domenica 14 luglio 2013

Professioni per venditori e agenti più di 2.000 offerte di lavoro



Le posizioni aperte nel commerciale sui siti Gi Group, Monster, Subito.it e Trovolavoro.it.

Per esercitare la professione di Agente di Commercio bisogna iscriversi in un apposito Ruolo tenuto dalle Camere di Commercio (L. 204 del 3/5/85). Per potersi iscrivere al ruolo bisogna avere i seguenti requisiti generali, morali e professionali:

REQUISITI GENERALI:
Cittadinanza italiana o di una degli stati membri dell'Unione Economica Europea ovvero cittadino extracomunitario residente in Italia ed in possesso di permesso di soggiorno;
Possesso del titolo di studio di scuola secondaria di primo grado (Scuola media);
Godimento dell'esercizio dei diritti civili;

REQUISITI MORALI:
Non essere interdetto o inabilitato, condannato per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’economia pubblica, l’industria ed il commercio, ovvero per delitto di omicidio volontario, furto, rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita, ricettazione e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni salvo che non sia intervenuta la riabilitazione;
Non essere sottoposto a misure di prevenzione per la lotta contro la delinquenza mafiosa;

REQUISITI PROFESSIONALI:
Possesso di diploma di scuola di secondo grado ad indirizzo commerciale o laurea in materie commerciali o giuridiche;
Aver frequentato, con esito positivo, uno specifico corso professionale di qualificazione riconosciuto dalle Regioni;
Avere esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque anni, anche non continuativa, come dipendente con qualifica di viaggiatore piazzista o con mansioni di dipendente qualificato addetto alle vendite, o dipendente di un ente o società del settore finanziario, creditizio o fiduciario con compiti di intermediazione finanziaria;
Essere titolare di attività commerciale come lavoratore autonomo per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, o titolare di attività artigiana di produzione e relativa vendita.
Per le società di agenzia commerciale il requisito professionale deve essere posseduto dal legale rappresentante o dai legali rappresentanti in carica.

INCOMPATIBILITA':
L'iscrizione al ruolo è incompatibile con l'attività svolta in qualità di dipendente da persone, associazioni o enti, privati e pubblici, ed è preclusa a coloro che sono iscritti nei ruoli di mediatore o comunque svolgono attività per le quali è prescritta l'iscrizione in detti ruoli.
A guardare gli annunci di lavoro sembrerebbe che la crisi del lavoro non ha colpito i venditori e agenti del settore commercio. Rispetto ad altri professionisti si muovono in un mercato dinamico in cui le uscite bilanciano le entrate e in cui, secondo gli ultimi dati di Excelsior, le aziende non riescono a soddisfare il 14% delle loro esigenze. Le ricerche spaziano per settore, ruolo e zona geografica con possibilità anche per junior.

Su Trovolavoro.it sono presenti più di 2.000 offerte per professionisti delle vendite: 227 agenti, 809 commerciali, 80 venditori e 1116 fra sales account, direttori vendite, addetti al punto vendita e al telemarketing. Dati interessanti anche su Subito.it in cui il 35,2% delle inserzioni riguarda figure commerciali dell'energia e del gas, delle grandi aziende di telecomunicazione, telefonia e reti. Buone possibilità anche per gli agenti immobiliari e per gli operatori di call center.

Per quanto riguarda Monster.it, i profili più ricercati sono quelli dei consulenti commerciali con spiccate competenze tecniche ed esperienza nei settori TLC, medicale o meccanico. Intercettano una buona fetta delle ricerche anche le agenzie per il lavoro. Ed ecco una ricerca di gruppo di Gi Group per 150 professionisti della vendita per BE1  information technology e telecommunication con competenza e passione per il mondo IT e l'innovazione tecnologica. Indispensabile avere una partita Iva o essere disposto ad aprirla. Le sedi di lavoro sono in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio e Campania (curriculum vitae a be1@gigroup.com).

Sempre Gi Group seleziona anche 12 agenti monomandatari e plurimandatari con esperienza nel settore dell?ospitalità. In questo caso le zone sono: Piemonte, Valle d?Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia (curricum a sales@gigroup.com). Cento prossimi inserimenti arrivano anche da Quanta per diversi settori merceologici e su tutto il territorio nazionale (le indicazioni si trovano su http://it.quanta.com). Infine a titolo esemplificativo una delle aziende che ricerca direttamente: Berner con i suoi 100 agenti monomandatari in tutta Italia con esperienza professionale coerente. Per loro è previsto comunque un programma di corsi tecnico-commerciali nella scuola di formazione interna (www.berner.it).

E’ una professione in continua evoluzione, in cui il dinamismo è la parola d’ordine. Il venditore non si limita ad andare con auto, pc e telefono a caccia di clienti. Con la nuova organizzazione distributiva le aziende chiedono ai loro agenti di esercitare una ulteriore funzione altrettanto importante: fornire informazioni e suggerimenti utili per la messa a punto di nuove strategie di marketing. Si tratta, in altre parole, di garantire la presenza sul territorio, di intuire quali possono essere i trend futuri, di cogliere le esigenze dei clienti e di osservare il comportamento dei concorrenti. Il tutto per fornire alle aziende i dettagli necessari per mettere a punto politiche di prodotto, prezzo, promozione e di posizionamento sul mercato ad hoc. Certo non tutte le imprese sono in grado di cogliere allo stesso modo l’importanza del ruolo che può avere un venditore. Quel che è certo è che la professione, a quasi esclusivo appannaggio maschile (il numero delle agenti è comunque in costante crescita, grazie anche agli accordi economici collettivi sulla tutela della maternità), non si può improvvisare ed è molto ricercato. Basti dire che un’offerta di lavoro su tre interessa gli agenti e che, a livello nazionale, se ne contano circa 200 mila.

Licenziamento collettivo anche per una singola unità produttiva



Un'azienda che avvia una procedura di licenziamento collettivo può delimitare la scelta dei lavoratori da licenziare esclusivamente a quelli impiegati presso una singola unità produttiva, invece che sull'intero complesso aziendale, quando esistono ragioni produttive che giustificano tale operazione. Così si è espresso il Tribunale di Roma con un'ordinanza del 5 luglio del 2013.

Con la quale ha rigettato il ricorso di una parte dei lavoratori, licenziati all'esito di una procedura di riduzione collettiva del personale. Il datore di lavoro era presente su tre diverse sedi dislocate sul territorio nazionale, e aveva dichiarato un certo numero di esuberi, conseguenti alla scelta di chiudere una di queste unità produttive. All'esito della procedura, il personale da licenziare era stato individuato solo all'interno della sede destinata alla chiusura.

Il Tribunale di Roma ha ritenuto legittima questa scelta, evidenziando che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha ripetutamente accettato questo principio. In particolare, come ricorda l'ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che se un progetto di ristrutturazione aziendale si riferisce in maniera esclusiva ad una certa unità produttiva, la platea dei lavoratori interessati può essere limitata agli addetti a tale unità, qualora sussistano oggettive esigenze aziendali.

Il datore di lavoro, secondo la Corte, in questi casi deve indicare, nella lettera di avvio della procedura, sia i motivi per i quali intende limitare i licenziamenti al solo personale addetto alla sede, sia le ragioni per le quali non è in grado di attenuare la portata dei licenziamenti mediante il trasferimento ad unità produttive geograficamente vicine a quella soppressa. Se sono rispettate queste condizioni, prosegue l'ordinanza, la comparazione tra il personale per individuare i lavoratori da licenziare, sulla base dei criteri di scelta previsti dalla legge, può essere attuata tenendo presente la sola sede individuata nella lettera di apertura. E, in ogni caso, è da escludersi l'esigibilità della comparazione tra i dipendenti, quando questa risulti oggettivamente incompatibile con le esigenze aziendali per ragioni geografiche.

Questa lettura è molto significativa, in quanto da un'interpretazione ragionevole al principio, contenuto nella legge n. 223 del 1991, che impone di applicare i criteri di scelta su tutto l'organico aziendale, evitando conseguenze paradossali, come sarebbe quella di licenziare dipendenti dislocati a centinaia di chilometri dall'unità produttiva interessata dalla chiusura.

L'ordinanza ricorda, infine, che il licenziamento collettivo si applica anche nei confronti dei dirigenti sindacali (a meno che non sia provata l'esistenza di ragioni di carattere discriminatorio) e nei confronti di lavoratrici madri, qualora si versi nel caso di "cessazione dell'attività" (situazione, questa, che ricorre nel caso di chiusura dell'unità produttiva).


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L'Inps dal luglio 2013 è online sui social network


L’Inps è online anche su Twitter, con un profilo ufficiale che estende e consolida la presenza dell’Ente di previdenza sui social media. Non solo: da luglio 2013 l’Inps, nell’ambito del processo verso un’amministrazione più trasparente, rende maggiormente accessibili i propri dati nella sezione Open Data del sito www.inps.it.

Quindi un profilo Twitter per favorire la diffusione delle informazioni, raggiungere un pubblico che predilige nuove piattaforme di distribuzione, di informazioni e comunicazioni, incrementando l'ascolto e l'interazione con i propri utenti. E' stato attivato l'Inps (@inps_it), che consolida così la sua presenza sui network di internet . Il profilo Twitter dell'Istituto si aggiunge a quello già attivo su Facebook, che si compone di quattro pagine tematiche:
riscattare la laurea;
utilizzare i buoni lavoro;
gestire il lavoro domestico;
pensioni: sistema contributivo.

La pagina di Facebook conta già più di 15mila iscritti. L'Inps è presente anche su Youtube con un proprio canale ufficiale, che ha raggiunto circa 30mila visualizzazioni. Un'esperienza positiva, consolidata anche da un importante riconoscimento ricevuto: nel 2012, infatti, le pagine tematiche Facebook dell'Istituto hanno vinto il premio e-gov per la sezione "un governo più aperto". Diventando followers del profilo @inps_it su Twitter gli utenti potranno essere costantemente aggiornati su tutte le novità pubblicate dall'istituto. "I contenuti diffusi attraverso il profilo Twitter – avvertono però dall'Inps - avranno solo una valenza informativa generale. Per eventuali approfondimenti, richieste di servizi o prestazioni, occorre far riferimento al sito www.Inps.It ". Sul portale istituzionale è disponibile da oggi anche una sezione dedicata alla presenza dell'istituto sui social media (pagine tematiche Facebook, canale ufficiale Youtube e profilo Twitter).


Attraverso i social network l'Istituto punta a divulgare le comunicazioni sulle attività e i servizi erogati, comunicati stampa, pubblicazioni e documenti ufficiali, novità normative, informazioni su iniziative ed eventi di settore, immagini e video istituzionali.

E stata un’esperienza positiva consolidata anche da un importante riconoscimento ricevuto. Nel 2012, infatti, le pagine tematiche Facebook dell’Istituto hanno vinto il Premio E Gov per la sezione “Un governo più aperto”, nell’ambito della VIII edizione del premio omonimo.

Il profilo @Inps_it è raggiungibile direttamente all’indirizzo: www.twitter.com/Inps_it. Gli utenti potranno essere costantemente aggiornati su tutte le novità pubblicate dall’Istituto. I contenuti diffusi attraverso il profilo Twitter avranno solo una valenza informativa generale. Per eventuali approfondimenti, richieste di servizi o prestazioni, occorre far riferimento al sito www.inps.it.
Sul portale istituzionale è disponibile da oggi anche una sezione dedicata alla presenza dell’Istituto sui social media (pagine tematiche Facebook, canale ufficiale YouTube e profilo Twitter). La sezione “INPS Social Network” è raggiungibile seguendo il percorso HOME > INPS COMUNICA > INPS SOCIAL NETWORK, e comprende anche alcune importanti linee guida (Social Media Policy), utili per chiarire le modalità di relazione e comunicazione adottate dall’Inps sui social network.

La novità più importante riguarda open data e accessibilità una nuova modalità che consente, attraverso delle specifiche API (Application programming interface), un accesso più semplice agli sviluppatori di applicazioni ai dataset pubblicati. L’Inps è la prima PA italiana a fornire l’innovativo strumento e questa iniziativa ne conferma il ruolo di benchmark nel panorama della Pubblica Amministrazione.

Nel corso dell’ultimo anno, dal sito Inps sono stati scaricati oltre 573mila dati in formato aperto, di cui il 10% eseguiti dall’estero. E gli utenti, che possono lasciare un suggerimento ed esprimere la propria opinione su ogni singolo dataset, hanno mostrato un gradimento significativo attribuendo un voto che supera il 7 (su un valore massimo di 10).

Lanciata nel marzo 2012, la sezione Open Data dell’Inps pubblica oggi più di 320 dataset scaricabili nei formati Excel, CSV e XML e rilasciati con licenza IODL 2.0. In piena aderenza con la logica del riuso dei dati, l’INPS dedica spazio agli sviluppatori che utilizzano i dati del portale attraverso una form di segnalazione delle applicazioni realizzate e, insieme, permette di visualizzare il numero e la localizzazione dei downolad attraverso una mappa interattiva e costantemente aggiornata.

L’Inps continua così il percorso per una maggiore trasparenza e accessibilità dei propri dati: la realizzazione delle API degli Open Data, infatti, è strettamente in linea con l’Open Data Charter sottoscritta al recente G8 dalle Nazioni partecipanti, un documento che pone i Governi di fronte all’impegno di esporre e valorizzare il patrimonio informativo, ricordiamo in questo contesto il  “Social mobility and welfare”, che in Italia può essere ben rappresentata da Open Data INPS, il datastore che espone l’insieme dei dati aperti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
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