Visualizzazione post con etichetta Pietro Ichino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pietro Ichino. Mostra tutti i post
sabato 13 settembre 2014
Deleghe sul lavoro: contratti di solidarietà, contratto di ricollocazione e dimissioni in bianco
C’è l’intenzione di ampliare la platea di imprese che possono far ricorso ai contratti di solidarietà e rimuovere gli ostacoli che sinora hanno azzoppato il contratto di solidarietà espansivo, quello cioè che favorisce nuove assunzioni attraverso una contestuale riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione.
Il primo obiettivo è estendere la facoltà di usarli alle imprese che finora non possono accedervi (perché l'ambito di applicazione adesso è lo stesso di quello della cassa integrazione straordinaria). Il secondo scopo è semplificare sia il ricorso al contratto di solidarietà difensivo (che prevede tagli di stipendio in caso di crisi aziendale per evitare la riduzione del personale) sia al contratto di solidarietà "espansivo", usato cioè per favorire nuove assunzioni attraverso una riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione dei lavoratori in organico. Quasi l'applicazione pratica del vecchio slogan "lavorare meno, lavorare tutti". Proprio all'insegna di quel modello tedesco, infatti in Germania le ore mediamente lavorate dal singolo lavoratore sono nettamente inferiori a quelle lavorate in Italia. Tenendo immutato il numero totale delle ore di lavoro, e invece riducendo quelle lavorate da ciascuno, l'occupazione aumenta.
E’ stato approvato un emendamento che vede primo firmatario Pietro Ichino, che introduce il "contratto di ricollocazione" il quale prevede la "promozione di un collegamento tra misure di sostegno al reddito della persona inoccupata o disoccupata e misure volte al suo inserimento nel tessuto produttivo". Si tratta, in sostanza, di un contratto trilaterale tra lavoratore disoccupato, centri per l'impiego e agenzia per il lavoro in cui, in cambio di una riconversione e una effettiva ricollocazione del lavoratore, all'agenzia viene corrisposta una remunerazione. I disoccupati potranno scegliere un'agenzia specializzata tra quelle accreditate dalla Regione, che a sua volta potrà stipulare il contratto con la persona rimasta senza lavoro e con il centro per l'impiego, impegnandosi ad assisterla e a indirizzarla in un percorso di riqualificazione mirata. L'agenzia sarà remunerata con un voucher regionale liquidabile in gran parte soltanto a risultato ottenuto. Una via per escludere gli operatori meno capaci. «Si tratta di uno strumento utile – ha commentato Ichino - anche per collegare il sostegno del reddito del disoccupato e le iniziative per il suo reinserimento e per condizionare effettivamente il sostegno del reddito all'attivazione e disponibilità del beneficiario nel percorso verso la nuova occupazione».
Previste misure anche per combattere le dimissioni in bianco assicurando "l'autenticità" delle scelte del lavoratore. Un emendamento che indirizza il governo, nei decreti di attuazione, a stabilire "modalità semplificate per garantire la data certa nonché l'autenticità della manifestazione di volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, anche tenuto conto della necessità di assicurare la certezza della cessazione del rapporto nel caso di comportamento concludente in tal senso del lavoratore". Una delega ampia, quindi, volta ad arginare la pratica di far firmare ai neoassunti, e spesso alle donne che potrebbero restare incinte, una lettera di dimissioni "in bianco" per poterli licenziare con facilità.
domenica 3 febbraio 2013
Elezioni politiche 2013: proposte sul lavoro e riforma
La riforma del Lavoro 2012 del governo tecnico Monti-Fornero va cambiata, tutte d'accordo le forze politiche in campagna elettorale, ma con piani che si scostano parecchio: i centristi di Monti pensano a un tempo indeterminato più flessibile e meno garantista (modello Ichino) che è basato sulla flessibilità del mercato del lavoro più che del posto di lavoro (flexsecurity), il Pd di Bersani propone meno precarietà, salari garantiti e riduzione delle tasse sul lavoro, il centrodestra di Berlusconi scommette sulle assunzioni agevolate e sui giovani, il Movimento 5 Stelle di Grillo chiede l'abolizione della Legge Biagi e sussidi di disoccupazione mentre Rivoluzione Civile di Ingroia si concentra su lavoro stabile e ripristino dell’articolo 18.
Tutti i partiti vogliono rivedere la riforma previdenziale firmata dal ministro dal ministro Elsa Fornero e tutti sono per una sforbiciata alle cosiddette pensioni d'oro. Così come sul lavoro la linea prevalente è una decisa detassazione per aumentare il potere d'acquisto dei salari e una grande attenzione ai giovani.
Vediamo in sintesi gli obiettivi sul lavoro, occupazione e mercato dl lavoro dei partiti che competono.
Centristi di Monti. Spezzare il dualismo fra lavoro ultra-garantito e contratti precari (sulla strada della Riforma Fornero). riscrivendo le regole del contratto a tempo indeterminato, che dovrebbe diventare meno costoso (in termini di contributi), e più flessibile (magari con una maggior possibilità di licenziare nei primi anni). Prevista una forte possibilità di ricorrere alla contrattazione di secondo livello poi ridurre a un anno il tempo medio di ricollocazione di chi perde il lavoro, incentivi per le assunzioni di giovani fino a 30 anni e over 55, detassazione selettiva del reddito dal lavoro delle donne.
Nel programma della coalizione di Pierluigi Bersani si definisce il lavoro «parametro di tutte le politiche». Prevista la riduzione delle tasse su lavoro e impresa, magari con meccanismi che prevedono una riduzione del costo del lavoro che premi l’occupazione stabile. Poi abbiamo il contrasto alla precarietà, spezzare la «spirale perversa fra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti», un vasto piano a sostegno dell’occupazione femminile (contrasto alla disparità di redditi e carriere, politiche di welfare per la conciliazione famiglia-lavoro, più asili nido), maggior democrazia del lavoro attraverso una nuova legge sulla rappresentanza sindacale.
Pdl-Lega propongono un credito d’imposta per le imprese che assumono giovani o trasformano a tempo indeterminato i contratti a termine. Proposta l’esenzione dalle tasse per i giovani che aprono una nuova impresa. In programma anche il potenziamento della Borsa lavoro per facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Diverse proposte fiscali, per imprese e dipendenti: IVA per cassa e rimborsi da 60 a 90 giorni, graduale abolizione Irap (partendo dalle perdite e dal costo del lavoro), graduale riduzione imposizione sul Turismo; detassazione straordinari e incentivi di produttività, graduale detassazione delle tredicesime, più sicurezza sui luoghi di lavoro. Aggiustamento della riforma Fornero per risolvere per sempre il problema degli esodati sia per rendere più flessibile e più vantaggioso per l’impresa l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. In particolare il programma prevede delle politiche fiscali per incentivare il ricorso alle pensioni integrative.
Il movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo prevede sostanzialmente due proposte fondamentali: abolizione Legge Biagi (legge 30/2003), che ha introdotto i contratti a progetto e introduzione di un sussidio di disoccupazione garantito. Altre proposte: impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno, favorire le produzioni locali, sostenere il No profit; abolire le stock option e prevedere un tetto massimo di 5 mila euro netti al mese agli stipendi di manager delle società quotate in Borsa e delle aziende partecipate dallo Stato (quota rilevante o maggioritaria).
La formazione che fa capo ad Antonio Ingroia Rivoluzione civile, parte dalla lotta alla precarietà. Si schiera a favore del contratto collettivo nazionale di lavoro (in contrapposizione al potenziamento della contrattazione decentrata) e chiede una legge su rappresentanza e democrazia sindacale. E poi introdurre un reddito minimo di disoccupazione, recuperare del fiscal drug (aumento delle tasse da inflazione) per le retribuzioni e detassazione delle tredicesime; più sicurezza sui luoghi di lavoro; incentivi alle imprese che investono in ricerca e sviluppo e in occupazione a tempo indeterminato. Inoltre vuole una legge sulla rappresentanza e la democrazia sui luoghi di lavoro.
Anche la formazione di Oscar Giannino Fare per fermare il declino propone un sussidio di disoccupazione per tutti, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa. Il programma prevede di sostenere il reddito di chi perde il lavoro (soluzione preferibile alla tutela del posto di lavoro e al sostegno di imprese inefficienti), e di introdurre strumenti di formazione per facilitare la ricerca di un nuovo lavoro. E’ un modello di fatto simile alla flexsecurity. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
Tutti i partiti vogliono rivedere la riforma previdenziale firmata dal ministro dal ministro Elsa Fornero e tutti sono per una sforbiciata alle cosiddette pensioni d'oro. Così come sul lavoro la linea prevalente è una decisa detassazione per aumentare il potere d'acquisto dei salari e una grande attenzione ai giovani.
Vediamo in sintesi gli obiettivi sul lavoro, occupazione e mercato dl lavoro dei partiti che competono.
Centristi di Monti. Spezzare il dualismo fra lavoro ultra-garantito e contratti precari (sulla strada della Riforma Fornero). riscrivendo le regole del contratto a tempo indeterminato, che dovrebbe diventare meno costoso (in termini di contributi), e più flessibile (magari con una maggior possibilità di licenziare nei primi anni). Prevista una forte possibilità di ricorrere alla contrattazione di secondo livello poi ridurre a un anno il tempo medio di ricollocazione di chi perde il lavoro, incentivi per le assunzioni di giovani fino a 30 anni e over 55, detassazione selettiva del reddito dal lavoro delle donne.
Nel programma della coalizione di Pierluigi Bersani si definisce il lavoro «parametro di tutte le politiche». Prevista la riduzione delle tasse su lavoro e impresa, magari con meccanismi che prevedono una riduzione del costo del lavoro che premi l’occupazione stabile. Poi abbiamo il contrasto alla precarietà, spezzare la «spirale perversa fra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti», un vasto piano a sostegno dell’occupazione femminile (contrasto alla disparità di redditi e carriere, politiche di welfare per la conciliazione famiglia-lavoro, più asili nido), maggior democrazia del lavoro attraverso una nuova legge sulla rappresentanza sindacale.
Pdl-Lega propongono un credito d’imposta per le imprese che assumono giovani o trasformano a tempo indeterminato i contratti a termine. Proposta l’esenzione dalle tasse per i giovani che aprono una nuova impresa. In programma anche il potenziamento della Borsa lavoro per facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Diverse proposte fiscali, per imprese e dipendenti: IVA per cassa e rimborsi da 60 a 90 giorni, graduale abolizione Irap (partendo dalle perdite e dal costo del lavoro), graduale riduzione imposizione sul Turismo; detassazione straordinari e incentivi di produttività, graduale detassazione delle tredicesime, più sicurezza sui luoghi di lavoro. Aggiustamento della riforma Fornero per risolvere per sempre il problema degli esodati sia per rendere più flessibile e più vantaggioso per l’impresa l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. In particolare il programma prevede delle politiche fiscali per incentivare il ricorso alle pensioni integrative.
Il movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo prevede sostanzialmente due proposte fondamentali: abolizione Legge Biagi (legge 30/2003), che ha introdotto i contratti a progetto e introduzione di un sussidio di disoccupazione garantito. Altre proposte: impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno, favorire le produzioni locali, sostenere il No profit; abolire le stock option e prevedere un tetto massimo di 5 mila euro netti al mese agli stipendi di manager delle società quotate in Borsa e delle aziende partecipate dallo Stato (quota rilevante o maggioritaria).
La formazione che fa capo ad Antonio Ingroia Rivoluzione civile, parte dalla lotta alla precarietà. Si schiera a favore del contratto collettivo nazionale di lavoro (in contrapposizione al potenziamento della contrattazione decentrata) e chiede una legge su rappresentanza e democrazia sindacale. E poi introdurre un reddito minimo di disoccupazione, recuperare del fiscal drug (aumento delle tasse da inflazione) per le retribuzioni e detassazione delle tredicesime; più sicurezza sui luoghi di lavoro; incentivi alle imprese che investono in ricerca e sviluppo e in occupazione a tempo indeterminato. Inoltre vuole una legge sulla rappresentanza e la democrazia sui luoghi di lavoro.
Anche la formazione di Oscar Giannino Fare per fermare il declino propone un sussidio di disoccupazione per tutti, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa. Il programma prevede di sostenere il reddito di chi perde il lavoro (soluzione preferibile alla tutela del posto di lavoro e al sostegno di imprese inefficienti), e di introdurre strumenti di formazione per facilitare la ricerca di un nuovo lavoro. E’ un modello di fatto simile alla flexsecurity. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
Etichette:
Cinque Stelle,
elezioni politiche 2013,
Fare per fermare il declino,
legge biagi,
legge Monti-Fornero,
PD,
PDL –LEGA,
Pietro Ichino,
riforma del lavoro,
Rivoluzione civile,
Scelta Civica
lunedì 31 ottobre 2011
Diritto del lavoro unico: piano Ichino
Tra i fattori che compromettono la competitività dell'economia dell'Italia c’è sicuramente la scarsa flessibilità del mercato del lavoro.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
Etichette:
maurizio sacconi,
mercato del lavoro,
Pietro Ichino
Iscriviti a:
Post (Atom)