E' indubbio che l'ingresso nel mondo del lavoro, per i giovani soprattutto e per coloro che cercano di ricostruire una determinata carriera, oggi è estremamente difficile per alcune cause: flessibilità del lavoro, competitività, mercato saturo e contratti di lavoro che rendono la vita dei lavoratori difficile, in modo particolare quando si tratta di giovani che affrontano la prima esperienza lavorativa. Di solito è un percorso in salita, costellato di scelte non facili e di una serie di fattori, tra cui le aspirazioni proprie e dell'azienda, che per forza di cose condizionano un momento decisivo per gran parte della vita.
Come possiamo muoverci per farci conoscere ed apprezzare?
Vediamo i primi passi per cercare di trovare lavoro. Si perché il più delle volte è una vera e propria ricerca: dove cercare i documenti, come presentarsi, quali dettagli non omettere. Riuscire a districarsi nelle molteplici opportunità, sia reali che a volte apparenti, è difficile.
Alcuni consigli per non perdere l'occasione forse giusta giusta.
Innanzitutto avere un modello di Curriculum vitae in formato europeo sempre aggiornato e che sia sviluppato con un determinato ordine, chiarezza e sintesi per definire le capacità, le esperienze e le aspettative lavorative.
Il curriculum vitae è il biglietto da visita dell'aspirante lavoratore: deve essere in grado di attirare l'attenzione, di distinguerlo dagli altri e di focalizzare mettere in risalto le esperienze più importanti. Per alcuni consigli riporto a visitare la pagina del blog.
Vediamo le prime mosse per poter affrontare questo intricato pianeta delle offerte di lavoro.
E' fondamentale stilare un elenco delle aziende collegate al proprio ambito di studi e di interesse prima di proporsi per una candidatura. Nell'immenso mondo di Internet, la ricerca è si semplice, ma comunque va valutata con attenzione: una volta visualizzato l'indirizzo mail dell'azienda, si può inviare il proprio c.v. direttamente per posta elettronica. Sempre sul web si possono consultare molti siti dedicati al lavoro ed alcuni specializzati in settori, ricchi di offerte generalmente suddivise per categoria: essere inseriti nel database di un portale di ricerca lavoro può risultare un buon inizio per concretizzare un primo contatto con le aziende. Si può anche far riferimento ai giornali specializzati e, nel caso di persone adulte alla ricerca di un impiego, non va dimenticata la figura dell'head hunter, che sono alla ricerca delle professionalità sul mercato del lavoro, che tenendo conto delle varie esigenze dell'aspirante lavoratore lo segue fino nella fase d'inizio.
Per informazioni sulle leggi ed i suoi sviluppi consiglio di visitare il sito Lavoro.gov.it.
giovedì 25 novembre 2010
Offerte di lavoro: come valorizzarle?
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martedì 23 novembre 2010
Un mostro chiamato mobbing
Il Mobbing è una forma di terrore psicologico, il più delle volte senza una reale ragione, che viene esercitato sul luogo di lavoro attraverso attacchi ripetuti da parte di colleghi, superiori e datori di lavoro.
Generalmente è un comportamento persistente ed offensivo che si riassume in un abuso di potere e che causa nell’aggredito sentimenti di disperazione, umiliazione e facile vulnerabilità. E' un atteggiamneto che mina la fiducia in se stessi e diventa causa di un enorme stress.
Quali possono essere le forme ?
Dalla semplice emarginazione alla diffusione di calunnie, dalle continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione di compiti dequalificanti e si può arrivare anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali.
Questi atteggiamenti il più delle volte hanno crescendo durante un lasso di tempo decisamente lungo e diventano sempre più difficili da sopportare. E' durante questo lungo periodo che il lavoratore, viene privato di un sostegno adeguato, lentamente perde la fiducia in se stesso e manifesta degli episodi di depressione o delle malattie psicosomatiche.
Le conseguenze di questo mostro possono essere problemi riguardanti: la situazione professionale (difficoltà a gestire il lavoro e lo stress); la situazione personale (difficoltà relazionali, e perdita di fiducia in se stesso); la salute (stanchezza, insonnia e mali fisici testa o stomaco).
Il costo sociale?
Generalmente vengono coinvolte assicurazioni, casse malattia e autorità pubbliche.
In effetti, il mostro chiamato mobbing causa un significativo assenteismo come un bisogno di terapie.
Delle possibili soluzioni ?
Parlare con una persona di fiducia tra i colleghi, capi o con il responsabile del personale; consultare dei medici in caso di necessità; annotare l'evoluzione dello stato lavorativo, per poter valutare l'evoluzione della situazione e fornire delle prove in un'eventuale azione legale; e forse la più importante scrivere una lettera raccomandata al datore di lavoro descrivendo con precisione la situazione e chiedendogli di rispettare il suo obbligo di far cessare la lesione alla sua personalità.
Il passo più importante per chi è abusato di mobbing è la la denuncia. Denunciare una situazione di persecuzione psicologica sul luogo di lavoro non significa necessariamente rivolgersi all'autorità giudiziaria o ai propri superiori. Oltre alla denuncia ufficiale, ci sono altri modi di rivelare il proprio status e rompere il silenzio del quale il mobbing si nutre: denunce ai giornali, diffusione personale e discorsi in occasioni di incontri pubblici.
Generalmente è un comportamento persistente ed offensivo che si riassume in un abuso di potere e che causa nell’aggredito sentimenti di disperazione, umiliazione e facile vulnerabilità. E' un atteggiamneto che mina la fiducia in se stessi e diventa causa di un enorme stress.
Quali possono essere le forme ?
Dalla semplice emarginazione alla diffusione di calunnie, dalle continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione di compiti dequalificanti e si può arrivare anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali.
Questi atteggiamenti il più delle volte hanno crescendo durante un lasso di tempo decisamente lungo e diventano sempre più difficili da sopportare. E' durante questo lungo periodo che il lavoratore, viene privato di un sostegno adeguato, lentamente perde la fiducia in se stesso e manifesta degli episodi di depressione o delle malattie psicosomatiche.
Le conseguenze di questo mostro possono essere problemi riguardanti: la situazione professionale (difficoltà a gestire il lavoro e lo stress); la situazione personale (difficoltà relazionali, e perdita di fiducia in se stesso); la salute (stanchezza, insonnia e mali fisici testa o stomaco).
Il costo sociale?
Generalmente vengono coinvolte assicurazioni, casse malattia e autorità pubbliche.
In effetti, il mostro chiamato mobbing causa un significativo assenteismo come un bisogno di terapie.
Delle possibili soluzioni ?
Parlare con una persona di fiducia tra i colleghi, capi o con il responsabile del personale; consultare dei medici in caso di necessità; annotare l'evoluzione dello stato lavorativo, per poter valutare l'evoluzione della situazione e fornire delle prove in un'eventuale azione legale; e forse la più importante scrivere una lettera raccomandata al datore di lavoro descrivendo con precisione la situazione e chiedendogli di rispettare il suo obbligo di far cessare la lesione alla sua personalità.
Il passo più importante per chi è abusato di mobbing è la la denuncia. Denunciare una situazione di persecuzione psicologica sul luogo di lavoro non significa necessariamente rivolgersi all'autorità giudiziaria o ai propri superiori. Oltre alla denuncia ufficiale, ci sono altri modi di rivelare il proprio status e rompere il silenzio del quale il mobbing si nutre: denunce ai giornali, diffusione personale e discorsi in occasioni di incontri pubblici.
domenica 21 novembre 2010
Pensioni 2011: cosa cambierà
Ormai siamo vicini alla data fatidica. Da gennaio 2011 entreranno in vigore le nuove regole per accedere alla pensione di anzianità, come si può leggere anche sul sito in cui collaboro Mondo-lavoro.com. Innanzitutto per ottenere l'assegno per la pensione bisognerà aver compiuto almeno 61 anni e da gennaio l'età minima per entare nel regime pensioninistico passa da 59 a 60 anni per i lavoratori dipendenti a fronte di almeno 36 anni di contributi) sia quelle sulle finestre ( Riforma 2007) e quelle previste dalla manovra di luglio. Si devono ora aspettare almeno 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti, sia di anzianità che di vecchiaia.
Che succede?
La data fatidica ci dice che i lavoratori dipendenti conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico di anzianità e vecchiaia dopo un anno dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi. Sicuramente è un forte risparmio, nei tempi lunghi, da parte dell'ente di previdenza INPS, in vista delle molte uscite monetarie in qusto momento di crisi.
Chi quindi li matura a 60 anni (avendo raggiunto già il monte contributivo) potrà ricevere la pensione solo raggiunti i 61. Per i lavoratori autonomi l'età per la pensione di anzianità si alza ancora visto che ai 61 anni come età minima per l'uscita si aggiungono 18 mesi di attesa della finestra mobile (arrivando a 62 e mezzo). Gli uomini che non hanno i requisiti contributivi per l'anzianità e devono aspettare l'età di vecchiaia (65 anni) usciranno quindi a 66 (i dipendenti mentre per gli autonomi ce ne vorranno 66 e mezzo).
Regole per le donne.
La pensione di anzianità per le donne lavoratrici del settore privato che potranno uscire dal lavoro dopo i 60 anni, età già prevista per la pensione di vecchiaia. Diversa la situazione invece per le impiegate nel pubblico che hanno un requisito anagrafico per il 2011 per la vecchiaia di 61 anni (65 dal 2012). Per loro sarà ancora possibile l'uscita anticipata per anzianità con 60 anni di età e 36 di contributi. Qui si applica la finestra mobile e quindi un anno di attesa una volta raggiunti i requisiti anagrafici e contributivi. Sarà comunque possibile avere la pensione di anzianità, indipendentemente dall'età con almeno 40 anni di contributi ma a questi andranno comunque aggiunti i 12 mesi di attesa della finestra mobile (e diventeranno 41).
Ricordo che secondo i dati riportati dalle agenzie, quest'anno l'età media di chi ha raggiunto il pensionamento è di poco più di 61 anni, ma dall'anno prossimo è previsto che la media supererà i 62 anni, avvicinandosi ai 63.
Cosa succede?
Dal prossimo anno i lavoratori dipendenti andranno in pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia soltanto se la somma di età e anzianità lavorativa ammonta a 96, a patto che abbiano almeno 60 anni d’età. Quindi occorrono 60 anni di età e 36 di contributi ovvero 61 e 35 e non solo una volta raggiunti i requisiti bisogna aspettare un anno.
Forza!!!, dopo tante riforme delle pensione si è arrivati ad una difficile soluzione che i più giovani dovranno trarre i frutti. In fondo effettuare riforme in campo pensionistico è sempre stato estremamente difficile.
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