mercoledì 5 marzo 2014
Alitalia: "Entro il 31 marzo si chiude la trattativa"
“Entro il 31 marzo, così nelle intenzioni di Alitalia ed Etihad, si concluderà il dialogo che è tra due soggetti privati e si dovrà presentare, come ho chiesto all'ad di Etihad James Hogan, un piano industriale che dica quale è la prospettiva di sviluppo di questa partnership". Lo ha detto il ministro Maurizio Lupi al question time alla Camera.
"Dobbiamo risottolineare che fino a oggi i punti di riqualificazione del piano industriale presentato sono stati rispettati e i privati hanno sottoscritto l'accordo di programma", ha detto Lupi, precisando di aver chiesto a Hogan la presentazione del piano in occasione dell'incontro che i due hanno avuto venerdì scorso: per quanto riguarda l'interesse del governo, ha spiegato, il piano deve dire "quale è la prospettiva di sviluppo di questa partnership. La funzione che il governo deve svolgere nella trattativa tra due soggetti privati è quella che gli compete - ha sottolineato il ministro - e cioè funzione strategica, verifica di alleanze che siano coerenti con l'interesse del Paese, verifica del piano industriale, tutela dello sviluppo occupazionale, sviluppo complessivo del sistema aeroportuale. Questo è lo stato che risulta al governo", ha concluso Lupi ricordano il dialogo avuto con l'ad di Etihad: "Credo che il resto competa alle trattative tra due soggetti privati".
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Shopping digitale le offerte di lavoro di Ebay, Showroomprive e Saldiprivati
Tante aziende stanno cercando modi originali per legare le attività offline con quelle online. Oggi è possibile, ad esempio sapere prima dell’acquisto qual è il successo che un abito ha riscontrato sulla rete e riscontrerà per strada già all’interno del punto vendita! Come? C’è un modo per unire Facebook con il vostro negozio, e lo ha implementato per prima la catena di abbigliamento C&A in Brasile. Questa catena ha infatti deciso di collegare in real time le grucce degli abiti ai like che quei vestiti ricevono online. In questo modo, le persone che visitano il negozio possono sapere del successo di un dato capo ed essere indirizzate nell’acquisto dalla loro popolarità su Facebook. Perfetto per gli eterni indecisi. Idea interessante ed applicabile anche ai capi venduti tramite e-commerce.
Dentro ai punti vendita si possono trovare varie tipologie di screen e device utilizzabili come interfacce per far acquistare ai nostri clienti prodotti che non sono presenti fisicamente né sugli scaffali né in magazzino. Ad esempio, un’app visualizzata sull’iPad in negozio permette al cliente di ordinare un prodotto direttamente sul sito facendoselo spedire a casa in pochi giorni. In questo modo, aumentano gli acquisti complessivi e l’azienda può beneficare – in ottica di CRM – di dati importanti per curare i profili dei clienti e le offerte mirate.
Con vite sempre più frenetiche e il calo dei consumi nei negozi anche a causa della crisi economica, gli italiani cercano sempre più spesso una consolazione negli acquisti online.
Secondo l’osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano-Netcomm, il mercato italiano è cresciuto quest’anno del 18% e solo il mobile commerce è salito del 255% (10% delle vendite online in Italia).
Si espandono così anche i principali siti e aumentano il loro personale. Sono innanzitutto 350 le posizioni aperte, a livello globale, in Ebay, uno dei più grandi maketplace online del mondo (http://ebaycareers.com/our-brands.aspx). In Italia c’è una job vacancy in Kijiji (http://jobs.ebaycareers.com/it/milano/engineering/jobid4456809-software-engineer-_-agile-facilitator-kijijijobs). Mentre nel settore moda, Showroomprive.it, fra i principali player della vendita in rete di abbigliamento, che nel 2013 ha assunto un centinaio di persone, nel 2014 in vista dell’apertura della sede italiana prevede di inserire altrettanti profili da aggiungere alla squadra di 450 impiegati, anche in un’ottica di futura espansione internazionale. Per l’inaugurazione del punto commerciale in Italia servono soprattutto figure commerciali e buyer. Inoltre per giovani italiani in cerca di opportunità all’estero, (rh@showroomprive.com) nella sede di Parigi si cercano 3 italiani per funzioni di customer service, 3 responsabili vendita e diversi buyer. È inoltre in crescita Yoox, tra i leader dell’e-commerce fashion a livello mondiale con gli online store yoox.com, thecorner.com, shoescribe.com e i monobrand armani.com e zegna.com. Il gruppo, che conta oggi 700 dipendenti in tutto il mondo nelle sedi di Milano, Bologna, Parigi, Madrid, New York, Tokyo, Shanghai e Hong Kong, ha bisogno al momento di una quindicina tra buyer, visual e photography coordinator, senior internal auditor, software developer e treasurer (responsabile dei flussi finanziari). Info su www.yooxgroup.com/it/careers.asp.
In espansione è poi Vente-privee.com che in Italia cerca 4 candidati (http://group.vente-privee.com/fr-FR/JobsOffer.aspx) e a Parigi 2, un coordinatore operazioni di vendita settore viaggi e un addetto al servizio clienti. In tutto, a livello mondiale, l’azienda che conta 2 mila dipendenti dovrebbe inserire 61 nuovi profili. Mentre Saldiprivati, del gruppo Banzai, ha bisogno di 16 figure, di cui 15 a Milano e una a Roma. Sono richiesti soprattutto esperti di web marketing, web content&designer e lavoratori appartenenti alle categorie protette (job.banzai.it).
Appartenente a un altro settore, ma sempre nell’ambito dell’e-commerce, è la start up Blablacar, community internazionale di ridesharing, che sta creando un modo nuovo economico e sostenibile di viaggiare tramite passaggi in auto, presente a Parigi, Milano, Varsavia, Amburgo e Londra: al momento è a caccia di 25 nuove risorse in Europa (www.blablacar.com/blog/uk-recruitment).
Questo è uno dei principali motivi per cui spesso desistiamo dall’acquistare, ovvero il tempo passato ad attendere di pagare. Per questo motivo, nell’era in cui il tempo è veramente una risorsa scarsa, la tecnologia ci viene incontro creando dei dispositivi che, integrati con iPad, iPod, iPhone e più in generale gli smartphone, li trasformano in lettori per carte di credito e bancomat. Ad esempio, periferiche sviluppate dall’azienda
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martedì 4 marzo 2014
Jobs act e il sussidio di disoccupazione
Potrebbe concretizzarsi in due tempi la riforma del lavoro targata Matteo Renzi: potrebbe arrivare un quadro di norme sul mercato del lavoro come il contratto di inserimento e l'allungamento della durata per i contratti a termine senza bisogno di causale (da uno a tre anni), modifiche che non hanno bisogno di risorse, e in un secondo tempo gli interventi che hanno bisogno di copertura finanziaria come il taglio al cuneo fiscale e l'estensione del sussidio di disoccupazione ai collaboratori.
Già i sindacati hanno messo le mani avanti su un intervento solo normativo e sul tipo di iniziativa che il Governo potrebbe avere in mente. La Cgil si è detta disponibile a discutere di un sussidio di disoccupazione universale ma non a rinunciare a ammortizzatori in caso di sospensione delle ore lavorate lo stesso universali (quindi cig per tutti e non solo per l'industria e per le grandi imprese ma pagata, dice la Cgil, con i contributi di tutti i lavoratori e tutte le imprese), sistema questo che aumenterebbe il costo del lavoro in una situazione nella quale invece si vuole ridurlo. ''Le normative non creano posti di lavoro", ha detto il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, "servono solo a regolare meglio il mercato". "Temo - ha detto a proposito delle risorse necessarie su cuneo e debiti P.A - si facciano promesse che non si possono mantenere''. "Abbassare le tasse è il primo passo necessario per ridurre la disoccupazione - ha avvertito il leader Uil, Luigi Angeletti - tutto il resto sono parole".
"Nessuno deve stare con le mani in mano, inutile a sé, inutile agli altri - ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - stiamo pensando soprattutto al tema delle politiche attive, ossia far in modo che tutti abbiano un'opportunità, che si tratti di formazione, creare una piccola azienda, a cominciare a lavorare''. Poletti ha spiegato che il Governo lavora a uno ''strumento che abbia valenza universale" per quanto riguarda la protezione contro la disoccupazione. ''Abbiamo una serie di lavoratori - ha detto -che hanno un elemento di difesa di fronte alla crisi mentre altri che sono completamente senza nulla. Abbiamo un obbligo nei confronti di tutti i lavoratori e quindi dobbiamo trovare uno strumento adeguato che abbia valenza universale".
Al momento l'Aspi introdotto dalla legge Fornero sul lavoro può essere chiesto solo da lavoratori dipendenti (non quindi dai collaboratori) che perdano involontariamente il lavoro. Per il 2014 la durata massima è di 8 mesi per gli under 50 (salirà a 10 mesi nel 2015), 12 mesi per le persone tra i 50 e i 55 anni e 14 per quelli over 55.
Il «Jobs act» punta a introdurre un sussidio universale della durata massima di due anni, esteso anche ai collaboratori. Anche la Cgil e il ministro Poletti, ieri, 3 marzo, hanno sottolineato l'importanza della misura, che secondo le stime del gruppo di lavoro di tecnici ingaggiati da Filippo Taddei e Marianna Madia costerebbe circa 9,5 miliardi l'anno. Si utilizzerebbero i 7,1 miliardi erogati per le prestazioni Aspi e mini-Aspi e i 2,4 miliardi spesi annualmente per gli ammortizzatori in deroga, di cui si accelererebbe la cancellazione (la legge Fornero aveva fissato la dead-line al 2016, per sostituirli con i fondi di solidarietà). Il sussidio universale ipotizzato nel «Jobs act» sarebbe strutturato in base ai contributi, prevedendo anche requisiti di accesso più elastici (attualmente per l'Aspi è fissato il requisito contributivo in almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione). Ci sarà una graduale riduzione della cig in deroga, sottolinea l'economista dell'università di Milano, Marco Leonardi, «visto che è diventata un sussidio improprio di disoccupazione». La cig ordinaria verrà riportata all'obiettivo iniziale: quello di sostenere le aziende in difficoltà temporanee.
Affianco al nuovo sussidio universale ci dovrà essere, sempre nelle intenzioni del Pd, un rafforzamento delle politiche attive. Ciò partira da subito con il piano europeo per gli under25 «Garanzia giovani» che porta in dote all'Italia 1,5 miliardi da spendere per garantire un'offerta di lavoro o di formazione ai ragazzi entro quattro mesi dalla disoccupazione o dall'uscita della scuola. Il precedente ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha curato tutta l'istruttoria e ora per partire si aspetta la firma degli accordi con le regioni.
Altro punto forte del «Jobs act» è il contratto a tempo indeterminato a tutele progressive, con la sterilizzazione dell'articolo 18 (o meglio della tutela reale) per i primi tre anni del rapporto. La soluzione produrrà eventuali effetti anche sul contratto a termine. Una generalizzazione delle tutele progressive probabilmente non farebbe modificare i contratti a termine (che resterebbero così come sono). Mentre se si mettessero paletti al contratto a tutele crescenti, si ipotizza una estensione dell'acausalità da 12 a 36 mesi.
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