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sabato 2 marzo 2013

Crisi imprese: boom di protesti e sofferenze

Le piccole imprese italiane sono alle prese con un vero e proprio boom di protesti e sofferenze e almeno una su due non riesce più a pagare gli stipendi ai propri dipendenti ed è costretta a rateizzare o dilazionare i pagamenti, a causa della mancanza di liquidità. A lanciare l'allarme è la Cgia di Mestre, secondo cui, dall'inizio della crisi, i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%, mentre le sofferenze bancarie delle aziende hanno fatto registrare un'impennata spaventosa: +165%.

Alla fine del 2012 l'ammontare complessivo delle insolvenze ha superato i 95 miliardi di euro.
Nel 2012 la retribuzione lorda per dipendente nelle grandi imprese e il costo del lavoro sono aumentati, nel confronto con l'anno precedente, rispettivamente dell'1,2% e dell'1,1%. Lo rileva l'Istat nel confronto con il 2011. Lo scorso anno, quindi, la crescita dei salari è stata inferiore all'inflazione, pari al 3%.

Nel 2012 l'occupazione nelle grandi imprese, le aziende con almeno 500 lavoratori, scende dello 0,9% su base annua al lordo dei dipendenti in cassa integrazione. L'Istat mette in evidenza che al netto della cig il calo diventa pari all'1,6%. Si tratta di una nuova diminuzione, che si aggiunge e acuisce quella del 2011

sabato 1 settembre 2012

Alcoa: “Lavoro, sviluppo e occupazione».


E' stato il grido dei 56 operai dell'Alcoa di Portovesme.
L'Alcoa ha rifiutato la richiesta di proroga arrivata dalla Regione Sardegna. Lo ha reso noto alcune fonti vicine alla vertenza dello stabilimento sardo, precisando che quindi da lunedì partiranno le procedure per avviare l'arresto della produzione.

I manifestanti, aspettando notizie positive per il loro futuro. Hanno giustamente sostenuto che  «Dobbiamo fare capire a chi di dovere che, se non si sblocca questa situazione, lunedì l'Alcoa chiude, portandosi dietro 500 dipendenti e quasi 400 lavoratori dell'indotto» hanno detto. Il governo è impegnato in questi giorni in una serie di contatti, a partire dalla multinazionale Glencore, l'azienda svizzera che ha manifestato l'intenzione di rilevare l'Alcoa. Gli operai invece sono in piazza col fiato sospeso.

Intanto Glencore "ha confermato il proprio interesse a discutere della questione Alcoa chiedendo chiarimenti in merito a energia, infrastrutture e ambiente".
Glencore ha chiesto sette giorni per valutare le risposte alle questioni tecniche riguardanti energia e occupazione. E poi prenderà una decisione. La multinazionale svizzera è ancora interessata a subentrare ad Alcoa nell'impianto sardo ma non ha presentato alcun impegno scritto. Prima di Glencore altre manifestazioni di interesse erano arrivate all'Alcoa da parte di «Klesch e poi di Aurelius – ricorda Alessandro Profili, responsabile affari europei di Alcoa –. Ma in entrambi i casi quando si è trattato di mettere nero su bianco la proposta gli interessati si sono sfilati e non siamo mai arrivati alla lettera di intenti che impone vincoli».

I dipendenti dell'Alcoa e quelli dell'indotto - assicura il ministero dello Sviluppo economico al termine della riunione con gli Enti locali - saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali."Governo e Regione - informa una nota del dicastero - hanno concordato le modalità per mettere in sicurezza i lavoratori dell'Alcoa e dell'indotto. L'esecutivo e la Regione Sardegna hanno confermato quanto sottoscritto negli accordi del 27 marzo e dell'11 aprile in materia di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Alcoa e hanno convenuto - si legge ancora nella nota - che saranno assicurate adeguate forme di tutela anche per i lavoratori dell'indotto".

sabato 18 agosto 2012

Cassa integrazione per i lavoratori Wind Jet

«Tutti i dipendenti della Windjet stanno firmando la cassa integrazione a tempo indeterminato, perché la compagnia potrebbe anche bluffare e magari sta prendendo tempo perché spera ci sia qualche acquirente», ha detto Alessandro Grasso, responsabile Trasporto aereo della Filt Cgil, mentre nell'aeroporto di Catania continua il presidio dei dipendenti della compagnia, dopo lo stop ai voli deciso dalla compagnia low cost.

Nei prossimi giorni, anche i piloti, i tecnici e gli assistenti di volo di Wind Jet entreranno nella richiesta di cassa integrazione straordinaria. La procedura e' stata già avviata solo per gli impiegati amministrativi della compagnia. I dipendenti della low cost catanese sono in tutto 504. Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le loro federazioni di categoria "terranno altissima l'attenzione nelle prossime ore e nei prossimi giorni affinché tutti i lavoratori dipendenti vengano tutelati soprattutto se il prossimo passaggio sarà la newco e tutti i lavoratori dovranno esserne coinvolti", si legge in una nota. Venerdì 24 agosto, intanto, dovrebbe esserci un ulteriore incontro al ministero con le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl, che per quella data si attendono dal governo comunicazioni circa lo stato di avanzamento delle iniziative per la continuità aziendale annunciate da Wind Jet. I sindacati chiedono alla compagnia "chiarimenti rispetto a come intende procedere, con quali partner e con quali garanzie per i 504 lavoratori dipendenti". Sabato 25 agosto nell'aeroporto di Catania si svolgerà un'assemblea dei lavoratori di Wind Jet per valutare le risposte di azienda e governo. I lavoratori, che intanto mantengono il loro presidio nello scalo di Fontanarossa, decideranno poi sulle iniziative da intraprendere.
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