martedì 19 giugno 2012

Fornero e il numero degli esodati, anzi salvaguardati. In aula al Senato 18 giugno 2012


“Dati Inps parziali e forvianti, da salvaguardare non sono 400mila lavoratori”.

I lavoratori che saranno salvaguardati sono 65.000 unità. Lo ha ribadito il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando al in aula al Senato. Fornero afferma che si sono voluti salvaguardare lavoratori già usciti dal lavoro e quindi più a rischio di rimanere senza reddito e senza pensione. Oltre a questi, aggiunge il ministro, sono da salvaguardare altri 55.000 lavoratori. Tra questi ultimi, 40.000 sono quelli in mobilità. Alla fine, ecco i numeri dei nuovi esodati.

«Sono circa 55mila i nuovi soggetti da tutelare, oltre i 65mila già individuati»». Il ministro del lavoro non cita mai il termine («la definizione corretta è quella di lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti dal recente inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione»). Quindi si passa dal punto di vista terminologico da esodati a  salvaguardati.

I dati contenuti nella Relazione dell'Inps al ministero sui lavoratori esodati, anzi salvaguardati,   (390.200 la platea di coloro che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione) sono "parziali e fuorvianti", è quanto ha affermato il ministro del Lavoro, parlando al Senato. Il numero dei lavoratori da salvaguardare non è di 400.000 persone e il documento dell'Istituto - ha affermato Fornero - "ha impropriamente alimentato le polemiche".

I lavoratori di Termini Imerese in cassa integrazione straordinaria che hanno i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro i due anni di cigs e i 4 di mobilità saranno salvaguardati dal nuovo provvedimento che il Governo intende adottare. E' quanto emerge dall'informativa del ministro del Lavoro.

La verità ha detto la Fornero, è che il governo sapeva di un'altra platea di lavoratori interessati, ma «la non imminenza del problema che riguarda coloro che andranno in pensione dal 2014, e l'assenza di risorse finanziarie per un bilancio già messo a dura prova - ha spiegato - ci hanno fatto ritenere si potesse affrontare il problema dei lavoratori che usciranno dal lavoro nei mesi successivi con criteri di equità e sostenibilità finanziaria».
Sulle possibili soluzioni per risolvere il problema, il ministro ha puntualizzato: «Sono allo studio diverse ipotesi su cui il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento». Poi gli esempi: «Si potrebbe pensare ad una norma per estendere il contributivo pieno anche agli uomini - ha spiegato - oltre che per le donne, come opzione di scelta da demandare a lavoratore e all'azienda».

Un'altra ipotesi potrebbe essere «una deroga alla nuova disciplina pensionistica». Saranno comunque privilegiati coloro che sono interessati da accordi collettivi di uscita dall'impresa e coloro che maturano il diritto alla pensione entro il 2014 o hanno superato una certa soglia di età. Per i più giovani, invece, il governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità. Entro la fine dell'anno, comunque, ha tenuto a precisare la Fornero «sarà istituita una commissione per verificare le forme di gradualità nell'accesso al pensionamento: su questo - ha assicurato - ci sarà il massimo impegno nel corso dei prossimi mesi». 

Per far fronte al problema dei lavoratori esodati, salvaguardati, il Governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità, afferma il ministro del Lavoro.
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