domenica 10 giugno 2012

Lavoro, cresce la disoccupazione diminuisce il reddito

Stando ai dati forniti dall'Istat e da Bankitalia disoccupazione giovanile sale del 7,8% e diminuisce il reddito degli operai  meno 3,2%.

Tra il 2008 e il 2011 la disoccupazione giovanile è cresciuta di 7,8 punti percentuali nella fascia tra 15 e 24 anni. È quanto emerge dalle tabelle dell'Istat, contenute nel rapporto 2012. I dati dell'Istituto di statistica evidenziano che sono stati i giovani soprattutto a pagare il difficile momento economico, il tasso di disoccupazione per gli under 24, tra il 2008 e il 2011, è passato dal 21,3% al 29,1%, con un incremento quattro volte superiore rispetto al dato medio, che ha fatto registrare un calo di 1,7 punti percentuali (si è passati dal 6,7% all'8,4%). Secondo le tabelle dell'Istituto di statistica il part time involontario ha registrato addirittura un incremento di quasi 20 punti. Il dato medio ha registrato, dal 2008 al 2011, un incremento di 1,2 punti, passando al 14,3% degli occupati totali al 15,5%; di questi gli involontari erano il 34,1% all'inizio della crisi e sono diventati il 53,3% lo scorso anno (+19,2). Negativi anche i dati che riguardano la trasformazione da lavoro atipico a lavoro standard, che scendono dal 29,2% al 23,4% (-5,8). Secondo l'Istat dall'inizio della crisi al 2011 l'occupazione nella fascia 15-64 anni è scesa di 1,8 punti percentuali, passando dal 58,7% al 56,9%. Ha colpito soprattutto gli uomini, che sono passati dal 70,3% di occupati al 67,5% (-2,8); mentre per le donne il calo è stato più contenuto: dal 47,2% al 46,5% (-0,7). All'interno di questa fascia si è registrato invece un incremento delle donne occupate single (+0,7) che passano dall'81% all'81,7%. Le donne che non hanno figli sono passate da un tasso di occupazione del 69,5% al 67,9% (-1,6), mentre le donne occupate con figli sono passate passati dal 54,9% al 53%. Infine forte il calo di occupazione tra gli stranieri, che passano dal 67,1% del 2008 al 62,3% dello scorso anno (-4,8).

Mentre dalla relazione annuale di Bankitalia emerge che il reddito reale delle famiglie italiane è cresciuto tra il 2000 e il 2010 appena del 6,2% (da 18.358 a 19.495 euro) ma mentre nei nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo il reddito è cresciuto del 15,7%, nelle famiglie di operai, apprendisti e commessi il reddito è diminuito nel decennio del 3,2%. Nello stesso periodo il reddito reale equivalente disponibile delle famiglie di dirigenti è cresciuto dell'8% mentre in quelle di pensionati del 9,8%. Se però si guarda al periodo della crisi il calo è consistente non solo per il reddito reale disponibile delle famiglie di operai (da 14.485 euro del 2006 a 13.249 del 2010 con un -8,5%) ma anche per quello delle famiglie di dirigenti (passate da 35.229 euro del 2000 a 43.825 del 2006 e a 38.065 del 2010 con un calo negli ultimi quattro anni considerati del 13,1%) e dei lavoratori autonomi (da 28.721 a 26.136 euro con una riduzione del 9%). Hanno tenuto dal 2006 al 2010 i redditi reali delle famiglie di impiegati, quadri e insegnanti (da 21.344 euro a 21.311) mentre hanno avuto un lieve avanzamento i redditi dei nuclei con capofamiglia pensionato (da 18.579 a 19.194 e un +3,3%). Il reddito medio disponibile delle famiglie era nel 2010 di 22.758 euro in media nel Centro Nord e di 13.321 euro nel Sud e nelle Isole. Se si guarda solo alle retribuzioni reali nette mensili dei lavoratori dipendenti nel 2010 si attestavano su 1.439 euro, sostanzialmente stabili rispetto ai 1.410 euro medi del 2000 e in calo rispetto ai 1.489 euro del 2006. (1.503 euro nel Centro Nord, 1.276 nel Sud e nelle Isole). Lievemente migliore la situazione delle retribuzioni reali nette dei lavoratori dipendenti a tempo pieno passate dai 1.483 euro mensili del 2000 (valori a prezzi 2010) a 1.543 euro nel 2010 (1.606 euro nel Centro Nord, 1.380 nel Sud e nelle Isole). Il dato del totale dei lavoratori dipendenti risente della crescita in questi anni del part time (che abbassa la media delle retribuzioni complessive perchè basate su meno ore di lavoro).

sabato 9 giugno 2012

Turismo lavoro stagionale 2012


Firmata la nuova intesa che rinnova il settore del turismo, che rispetto al 2008 vengono contemplate nuove professioni, dal pizzaiolo agli addetti all’accoglienza, la nuova disciplina dei contratti di apprendistato dovrebbe favorire l’occupazione e la formazione di figure professionali.
Grazie all’accordo firmato da Federturismo Confindustria e Aica e dalle organizzazioni sindacali, vengono contemplate, all’interno dell’apprendistato figure specifiche dell’industria turistica e alberghiera. Nello specifico, si possono contemplare figure come l’addetto ai piani, addetti alla produzione, manutenzione e ricevimento. Oltre ai camerieri, saranno disciplinati contratti come governanti, cuoco, chef, pizzaiolo, pasticciere e altre figure.

L‘accordo per i nuovi contratti di apprendistato professionalizzanti  contempla inoltre, l’addetto ai servizi di spiaggia, addetto all’animazione e ai servizi marinareschi, contabili e affini all’area amministrativa dell’azienda, figure professionali nell’ambito del marketing, dei servizi pubblicitari, grafica e web.
Per gli apprendisti che lavorano solo per alcuni mesi e completano il proprio percorso formativo negli anni successivi, con la sommatoria di periodi di lavoro dislocati entro un arco temporale molto lungo. È l'apprendistato stagionale: una forma contrattuale disciplinata dal contratto collettivo del turismo, che in passato è stata molto controversa, perché secondo alcune voci critiche la durata stagionale non era compatibile con la finalità formativa del contratto. Questi dubbi sono stati superati con il Testo Unico sull'apprendistato (Dlgs 167/2011): la riforma, pur affermando in generale il principio che l'apprendistato è un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, e quindi si svolge con un percorso unitario privo di interruzioni, ha riconosciuto un'eccezione per i datori di lavoro che svolgono la propria attività in cicli stagionali. Per queste aziende, la riforma sancisce espressamente la possibilità di assumere apprendisti con contratti a termine, secondo le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro.

I nuovi contratti potranno durare da 36 a 48 mesi, con iscrizione ai fondi di assistenza sanitaria del settore turismo. La retribuzione sarà pari al’80% di quanto previsto per il lavoratore qualificato e potrà raggiungere, entro il 4anno, il 95%. Gli apprendisti stagionali potranno beneficiare del diritto di precedenza per la riassunzione nella stagione successiva e potranno prestare servizio anche per brevi periodi tra una stagione e l’altra. Il diritto di precedenza non si applica ai lavoratori licenziati dalla stessa azienda per giusta causa. L'accordo del turismo chiarisce anche che si devono computare nel periodo di durata massima del contratto le eventuali prestazioni di breve durata svolte tra una stagione e l'altra; pertanto, anche durante questi periodi si applicherà la disciplina dell'apprendistato.

L'accordo collettivo è disciplinato dall'intesa con il quale il 17 aprile 2012 le parti sociali del turismo hanno attuato l'apprendistato professionalizzante. Questa riprende le esperienze degli anni passati, prevede che sia possibile articolare lo svolgimento dell'apprendistato in più stagioni, con più rapporti a tempo determinato. La norma è immediatamente applicabile, e quindi già da questa stagione estiva gli operatori turistici possono attivare il contratto: la forma da usare sarà quella ordinaria, con la particolarità che il contratto di lavoro avrà una data di scadenza predeterminata.

Nei periodi di lavoro stagionale dovrà essere comunque adempiuto l'obbligo di formazione. L'intesa del 17 aprile prevede che per gli apprendisti stagionali debba essere riproporzionato, in base alla durata del rapporto, il monte ore di formazione previsto in generale per gli apprendisti ordinari. Questo monte ore varia, in funzione dei livelli di inquadramento, dalle 40 alle 80 ore medie annue, per quanto riguarda la formazione tecnico professionale e specialistica.

venerdì 8 giugno 2012

Regione Lazio merito garantito prorogati i termini

Sono stati prorogati i termini per la presentazione delle domande per le borse di studio Merito Garantito

Ancora due settimane di tempo per presentare domanda per le borse di studio stanziate dalla Regione Lazio con l’obiettivo di sostenere gli studenti più meritevoli figli di lavoratori svantaggiati, percettori di cassa integrazione, mobilità, disoccupazione o precari.

Quest’anno possono partecipare anche gli studenti delle medie e delle università; gli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e gli studenti universitari iscritti all'anno scolastico 2011/2012 riceveranno, rispettivamente, borse di studio pari a 300, 500 e 800 euro, in aggiunta a quelle concesse dall'istruzione.

Merito garantito premia l’impegno nello studio e allo stesso tempo va incontro a quelle famiglie in difficoltà economica; una misura di welfare aziendale che conferma l’attenzione della giunta regionale non solo nei confronti del lavoratore ma verso tutto il nucleo familiare.

Le domande possono essere presentate fino a venerdì 15 giugno 2012 ore 16.00 .

Per ulteriori informazioni: www.portalavoro.regione.lazio.it/portalavoro/
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