sabato 14 aprile 2012

Riforma mercato del lavoro e il problema degli esodati

Lettera al Sole 24 Ore : varietà di stime non è colpa del ministero. Non ritengo che si possa accusare il ministro, né il ministero,della varietà di stime che ha caratterizzato le ultime settimane, alimentando la legittima preoccupazione delle persone. Né sarebbe stato appropriato,in attesa della valutazione ufficiale, correggere le cifre" Così il ministro del Lavoro Fornero nella lettera al direttore deal "Sole 24 ore".

Il ministro del Lavoro, Fornero, torna sulle polemiche relative al balletto di numeri sugli "esodati". Precisa che le cifre ufficiali sono quelle date dal ministero. E nella consapevolezza di persone che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione, dice: "Ho promesso che mi impegnerò poiché la norma non poteva contenere tutti". Poi sulle critiche di Bonanni: "Guardiamo all'interesse generale", non alle "battute". La crisi? "Il governo non ha bacchette magiche. Stiamo lavorando sul fronte della stabilizzazione finanziaria" e sul fronte liberalizzazioni. Quanto alla riforma del lavoro "ha un suo equilibrio", ma "non è intoccabile".

La riforma del lavoro non è intoccabile, ma ha un suo equilibrio. «Nessuno dice che la riforma così come è stata presentata è intoccabile ma io - ha rimarcato la Fornero facendo riferimento alla riforma del mercato del lavoro - rivendico il fatto che questa riforma ha un suo equilibrio e una sua valenza generale perché guarda a molti aspetti del mercato, non a uno soltanto, non solo alla possibilità di licenziare ma riguarda anche l'ingresso meno precario nel mondo del lavoro, dare qualcosa a chi il lavoro lo ha perso. Questa riforma la vediamo non come una rivoluzione ma come una riforma che ha contenuti molto equilibrati nelle sue diverse parti. Poi - ha detto infine il ministro - se c'è qualcuno che ha dei suggerimenti per migliorarla, non ci tireremo indietro. Una riforma così complessa non è intoccabile rispetto al modo in cui viene presentata».

Il ministro a Bonanni: siamo attenti all'interesse del Paese, non alle battute. «Le battute facili le lascio a quelli che ne hanno molte. Io non ne ho, sono piemontese e sono abituata a lavorare anche e a dispetto delle battute facili e magari sprezzanti che vengono fatte». Così Fornero, ha risposto alla battuta del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che aveva detto che il governo nasconde la testa sotto la sabbia. «Fino a quando saremo al governo - ha proseguito il ministro- il nostro impegno sarà quello di lavorare non per alcuni ma guardando all'interesse generale del Paese. Possibilmente per dargli un po’ di futuro».

Ma questa interpretazione (utilizzata per restringere il campo a 65.000 unità e quindi le risorse necessarie) lascia fuori coloro che pur avendo firmato l'accordo sono ancora in azienda (come i lavoratori di Termini Imerese ancora in cassa integrazione) e quelli con un percorso di mobilità verso la pensione di 4 anni. Nel complesso, secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell'Inps Mauro Nori solo due giorni fa in una audizione la platea di coloro che è uscita dal lavoro sulla base di accordi collettivi o individuali e raggiunge i requisiti per la pensione con le vecchie regole nei prossimi quattro anni raggiunge le 130.000 unità.

A confermare l'operazione in più tappe è di fatto anche il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. «È ovvio che ci sono più esodati dei 65mila stimati, ma sono scaglionati nel tempo - ha detto Polillo a SkyTg24 -. Ci sono quelli che rimarranno senza stipendio e senza pensione nel 2013, altri nel 2014 e via dicendo. Anno per anno si provvederà. Non possiamo risolvere il problema tutto subito - ha proseguito il sottosegretario - perché dovremmo mettere a bilancio una cifra spropositata che ci farebbe saltare tutti gli equilibri finanziari».

Si parte dunque dalla platea di 65mila lavoratori confermata dalla ricognizione dei tecnici di Lavoro, Inps e Ragioneria generale dello Stato. Un dato che, secondo l'Inps, «non è in contraddizione» con quello dei 130mila esodati citato alla Camera dal direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, perché questo numero «si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati ed alle altre categorie previste», mentre quello del tavolo tecnico riguarda «tutti i lavoratori - precisa ancora l'Inps con una nota - che ad oggi risultano già cessati ed estromessi dai processi produttivi per effetto di procedure di mobilità o per dimissioni individuali al 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o collettivi». I criteri e le priorità di pensionamento di questi 65mila lavoratori «salvaguardati», saranno fissati dal decreto interministeriale (compresa la documentazione necessaria) che il ministro Fornero conta di emanare già a maggio.

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