sabato 8 febbraio 2014

Electrolux cambia il piano industriale: piano B, Porcia non chiude



Lo stabilimento di Porcia non chiude, il piano per Susegana può essere migliorato, il taglio dell’orario di lavoro a 6 ore sarà messo in campo solo se la perdita di salario sarà sostenuta da ammortizzatori sociali: Electrolux cambia rotta, ed in una lettera indirizzata a Governo e sindacati preannuncia un «piano B», la disponibilità a superare i nodi della vertenza che avevano sollevato più preoccupazione.

Electrolux cambia rotta, ed in una lettera indirizzata a Governo e sindacati ha preannunciato, la disponibilità a superare i nodi della vertenza. La lettera è arrivata nel tardo pomeriggio ai sindacati. "Annuncia che ci sarà un nuovo piano industriale, con investimenti per Porcia, e miglioramenti al piano per Susegana", ha spiegato spiega il coordinatore nazionale per il settore elettrodomestici della Uilm, Gianluca Ficco; E "viene chiarito che lo schema di lavoro a 6 ore è da intendersi esclusivamente come modalità di utilizzo di ammortizzatori sociali". Il gruppo svedese "fa marcia indietro, la lotta dei lavoratori ha pagato. La convinzione di lottare per difendere fabbrica, salari e prospettive industriali ha vinto", commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: "L'azienda si è evidentemente resa conto che scaricare tutto il peso sui lavoratori era sbagliato. Ora il confronto riparte su basi diverse".

Il gruppo svedese «fa marcia indietro, la lotta dei lavoratori ha pagato. La convinzione di lottare per difendere fabbrica, salari e prospettive industriali ha vinto», commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: «L’azienda si è evidentemente resa conto che scaricare tutto il peso sui lavoratori era sbagliato. Ora il confronto riparte su basi diverse».

Poi contratti di solidarietà e cassa integrazione, ed uno studio di valutazione per conservare allo stabilimento di Susegana la produzione del frigorifero modello Cairo 3, secondo le prime indicazioni, era destinata all'Ungheria dal 2015.

La Rsu di Susegana (Treviso) nel pomeriggio aveva riferito dell’intenzione della direzione del gruppo di convocare a breve, pare entro mercoledì prossimo, un incontro con i vertici sindacali nazionali e il coordinamento delle Rsu; E, sulla base delle prime notizie trapelate ma ancora senza conferma, aveva ipotizzato che in arrivo ci fosse la formalizzazione del superamento del piano `A´, quello dei tagli, e la predisposizione di un piano alternativo, indicandone i possibili contenuti: una soluzione alternativa per lo stabilimento di Porcia (Pordenone) senza la chiusura, una soluzione per il contenimento del costo del prodotto senza intaccare il salario. Poi contratti di solidarietà e cassa integrazione, ed uno studio di valutazione per conservare allo stabilimento di Susegana la produzione del frigorifero modello Cairo 3, secondo le prime indicazioni, era destinata all’Ungheria dal 2015.


martedì 4 febbraio 2014

Inps, nel 2014 rosso per 12 miliardi. Crolla il numero delle nuove pensioni



Effetto Fornero, crollo nuovi assegni -43%. A fine 2012 il patrimonio dell’Inps era positivo per 21.875 miliardi (e per oltre 41 miliardi nel 2011 prima dell’unificazione con l’Inpdap) a fine 2013 il patrimonio era 7,4 miliardi. La situazione appare comunque, anche a causa della crisi e del calo della contribuzione, soprattutto dei lavoratori pubblici con il blocco del turn over, abbastanza delicata. Nel 2013 si è cominciato a risentire dell’effetto Fornero, ovvero dell’entrata in vigore della riforma con la «stretta» sulle pensioni di anzianità (fino a fine 2012 si usciva ancora con la finestra mobile e i vecchi requisiti). Il numero dei nuovi assegni liquidati nel complesso è calato del 43% tra il 2012 e il 2013 passando da 1,14 milioni a 649.000 pensioni (comprese tutte, previdenziali e assistenziali).

Nel 2013 sono stati state liquidate 649.621 nuove pensioni con un calo del 43% rispetto ai 1.146.340 di nuovi assegni liquidati nel 2012. E' quanto emerge dal confronto tra il bilancio preventivo Inps per il 2014 (nel quale sono contenuti i dati 2013 assestati che risentono della riforma Fornero) e il bilancio sociale dell'Istituto per il 2012.

A fronte di 649.621 nuovi assegni liquidati nel 2013, secondo il bilancio di previsione per il 2014 a breve all'esame del Civ Inps - sono state eliminate 742.195 pensioni. Di fatto quindi le pensioni vigenti a fine 2013 sono quasi 100.000 in meno di quelle vigenti a fine 2012 (18.518.301 nel 2013 e 18.607.422 a fine 2012). Il divario dovrebbe aumentare ancora nel 2014 con 596.556 nuove pensioni previste e 739.924 assegni che si prevede di eliminare. Tra il 2013 e il 2014 si prevede un crollo dei nuovi trattamenti di anzianità. Nel 2013 secondo i dati assestati sono stati nel complesso 170.604 (tra questi quasi 133.000 le pensioni di anzianità liquidate ai lavoratori dipendenti) mentre nel 2014 si stima che scendano a quota 80.457 (57.891 delle quali ai lavoratori dipendenti) con un calo del 52,8%.

Inps: in 2014 rosso per 12 miliardi - Nel 2014 l'Inps prevede un risultato di esercizio negativo per 11.997 milioni di euro, un dato che fa scendere il patrimonio (a 7.468 milioni a fine 2013) a -4.529 milioni alla fine di quest'anno. Il dato contenuto nel bilancio di previsione per il 2014 che sarà esaminato a breve dal Civ non tiene conto dell'intervento tecnico contabile contenuto nella legge di stabilità per neutralizzare la pregressa passività patrimoniale ex-Inpdap, pari a circa 25,2 miliardi di euro. Nel documento si sottolinea che a fronte del trasferimento definitivo delle anticipazioni concesse dallo Stato fino all'esercizio 2011 pari a 25.198 milioni di euro di cui 21.698 per anticipazioni di bilancio e 3.500 per anticipazioni di tesoreria previsto dalla legge di stabilità il risultato economico di esercizio nel 2014 passa da un disavanzo di 11.997 milioni a un avanzo di esercizio di 13.201 milioni. Il patrimonio netto a fronte di questo cambiamento risalirebbe a quota 20.669 milioni (da -4.529 milioni senza l'intervento della legge di stabilità).

Il risultato d'esercizio dell'Inps per il 2013 sarà negativo per 14,4 miliardi. Lo si legge nel preventivo dell'Istituto per il 2014. Con questo passivo il 2013 si chiude con un patrimonio netto di appena 7.478 milioni. Per il 2014 si prevede un ulteriore passivo di 11.997 milioni in attesa di chiarire però se lo Stato si accollerà in via definitiva l'onere delle pensioni dei dipendenti pubblici dal 2012 in poi (anno della confluenza dell'Inpdap nell'Inps).

La spesa pensionistica finanziata in via principale dei contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro nel 2014 ammonterà a 243,4 miliardi (+1,1% sul 2013) e sarà pari al 15,19% del pil. E' quanto prevede l'Inps nel bilancio di previsione 2014 che sarà a breve all'esame del Civ. Nel documento si sottolinea che la spesa pensionistica complessiva comprese le pensioni erogate per conto dello Stato (come quelle sociali o agli invalidi civili) ammonterà a 255,5 miliardi, pari al 15,94% del pil (16,21% nel 2013).
 Soffrono soprattutto le gestioni dei lavoratori pubblici con 8,8 miliardi di rosso nel 2013 e 11,48 previsti per il 2014 (il patrimonio è a -26,2 miliardi a fine 2013 e a -37,7 nel 2014) mentre la gestione dei parasubordinati registra un risultato economico di esercizio positivo per 8,8 miliardi nel 2013 e 7,7 previsti per il 2014 (il patrimonio accumulato è di oltre 89 miliardi nel 2014 e dovrebbe superare i 96 nel 2014). Il fondo pensioni lavoratori dipendenti registra un risultato negativo per il 2013 per 1,4 miliardi e oltre 120 miliardi di passivo per il patrimonio. Resta in forte attivo il patrimonio delle gestioni temporanee ai lavoratori dipendenti (178,9 miliardi nel 2013) nonostante il rosso registrato nell’anno per 558 milioni.

domenica 2 febbraio 2014

Alitalia e Etihad accordo nella fase finale della trattativa



Le due compagnie aeree in un comunicato congiunto annunciano che prende il via la fase finale di una due diligence “volta al possibile investimento di Etihad in Alitalia”.

"Nei prossimi 30 giorni - si legge -  entrambe le compagnie e i loro advisor definiranno come sviluppare una strategia comune per soddisfare gli obiettivi  che i due vettori si sono prefissati".  Si dovrà salvaguardare "la definizione  di un adeguato piano industriale". Alitalia e Etihad sono entrate ''nella fase finale della due diligence'' per l'ingresso della compagnia degli Emirati nella compagnia italiana. Lo comunica Alitalia in una nota. Le due società ''confermano che Alitalia ed Etihad sono entrati nella fase finale di un processo di due diligence volta al possibile investimento di Etihad in Alitalia'.

Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato di Alitalia, e James Hogan, Presidente e CEO di Etihad Airways comunicano nella nota ufficiale che "nei prossimi 30 giorni entrambe le compagnie e i loro advisor stabiliranno come sviluppare una strategia comune per raggiungere gli obiettivi che i due vettori si sono prefissati. La due diligence dovrà affrontare e risolvere tutti i temi che possano pregiudicare la definizione di un adeguato piano industriale, la cui completa realizzazione produrrà una redditività sostenibile per Alitalia".

Mancano solo i dettagli e sarà firmata un'intesa storica per Alitalia. Enrico Letta conferma "le discussioni" fra Alitalia e la compagnia degli Emirati Etihad. In una intervista all'emittente televisiva al Arabiya, Letta sottolinea che "ci sono molte altre opportunità, nel settore manifatturiero, in quelli della logistica e degli investimenti finanziari" e precisando il piano di privatizzazioni da 12-15 miliardi di euro che servirà all'Italia "per ridurre il debito e per avere nuovi capitali per investire". "È la prima volta da anni che presentiamo una fase importante di privatizzazioni: è il momento giusto perché oggi i mercati sono pronti per accogliere tale programma".

Nelle prosisme settimane si dovrà verificare se le richieste di Etihad sono state soddisfatte. La prima condizione è la ristrutturazione finanziaria e l'alleggerimento del peso del debito. Alitalia prima dell'aumento di capitale di 300 milioni concluso in dicembre aveva circa 900 milioni di debiti finanziari netti, mentre il debito complessivo lordo, compreso quello commerciale, era di circa 2,5 miliardi di euro. Con le banche è ancora in discussione un nuovo finanziamento di 200 milioni di euro, senza il quale Alitalia esaurirebbe la liquidità in poche settimane.

La seconda condizione posta da Etihad è una riduzione dei costi del personale e della forza lavoro. Alitalia sta discutendo con i sindacati un piano che prevede la cassa integrazione e contratti di solidarietà, per due anni, per oltre 2.300 dipendenti complessivi, tra gente di terra, piloti e assistenti di volo. La trattativa sindacale si è sbloccata sabato, gli incontri riprenderanno lunedì pomeriggio.

Se il matrimonio si farà, saranno gli arabi a prendere il comando di Alitalia, come hanno fatto in ogni compagnia nella quale sono entrati, da Air Berlin all'indiana Jet Airways, ogni volta hanno imposto un loro uomo come amministratore delegato.

Etihad non potrà avere più del 49,9% del capitale di Alitalia, perché essendo extraeuropea se avesse una quota di maggioranza Alitalia perderebbe lo status di compagnie comunitaria e non potrebbe più fare voli all'interno della Ue né in Italia. Ma, in base ai trattati bilaterali internazionali, Alitalia perderebbe anche il diritto a fare voli a lungo raggio intercontinentali.

Del resto il confronto tra le due compagnie mostra la debolezza di Alitalia rispetto alla forza prorompente di Etihad, interamente controllata dallo Stato. Alitalia fin dal 2009 ha costantemente ridotto la flotta aerea, prima dell'annuncio in dicembre della messa a terra di 11 aerei a medio raggio (Airbus 321 e 320) la flotta operativa era di 137 aerei, dei quali solo 22 jet a lungo raggio.

Etihad, la compagnia nazionale degli Emirati arabi uniti, è operativa dal 2003, ha una flotta di 89 aerei in prevalenza nel lungo raggio ed è in forte espansione, ha ordinato altri 220 aerei, tra cui 71 Boeing 787 Dreamliner, 25 Boeing 777-X, 62 airbus A350 e 10 superjumbo Airbus A380. Alitalia non ha neanche un aereo ordinato. La compagnia di Abu Dhabi l'anno scorso ha aumentato i passeggeri a circa 12 milioni. Alitalia, pur avendo aumentato del 3% circa i passeggeri nei voli con l'estero, l'anno scorso ha ridotto i passeggeri totali, a causa del crollo sul mercato nazionale. La compagnia di Del Torchio però è tra le poche compagnie a non aver ancora comunicato in maniera trasparente il numero dei passeggeri.

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