Probabilmente le pari opportunità non sono ancora totalmente entrate nel dizionario comune degli italiani. Ma un fatto appare chiaro la “voglia di impresa” delle donne si fa sentire e non cedono il passo. Ed alla fine di settembre sono quasi 9 mila le imprese femminili in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento dello 0,6%. Pari al 47% delle nuove imprese totali registrate alle Camere di commercio. Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione dell’avvio del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” dati dell’ Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Giro d’Italia delle donne che fanno impresa è un’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l'imprenditoria femminile, che si articolerà in sette tappe sul territorio nazionale. Ed è un’occasione per dare visibilità alle imprenditrici e per riflettere, tenendo conto della complessità ed eccezionalità del contesto economico e sociale, sul contributo delle donne alla crescita del Paese.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
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domenica 20 novembre 2011
domenica 12 giugno 2011
Imprenditoria femminile: boom delle imprenditrici straniere.
Parliamo del rapporto tra le donne ed il lavoro ed in modo particolare dell’imprenditoria femminile.
Quindi donne al lavoro, non solo colf e badanti: il 70% lavora nel settore di terziario, il 5% lavora presso imprese e nei settori del noleggio e delle agenzie viaggio, il 15% lavora nel settore del commercio e ristorazione. Questi dati sono stati rilevati dall'osservatorio sull'evoluzione dell'imprenditoria femminile straniera nel terziario redatta da Confcommercio e Censis. Indicando che sono quasi 100mila le imprenditrici straniere attive in Italia: la maggior parte cinesi con il 15% nella ristorazione. Seguono le romene (7,6%), le svizzere (7,3%), le marocchine (6,7%) e le tedesche (6,3).
Il 16% delle straniere è di nazionalità cinese. Il 24% delle donne imprenditrici è laureata. Il mondo delle imprenditrici sta cambiando, dice l'analisi del Censis e Terziario Donna Confcommercio, e sono molto interessanti almeno tre aspetti qualitativi che emergono dall'Osservatorio, diminuiscono le giovani, tra 2009 e 2010 cala del 2% il numero delle under 30 (l'8,6% del totale) mentre aumentano del 2,1% le donne tra i 50 e 70 anni (sono il 32% del totale) e del 4,7% quelle oltre i 70; è aumentato il livello di istruzione: la quota di imprenditrici laureate passa dall'11,2% del 2004 al 24,1% del 2010; è aumentato il fabbisogno di conciliazione: la quota di imprenditrici con figli passa dal 56,4% del 2004 al 66,2% del 2010.
Vediamo come la dell'imprenditorialità femminile di Parma da incentivi all’imprenditoria femminile. Si parla di mille euro e dell'opportunità d'un tirocinio di tre mesi in Camera di Commercio. Questo è il premio che andrà alla miglior tesi di laurea sull'imprenditoria femminile grazie a un concorso che ha il fine di promuovere l’imprenditorialità femminile e stimolare la ricerca e gli studi sulle materie nel legate alla presenza delle donne nel mondo dell'impresa. Per informazioni si consiglia di visitare la pagina http://www.parmadaily.it/. Per presentare la domanda c'è tempo fino al 7 aprile 2012.
La regione dell'Umbria è la seconda regione in Italia per crescita dell'’imprenditoria femminile nel terziario, con un +1% che supera il dato medio nazionale che si attesta allo 0,4%.
Vediamo alcuni aspetti che devono essere delle regole per le Camere di Commercio e in modo particolare per la Promozione dell'imprenditorialità femminile. Devono creare degli stimoli per valorizzare e sostenere le attività imprenditoriali delle donne sul territorio regionale, ed esprimere importanti segnali di apertura alla verso una volontà di integrazione con attività ed iniziative già realizzate da altri; bisognerebbe fare una politica imprenditoriale femminile per un'attuazione originale ed innovativa per la progettazione di nuove esperienze.
E’ bisogna offrire spazi di rappresentanza per esigenze e fabbisogni dell'imprenditoria femminile sul territorio, e creare occasioni di confronto tra le diverse modalità di conciliare lavoro e vita familiare, fornendo uno stimolo alla creazione di informazioni, servizi e opportunità per le donne ideatrici d'impresa.
Quindi donne al lavoro, non solo colf e badanti: il 70% lavora nel settore di terziario, il 5% lavora presso imprese e nei settori del noleggio e delle agenzie viaggio, il 15% lavora nel settore del commercio e ristorazione. Questi dati sono stati rilevati dall'osservatorio sull'evoluzione dell'imprenditoria femminile straniera nel terziario redatta da Confcommercio e Censis. Indicando che sono quasi 100mila le imprenditrici straniere attive in Italia: la maggior parte cinesi con il 15% nella ristorazione. Seguono le romene (7,6%), le svizzere (7,3%), le marocchine (6,7%) e le tedesche (6,3).
Il 16% delle straniere è di nazionalità cinese. Il 24% delle donne imprenditrici è laureata. Il mondo delle imprenditrici sta cambiando, dice l'analisi del Censis e Terziario Donna Confcommercio, e sono molto interessanti almeno tre aspetti qualitativi che emergono dall'Osservatorio, diminuiscono le giovani, tra 2009 e 2010 cala del 2% il numero delle under 30 (l'8,6% del totale) mentre aumentano del 2,1% le donne tra i 50 e 70 anni (sono il 32% del totale) e del 4,7% quelle oltre i 70; è aumentato il livello di istruzione: la quota di imprenditrici laureate passa dall'11,2% del 2004 al 24,1% del 2010; è aumentato il fabbisogno di conciliazione: la quota di imprenditrici con figli passa dal 56,4% del 2004 al 66,2% del 2010.
Vediamo come la dell'imprenditorialità femminile di Parma da incentivi all’imprenditoria femminile. Si parla di mille euro e dell'opportunità d'un tirocinio di tre mesi in Camera di Commercio. Questo è il premio che andrà alla miglior tesi di laurea sull'imprenditoria femminile grazie a un concorso che ha il fine di promuovere l’imprenditorialità femminile e stimolare la ricerca e gli studi sulle materie nel legate alla presenza delle donne nel mondo dell'impresa. Per informazioni si consiglia di visitare la pagina http://www.parmadaily.it/. Per presentare la domanda c'è tempo fino al 7 aprile 2012.
La regione dell'Umbria è la seconda regione in Italia per crescita dell'’imprenditoria femminile nel terziario, con un +1% che supera il dato medio nazionale che si attesta allo 0,4%.
Vediamo alcuni aspetti che devono essere delle regole per le Camere di Commercio e in modo particolare per la Promozione dell'imprenditorialità femminile. Devono creare degli stimoli per valorizzare e sostenere le attività imprenditoriali delle donne sul territorio regionale, ed esprimere importanti segnali di apertura alla verso una volontà di integrazione con attività ed iniziative già realizzate da altri; bisognerebbe fare una politica imprenditoriale femminile per un'attuazione originale ed innovativa per la progettazione di nuove esperienze.
E’ bisogna offrire spazi di rappresentanza per esigenze e fabbisogni dell'imprenditoria femminile sul territorio, e creare occasioni di confronto tra le diverse modalità di conciliare lavoro e vita familiare, fornendo uno stimolo alla creazione di informazioni, servizi e opportunità per le donne ideatrici d'impresa.
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