Nel 2012 chiuse mille imprese al giorno. Era già successo nel 2008 e nel 2007, tuttavia in quegli anni le nuove iscrizioni avevano abbondantemente superato le 400mila unità e pertanto il saldo finale positivo era molto più consistente. Squinzi: Cgil non ostacolo alle riforme, ma remare uniti.
Nel 2012 hanno chiuso i battenti mille imprese al giorno. Lo ha calcolato Unioncamere, secondo cui nell'anno che si è appena concluso si sono registrate 364.972 chiusure (+24mila sul 2011) a fronte di 383.883 aperture (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011). Il saldo tra entrate e uscite è dunque positivo per 18.911 unità, ma si tratta del secondo peggior risultato dal 2005 e vicino, dopo due anni di recupero, al 2009, l'anno peggiore della crisi.
Considerando anche le cancellazioni delle imprese ormai non operative da più di tre anni, al 31/12/ 2012 lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.093.158. Lo rileva Unioncamere. Si restringe ulteriormente (-6.515 imprese), spiega Unioncamere, il tessuto imprenditoriale dell'industria manifatturiera - trascinato dalla forte contrazione dell'artigianato, che chiude l'anno con 20.319 imprese in meno - quello delle costruzioni (-7.427) e dell'agricoltura (-16.791).
Il conto più salato del 2012 lo paga il Nord che - Lombardia esclusa - perde complessivamente circa 6.600 imprese, i tre quarti delle quali (poco meno di 5mila unità) nel solo Nord-Est. Giovani under 35, immigrati e donne, attività del turismo, del commercio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attività che, nel 2012, hanno consentito a mantenere in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane (+0,3% contro il +0,5 del 2011). I dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal Registro delle imprese sono stati elaborati da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane.
"In questi anni - ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - le imprese italiane hanno fatto letteralmente dei miracoli per restare sul mercato. In tante, anche in assenza di vere politiche di sostegno, sono addirittura riuscite a migliorare le proprie posizioni e a rafforzarsi. Ma molte di più non ce l'hanno fatta e, con loro, si sono persi migliaia di posti di lavoro, per non parlare di competenze e tradizioni importanti".
Vediamo, la ricetta di Confindustria per una terapia d'urto.
Più crescita - "Il tasso di crescita si innalzerà al 3%; il pil aumenterà di 156 miliardi, più 2.617 euro ad abitante", indica il documento rivolto alle forze politiche in campo per il voto di febbraio.
Più lavoro - attuando il piano d'azione proposto dagli industriali "l'occupazione si espanderà di 1,8 milioni di unità, il tasso di occupazione salirà al 60,6% dal 56,4% del 2013 e il tasso di disoccupazione scenderà all'8,4% dal 12,3% atteso per il 2014".
Più industria, più investimenti- "Il peso dell'industria tornerà al 20% del valore aggiunto dell'intera economia dal 16,7% attuale, gli investimenti balzeranno del 55,8% cumulato (+66,4% quelli in macchinari e mezzi di trasporto, +44,7% quelli in costruzioni), l'export si innalzerà del 39,1%".
Più redditi famiglie, più produttività - "Il reddito delle famiglie che vivono di lavoro dipendente nel 2018 sarà più alto di 3.980 euro reali". L'inflazione "rimarrà attorno all'1,5%"; la produttività "aumenterà di quasi l'1% medio all'anno".
Conti pubblici in equilibrio, meno pressione del fisco - "Il deficit pubblico diventerà un consistente surplus, il debito cadrà al 103,7% del pil, ben sotto il 111,6% richiesto dai patti europei (129,2% nel 2013, compresi 48 miliardi di debiti commerciali della p.a. alle imprese), la pressione fiscale scenderà dal 45,1% al 42,1% e le spese correnti al netto degli interessi dal 42,9% al 36,9%".
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venerdì 25 gennaio 2013
Unioncamere e l’anno nero del lavoro
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domenica 11 novembre 2012
Assunzioni 2012 2013 che fine hanno fatto gli incentivi?
Saranno oltre 218 mila le assunzioni nelle imprese dell'industria e dei servizi nel IV trimestre 2012, ma solo il 19% a tempo indeterminato. È quanto emerge dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Per il lavoro subordinato il saldo complessivo si manterrà negativo con 120 mila posti di lavoro in meno.
Se andiamo nello specifico, le assunzioni per il quarto trimestre saranno circa 158mila lavoratori alle dipendenze (91mila assunzioni non stagionali, 40mila stagionali e quasi 27mila interinali) e 60mila nuovi contratti di lavoro autonomi. I quasi 120mila i posti di lavoro subordinato in meno sono in parte determinati dalla conclusione di contratti stagionali o comunque a tempo determinato: 12 mila saranno lavoratori in somministrazione o interinali; i restanti 107mila lavoratori dipendenti persi, a carattere non stagionale e stagionale, si distribuiscono in tutte le regioni, ad eccezione del Trentino Alto Adige (con l'arrivo della stagione turistica si prevedono 2.700 posti di lavoro in più).
Se analizziamo altre forme contrattuali si segnalano riduzioni di poco inferiori alle 12mila unità per i collaboratori a progetto. La domanda di lavoratori alle dipendenze per la fine dell'anno (al netto degli interinali) «risulta tuttavia lievemente superiore rispetto alle previsioni delle imprese espresse per il IV trimestre 2011 (il peggiore dagli ultimi due anni)», mette in evidenza l'indagine.
E poi le risorse messe a disposizione per finanziare le stabilizzazioni e le nuove assunzione di giovani e donne sono state azzerate in breve tempo.
Secondo quanto previsto dal Dm del 5 ottobre 2012 adesso è l'Inps che avrà a disposizione sei mesi per il riconoscimento degli importi a favore delle aziende; nel frattempo l'Istituto eseguirà un controllo sui dati contenuti nelle domande presentate telematicamente con il modello DON-GIOV e sulle dichiarazioni di responsabilità DiResCo che gli interessati hanno inoltrato online.
Gli incentivi sono subordinati al rispetto dei principi introdotti dalla legge 92/2012. Al Ente di previdenza toccherà la valutazione di talune delicate situazioni (per esempio, obblighi di assunzione, rispetto del diritto di precedenza) che potrebbero comportare alcune esclusioni dalle facilitazioni previste dal Dm. Solo dopo aver completato l'esame delle istanze l'Inps potrà predisporre un elenco in base alla data di presentazione delle domande.
Ricordiamo che i datori di lavoro che entro il 31 marzo 2013 stabilizzano rapporti di lavoro a termine, di collaborazione coordinata (anche in modalità progetto) e di associazione in partecipazione con apporto di lavoro, possono essere ammessi ad un incentivo pari a 12mila euro. Incentivi di importo minore possono essere riconosciuti a chi instaura, sempre entro il 31 marzo 2013, rapporti di lavoro a tempo determinato di durata minima di 12 mesi. L'incentivo riguarda uomini con meno di 30 anni o donne di qualunque età, ed è autorizzato dall'Inps.
E come registrato dal sito Internet dell'Inps le domande inviate al 2 novembre hanno raggiunto già la capienza dei fondi a disposizione. La possibilità di trasmettere domanda per il bonus rimane aperta, anche perché non è sicuro che tutte le richieste presentate siano ritenute valide.
Nel panorama degli incentivi alle assunzioni, la legge 92/2012, oltre a fare un intervento di sulle regole per il loro utilizzo, ridisegna anche il quadro normativo in cui si collocano le diverse fattispecie, diciamo che dovrebbero agevolare le assunzioni: infatti, l'abrogazione di determinati ammortizzatori sociali per via dell'introduzione dell'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi) - con la riforma a regime - avrà come effetto la riduzione dei soggetti che, attraverso la loro ricollocazione, potevano portare al nuovo datore di lavoro una dote contributiva. Una conseguenza che si ripercuoterà sia sui lavoratori svantaggiati, che avranno maggiori difficoltà a ritrovare una nuova occupazione, sia sulle imprese, che perderanno la possibilità di godere di bonus di diversa natura: si smarrisce così uno dei suoi principali obiettivi, vale a dire la creazione di maggiore occupazione.
Adesso vediamo tutte quelle garanzie che scompariranno grazie alla nuova riforma del lavoro.
L'abolizione - in via definitiva a partire dal 2017 - delle disposizioni sul l'iscrizione alle liste di mobilità e della relativa indennità (comma 71 dell'articolo 2) porterà all'eliminazione degli incentivi connessi alla riassunzione. Oggi è prevista una contribuzione Inps agevolata nella misura del 10% in luogo di quella intera, fino a un massimo di 36 mesi a seconda dei soggetti e della tipologia di contratto.
Scomparirà anche la possibilità introdotta dal Dlgs 167/2011, di assumere con contratto di apprendistato i lavoratori in mobilità, ai fini della loro riqualificazione professionale.
L'abolizione degli ammortizzatori in deroga (che potranno essere prorogati con specifici accordi governativi solo fino al 2016) farà cessare la possibilità di ricollocare i percettori di questi sussidi, attraverso la concessione ai datori di lavoro di un'agevolazione pari ai trattamenti non ancora percepiti.
Quindi sarà un vero salasso per chi cerca di trovare un nuovo lavoro ed eventualmente ricollocarsi nel mercato del lavoro.
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domenica 9 settembre 2012
Sistema informativo Excelsior meno 188 mila assunti
Quest'anno saranno ci saranno 188 mila assunzioni in meno. E' quanto ha rilevato il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e del ministero del Lavoro. Nel 2012 le assunzioni complessive non stagionali previste dalla imprese dell'industria e servizi saranno 407 mila contro le 595 mila programmate nel 2011 I laureati assunti potrebbero essere 15 mila in meno. Gli specializzandi avranno più possibilità di trovare lavoro. Il mercato del lavoro cerca economisti, ingegneri, medici, infermieri. Ricercati anche ragionieri, meccanici e operatori turistici e alberghieri.
Le imprese cercano laureati e diplomati qualificati per reggere alla sfida della competizione.
Quindi il mercato del lavoro sta cercando economisti, ingegneri, medici e personale sanitario specializzato tra i laureati. Ragionieri, meccanici e specializzati nell'indirizzo turistico-alberghiero tra i diplomati. E' a questi titoli di studio che le imprese guardano con maggior attenzione, programmando le assunzioni da effettuare nell'arco del 2012. Anno nel corso del quale, è evidente l'inasprimento della competizione legato alla crisi porterà molte imprese a investire nell'accrescimento della qualità dei prodotti e servizi da immettere sul mercato, portando come conseguenza un più consistente peso dei laureati sul totale delle assunzioni programmate: il 14,5% quest'anno, 2 punti percentuali in più rispetto al 2011. Ma la sensibile riduzione delle assunzioni complessive non stagionali previste dalle imprese dell'industria e dei servizi (quelle complessive non stagionali saranno 407mila contro le 595mila programmate nel 2011) non risparmierà nemmeno i "dottori", che, alla fine, potrebbero essere 15mila in meno di quelli preventivati lo scorso anno.
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domenica 22 luglio 2012
Lavoro: il posto fisso resta un miraggio
Meno di due assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato. In Italia la crisi si vede anche da questo: i contratti senza la data di scadenza diventano sempre più rari. A dirlo è un'indagine di Unioncamere e ministero del Lavoro sul terzo trimestre di quest'anno. E nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili previste sono appena il 19,8% su un totale di quasi 159 mila. Nello stesso periodo dello scorso anno la percentuale di assunzioni previste era tra il 27 e il 34%.
Nello specifico, si avranno 42 contratti atipici ogni 100 contratti di assunzione diretti (25,8 nel 2° trimestre) e 25 contratti di lavoro «non dipendente» ogni 100 contratti di lavoro dipendente (diretti o interinali), quasi il doppio rispetto ai 13 del trimestre precedente.
Le stime del terzo trimestre confermano in qualche misura il dato dei tre mesi precedenti, mentre nei quattro trimestri precedenti la quota era compresa fra il 27% e il 34%. Il calo dei posti fissi messi a disposizione dalle imprese è stato forte e più brusco. Basti pensare che nello stesso periodo dello scorso anno le assunzioni previste a tempo indeterminato rappresentavano il 28,3%. Il trend in discesa viene confermato anche tenendo conto della stagionalità. Nel bollettino sui programmi occupazionali delle imprese viene evidenziato che, escludendo le assunzioni stagionali, i contratti stabili si attestano al 35,8%, mentre nei precedenti cinque trimestri la loro quota oscillava fra il 41% e il 43% circa. Inoltre, sottolinea l'indagine, se si rapportano "i contratti a tempo indeterminato a tutti i contratti di lavoro o di collaborazione che le imprese prevedono di stipulare nel periodo (inclusi quindi quelli 'atipici'), si scende dal 16 al 14% circa".
Un terzo dei nuovi assunti per il terzo trimestre dell'anno saranno giovani: queste le previsioni di Unioncamere, in particolare contenute nel sistema informativo Excelsior in collaborazione con il Ministero del Lavoro. «Per il terzo trimestre - si legge in uno studio - le imprese assegnano ai giovani fino a 29 anni, tra il personale da assumere, una quota del 32,7% del totale, un punto percentuale in più rispetto al trimestre scorso. Questo incremento, in termini relativi, delle opportunità per i giovani si avrà però solo nel settore dei servizi, dove nel corso del trimestre il ricambio, sia pure parziale, della popolazione lavorativa, si accompagnerà anche a un maggiore 'ringiovanimentò dei lavoratori in ingresso
Secondo l’elaborazione sui dati della relazione annuale di Bankitalia. Dall'inizio del nuovo millennio la busta paga dei dipendenti è praticamente ferma. Dal 2000 al 2010 le retribuzioni medie reali nette sono aumentate solo di 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro (+2%). Palazzo Koch ha spiegato che, proprio a causa dell'espansione del lavoro a tempo parziale, le retribuzioni nette medie per il totale dei lavoratori dipendenti sono diminuite dello 0,2%, riflettendo esclusivamente il calo del mezzogiorno.
Nello specifico, si avranno 42 contratti atipici ogni 100 contratti di assunzione diretti (25,8 nel 2° trimestre) e 25 contratti di lavoro «non dipendente» ogni 100 contratti di lavoro dipendente (diretti o interinali), quasi il doppio rispetto ai 13 del trimestre precedente.
Le stime del terzo trimestre confermano in qualche misura il dato dei tre mesi precedenti, mentre nei quattro trimestri precedenti la quota era compresa fra il 27% e il 34%. Il calo dei posti fissi messi a disposizione dalle imprese è stato forte e più brusco. Basti pensare che nello stesso periodo dello scorso anno le assunzioni previste a tempo indeterminato rappresentavano il 28,3%. Il trend in discesa viene confermato anche tenendo conto della stagionalità. Nel bollettino sui programmi occupazionali delle imprese viene evidenziato che, escludendo le assunzioni stagionali, i contratti stabili si attestano al 35,8%, mentre nei precedenti cinque trimestri la loro quota oscillava fra il 41% e il 43% circa. Inoltre, sottolinea l'indagine, se si rapportano "i contratti a tempo indeterminato a tutti i contratti di lavoro o di collaborazione che le imprese prevedono di stipulare nel periodo (inclusi quindi quelli 'atipici'), si scende dal 16 al 14% circa".
Un terzo dei nuovi assunti per il terzo trimestre dell'anno saranno giovani: queste le previsioni di Unioncamere, in particolare contenute nel sistema informativo Excelsior in collaborazione con il Ministero del Lavoro. «Per il terzo trimestre - si legge in uno studio - le imprese assegnano ai giovani fino a 29 anni, tra il personale da assumere, una quota del 32,7% del totale, un punto percentuale in più rispetto al trimestre scorso. Questo incremento, in termini relativi, delle opportunità per i giovani si avrà però solo nel settore dei servizi, dove nel corso del trimestre il ricambio, sia pure parziale, della popolazione lavorativa, si accompagnerà anche a un maggiore 'ringiovanimentò dei lavoratori in ingresso
Secondo l’elaborazione sui dati della relazione annuale di Bankitalia. Dall'inizio del nuovo millennio la busta paga dei dipendenti è praticamente ferma. Dal 2000 al 2010 le retribuzioni medie reali nette sono aumentate solo di 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro (+2%). Palazzo Koch ha spiegato che, proprio a causa dell'espansione del lavoro a tempo parziale, le retribuzioni nette medie per il totale dei lavoratori dipendenti sono diminuite dello 0,2%, riflettendo esclusivamente il calo del mezzogiorno.
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domenica 6 maggio 2012
Lavoro 2012 i mestieri che si cercano e sono “introvabili”
Vediamo il rapporto annuale di Unioncamere sui mestieri più "ricercati" dalle aziende: domanda e offerta difficilmente si incontrano. Sono 25 le categorie di mestieri di cui c'è più bisogno. E sono: cuochi, saldatori, infermieri, esperti di marketing, falegnami, ingegneri, commercialisti e fabbri. Questi i mestieri e professioni “introvabili”, di cui le aziende sono alla ricerca, nonostante i disoccupati siano sempre di più. Lo si apprende dalla classifica 2011, contenuta nel rapporto 'Excelsior" redatto da Unioncamere e Ministero del Lavoro. Si tratta di circa 100mila posti di lavoro: 31.790 nelle grandi imprese e 61.720 nelle Pmi. Almeno 25 le categorie professionali interessate che le aziende faticano a trovare. Nel contempo, Unioncamere indica, per il 2012, in 130mila i posti di lavoro che saranno persi a causa della recessione.
Fra le 25 categorie professionali, le Pmi hanno bisogno di 1.530 operai addetti ai macchinari, 960 alle macchine movimento terra, 810 operai tessili e dell'abbigliamento, 3.330 riparatori di impianti, 1.820 fabbri, 7.460 operai edili specializzati, 2.460 saldatori e carpentieri, 1.840 tecnici ingegneri, 1.100 chimici e fisici, 880 tecnici matematici, 820 falegnami, cinquecento ingegneri. Le grandi imprese cercano soprattutto 1.380 ingegneri, 1.840 manager gestionali, 1.640 esperti di marketing, 1.920 fra matematici e fisici, 1.140 commercialisti e specialisti bancari, 1.740 infermieri e paramedici, 1.640 cuochi e addetti alla ristorazione, 880 autisti, 1.310 montatori e riparatori impianti ma anche 520 saldatori, 330 operai specializzati.
Le professionalità che si fatica maggiormente a trovare coprono una fetta del 20,6% del totale delle assunzioni programmate dalla grandi aziende; poco meno per le Pmi. Errato pensare che la laurea non serve o serve a poco per trovare lavoro. In entrambe le tipologia di imprese, il rapporto Unioncamere evidenzia che "disporre di un livello di istruzione universitario permette di accedere non solo a professioni maggiormente qualificate ma anche a retribuzioni più elevate". Nelle piccole imprese chi ha una laurea viene assunto a un livello retributivo maggiore del 16% rispetto a un diplomato e del 18% rispetto a livelli di formazione inferiore.
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venerdì 3 febbraio 2012
Mercato del lavoro ed occupazione: le professioni del 2012
I dati Unioncamere e del Ministero del Lavoro sull’occupazione nel 2012 anticipano che entro marzo sono previste 152mila nuove assunzioni in oltre 170 mila imprese dell’industria e dei servizi (7% sul totale in Italia) e riguarderanno in particolare giovani sotto i 30 anni di età.
Il 34% delle nuove assunzioni (51.700 unità) è stato programmato da imprese attive nel settore industria e il 66% (100.400 unità) da quelle dei servizi.
Le professioni che sembrano affrontare meglio il difficile momento del lavoro, secondo la multinazionale olandese Randstad Holding , sono le figure contabili (specialisti in contabilità, credito, Risk Management) , amministrativi (gestione del personale e gestione della contabilità del personale), giuristi d’impresa (scienze economiche), ingegneri ed esperti di social media (esperti informatici e web).
Anche a fronte della riforma del mercato del lavoro, in molti stanno cercando di delineare una sorta di strada maestra per le professioni più richieste dal mercato nel 2012.
Secondo l’ultima ricerca condotta dalla Randstad Holding – azienda specializzata nella ricerca, selezione, formazione di Risorse Umane nel 2012 le richieste di laureati in Economia e Commercio e Ingegneria resteranno alte
Tra i più richiesti secondo l’Amministratore delegato Marco Ceresa, spiccano gli specialisti nel credito-contabilità e nel risk management, in crescita il bisogno delle imprese di giuristi d’impresa e di buoni commerciali.
Infine la ricerca Randstad rivela come le difficoltà economiche impongano alle imprese una maggiore attenzione alle risorse umane ed una più attenta valutazione degli inserimenti, focalizzandosi sui talenti. E se da un lato le aziende saranno più esigenti in termini di competenze e performance, dall’altro avranno bisogno di maggiore flessibilità: per questo auspichiamo una semplificazione della contrattualistica giuslavoristica e un aumento degli stipendi per i più meritevoli.
Il 34% delle nuove assunzioni (51.700 unità) è stato programmato da imprese attive nel settore industria e il 66% (100.400 unità) da quelle dei servizi.
Le professioni che sembrano affrontare meglio il difficile momento del lavoro, secondo la multinazionale olandese Randstad Holding , sono le figure contabili (specialisti in contabilità, credito, Risk Management) , amministrativi (gestione del personale e gestione della contabilità del personale), giuristi d’impresa (scienze economiche), ingegneri ed esperti di social media (esperti informatici e web).
Anche a fronte della riforma del mercato del lavoro, in molti stanno cercando di delineare una sorta di strada maestra per le professioni più richieste dal mercato nel 2012.
Secondo l’ultima ricerca condotta dalla Randstad Holding – azienda specializzata nella ricerca, selezione, formazione di Risorse Umane nel 2012 le richieste di laureati in Economia e Commercio e Ingegneria resteranno alte
Tra i più richiesti secondo l’Amministratore delegato Marco Ceresa, spiccano gli specialisti nel credito-contabilità e nel risk management, in crescita il bisogno delle imprese di giuristi d’impresa e di buoni commerciali.
Infine la ricerca Randstad rivela come le difficoltà economiche impongano alle imprese una maggiore attenzione alle risorse umane ed una più attenta valutazione degli inserimenti, focalizzandosi sui talenti. E se da un lato le aziende saranno più esigenti in termini di competenze e performance, dall’altro avranno bisogno di maggiore flessibilità: per questo auspichiamo una semplificazione della contrattualistica giuslavoristica e un aumento degli stipendi per i più meritevoli.
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sabato 21 gennaio 2012
Assunzioni 2012 il lavoro fisso resta un miraggio
L'assunzione a tempo indeterminato resta un miraggio anche nel 2012 è quanto emerge dalle stime Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le aziende prevedono nel complesso circa 270mila nuove entrate ma tra queste solo 66 mila saranno con un contratto a tempo indeterminato quindi solo il 24%. Ed entro il mese di marzo 2012 le aziende italiane dovrebbero assumere circa 152 mila persone a fronte di 227 mila uscite, con un saldo negativo di 75 mila unità.
Le 152 mila nuove forze lavoro programmate dalle aziende industriali e di servizi sono circa 60 mila in più di quelle rilevate per l'ultimo trimestre dello scorso anno (erano 92 mila tra ottobre e dicembre 2011) ma che si tratta in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure che hanno interrotto il loro rapporto di lavoro.
La “croce” di questo saldo occupazionale negativo colpisce soprattutto l'occupazione nelle piccole imprese, il Mezzogiorno e i contratti a tempo determinato. Tra le aziende che assumono il 44% lo fa per sostituire dipendenti in uscita o per stabilizzare personale che già ha. Per il 12% le assunzioni riguardano attività stagionali mentre per il 32% l'assunzione è motivata dal picco di domanda.
Su 152 mila assunzioni programmate 125.700 saranno a carattere non stagionale mentre 26.400 saranno stagionali. Il 34% delle assunzioni totali dovrebbe esser fatto da aziende industriali (51.700 unità) mentre il 66% dovrebbe riguardare i servizi (100.400 unità). L'industria recupera rispetto ai trimestre precedenti quando registrava meno di un quarto delle assunzioni totali.
Secondo le stime di Unioncamere a oltre 66 mila neo assunti (il 34% del totale) verrebbe proposto un contratto a tempo indeterminato mentre i contratti a termine riguarderebbero il 56% delle entrate previste (85.600 assunzioni). L'apprendistato sarebbe proposto a 10 mila lavoratori (il 6,4% delle entrate). Oltre un terzo delle assunzioni (52 mila pari al 34,2% del totale) sono esplicitamente indirizzate verso i giovani under 30 ma a questi se ne potrebbero aggiungere molti altri tra le 60 mila richieste senza limiti di età.
I conti che riguardano i posti di lavoro in Italia non tornano mai.
Lo dimostra anche la previsione del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che per i primi tre mesi del 2012 mette sul piatto più uscite di personale che assunzioni.
Le 152 mila nuove forze lavoro programmate dalle aziende industriali e di servizi sono circa 60 mila in più di quelle rilevate per l'ultimo trimestre dello scorso anno (erano 92 mila tra ottobre e dicembre 2011) ma che si tratta in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure che hanno interrotto il loro rapporto di lavoro.
La “croce” di questo saldo occupazionale negativo colpisce soprattutto l'occupazione nelle piccole imprese, il Mezzogiorno e i contratti a tempo determinato. Tra le aziende che assumono il 44% lo fa per sostituire dipendenti in uscita o per stabilizzare personale che già ha. Per il 12% le assunzioni riguardano attività stagionali mentre per il 32% l'assunzione è motivata dal picco di domanda.
Su 152 mila assunzioni programmate 125.700 saranno a carattere non stagionale mentre 26.400 saranno stagionali. Il 34% delle assunzioni totali dovrebbe esser fatto da aziende industriali (51.700 unità) mentre il 66% dovrebbe riguardare i servizi (100.400 unità). L'industria recupera rispetto ai trimestre precedenti quando registrava meno di un quarto delle assunzioni totali.
Secondo le stime di Unioncamere a oltre 66 mila neo assunti (il 34% del totale) verrebbe proposto un contratto a tempo indeterminato mentre i contratti a termine riguarderebbero il 56% delle entrate previste (85.600 assunzioni). L'apprendistato sarebbe proposto a 10 mila lavoratori (il 6,4% delle entrate). Oltre un terzo delle assunzioni (52 mila pari al 34,2% del totale) sono esplicitamente indirizzate verso i giovani under 30 ma a questi se ne potrebbero aggiungere molti altri tra le 60 mila richieste senza limiti di età.
I conti che riguardano i posti di lavoro in Italia non tornano mai.
Lo dimostra anche la previsione del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che per i primi tre mesi del 2012 mette sul piatto più uscite di personale che assunzioni.
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domenica 20 novembre 2011
Unioncamere, la metà delle nuove imprese è rosa e parte la rete Europea
Probabilmente le pari opportunità non sono ancora totalmente entrate nel dizionario comune degli italiani. Ma un fatto appare chiaro la “voglia di impresa” delle donne si fa sentire e non cedono il passo. Ed alla fine di settembre sono quasi 9 mila le imprese femminili in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un incremento dello 0,6%. Pari al 47% delle nuove imprese totali registrate alle Camere di commercio. Sono solo alcuni dei dati presentati in occasione dell’avvio del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” dati dell’ Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. Giro d’Italia delle donne che fanno impresa è un’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l'imprenditoria femminile, che si articolerà in sette tappe sul territorio nazionale. Ed è un’occasione per dare visibilità alle imprenditrici e per riflettere, tenendo conto della complessità ed eccezionalità del contesto economico e sociale, sul contributo delle donne alla crescita del Paese.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
Le 8.814 imprese femminili aggiuntive rappresentano, inoltre, il 47% del saldo totale delle nuove imprese registrate alle Camere di commercio, pari a 18.794 unità tra settembre 2010 e settembre 2011.Lazio, Umbria, Calabria e Veneto le regioni che mettono a segno gli incrementi percentuali più consistenti, compresi tra l’1,4% e l’1,2%. E, ad eccezione del Lazio, sono incrementi più rilevanti di quelli che in termini percentuali hanno fatto registrare le aziende a prevalenza maschile.
Mentre l’ Unione Europea ha lanciato la rete di consulenti per promuovere l’imprenditoria femminile. E ciò attraverso una rete di consulenti, donne esperte nel settore che mettono la loro esperienza a disposizione delle giovani imprenditrici e attive da non più di quattro anni, al fine di rilanciare e invogliare il popolo rosa ad avviare attività in proprio.
L’Unione Europea non ha dubbi a riguardo e l’imprenditoria femminile necessita di sostegno, e nessuno può svolgere meglio questo ruolo delle tante imprenditrici affermate: la rete dell’Unione Europea coinvolge bel 17 paesi membri con un totale di 170 “mentori” provenienti da varie nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Un gruppo di donne a capo di imprese affermate e in grado di dare consigli, informazioni e supporto alle colleghe che hanno deciso di scegliere la strada del lavoro autonomo da pochi anni e, di conseguenza, possono non aver ancora superato la delicata fase dell’avvio, che molto spesso si rivela più difficile del previsto nonostante l’accesso ai fondi previsti dalla legge.
Quindi una nuova rete europea di super esperte per promuovere l' imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d'affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa nell’ arco di tempo da due a quattro anni fa.
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sabato 12 novembre 2011
Unioncamere: previsioni assunzioni entro il 2011
Secondo l’ultima indagine del Sistema informativo Excelsior, sono circa 92 mila assunzioni per la fine del 2011.
Il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro dimostra che una formazione mirata alle esigenze delle imprese è la strada migliore che i giovani possono percorrere per trovare un lavoro.
Lo studio dell’Economia è il consiglio più assennato per le matricole universitarie, visto che anche quest’anno, secondo la previsione di Unioncamere saranno ai laureati in economia che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste tra i laureati: circa 22 mila. Alta è anche la richiesta complessiva di ingegneri, che raggiunge quasi le 21 mila unità. Tra i diplomi, le prospettive lavorative migliori riguardano quelli a indirizzo amministrativo e commerciale (68 mila le assunzioni messe in cantiere nel 2011 dal sistema privato in questo caso) e i diplomi superiori e i titoli degli istituti professionali con indirizzo meccanico (le imprese prevedono di integrare entro dicembre prossimo 25 mila diplomati di secondo livello e 16 mila qualifiche professionali).
Tra le professioni a più elevata specializzazione, il numero più consistente di entrate dovrebbe riguardare i tecnici amministrativi, finanziari e bancari oltre 4 mila unità a seguire i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale circa 2.800 unità e dai tecnici informatici, delle attività industriali e costruzioni circa 2.700 unità. Mentre per la funzione impiegatizio ci sarebbero circa 2.500 assunzioni per il personale di segreteria e ausiliario amministrativo. Per le professioni legate alla vendita ed ai servizi in generale considerevoli sono le richieste dei commessi circa 12.000 quelli che potrebbero trovare occupazione.
Vediamo il profilo degli operai, le assunzioni più consistenti provengono dal settore delle costruzioni, circa 4.000 unità e dal settore metalmeccanico ed elettronico con quasi 5.000 assunzioni.
Per quanto riguarda i giovani, quelli con meno di 30 anni, la quota delle assunzioni totali che le imprese pensano di destinare è di circa il 34%. Il settore che è in grado di accogliere le aspettative dei giovani sono i servizi, con il comparto del commercio al dettaglio, dei servizi dei media e comunicazione e di quelli finanziari ed assicurativi.
La ripresa complessiva della domanda di lavoro da parte delle imprese fa sì che risulti in aumento di oltre 5.300 unità la richiesta di persone che abbiano conseguito il titolo di studi più elevato. La più gettonata in valore assoluto si conferma ormai da anni la laurea in Economia: 22 mila le assunzioni previste di persone in possesso di questa specializzazione, quasi il 48% delle quali riservate a giovani in uscita dal sistema formativo. Nella classifica delle lauree più richieste, seguono gli indirizzi di ingegneria elettronica e dell’informazione e il sanitario e paramedico, sempre richiestissimo con quasi 7 mila unità da integrare entro l’anno.
I dati relativi alle previsioni trimestrali di ottobre-dicembre 2011 si possono trovare su http://www.cliclavoro.gov.it/. http://excelsior.unioncamere.net/.
Il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro dimostra che una formazione mirata alle esigenze delle imprese è la strada migliore che i giovani possono percorrere per trovare un lavoro.
Lo studio dell’Economia è il consiglio più assennato per le matricole universitarie, visto che anche quest’anno, secondo la previsione di Unioncamere saranno ai laureati in economia che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste tra i laureati: circa 22 mila. Alta è anche la richiesta complessiva di ingegneri, che raggiunge quasi le 21 mila unità. Tra i diplomi, le prospettive lavorative migliori riguardano quelli a indirizzo amministrativo e commerciale (68 mila le assunzioni messe in cantiere nel 2011 dal sistema privato in questo caso) e i diplomi superiori e i titoli degli istituti professionali con indirizzo meccanico (le imprese prevedono di integrare entro dicembre prossimo 25 mila diplomati di secondo livello e 16 mila qualifiche professionali).
Tra le professioni a più elevata specializzazione, il numero più consistente di entrate dovrebbe riguardare i tecnici amministrativi, finanziari e bancari oltre 4 mila unità a seguire i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale circa 2.800 unità e dai tecnici informatici, delle attività industriali e costruzioni circa 2.700 unità. Mentre per la funzione impiegatizio ci sarebbero circa 2.500 assunzioni per il personale di segreteria e ausiliario amministrativo. Per le professioni legate alla vendita ed ai servizi in generale considerevoli sono le richieste dei commessi circa 12.000 quelli che potrebbero trovare occupazione.
Vediamo il profilo degli operai, le assunzioni più consistenti provengono dal settore delle costruzioni, circa 4.000 unità e dal settore metalmeccanico ed elettronico con quasi 5.000 assunzioni.
Per quanto riguarda i giovani, quelli con meno di 30 anni, la quota delle assunzioni totali che le imprese pensano di destinare è di circa il 34%. Il settore che è in grado di accogliere le aspettative dei giovani sono i servizi, con il comparto del commercio al dettaglio, dei servizi dei media e comunicazione e di quelli finanziari ed assicurativi.
La ripresa complessiva della domanda di lavoro da parte delle imprese fa sì che risulti in aumento di oltre 5.300 unità la richiesta di persone che abbiano conseguito il titolo di studi più elevato. La più gettonata in valore assoluto si conferma ormai da anni la laurea in Economia: 22 mila le assunzioni previste di persone in possesso di questa specializzazione, quasi il 48% delle quali riservate a giovani in uscita dal sistema formativo. Nella classifica delle lauree più richieste, seguono gli indirizzi di ingegneria elettronica e dell’informazione e il sanitario e paramedico, sempre richiestissimo con quasi 7 mila unità da integrare entro l’anno.
I dati relativi alle previsioni trimestrali di ottobre-dicembre 2011 si possono trovare su http://www.cliclavoro.gov.it/. http://excelsior.unioncamere.net/.
domenica 25 settembre 2011
Lavoro flessibile e sue tipologie
Attualmente la disciplina sull’utilizzo di contratti di lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni è contenuta nell’articolo 36 del decreto legislativo 165/2001, modificato dapprima dall’articolo 49 del D.L. 112/2008 e, da ultimo, dall’articolo 17, comma 26, del decreto-legge 78/2009.
Diventa sempre più lontano in Italia il miraggio del posto fisso. L’Italia si sta adeguando al lavoro flessibile, sulla scia del modello statunitense. Oltreoceano infatti ben l'85% delle imprese offrono contratti di questo tipo, contro una media globale dell'81%. In Italia la media è dell'82%, praticamente quattro imprese su cinque, dunque molto vicina agli Usa. In Europa la percentuale più alta va a favore della Spagna (88%), a seguire Francia e Regno Unito con l'83%. Fanalino di coda è la Germania con il 76%.
Tra i vantaggi evidenziati la riduzione dei costi e il netto miglioramento della produttività del personale, frutto principalmente del migliore equilibrio tra vita e lavoro sperimentato dai dipendenti. Ma le aziende si fidano più dei dipendenti senior, perché ritenuti più affidabili.
Lavoro a chiamata, apprendistato , contratto a progetto e prestazione occasionale. Sono delle formule d'ingresso nel mercato del lavoro. Modalità che nel 2011 riguarderanno il 55% delle assunzioni non stagionali, secondo il sistema informativo di Unioncamere.
Basando il diritto alla flessibilità sul grado della professionalità anzianità del personale, alcune aziende perdono determinate opportunità, causando l'allontanamento di nuove leve e giovani talenti che dovrebbero essere molto ambiti per l'azienda.
Diventa sempre più lontano in Italia il miraggio del posto fisso. L’Italia si sta adeguando al lavoro flessibile, sulla scia del modello statunitense. Oltreoceano infatti ben l'85% delle imprese offrono contratti di questo tipo, contro una media globale dell'81%. In Italia la media è dell'82%, praticamente quattro imprese su cinque, dunque molto vicina agli Usa. In Europa la percentuale più alta va a favore della Spagna (88%), a seguire Francia e Regno Unito con l'83%. Fanalino di coda è la Germania con il 76%.
Tra i vantaggi evidenziati la riduzione dei costi e il netto miglioramento della produttività del personale, frutto principalmente del migliore equilibrio tra vita e lavoro sperimentato dai dipendenti. Ma le aziende si fidano più dei dipendenti senior, perché ritenuti più affidabili.
Lavoro a chiamata, apprendistato , contratto a progetto e prestazione occasionale. Sono delle formule d'ingresso nel mercato del lavoro. Modalità che nel 2011 riguarderanno il 55% delle assunzioni non stagionali, secondo il sistema informativo di Unioncamere.
Basando il diritto alla flessibilità sul grado della professionalità anzianità del personale, alcune aziende perdono determinate opportunità, causando l'allontanamento di nuove leve e giovani talenti che dovrebbero essere molto ambiti per l'azienda.
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