mercoledì 5 settembre 2012

Il ministro Passera e l'autunno caldo


Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi “l'autunno è già caldo, è bollente".

Il salvataggio dell'Alcoa di Portovesme è complicato. "Quella di Alcoa è una situazione quesi impossibile data la difficoltà di trovare investitori disposti a portare avanti il progetto", ha detto Corrado Passera alla Festa del Pd a Reggio Emilia. "Non dobbiamo nasconderci: la situazione è quasi impossibile, di scarsissimo interesse e peraltro costa", precisa il ministro dello Sviluppo economico. "Noi continueremo a lavorare e intendiamo mantenere i patti", ha aggiunto "siamo riusciti a rimandare la chiusura".

Il costo di una eventuale chiusura dell'impianto dell'Ilva di Taranto determinerebbe "un impatto negativo che è stato valutato attorno ad oltre 8 miliardi di euro annui". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Passera, in un'informativa al Senato. "Credo - aggiunge - che oggi si possano creare le condizioni per garantire il mantenimento dell'impianto nei limiti di sicurezza nazionale ed europei", anche se i "problemi da risolvere sono molteplici". Sulla situazione ambientale ci sono ancora "forti criticità".

Il presidente di Confindustria: autunno bollente, manca politica industriale


"L'autunno è già caldo, è bollente". Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, rispondendo a una domanda di Maurizio Belpietro nel corso de 'La Telefonata' sulle crisi aziendali in corso. "Il problema - dice - è avere una politica industriale chiara, per il momento questo non sta succedendo".
"Sicuramente bisogna lavorare sulla detassazione dei salari" per dare uno stimolo ai consumi e far ripartire la crescita. E' questa una delle priorità indicate dal presidente di Confindustria, in vista del tavolo di oggi con il governo. "Mi auguro - afferma - che questo spazio ci sia".
Squinzi ha sottolineato che «ci sono migliaia di piccole e medie aziende che stanno soffrendo in silenzio ma che sono la cosa che ci preoccupa di più», ha sottolineato Squinzi, «le nostre imprese potranno essere uniche quanto si vuole ma abbiamo bisogno di un paese normale, di semplificazioni burocratiche, se il nostro paese non assicura condizioni competitive, analoghe a quelle del resto d'Europa e del mondo non andremo molto lontano».
Dall'incontro con il governo «mi aspetto un'apertura e una maggiore disponibilità verso la crescita: purtroppo finora non ne abbiamo avuta molta».
«Le aperture per il momento sono più che altro di principio; non abbiamo ancora visto - aggiunge - provvedimenti concreti, mi auguro che sul tavolo venga messo qualcosa da parte del governo».
Per Squinzi gli imprenditori hanno «bisogno di una semplificazione normativo-burocratica. Le nostre imprese possono essere speciali ma senza le condizioni competitive sul mercato globale non andiamo molto lontano». Per uscire dalla crisi, ricorda, «bisogna anche lavorare in modo particolare alla detassazione dei salari: questo sarebbe il modo più diretto» per stimolare i consumi.

lunedì 3 settembre 2012

Lavoro: i mestieri più stressanti del 2102


I fattori principali dello stress per quanto riguarda il mondo del lavoro: sono il tasso di rischio, la competizione e l'esposizione in pubblico.

Secondo un sondaggio di statunitense del portale Career Cast , che si occupa di annunci di lavoro ha messo in evidenza le figure professionali, i mestieri che hanno un alto tasso di stress è sono: il pompiere, il soldato, il pilota, il taxista ed il coordinatore di eventi.

E' bene sottolineare che la metodologia usata dalla Career Cast è complessa e piena di variabili, ma si fonda su cinque grandi criteri: l'ambiente di lavoro, il reddito, le prospettive di carriera, lo stress puro e semplice e lo sforzo fisico richiesto. Ne risulta che il lavoro più stressante in assoluto è il pompiere, che praticamente non dorme mai, vive in ansia perenne e deve confrontarsi con fiamme e altezze vertiginose.
Mentre per l’autorevole rivista scientifica Journal of Occupational Health Psychology, riconduce al mestiere di autista di bus il primato di mestiere più stressante. Ed il fattore che determina l’innalzamento dei livelli di stress è in particolar modo la paura costante di essere aggrediti, sia verbalmente che fisicamente.

Secondo il Career Cast quel che pesa maggiormente all'uomo è il pericolo costante al quale si è esposti, ma anche la competizione in generale e lo sguardo giudicante degli altri. Per questo nella classifica, rigorosamente a stelle e strisce, dei lavori più stressanti troviamo accomunati lavori come il tassista, il pompiere e il soldato al mestiere del manager o addirittura all’organizzatore di eventi. Certo la posizione nella gerarchia della pressione psicologica non è la stessa e questo non sorprende.

Al primo posto in questa classica troviamo il soldato, con un punteggio di 84.61 di stress score. A seguire troviamo il pompiere, con 60.26. Pilota, generale dell’esercito, poliziotto vengono subito dopo, a causa delle evidenti responsabilità e dei rischi ai quali si è esposti. Gioca anche un ruolo verso il giudizio, in queste professioni l’irregolarità dei ritmi di vita, come nel caso del pilota, e il tasso di responsabilità delle vite altrui, evidente soprattutto nel lavoro di pompiere.

Analizzando questa classifica ogni mestiere, ovviamente, è associato anche al guadagno medio riportato dalla categoria. Una considerazione a parte meritano il mestiere dell’amministratore delegato, che in tempo di crisi è chiamato a prendere decisioni spesso pesanti e spiacevoli (licenziamenti) e quello del tassista, che a causa della criminalità ormai dilagante di molte città è esposto a molti pericoli e per giunta in cambio di una paga minima.

Lo stress è entrato a pieno diritto nella nostra vita lavorativa. E a farne le spese sembrano essere soprattutto le donne. Secondo una recente ricerca, promossa dal Brigham and Women's Hospital, che ha coinvolto 22mila donne infatti la popolazione femminile è più esposta ai rischi di un lavoro stressante che, nel 70 per cento dei casi, causa loro un attacco di cuore nel corso della vita.
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