domenica 29 aprile 2012

Festa del lavoro: 1° maggio 2012 le manifestazioni dei sindacati

Quest'anno sarà la città di Rieti ad ospitare i comizi dei Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL per festeggiare il 1° maggio.
Lavoro e crescita per uscire dalla crisi". E' questo lo slogan della manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil in occasione del Primo maggio con i comizi dei tre leader Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

La giornata di festa dei lavoratori verrà infatti dedicata alla “provincia dimenticata” come ha spiegato il Segretario Generale della CGIL, Camusso che ha sottolineato, infatti, che oltre alle vertenze aperte nelle grandi città, “ci sono situazioni nei piccoli comuni dove le aziende vanno in crisi ed è più difficile trovare gli strumenti e le soluzioni”.

''Spero che questo 1° Maggio possa rappresentare la speranza di uscire dalla crisi con un senso maggiore di responsabilità' da parte di tutti'. E' quanto ha dichiarato il Segretario della Cisl, Bonanni. E con questo richiamo alla responsabilità di tutti il Segretario della Cisl è tornato a chiedere anche un rilancio della concertazione sindacale.

Quest'anno, a causa delle tasse, dell'ultimo carico fiscale, si perderà la tredicesima'': è quanto ha sostenuto il Segretario della Uil Angeletti intervenendo alla presentazione del concerto del 1 maggio.

Mentre l' Ugl festeggerà il 1° maggio nel comune siracusano di Priolo Gargallo. "Il Mezzogiorno continua ad essere il grande assente nell'agenda economica del governo", ha detto il segretario Centrella. Per la seconda volta, dopo Campobasso, abbiamo scelto il Sud per celebrare il nostro 1° Maggio, perché il Mezzogiorno continua ad essere il grande assente nell’agenda economica del governo tecnico e perché l’Ugl vuole dimostrare il proprio sostegno ad un territorio che nonostante tutto non si arrende e senza il quale non può esserci sviluppo.

La Cisal celebrerà la festa del lavoro a Cosenza sul tema: "La questione meridionale? Il coraggio di essere europei in un pezzo d'Italia dimenticato".

sabato 28 aprile 2012

Lavoro e art 18 va ampliata protezione

"Sulla flessibilità in uscita è vero che stiamo tagliando qualcosa, una garanzia che impediva il licenziamento perché attribuiva al giudice l'immediato reintegro del lavoratore licenziato, ma non abbiamo smantellato l'articolo 18". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ad un convegno sul welfare. Fornero spiega che l'obiettivo è quello di distribuire meglio la protezione,che lasciava fuori giovani e donne, su "una platea più vasta". Poi cita l'incontro di con i lavoratori dell'Alenia: "E' stata una prova di democrazia". Infine sostiene:
"L'assistenza va separata dalla previdenza e va finanziata con tassazione progressiva".
"Stiamo togliendo qualcosa all'articolo 18, ossia la garanzia che impediva il licenziamento consentendo al giudice di reintegrare il lavoratore, ma non lo abbiamo smantellato".

"Abbiamo cercato - ha aggiunto la Fornero - di fare un ragionamento sull'area della gestione economica dell'impresa, che può avere un motivo economico vero per licenziare una persona e indennizzarla senza potere di reintegro del giudice". "Inoltre - ha concluso - l'articolo 18 è una cittadella riservata a pochi lavoratori e da cui sono stati esclusi sistematicamente i giovani e spesso le donne".

"La vera rivoluzione per l'Italia sarebbe una modifica del sistema di ammortizzatori sociali in cui non va protetto il posto di lavoro, ma il lavoratore nel mercato del lavoro". "Abbiamo preso - ha aggiunto Fornero - uno schema di assicurazione sociale per l'impiego, in cui il disoccupato si deve attivare per trovare una nuova occupazione ma lo Stato non lo lascia solo con politiche di riqualificazione, formazione e servizi per l'impiego".

mercoledì 25 aprile 2012

Ocse: Italia 23ma per tasse sulle retribuzioni

Secondo i dati rilevati circa il 46% del stipendio percepito dai lavoratori finisce nelle casse del fisco e degli enti previdenziali. La diminuzione dello stipendio è in parte attribuibile, sottolineano all’Ocse, all’inflazione, cresciuta del 2% nel 2007. L’aumento effettivo delle tasse quindi avrebbe inciso sulla retribuzione degli italiani per uno 0,6%, cui tuttavia ha fatto fronte un aumento medio del livello di tassazione dello 0,2%.

La situazione reddituale migliora nel caso delle famiglie monoreddito con due figli a carico, per cui il cuneo si attesta al 33,8% (per i single si attesta sul 45,9%), comunque in aumento dal 33,3% del 2006. E' quindi superiore alla media Ocse (27,3%), dell'Europa a 15 (31,9%) e della Ue a 19 (31,8%).

L'Italia scivola dal 22° al 23° posto nella classifica dei 34 Paesi membri dell'Ocse relativa al peso delle tasse sui salari. E' quanto emerge dal rapporto Taxis wages, secondo il quale il cosiddetto cuneo fiscale nel nostro Paese è al 47,6%. L'Italia finisce dietro a Spagna, Irlanda e a tutti i grandi Stati europei, come Francia, Germania e Gran Bretagna, e viene superata dall'Ungheria.

Restando in Europa, dalla classifica Ocse emerge comunque che un inglese guadagna quasi il doppio (l'87,8% in più) di un italiano, un tedesco il 43,1% e un francese il 28,6% in più. L'Italia è nettamente sotto la media Ocse (24.660 dollari), Ue a 15 (26.434) e Ue a 19 (23.282).
L'Italia è quindi sesta nella classifica dei paesi Ocse per il peso delle tasse sui salari: il cuneo fiscale sale al 47,6% nel 2011 dal 47,2% del 2010, sopra la media del 35,3%. E' quanto emerge da un rapporto dell'organizzazione di Parigi.
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