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venerdì 11 novembre 2016

Disoccupati, arriva il bonus da mille a 5mila euro, come si ottiene



Al via da novembre l'assegno anti-disoccupazione. Da 1.000 fino a 5mila euro, il bonus per la ricollocazione sarà erogato dall'Anpal e sarà tanto più alto quanto più fragile è la posizione del senza lavoro, personalizzato sulla base di un 'rating', fissato con un algoritmo e condizionato al reale impegno a trovare un lavoro: niente assegno all'agenzia per l'impiego che non si impegna, niente Naspi al disoccupato che rifiuta un contratto congruo.

Il contratto di ricollocazione è uno speciale istituto destinato ai lavoratori disoccupati di lunga data che garantisce loro un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di una nuova occupazione. In pratica, con il contratto di ricollocazione il lavoratore licenziato riceve l'indennità di disoccupazione prevista dalla legge, cioè la Naspi, e inizia contemporaneamente un percorso di formazione e reinserimento professionale, attraverso un programma coordinato dalla sua Regione. Il dipendente che ha sottoscritto il contratto di ricollocazione riceve dall'amministrazione regionale un contributo in denaro (voucher) che potrà poi spendere per un percorso di formazione presso un'agenzia di lavoro privata.

"Siamo pronti per fare partire già questo mese la fase sperimentale, mettendo a disposizione un primo blocco di circa 30mila assegni da offrire su tutto il territorio nazionale per poi estenderlo a tutti i richiedenti nella prima parte del 2017", ha annunciato Maurizio Del Conte, presidente della neonata Agenzia per le politiche attive per il lavoro, sottolineando come si tratti della "prima vera misura di politica attiva nazionale".

Nella fase sperimentale la scelta dei disoccupati ai quali verrà offerto il bonus avviene con metodi statistici, con un sistema ovviamente randomizzato che potrebbe suscitare qualche polemica, ma è garanzia di non discriminatorietà.

L'assegno, spendibile entro 12 mesi, va all'operatore (agenzie di impiego ecc.) che lo potrà incassare solo se colloca il disoccupato. Questi a sua volta incorre in sanzioni se rifiuta offerte di lavoro valide, dall'erosione della Naspi fino alla revoca. Il tutto con l'obiettivo di superare il concetto di sussidi passivi e favorire la ricollocazione.

Una volta a regime il sistema funzionerà così: sul sito dell'Anpal (che sarà attivato a breve e prenderà il posto di 'Cliclavoro') il disoccupato con almeno 4 mesi di Naspi effettua online la Did, dichiarazione di immediata disponibilità, e inserisce tutte le informazioni necessarie per stilare il suo profilo, dalla scolarizzazione, alle competenze, area geografica, durata disoccupazione, tra le altre. Qui un algoritmo elabora in automatico il profilo occupazionale, il profiling appunto, un indicatore di distanza dal mercato del lavoro che si riassume con un numero da 0 a 1 che gli dà diritto all'assegno di ricollocazione.

Dal 2017 la misura dovrebbe andare a regime, dove tutti i disoccupati potranno iscriversi e avere accesso alla misura effettuando la seguente procedura:

collegarsi al sito dell’Anpal;

effettuare online la dichiarazione di immediata disponibilità (DID);

compilare il form relativo con informazioni circa scolarizzazione, competenze, area geografica, durata disoccupazione e così via;

il sistema tramite un algoritmo elaborerà in automatico il profilo occupazionale, o profiling, un indicatore di distanza dal mercato del lavoro che gli dà diritto all’assegno di ricollocazione.

Per fare un esempio pratico:

0 rappresenta la minore distanza dal mondo del lavoro e quindi la più alta probabilità di trovare lavoro;

0,5 50% delle possibilità di trovare lavoro (con diritto all’assegno di 1000 euro);
1 rappresenta la maggiore difficoltà a trovare lavoro, che dà diritto ad ottenere l’assegno più alto (5mila euro).

Quindi per esempio chi segna uno 'score' di 0,5 ha il 50% delle possibilità di trovare lavoro, chi segna 1 avrà l'assegno più alto (5mila euro), chi segna 0 quello più basso (mille) e nel mezzo tutti i decimali possibili a cui corrisponde dunque una diversa entità dell'assegno entro la forchetta 1.000-5.000.

"Più alta è la distanza del disoccupato dal mercato del lavoro, più alto sarà l'assegno e quindi l'aiuto a rientrare nel mercato", commenta il giuslavorista. "Una rivoluzione culturale, un cambio di prospettiva - conclude Del Conte - una volta il futuro di chi restava senza lavoro erano gli ammortizzatori, oggi è cercare un nuovo posto di lavoro".

Settecentotrenta milioni di fondi Ue da destinare alle decontribuzioni mirate per giovani e Sud per il 2017 fino a 8mila euro. Il provvedimento, che sarà varato la prossima settimana dall'Agenzia per le politiche attive per il Lavoro che gestisce tali fondi (Anpal), colma parzialmente il mancato intervento in legge di Bilancio per il 2017 reperendo le coperture appunto nei fondi comunitari, in attesa nel 2018 di poter procedere verso un taglio strutturale del cuneo fiscale. "Un super bonus occupazionale da introdurre con un atto amministrativo dell'Agenzia - ha spiegato il presidente Anpal Maurizio Del Conte - una misura forte e selettiva per le categorie svantaggiate previste dai fondi comunitari". I fondi "sono destinati alle imprese che assumono giovani iscritti a Garanzia Giovani o lavoratori di qualunque età al Sud che siano senza lavoro da almeno sei mesi da destinare a decontribuzioni fino a 8.060 euro, come nel 2015", spiega ancora il giuslavorista.

Accusate di dopare il mercato del lavoro, le decontribuzioni sui neoassunti sono state introdotte dal governo a partire dal 2015, poi dimezzate nel 2016 per procedere con l'ultimo decalage nel prossimo anno. Ma alla fine l'intervento per il 2017 non è stato incluso nella Legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera: l'estensione a tutti del decalage sarebbe stata di entità troppo bassa, con il rischio di non rappresentare un incentivo attraente, una misura selettiva rischiava la bocciatura Ue configurandosi come aiuto di stato distorsivo del mercato. da qui il ricorso ai fondi Ue per assicurare continuità alle politiche del governo per il mercato del lavoro completando il triennio di decontribuzioni in vista di un taglio strutturale del cuneo nel 2018.

Il disoccupato che rifiuta congrue offerte di lavoro vedrà erodersi la Naspi e anche eventualmente la sua revoca. La dichiarazione di Immediata disponibilità per potersi avvalere dell’assegno va fatta dal disoccupato da almeno 4 mesi. Compilando una serie di dati otterrà un punteggio che vale un assegno diverso fra mille e 5mila euro.

Le cifre parlano chiaro, saranno oltre 20.000 i disoccupati non qualificati in cerca di una nuova occupazione. Sarà rivolto a questi ultimi il bonus da 5000 euro, in previsione del tempo che impiegheranno le agenzie del lavoro per la loro ricollocazione. Bisogna specificare che il bonus verrà dato per intero se il disoccupato in cerca di lavoro verrà assunto a tempo indeterminato. Viceversa, se il disoccupato verrà assunto con contratto a termine, il bonus sarà dimezzato.


mercoledì 25 febbraio 2015

Contributo in denaro (voucher) di ricollocamento: i disoccupati aventi diritto




Il contratto di ricollocazione rappresenta una vera innovazione nell'ottica di rilanciare le risorse impiegate sulla politica passiva (la nuova Aspi – denominata Naspi, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) con quella attiva, che si affianca da subito per supportare il lavoratore disoccupato nella ricerca di una nuova occupazione.

Presso l’Inps sarà, istituito il «Fondo per le politiche attive per la ricollocazione dei lavoratori in stato di disoccupazione involontaria»e potranno beneficiare i lavoratori licenziati illegittimamente, compresi quelli a seguito di licenziamenti collettivi (sono però esclusi i lavoratori che hanno rinunciato a impugnare il licenziamento perché hanno scelto la conciliazione standard e quelli che hanno stipulato con il proprio datore di lavoro una risoluzione consensuale del rapporto di impiego nell'ambito di una riduzione di personale, ma su questi punti una parte della maggioranza è pronta a chiedere correzioni).

Lo schema del contratto di ricollocazione è questo: il lavoratore beneficiario ha diritto di ricevere dai centri per l’impiego territorialmente competenti un voucher rappresentativo della dote individuale di ricollocazione, a condizione, tuttavia, che effettui la procedura di definizione del profilo personale di occupabilità (per capire il grado di difficoltà nel trovare un nuovo impiego).

L’interessato presenta il voucher a un’agenzia per il lavoro e così potrà firmare il contratto di ricollocazione vero e proprio. Questo contratto assicura al lavoratore il diritto a una assistenza appropriata nella ricerca della nuova occupazione, programmata e gestita da parte dell’agenzia per il lavoro.

L’agenzia dovrà realizzare iniziative di ricerca, addestramento, formazione, riqualificazione professionale mirata a sbocchi occupazionali coerenti con le capacità del lavoratore e le condizioni del mercato del lavoro nella zona dove la persona è stata presa in carico.

L’ammontare del voucher è proporzionato in relazione al profilo di occupabilità dell’interessato e l’agenzia ha diritto a incassarlo soltanto a risultato ottenuto (questo è un elemento di contendibilità del sistema per bilanciare la nota inefficienza dei centri pubblici per l’impiego).

Quindi cui sarà un obbligo di seguire dei corsi formativi presso agenzie private. In pratica, con il contratto di ricollocazione (o ricollocamento) il lavoratore licenziato riceve l’indennità di disoccupazione prevista dalla legge, cioè la Naspi, e inizia contemporaneamente un percorso di formazione e reinserimento professionale, attraverso un programma coordinato dalla sua Regione. Il dipendente che ha sottoscritto il contratto di ricollocazione riceve cioè dall'amministrazione regionale un contributo in denaro (voucher) che potrà poi spendere per un percorso di formazione presso un'agenzia di lavoro privata.

Il contributo dei voucher per il  attivabile in tutto il territorio nazionale (sempre attraverso le Regioni, che lo finanziano attingendo dal Fondo per le Politiche Attive del lavoro. Il Contratto di Ricollocazione è regolamentato dall’articolo 17 del decreto sugli ammortizzatori sociali.

Come richiedere il voucher
Il lavoratore disoccupato deve innanzitutto rivolgersi a una struttura accreditata per la ricerca di lavoro ed effettuare la procedura di definizione del suo profilo di occupabilità. In pratica, in base alle esperienze, ai requisiti, titoli, e caratteristiche del lavoratore, viene stabilita la facilità, o difficoltà, di trovargli una nuova occupazione. In base a questo profilo personale di occupabilità, viene attribuita al disoccupato una “dote individuale di ricollocazione“, spendibile presso le strutture accreditate. Si tratta del voucher ricollocamento, il cui ammontare è proprozionato al profilo di occupabilità.

A questo punto è il lavoratore a scegliere se rivolgersi a un centro per l’impiego o a un’altra struttura, che incasserà l’importo del voucher assegnato solo in caso di conclusione positiva del processo di ricollocazione (quindi, solo se il disoccupato trova lavoro).

Requisiti
Il Contratto di Ricollocazione prevede le seguente regole generali:

il disoccupato ha diritto a un’assistenza appropriata nella ricerca della nuova occupazione, programmata, strutturata e gestita secondo le migliori tecniche del settore, da parte del soggetto accreditato;

deve rendersi parte attiva rispetto alle iniziative proposte dal soggetto accreditato;
partecipa alle iniziative di ricerca, addestramento e riqualificazione professionale mirate a sbocchi

occupazionali coerenti con il fabbisogno espresso dal mercato del lavoro, organizzate e predisposte dal soggetto accreditato.

Decadenza
Il voucher ricollocamento decade nel caso in cui il disoccupato non partecipi alle iniziative di ricerca e riqualificazione oppure se rifiuta senza giustificato motivo una congrua offerta di lavoro in seguito all’attività di accompagnamento attivo al lavoro.

Il fatto saliente del contratto di ricollocazione è il valore della dote, che deve variare a seconda della spendibilità sul mercato, ma anche del livello professionale, essendo le esigenze di operai, impiegati, manager o imprenditori completamente diverse e dunque diversi gli strumenti e le risorse impiegate nel percorso di outplacement.





sabato 13 settembre 2014

Deleghe sul lavoro: contratti di solidarietà, contratto di ricollocazione e dimissioni in bianco



C’è l’intenzione di ampliare la platea di imprese che possono far ricorso ai contratti di solidarietà e rimuovere gli ostacoli che sinora hanno azzoppato il contratto di solidarietà espansivo, quello cioè che favorisce nuove assunzioni attraverso una contestuale riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione.

Il primo obiettivo è estendere la facoltà di usarli alle imprese che finora non possono accedervi (perché l'ambito di applicazione adesso è lo stesso di quello della cassa integrazione straordinaria). Il secondo scopo è semplificare sia il ricorso al contratto di solidarietà difensivo (che prevede tagli di stipendio in caso di crisi aziendale per evitare la riduzione del personale) sia al contratto di solidarietà "espansivo", usato cioè per favorire nuove assunzioni attraverso una riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione dei lavoratori in organico. Quasi l'applicazione pratica del vecchio slogan "lavorare meno, lavorare tutti". Proprio all'insegna di quel modello tedesco, infatti in Germania le ore mediamente lavorate dal singolo lavoratore sono nettamente inferiori a quelle lavorate in Italia. Tenendo immutato il numero totale delle ore di lavoro, e invece riducendo quelle lavorate da ciascuno, l'occupazione aumenta.

E’ stato approvato un emendamento che vede primo firmatario Pietro Ichino, che introduce il "contratto di ricollocazione" il quale prevede la "promozione di un collegamento tra misure di sostegno al reddito della persona inoccupata o disoccupata e misure volte al suo inserimento nel tessuto produttivo". Si tratta, in sostanza, di un contratto trilaterale tra lavoratore disoccupato, centri per l'impiego e agenzia per il lavoro in cui, in cambio di una riconversione e una effettiva ricollocazione del lavoratore, all'agenzia viene corrisposta una remunerazione. I disoccupati potranno scegliere un'agenzia specializzata tra quelle accreditate dalla Regione, che a sua volta potrà stipulare il contratto con la persona rimasta senza lavoro e con il centro per l'impiego, impegnandosi ad assisterla e a indirizzarla in un percorso di riqualificazione mirata. L'agenzia sarà remunerata con un voucher regionale liquidabile in gran parte soltanto a risultato ottenuto. Una via per escludere gli operatori meno capaci. «Si tratta di uno strumento utile – ha commentato Ichino - anche per collegare il sostegno del reddito del disoccupato e le iniziative per il suo reinserimento e per condizionare effettivamente il sostegno del reddito all'attivazione e disponibilità del beneficiario nel percorso verso la nuova occupazione».

Previste misure anche per combattere le dimissioni in bianco assicurando "l'autenticità" delle scelte del lavoratore. Un emendamento che indirizza il governo, nei decreti di attuazione, a stabilire "modalità semplificate per garantire la data certa nonché l'autenticità della manifestazione di volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, anche tenuto conto della necessità di assicurare la certezza della cessazione del rapporto nel caso di comportamento concludente in tal senso del lavoratore". Una delega ampia, quindi, volta ad arginare la pratica di far firmare ai neoassunti, e spesso alle donne che potrebbero restare incinte, una lettera di dimissioni "in bianco" per poterli licenziare con facilità.

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