Quindi meno Cassa Integrazione Guadagni (CIG). La richiesta di ore di cassa integrazione cala ad aprile, secondo l'Istat, ma sono 460mila le persone, assenti dal lavoro da inizio anno, che hanno subito un taglio salariale pari a 2.600 euro in meno in busta paga. "Segno evidente dell'andamento altalenante della situazione economica". dice un esponente della Cgil. Le 92.11.109 ore autorizzate lo scorso mese evidenziano un calo su marzo del -10,1%, rileva il rapporto statistico. Il rapporto ricordiamo che ripercorre i dati sulla CIG di aprile sottolineando in modo evidente un andamento discontinuo.
E' nel nord che si è ricorso maggiormente alla CIG, con la Lombardia in testa, e nel settore meccanico.
Questi sono dati che emergono dalle elaborazioni e dalle rilevazioni dell’Inps da parte dell'Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della Cgil Nazionale nel rapporto del di aprile.
Nei primi quattro mesi dell'anno le ore totali di cassa integrazione sono state 325.482.937 in ribasso del -21,4% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio dell'analisi della Cgil, il ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) ad aprile registra 19.248.252 ore per una diminuzione sul mese precedente del -17,1%. Da gennaio ad aprile le ore di CIGO sono state 79.966.471 con un calo del -47% sullo stesso periodo del 2010. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria le ore registrate lo scorso mese sono state 42.350.372 con una variazione negativa minima rispetto a marzo pari a -0,03%.
sabato 14 maggio 2011
Cgil: meno CIG ma 460mila ancora ne usufruiscono
Etichette:
cassa integrazione,
CGIL,
CIG,
INPS,
ISTAT
Prestiti senza busta paga. Attenzione alle truffe
I prestiti senza busta paga rappresentano formule di finanziamento proposte da banche, finanziare ed assicurazioni, per rispondere alle esigenze di consumatori che non sono in grado di fornire a garanzia del prestito uno stipendio mensile.
E’ bene ricordare che l’erogazione dei prestiti senza busta paga restano vincolati ad una serie di garanzie accessorie a tutela del finanziamento: possono, infatti, essere richiesti a garanzia, ad esempio, eventuali ipoteche immobiliari, rendite da locazione (canone di affitto in caso di immobili di proprietà locati a terzi) oppure la firma di un garante.
I prestiti senza busta paga sono soluzioni destinate a clienti diversificati: casalinghe, lavoratori assunti con contratti atipici, oppure piani di prestito agevolato senza busta paga riservati agli studenti. Nel caso dei prestiti senza busta paga per studenti, i piani di rimborso e le condizioni previste dal contratto sono particolarmente convenienti: generalmente l’erogazione dell’importo è finalizzata all’acquisto di materiale didattico, l’acquisto di supporti tecnologici oppure sono destinati a finanziare percorsi di studio come laurea, specializzazioni ed altro.
Gli importi per i prestiti senza busta paga sono molto contenuti: di solito le erogazioni non superano i due mila euro, mentre nel caso dei prestiti per studenti le somme variano sulla base delle offerte e dei piani proposti dai diversi istituti di credito.
Attenzione alle truffe.
Quando è possibile ottenere un prestito senza paga. Con certezza se se si dispone di un immobile di proprietà ed in ogni caso di entrate per far fronte alle rate.
I prestiti senza busta paga non vengono concessi a lavoratori che pur disponendo ad esempio di un'occupazione in nero, non possono certificare alcun tipo di entrata.
E’ utile sottolineare che i lavoratori autonomi (senza busta paga) possono ottenere dei prestiti se rientrano nei parametri stabiliti dalle società finanziarie che, in linea generale, sono:
nessun protesto o segnalazione in banca dati;
carico finanziario (altri prestiti e mutui in corso) non troppo elevato (di solito non si deve superare il 25 % - 30% del reddito dimostrato);
reddito che deve essere dimostrato dall'ultimo 730, attività aperta da più di un anno.
Invitiamo a diffidare (ATTENZIONE ALLE TRUFFE) di persone e società finanziaria (principalmente agenzie di mediazione creditizia) che promettono prestiti senza busta paga a lavoratori in nero e disoccupati richiedendo in anticipo spese di istruttoria della pratica. Spesso si tratta di espediente per ottenere soldi in anticipo sui prestiti che non verranno mai erogati, giustificando legalmente tali costi come “spese di istruttoria o di consulenza finanziaria” quindi non rimborsabili nel caso di un diniego.
Spesso bisogna alzare la guardia per le truffe ed i truffatori che sono in agguato e si può cadere nella trappola soprattutto quando si cerca un prestito a tutti i costi.
Per i soggetti non garantiti, senza vere garanzie parlando del settore mutui, che indubbiamente è la parte più interessante, c’è da dire che non è pensabile di avere un mutuo che copra il 100% del valore dell’immobile, quindi bisogna diffidare di chiunque lo prometta.
La situazione cambia se invece si ha bisogno di un mutuo che copra il 60% o meno del valore della casa, perché così potrebbe bastare la garanzia dell’ipoteca sull’immobile. Anche in questo caso però la banca vorrà in qualche modo assicurarsi sulle entrate economiche del richiedente, anche se non regolari, richiedendo lo storico dell’estratto conto bancario.
Fattore essenziale è che la società che propone prestiti deve essere iscritta su appositi elenchi tenuti presso la Banca d’Italia con lo scopo di prevenire e contrastare l’attività di riciclaggio.
Ricordiamo inoltre l’attività di vigilanza di Consob e Banca d’Italia, che si sviluppa a tre livelli: regolamentare, informativa e ispettiva. La vigilanza ispettiva riguarda la possibilità di Banca d’Italia e Consob di effettuare ispezioni e richiedere l’esibizione dei documenti e il compimento degli atti ritenuti necessari presso i soggetti abilitati, comunicandosi l’un l’altra le ispezioni disposte affinché l’altra possa chiedere accertamenti su profili di propria competenza. Quindi esiste una garanzia per ovviare alle truffe.
E’ bene ricordare che l’erogazione dei prestiti senza busta paga restano vincolati ad una serie di garanzie accessorie a tutela del finanziamento: possono, infatti, essere richiesti a garanzia, ad esempio, eventuali ipoteche immobiliari, rendite da locazione (canone di affitto in caso di immobili di proprietà locati a terzi) oppure la firma di un garante.
I prestiti senza busta paga sono soluzioni destinate a clienti diversificati: casalinghe, lavoratori assunti con contratti atipici, oppure piani di prestito agevolato senza busta paga riservati agli studenti. Nel caso dei prestiti senza busta paga per studenti, i piani di rimborso e le condizioni previste dal contratto sono particolarmente convenienti: generalmente l’erogazione dell’importo è finalizzata all’acquisto di materiale didattico, l’acquisto di supporti tecnologici oppure sono destinati a finanziare percorsi di studio come laurea, specializzazioni ed altro.
Gli importi per i prestiti senza busta paga sono molto contenuti: di solito le erogazioni non superano i due mila euro, mentre nel caso dei prestiti per studenti le somme variano sulla base delle offerte e dei piani proposti dai diversi istituti di credito.
Attenzione alle truffe.
Quando è possibile ottenere un prestito senza paga. Con certezza se se si dispone di un immobile di proprietà ed in ogni caso di entrate per far fronte alle rate.
I prestiti senza busta paga non vengono concessi a lavoratori che pur disponendo ad esempio di un'occupazione in nero, non possono certificare alcun tipo di entrata.
E’ utile sottolineare che i lavoratori autonomi (senza busta paga) possono ottenere dei prestiti se rientrano nei parametri stabiliti dalle società finanziarie che, in linea generale, sono:
nessun protesto o segnalazione in banca dati;
carico finanziario (altri prestiti e mutui in corso) non troppo elevato (di solito non si deve superare il 25 % - 30% del reddito dimostrato);
reddito che deve essere dimostrato dall'ultimo 730, attività aperta da più di un anno.
Invitiamo a diffidare (ATTENZIONE ALLE TRUFFE) di persone e società finanziaria (principalmente agenzie di mediazione creditizia) che promettono prestiti senza busta paga a lavoratori in nero e disoccupati richiedendo in anticipo spese di istruttoria della pratica. Spesso si tratta di espediente per ottenere soldi in anticipo sui prestiti che non verranno mai erogati, giustificando legalmente tali costi come “spese di istruttoria o di consulenza finanziaria” quindi non rimborsabili nel caso di un diniego.
Spesso bisogna alzare la guardia per le truffe ed i truffatori che sono in agguato e si può cadere nella trappola soprattutto quando si cerca un prestito a tutti i costi.
Per i soggetti non garantiti, senza vere garanzie parlando del settore mutui, che indubbiamente è la parte più interessante, c’è da dire che non è pensabile di avere un mutuo che copra il 100% del valore dell’immobile, quindi bisogna diffidare di chiunque lo prometta.
La situazione cambia se invece si ha bisogno di un mutuo che copra il 60% o meno del valore della casa, perché così potrebbe bastare la garanzia dell’ipoteca sull’immobile. Anche in questo caso però la banca vorrà in qualche modo assicurarsi sulle entrate economiche del richiedente, anche se non regolari, richiedendo lo storico dell’estratto conto bancario.
Fattore essenziale è che la società che propone prestiti deve essere iscritta su appositi elenchi tenuti presso la Banca d’Italia con lo scopo di prevenire e contrastare l’attività di riciclaggio.
Ricordiamo inoltre l’attività di vigilanza di Consob e Banca d’Italia, che si sviluppa a tre livelli: regolamentare, informativa e ispettiva. La vigilanza ispettiva riguarda la possibilità di Banca d’Italia e Consob di effettuare ispezioni e richiedere l’esibizione dei documenti e il compimento degli atti ritenuti necessari presso i soggetti abilitati, comunicandosi l’un l’altra le ispezioni disposte affinché l’altra possa chiedere accertamenti su profili di propria competenza. Quindi esiste una garanzia per ovviare alle truffe.
Etichette:
Banca d’Italia,
busta paga,
mutui,
prestiti,
vigilanza ispettiva
sabato 7 maggio 2011
Sostenere un colloquio di lavoro
Le parole d’ordine sono sempre le stesse arrivare preparati, stare tranquilli e pensare che mentre stiamo andando al colloquio di lavoro stiamo andando da un amico per raccontare le nostre esperienze di lavoro. Sembra una banalità ma spesso si trascurano proprio le cose più semplici e più naturali.
Infatti se avete superato la prima selezione, e vi hanno chiamato quindi il vostro curriculum vitae e la lettera di presentazione hanno fatto una buona impressione e ha avuto un certo effetto nei confronti dell’interlocutore che vi deve intervistare. Quindi sta a voi giocarvi bene la carta del colloquio.
Al fine di ottenere una buona impressione è importante che prima di andare al colloquio di lavoro siano reperire più informazioni possibili sull’azienda per cui vi state candidando. Regola basilare.
Il colloquio di lavoro innanzitutto è un colloquio conoscitivo. Questo significa che vi state conoscendo reciprocamente.
In merito al colloquio di lavoro c’è stata una sentenza sorprendente, in materia di regolamentazione dell'incontro domanda - offerta di lavoro online.
L'ordinanza del tribunale di Reggio Calabria ha stabilito che: il disoccupato che, rispondendo ad un annuncio di lavoro, invia il proprio curriculum online ha diritto sempre ad un colloquio conoscitivo. La disposizione del tribunale arriva dopo la denuncia di alcuni disoccupati che avevano inviato il proprio curriculum rispondendo ad un annuncio di un'agenzia per il lavoro privata che cercava personale (60 lavoratori) per un ente pubblico.
L’ente pubblico dopo aver ricevuto i curriculum vitae, l'agenzia per il lavoro ha ricontattato, per colloquio conoscitivo,solo i lavoratori con le caratteristiche adeguate alla mansione richiesta. I disoccupati esclusi dal colloquio hanno presentato due ricorsi urgenti al tribunale: nel secondo, il giudice ha dato ragione ai disoccupati.
Le motivazioni? Il tribunale ha sostanzialmente equiparato le offerte di lavoro pubblicate su internet ad una offerta al pubblico, che, come tale, deve essere gestita con criteri di correttezza e trasparenza.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito Bianco Lavoro.
E’ una sentenza che letta con in modo semplice e veloce potrebbe sembrare a favore di chi cerca lavoro, ai quali si concede il diritto ad un colloquio con qualsiasi azienda privata, ma analizzando a fondo ci si rende conto che non essendo fattibile colloquiare con migliaia di persone e togliendo alle aziende il loro diritto alla valutazione del candidato, la decisione renderà probabilmente o più caotici e blindati i processi di selezione.
Attendiamo gli sviluppi e le dichiarazioni di Agenzie ed aziende. In merito al colloquio di lavoro ed alla sua correttezza e trasparenza.
Infatti se avete superato la prima selezione, e vi hanno chiamato quindi il vostro curriculum vitae e la lettera di presentazione hanno fatto una buona impressione e ha avuto un certo effetto nei confronti dell’interlocutore che vi deve intervistare. Quindi sta a voi giocarvi bene la carta del colloquio.
Al fine di ottenere una buona impressione è importante che prima di andare al colloquio di lavoro siano reperire più informazioni possibili sull’azienda per cui vi state candidando. Regola basilare.
Il colloquio di lavoro innanzitutto è un colloquio conoscitivo. Questo significa che vi state conoscendo reciprocamente.
In merito al colloquio di lavoro c’è stata una sentenza sorprendente, in materia di regolamentazione dell'incontro domanda - offerta di lavoro online.
L'ordinanza del tribunale di Reggio Calabria ha stabilito che: il disoccupato che, rispondendo ad un annuncio di lavoro, invia il proprio curriculum online ha diritto sempre ad un colloquio conoscitivo. La disposizione del tribunale arriva dopo la denuncia di alcuni disoccupati che avevano inviato il proprio curriculum rispondendo ad un annuncio di un'agenzia per il lavoro privata che cercava personale (60 lavoratori) per un ente pubblico.
L’ente pubblico dopo aver ricevuto i curriculum vitae, l'agenzia per il lavoro ha ricontattato, per colloquio conoscitivo,solo i lavoratori con le caratteristiche adeguate alla mansione richiesta. I disoccupati esclusi dal colloquio hanno presentato due ricorsi urgenti al tribunale: nel secondo, il giudice ha dato ragione ai disoccupati.
Le motivazioni? Il tribunale ha sostanzialmente equiparato le offerte di lavoro pubblicate su internet ad una offerta al pubblico, che, come tale, deve essere gestita con criteri di correttezza e trasparenza.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito Bianco Lavoro.
E’ una sentenza che letta con in modo semplice e veloce potrebbe sembrare a favore di chi cerca lavoro, ai quali si concede il diritto ad un colloquio con qualsiasi azienda privata, ma analizzando a fondo ci si rende conto che non essendo fattibile colloquiare con migliaia di persone e togliendo alle aziende il loro diritto alla valutazione del candidato, la decisione renderà probabilmente o più caotici e blindati i processi di selezione.
Attendiamo gli sviluppi e le dichiarazioni di Agenzie ed aziende. In merito al colloquio di lavoro ed alla sua correttezza e trasparenza.
Etichette:
colloquio di lavoro,
curriculum vitae,
Offerte di lavoro
Iscriviti a:
Post (Atom)