mercoledì 11 dicembre 2013

Legge di stabilita 2014: esodati e pensioni



Potrebbe essere vicino a una soluzione il problema dei cosiddetti esodati. "C'è una novità sui lavoratori esodati, ci sarà un intervento importante, stanziando risorse cospicue, sui lavoratori esodati che altrimenti nel 2014 rimarrebbero senza nulla". Lo ha comunicato il viceministro all' Economia, Stefano Fassina, sulle novità del governo sulla Legge di Stabilità.

Così il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, risponde a chi gli chiedeva di novità a firma del governo sulla Legge di Stabilità. La Legge è ancora in discussione alla Camera e se per la richiesta degli interventi sulle pensioni tutto ancora tace, ecco invece che si intravede qualche possibilità per gli esodati.

Sulla questione era intervenuto nei giorni scorsi anche il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che ha detto: «Ci aspettiamo sul tema degli esodati un rapporto trimestrale sul sito dell’Inps per sapere quanti soggetti sono stati trattati, quante persone hanno ricevuto la lettera e quante pensioni sono state liquidate».

Torna l’adeguamento al costo della vita per le pensioni superiori a 1.486 euro lordi al mese (3 volte il minimo), ma in forma limitata e comunque non oltre i 2.972 euro lordi. Ma torna anche il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro che solo lo scorso giugno la Corte costituzionale aveva cancellato. Questa volta sarà del 6-12 per cento sugli importi superiori a 6.936 euro lordi al mese (90.168 euro all’anno). Sono le principali novità in materia previdenziale contenute nel disegno di legge di Stabilità, come modificato dal maxi emendamento del governo approvato al Senato. Ora passa tutto all’esame della Camera.

La legge Finanziaria 1995 ha disposto che il primo gennaio di ogni anno le pensioni vengano adeguate in base alla variazione del costo della vita accertata dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica. L’adeguamento è fissato con un decreto del ministero dell’Economia alla fine di ogni anno per l’anno successivo. Per il 2014 l’aumento dovrebbe aggirarsi intorno all’1,5%, stima di aumento dei prezzi nel 2013 fatta dall’Istat e dal governo nella nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza). Fin dall’inizio l’adeguamento non è stato riconosciuto al 100% per le pensioni di importo elevato, con soglie che sono cambiate di anno in anno.

La legge di Stabilità 2014 ordina per il triennio 2014-2016 di una perequazione limitata anche sulle pensioni di importo fra 3 e 6 volte il minimo, negandola per quelle superiori a sei volte. L’adeguamento al costo della vita sarà quindi del 100% per i trattamenti fino a tre volte il minimo (1.486,29 euro lordi al mese). Per quelle fra 3 e 4 volte il minimo (1.486,29—1.981,72 euro) la rivalutazione sarà del 90% «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi». Sempre sull’intero importo, l’aumento sarà del 75% per le pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (1.981,72—2.477,15 euro lordi) e del 50% su quelle fra 5 e 6 volte il minimo (2.477,15—2.972,58 euro lordi) mentre sulla parte eccedente 6 volte non ci sarà alcun aumento.

Il decreto Salva Italia del governo Monti rafforzò il contributo di solidarietà già introdotto dall’esecutivo Berlusconi, stabilendo, dal 2012, un prelievo del 5% sugli importi di pensione compresi fra 90mila e 150 mila euro lordi, che saliva al 10% sulla fascia 150-200mila e al 15% sulla parte eccedente i 200 mila euro lordi. Tale contributo è stato dichiarato incostituzionale dalla Consulta lo scorso giugno, perché discriminatorio in quanto applicato a una sola categoria di contribuenti, i pensionati, e non anche ad altri cittadini con lo stesso reddito. È ancora in vigore, invece, il contributo di solidarietà fissato da Monti per i pensionati dei fondi speciali: Trasporti, Elettrici, Telefonici, Volo, ex Inpdai. Il prelievo oscilla tra lo 0,3% e l’1% della pensione in base agli anni di contribuzione versati prima del 1996. Sono escluse dal contributo le pensioni fino a 5 volte il minimo.

Il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro viene riproposto nel maxiemendamento del governo per finanziare un sussidio a favore dei più poveri, motivazione che dovrebbe consentire, secondo il governo, di superare eventuali nuovi giudizi di costituzionalità. Il contributo è fissato nel 6% per la parte di pensione compresa fra 14 e 20 volte il minimo (90.168—128.811 euro lordi annui), che sale al 12% sugli importi fra 20 e 30 volte il minimo (128.811—193.217 euro lordi annui) e al 18% sulle quote oltre 30 volte.

In tutto, le pensioni colpite dal nuovo contributo di solidarietà sono, secondo i dati Inps, 29.554. Si tratta di assegni superiori a 6.936 euro lordi al mese. Di questi, 6.805 sono maggiori di 9.908 euro lordi al mese (20 volte il minimo) e appena 1.344 superano i 14.863 euro lordi al mese (30 volte il minimo).



lunedì 9 dicembre 2013

Aspi: messaggio novembre 2013 sul blocco delle domande


Si richiama l’attenzione sul sotto riportato messaggio dell’Inps per segnalare che si va l’esaurimento delle risorse finanziare previste per il 2013 con cui si liquida l’indennità ASPI ai lavoratori sospesi con relativo blocco delle domande.

Ai sensi dell’articolo 3, comma 17 della legge 28 giugno 2012, n. 92 - al fine dell’erogazione della prestazione ASPI ai lavoratori sospesi per crisi aziendali o occupazionali - è stato riconosciuto un finanziamento pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015. L’Inps, con messaggio n. 19436 del 28 novembre 2013 ha fornito informazioni sull’indennità di disoccupazione ASPI ai lavoratori sospesi con il rischio di raggiungimento del budget annuale di 20 milioni di euro per le prestazioni di sostegno.

Si è così reso necessario avvisare gli Enti bilaterali e le aziende che gestiscono le sospensioni - attraverso un messaggio che, ferma restando la possibilità di continuare ad inserire le dichiarazioni di sospensione, i pagamenti potranno essere effettuati solo fino al raggiungimento del finanziamento disposto dalla norma.

L’INPS ha avvisato gli Enti bilaterali e le aziende che gestiscono le sospensioni che si riferisce all’applicazione di acquisizione delle domande sospesi, sia al momento della esposizione dei dati aziendali, che, ferma restando la possibilità di continuare ad inserire le dichiarazioni di sospensione, i pagamenti potranno essere effettuati solo fino al raggiungimento del finanziamento.


Per consentire il completamento puntuale del monitoraggio sul residuo del fondo destinato a tale prestazione le nuove domande pervenute e non ancora acquisite in DSWeb, momentaneamente non possono essere scaricate sugli archivi di procedura, e sono stati momentaneamente bloccati i pagamenti, con la sola eccezione della sistemazione relativa alla casistica degli apprendisti sospesi le cui domande sono già presenti in procedura.

Inoltre per le domande di questa tipologia si è provveduto a modificare le elaborazioni di pagamento in modo tale da impostare a “N” il campo “Permane DS” ad ogni pagamento.

Pertanto per effettuare un ulteriore pagamento di tali prestazioni l’operatore dovrà variare in “S” il valore di tale campo; in tal modo, peraltro, sarà possibile verificare l’avvenuta ricezione dei rendiconti aziendali relativi ai periodi di ripresa attività lavorativa prima di effettuare un nuovo pagamento.




domenica 8 dicembre 2013

Allarme dell'Anief sui giovani disoccupati in fuga dall'Italia


Il rapporto Anief evidenza l'incremento di chi sceglie l'estero.

Gli under 35 che nell'ultimo decennio sono stati costretti a recarsi oltralpe in cerca di un impiego sono più che raddoppiati, passando da 50 mila a 106 mila.

Una quota sempre più consistente degli oltre 2 milioni di giovani senza occupazione tenta con successo di trasferirsi all'estero: gli under 35 che nell'ultimo decennio sono stati costretti a recarsi oltralpe in cerca di un impiego sono più che raddoppiati, passando da 50 mila a 106 mila.

Lo rende noto Associazione professionale sindacale Anief, segnalando che soprattutto nel 2012 l'incremento di coloro che hanno acquisito una residenza straniera ha toccato livelli record, facendo registrare un +28,8% rispetto all'anno precedente. Oltre la metà sono giovani: il 54,1% ha infatti meno di 35 anni.  Si tratta di un andamento legato alla mancanza di alternative, visto che nello stesso periodo si è toccato anche il record di Neet, i giovani che non studiano e non lavorano.

I dati, evidenzia l'Anief, emergono incrociando il Rapporto annuale Censis con quello del Cnel sul mercato del lavoro 2012-13. Se dal primo studio risulta quasi raddoppiato, arrivando a 2,7 milioni, il numero di italiani, con un'alta percentuale di ragazzi, che 'cercano attivamente un lavoro ma non riescono a trovarlo', dal secondo si evince che i giovani che non studiano e non lavorano sono diventati 2 milioni e 250 mila giovani: in media uno su quattro tra i 15 e i 29 anni, mentre uno su tre di essi si ritrova nel Mezzogiorno contro uno su sei al Nord e uno su cinque al Centro.

L'Anief giudica poi "significativo" che circa un quarto di chi è recato all'estero per cercare lavoro (il 26,5%) dichiari che è stata determinante la voglia di lasciare un Paese in cui non si trovava più bene. Quello che appare a loro il difetto più intollerabile dell'Italia è l'assenza di meritocrazia, denunciata dal 54,9%.

"Le informazioni che provengono dai Rapporti nazionali - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir (confederazione dei dirigigenti della P.A.)- confermano che l'Italia sta diventando un Paese sempre meno adatto per i giovani. Anche il crollo al 20,5% del tasso di occupazione dei 15-24enni, rilevato dall'Ocse, è un dato che parla da solo. Solo Grecia e Turchia tra i 34 Paesi dell'area - conclude - hanno una quota di Neet più elevata".

Si tratta di un andamento legato alla mancanza di alternative, visto che nello stesso periodo si è toccato anche il record di Neet. I dati, evidenzia l'Anief, emergono incrociando il Rapporto annuale Censis con quello del Cnel sul mercato del lavoro 2012-13.


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