1,2% all’1,3%.

Professioni qualificate nei servizi sanitari. Supportano il personale sanitario nella somministrazione di terapie, nella sorveglianza e nella tutela dell’igiene. Anche qui quota occupazionale stabile allo 0,3%.

Profili e titoli di studio maggiormente richiesti 2015

Le Figure professionali della pulizia e dell'igiene.

I Responsabili del commercio all'ingrosso.

 Gli ingegneri in generale.

I fabbricanti di macchine utensili.

I profili non specializzati del settore turistico.

I professionisti in diritto come giuristi, magistrati, ecc.

I professionisti in assistenza infermieristica.

I professionisti del mercato finanziario.

Attestati di scuola superiore con indirizzo tecnico e commerciale.

Attestati di scuola superiore con indirizzo turistico e della ristorazione.

Attestati di scuola superiore con indirizzo tecnico manutentore.

Attestati di laurea in economia e commercio.

Attestati di laurea in ingegneria elettronica e scienze dell'informazione.

Attestati di laurea in ingegneria imprenditoriale.

Attestati di laurea in ingegneria civile e ambientale.

Attestati di laurea in ogni indirizzo di ingegneria.

Attestati di laurea in scienze della formazione.

Attestati di laurea in operatore sanitario-paramedico.





domenica 14 luglio 2013

Professioni per venditori e agenti più di 2.000 offerte di lavoro



Le posizioni aperte nel commerciale sui siti Gi Group, Monster, Subito.it e Trovolavoro.it.

Per esercitare la professione di Agente di Commercio bisogna iscriversi in un apposito Ruolo tenuto dalle Camere di Commercio (L. 204 del 3/5/85). Per potersi iscrivere al ruolo bisogna avere i seguenti requisiti generali, morali e professionali:

REQUISITI GENERALI:
Cittadinanza italiana o di una degli stati membri dell'Unione Economica Europea ovvero cittadino extracomunitario residente in Italia ed in possesso di permesso di soggiorno;
Possesso del titolo di studio di scuola secondaria di primo grado (Scuola media);
Godimento dell'esercizio dei diritti civili;

REQUISITI MORALI:
Non essere interdetto o inabilitato, condannato per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’economia pubblica, l’industria ed il commercio, ovvero per delitto di omicidio volontario, furto, rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita, ricettazione e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni salvo che non sia intervenuta la riabilitazione;
Non essere sottoposto a misure di prevenzione per la lotta contro la delinquenza mafiosa;

REQUISITI PROFESSIONALI:
Possesso di diploma di scuola di secondo grado ad indirizzo commerciale o laurea in materie commerciali o giuridiche;
Aver frequentato, con esito positivo, uno specifico corso professionale di qualificazione riconosciuto dalle Regioni;
Avere esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque anni, anche non continuativa, come dipendente con qualifica di viaggiatore piazzista o con mansioni di dipendente qualificato addetto alle vendite, o dipendente di un ente o società del settore finanziario, creditizio o fiduciario con compiti di intermediazione finanziaria;
Essere titolare di attività commerciale come lavoratore autonomo per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, o titolare di attività artigiana di produzione e relativa vendita.
Per le società di agenzia commerciale il requisito professionale deve essere posseduto dal legale rappresentante o dai legali rappresentanti in carica.

INCOMPATIBILITA':
L'iscrizione al ruolo è incompatibile con l'attività svolta in qualità di dipendente da persone, associazioni o enti, privati e pubblici, ed è preclusa a coloro che sono iscritti nei ruoli di mediatore o comunque svolgono attività per le quali è prescritta l'iscrizione in detti ruoli.
A guardare gli annunci di lavoro sembrerebbe che la crisi del lavoro non ha colpito i venditori e agenti del settore commercio. Rispetto ad altri professionisti si muovono in un mercato dinamico in cui le uscite bilanciano le entrate e in cui, secondo gli ultimi dati di Excelsior, le aziende non riescono a soddisfare il 14% delle loro esigenze. Le ricerche spaziano per settore, ruolo e zona geografica con possibilità anche per junior.

Su Trovolavoro.it sono presenti più di 2.000 offerte per professionisti delle vendite: 227 agenti, 809 commerciali, 80 venditori e 1116 fra sales account, direttori vendite, addetti al punto vendita e al telemarketing. Dati interessanti anche su Subito.it in cui il 35,2% delle inserzioni riguarda figure commerciali dell'energia e del gas, delle grandi aziende di telecomunicazione, telefonia e reti. Buone possibilità anche per gli agenti immobiliari e per gli operatori di call center.

Per quanto riguarda Monster.it, i profili più ricercati sono quelli dei consulenti commerciali con spiccate competenze tecniche ed esperienza nei settori TLC, medicale o meccanico. Intercettano una buona fetta delle ricerche anche le agenzie per il lavoro. Ed ecco una ricerca di gruppo di Gi Group per 150 professionisti della vendita per BE1  information technology e telecommunication con competenza e passione per il mondo IT e l'innovazione tecnologica. Indispensabile avere una partita Iva o essere disposto ad aprirla. Le sedi di lavoro sono in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio e Campania (curriculum vitae a be1@gigroup.com).

Sempre Gi Group seleziona anche 12 agenti monomandatari e plurimandatari con esperienza nel settore dell?ospitalità. In questo caso le zone sono: Piemonte, Valle d?Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia (curricum a sales@gigroup.com). Cento prossimi inserimenti arrivano anche da Quanta per diversi settori merceologici e su tutto il territorio nazionale (le indicazioni si trovano su http://it.quanta.com). Infine a titolo esemplificativo una delle aziende che ricerca direttamente: Berner con i suoi 100 agenti monomandatari in tutta Italia con esperienza professionale coerente. Per loro è previsto comunque un programma di corsi tecnico-commerciali nella scuola di formazione interna (www.berner.it).

E’ una professione in continua evoluzione, in cui il dinamismo è la parola d’ordine. Il venditore non si limita ad andare con auto, pc e telefono a caccia di clienti. Con la nuova organizzazione distributiva le aziende chiedono ai loro agenti di esercitare una ulteriore funzione altrettanto importante: fornire informazioni e suggerimenti utili per la messa a punto di nuove strategie di marketing. Si tratta, in altre parole, di garantire la presenza sul territorio, di intuire quali possono essere i trend futuri, di cogliere le esigenze dei clienti e di osservare il comportamento dei concorrenti. Il tutto per fornire alle aziende i dettagli necessari per mettere a punto politiche di prodotto, prezzo, promozione e di posizionamento sul mercato ad hoc. Certo non tutte le imprese sono in grado di cogliere allo stesso modo l’importanza del ruolo che può avere un venditore. Quel che è certo è che la professione, a quasi esclusivo appannaggio maschile (il numero delle agenti è comunque in costante crescita, grazie anche agli accordi economici collettivi sulla tutela della maternità), non si può improvvisare ed è molto ricercato. Basti dire che un’offerta di lavoro su tre interessa gli agenti e che, a livello nazionale, se ne contano circa 200 mila.

sabato 6 luglio 2013

Professioni ecosostenibili le nuove opportunità di lavoro

Tempo di crisi ma non per tutti, soprattutto per l’economia verde e per chi lavora nel settore dell’ ecosostenibilità.

Il fenomeno della green economy, ovvero dell'economia verde, sta apportando delle modifiche nelle tecniche produttive di beni e servizi e nel mercato del lavoro. Grazie all'affermazione della green economy stanno nascendo delle nuove figure professionali, alle quali sono richieste competenze specifiche nell'ambito dell'economia sostenibile.

Ecco quali le principali opportunità di lavoro.

Vediamo alcune idee per trasformare la propria professione  in un mestiere ecosostenibile, appartenente dunque a un settore che oggi come mai appare in forte crescita (oltre tre milioni e mezzo i lavoratori in tutta Europa, e anche in Italia si prevede presto un vero exploit). Tra queste nuove professioni, c’è l’eco-avvocato, il quale si occupa di fornire ad aziende e privati consulenze specifiche in merito a questioni attinenti all’ecosostenibilità e alle leggi che la disciplinano. Per intraprendere questa professione occorre ovviamente una laurea in giurisprudenza e una specializzazione in diritto ambientale riguardante sia l’Italia che l’Europa.

Le figure professionali che vengono assorbite oggi in questo settore sono molto più varie rispetto al passato e richiedono competenze sempre più specifiche.

Se sino a pochi anni fa i profili professionali più richiesti nell'ambito erano di livello medio e basso, oggi vengono ricercati soprattutto professionisti con esperienza manageriale vogliosi di veicolare la loro esperienza nel settore dell’energia verde.

Attualmente non vi sono nell’ambito delle energie sostenibili aree di lavoro precise per professionisti di alto livello. Questi settori sono in costante crescita e tendono sempre di più a differenziarsi e a cercare capacità e profili sempre più differenti.

Edilizia ecosostenibile una volta si limitava alla sola installazione e la manutenzione di pannelli fotovoltaici presso abitazioni private o aziende. Oggi esalta uno spettro di possibilità più ampio: basti riflettere che esistono aziende che si dedicano sia alla progettazione sia alla costruzione di edifici ecosostenibili. In questo caso le competenze richieste vanno dalla progettazione di un impianto di riciclo dell'acqua, alla scelta dei materiali isolanti più adatti all’uso futuro dell’edificio.

Una figura professionale nuova, nata dalle esigenze del mercato del lavoro dell’energia sostenibile è il così chiamato energy manager. Questa figura professionale si occupa dello studio di soluzioni tecnologiche per edifici al fine di ottenerne il risparmio energetico. Questi professionisti si preoccupano di far raggiungere l'efficienza energetica tramite la scelta di materiali e soluzioni adeguate.

I mobility manager invece studiano il modo migliore di organizzare gli spostamenti sul territorio di un’azienda, al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica e far risparmiare i soldi spesi ogni mese in carburante.
Il settore delle energie rinnovabili e dell’ecosostenibilità rappresentano un’ottima possibilità per chi, dopo anni di esperienza, vuole mettere in gioco le proprie competenze in nuovi progetti e in nuove aree di lavoro.

Sul web esistono portali dedicati specificamente alla ricerca di lavoro per professionisti sia nel campo delle energie rinnovabili sia in quello delle energie sostenibili. Forse potrebbe essere anche la vostra buona chance per mettere a disposizione le vostre competenze ad uno sviluppo ecosostenibile del nostro pianeta.

E' possibile trovare diverse informazioni sulle opportunità di lavoro per i green jobs nel sito www.greeneconomics.it, che tratta tutte le tematiche inerenti all'economia verde. Il sito è diviso in varie sezioni che illustrano diversi temi, ovviamente legati alla green economy.
Ecco le figure green più ricercate:

Biotecnologo. Con una laurea in biotecnologia è possibile accedere a questa figura. Il biotecnologo produce (o ne studia le modalità di produzione) biocarburanti e sistemi di disinquinamento.

Amministratore del territorio. Si tratta di un profilo di alto livello, per il quale è necessaria la laurea in ingegneria ambientale. Il suo compito è quello di gestire e analizzare la formazione (flora, fauna, struttura geologica) di un territorio, anche alla luce delle direttive europee a riguardo.

Paesaggista. Ovvero la tutela del verde anche in città, con la creazione di zone ad hoc. Numerose facoltà di architettura hanno istituito un corso di laurea dedicato.

Valutatore di impatto ambientale. Una figura a metà fra l’ingegnere e il giurista (entrambi i profili, sempre coadiuvati da corsi di specializzazione, sono validi) che conosce le norme europee ed internazionali per redigere valutazioni di natura tecnica su progetti urbani e aziendali.

Ecoturismo. Ovvero la versione green del tour operator, che promuove itinerari (anche agro-alimentari) lontani dalle mete convenzionali.

domenica 21 aprile 2013

Guida ai falsi annunci di lavoro. Come muoversi


Se ne leggono di annunci di lavoro, la maggior parte sul web: centinaia di pagine e bacheche visitate con i clic per cercare lavoro. Si legge, ci si candida, si aspettano risposte. Poi un giorno arriva una mail: un’offerta condizionata all’invio di denaro, in certi casi. Un’offerta che non esiste veramente, in altri. L’affare dei falsi annunci di lavoro è un affare che si sta infiltrando velocemente sul web, sulla Rete.

A volte la troppa esperienza del mondo degli annunci di lavoro possono giocare brutti scherzi a chi è in cerca in modo spasmodico una occupazione. Come se non bastasse la scarsezza di offerte con contratto e retribuzione dignitose, spesso infatti bisogna anche fare i conti con aziende poco serie o finte, che pubblicano proposte da cui è meglio stare alla larga per non rischiare di perdere soldi.
Sempre più spesso, quando si naviga in siti creati appositamente per la pubblicazione di annunci di lavoro, capita d'imbattersi in inserzioni poco chiare, su alcuni punti di vista o, troppo espliciti su altri, dalla quale è sempre meglio stare lontano.

 Ecco allora una guida su come muoversi verso gli annunci di lavoro falsi.

Come primo aspetto è bene avere un grande attenzione, buonsenso e una dose di diffidenza sono i tre pilastri fondamentali che chi cerca lavoro non dovrebbe mai dimenticare. Tuttavia, in tempo di crisi e quando il mercato del lavoro sembra non offrire alcuna opportunità, anche la persona più navigata rischia di cadere in offerte che non hanno nulla di serio.

Un primo consiglio è non considerare le offerte di lavoro in cui non è indicato il nome dell'azienda e non è presente neppure una presentazione in forma anonima del settore in cui opera e dell'attività che svolge. Diffidate da questi annunci anche nel caso ci sia indicato un numero di telefono o una email con nome e cognome, non sono per niente una garanzia.
E' meglio stare alla larga dalle offerte che cercano profili generici e che propongono attività poco chiare, così come da quelle che promettono facili guadagni. Le aziende serie sono sempre molto attente ai requisiti professionali e personali delle persone da inserire e in tempi di crisi diventano ancora più esigenti: gli annunci che promettono lavori facili e alte remunerazioni nella quasi totalità dei casi nascondono una truffa.

Bisogna diffidare dalle offerte di lavoro che richiedono l'invio di dati personali riservati, del codice fiscale, del numero della carta di credito o del conto corrente per le ragioni più svariate e spesso (purtroppo) apparentemente legittime e del tutto motivate: nessuno assume sulla base dell'anagrafica e/o del conto in banca. Anzi, gli annunci che non prevedono neppure un colloquio telefonico o via Skype sono da considerare finti e potenzialmente pericolosi.

Diffidare gli annunci di lavoro in cui sono prospettati facili guadagni. Infatti, niente è facile, neanche trovare un lavoro, figurasi un guadagno.

Per quanto perfetti possano essere, tali annunci, per questioni inderogabili, presentano delle falle, che è possibile individuare magari rileggendo più volte, nel caso il nostro intuito, trovi qualcosa di poco convincente in quelle righe. In genere le caratteristiche che segnalano un falso annuncio, sono le seguenti:

Attenzione anche ai colloqui di lavoro da svolgere via telefono o tramite Skype, è una questione di buon senso in questo caso. E' consigliabile quindi e, in tutti i casi, svolgere un approfondita e accurata ricerca sull'azienda in questione,  prima di recarsi di persona al colloquio.

Comunque per difendersi dalle truffe e segnalare quella in cui si è eventualmente finiti, evitando ad altri la stessa spiacevole esperienza, il consiglio è allora di visitare il sito Bob Spammit, sempre aggiornatissimo e agguerrito contro chi vuole fare della sfortuna degli altri la propria fortuna.

sabato 17 novembre 2012

Legge di stabilità 2013 e detrazioni figli a carico


La legge di stabilità 2013 ha ritoccato al rialzo la detrazioni per carichi di famiglia e in particolare le detrazioni figli a carico. Queste detrazioni si applicano a seconda del reddito dichiarato.

Vediamo in modo analitico cosa è cambiato per le singole professionalità.

Per gli impiegati della pubblica amministrazione (con un reddito più o meno sotto i 30.000 euro), in una famiglia tipo con due figli entrambi sopra i tre anni, gli sconti ammontano a 1.382 euro, 218 in più del 2012. Nel caso di tre figli si sale a 2.166 euro, mentre per un figlio solo la detrazione è calcolata in 650 euro l'anno.

Nel caso di una famiglia con tre bambini, uno sotto i tre anni e gli altri due più grandi, il cui reddito sia compreso tra i 50.000 e i 60.000 euro (quello di un medico pubblico ad esempio) le detrazioni passeranno dagli attuali 1.414 euro ai 1.622 previsti dal prossimo anno, con un guadagno di 208 euro.

Con la stessa composizione famigliare ma con un reddito tra i 25.000 e i 30.000 euro (per esempio quello di un insegnante) la detrazione é invece di 2.371 euro, 304 in più di quella in vigore.

La differenza maggiore tra la vecchia e la nuova normativa la sentiranno le famiglie con un bambino disabile. Per i redditi più bassi, quelli sotto i 20.000 euro, e un figlio sotto i tre anni lo sconto arriva a 1.397 euro, 513 in più dell'attuale. Si passa a 1.304 euro se gli introiti annuali sono di 25.000 euro e a 1.211 se il reddito sale a 30.000. Lo sconto minimo per chi guadagna più di 60.000 euro è di 652 euro (239 in più di oggi). Se il bambino ha più di tre anni, si va invece da una detrazione massima di 1.239 euro per i redditi bassi (434 in più dell'attuale normativa) a 578 euro per i redditi più alti (203 in più rispetto al 2012).

Per calcolare  l’importo della detrazione spettante bisogna utilizzare la funzione inserita nelle istruzioni della dichiarazione dei redditi (con l’aumentare dei figli, ovviamente, cambiano i coefficienti da applicare).

Una famiglia con reddito di 10mila euro e un figlio
figlio con meno di tre anni: 1.220 moltiplicato per 85mila (differenza fra 95mila e reddito), diviso per 95mila, ossia 1.092 euro: + 287 euro rispetto agli 805 euro previsti con la precedente normativa.
figlio con più di tre anni: 950 per 85mila diviso 95mila, ossia 850 euro (+135 euro rispetto ai 715 euro di prima).

Una famiglia con reddito di 10mila euro e due figli
entrambi sotto i tre anni: 2.218 euro (+582 euro rispetto ai precedenti 1.636 euro)
solo uno sotto i tre anni: 1.973 euro da 1.623 euro (+350 euro).

Una famiglia con reddito di 20mila euro
un figlio sotto i tre anni: 963 euro (+273 euro rispetto ai 710 della precedente detrazione)
un figlio sopra i tre anni: 750 euro da 631 euro (quindi +119 euro)
due figli sopra i 3 anni: 1.555 euro contro i precedenti 1.309 (+246 euro)

Una Famiglia con reddito di 30mila euro
un figlio sotto i 3 anni: 835 euro contro i precedenti 615 euro (+220 euro)
un figlio sopra i 3 anni: 650 euro contro i precedenti 547 euro (+103 euro)

Una famiglia con reddito di 40mila euro
un figlio sotto i tre anni: 706 euro contro i precedenti 521 euro (+185 euro)
un figlio con più di tre anni. 550 euro contro i precedenti 463 euro (+87 euro)

martedì 26 giugno 2012

Fare carriera nel lavoro con i social network



La società di ricerca Millward Brown ha recentemente rilasciato uno studio, realizzato espressamente per Google, nel quale sono state analizzate le peculiarità dei social network in relazione a l’impatto che questi possono avere sulla produttività e la carriera dei lavoratori.
Chi condivide va avanti. Fa carriera, incoraggia il team, valorizza idee e professionalità facendo crescere se stesso e l'azienda per cui lavora. Le conclusioni della ricerca realizzata da Millward Bown per Google, smontano alcuni luoghi comuni sull'uso dei social network sul posto di lavoro. Emerge che chi li adopera per motivi professionali fa carriera più facilmente: l'86% degli intervistati è stato promosso di recente contro il 61% di chi non ne fa uso. È inoltre mediamente più soddisfatto del lavoro e si ritiene il 25% più produttivo ed efficiente. Non solo, più si sale nella scala gerarchica più i social network diventano familiari: il 71% di chi fa parte degli "staff senior" li impiega almeno una volta a settimana, contro il 49% degli utenti in ruoli junior.

«L'obiettivo della ricerca non è fornire una fotografia complessiva dell'adozione degli strumenti sociali online nell'industria italiana ed europea - ha spiegato Roberto Rossi, analista di Millward Brown. Abbiamo interrogato i dipendenti di aziende dove questi strumenti sono già disponibili, vedendo quali conseguenze hanno per chi ha una maggiore attitudine all'innovazione». Il campione è di 2.700 dipendenti in Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Spagna e Svezia provenienti da diversi settori: telecomunicazioni, media, trasporti, farmaceutico, retail, logistica.

La premessa è che internet ha cambiato la relazione tra sfera personale e professionale. L'esplosione dei social network come Facebook, Twitter e LinkedIn ha reso l'esperienza quotidiana della tecnologia fuori dall'azienda più smaliziata rispetto a quella che si trova sul posto di lavoro. Chi sa usare questi tool può aumentare la rete di conoscenze, tenere aggiornati amici nuovi e vecchi, rendersi più disponibile per il mercato del lavoro. C'è chi coltivando la sua reputazione online riesce a farsi un nome, il che non è un dettaglio visto che la ricerca su Google di nome e cognome è un modo per ottenere informazioni prima di un colloquio di lavoro, un meeting, un appuntamento. Proprio perché sfera professionale e personale tendono a mescolarsi, la ricerca consiglia di prestare particolare attenzione alla cura dei propri profili online, che oggi «sono un'estensione del curriculum».
Sull'onda di questo fenomeno che nasce nella sfera privata alcune aziende hanno implementato strumenti che cercano di riprodurre un'ambiente di collaborazione e interazione online con un fine dichiaratamente professionale. L'indagine prende in esame Jive, Yammer e Chatter, che permettono di lavorare a un progetto comune a distanza, condividendo le idee, abilitano la creazione di profili personali, community, chat, blog. I media sociali sul posto di lavoro consentono di trovare più rapidamente persone, informazioni e competenze (41%), favoriscono collaborazione e condivisione della conoscenza (37%), la crescita della rete di contatti (34%), riducono quantità e lunghezza delle mail (31%). A sorpresa l'Italia, insieme alla Spagna, è il Paese che che mostra il maggiore entusiasmo nei confronti dei social media sul posto di lavoro: un terzo del campione italiano (34%) dichiara di usare Facebook, LinkedIn, Twitter e Google Plus almeno una volta al giorno per attività professionali.

Alcune aziende, hanno inoltre deliberatamente scelto di utilizzare gli strumenti social proprio per stimolare ed incentivare la collaborazione tra i dipendenti e, sembrerà strano ma le aziende e i lavoratori Italiani, sono in testa alla classifica, assieme alla Spagna dei più favorevoli all’utilizzo dei social network nei luoghi di lavoro.
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