martedì 29 novembre 2016

Responsabili delle risorse umane: lo smart working piace


Lo smart working (lavoro agile) è una prestazione di lavoro subordinato prestata, parzialmente, all'interno dei locali aziendali e dietro i soli vincoli di orario massimo desunti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

Ovvero, il telelavoro, il papà dello smart working, è andato in soffitta, e si apre una nuova era. Almeno dal punto di vista delle tutele, perché - come riportano i dati dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano - quasi il 50% delle grandi aziende sta già sperimentando questo tipo di prestazione.

Uno studio Citrix, intervistando un campione di oltre 300 Responsabili di Risorse Umane, rivela che lo smart working è sostenuto attivamente nel 44% delle aziende intervistate e il 61% (con picchi del 70% per quelle che contano oltre 200 dipendenti) ha una policy ben definita per regolarlo all'interno dell’organizzazione; un trend in continua crescita considerato che il 66% dichiara che la policy per lo smart working è parte della vision futura dell’azienda.

Secondo un’indagine commissionata da Citrix, azienda che si occupa di spazi di lavoro mobili, ad Ales Market Research, la nuova modalità di lavoro che non prevede la presenza in ufficio è sostenuta attivamente nel 44% delle aziende intervistate e il 61% di queste (con picchi del 70% per quelle che contano oltre 200 dipendenti) ha una policy ben definita per regolarlo all'interno dell’organizzazione.

Il 66% dei responsabili delle risorse umane intervistati hanno affermato che la policy per lo smart working è parte della vision futura dell’azienda e il 77% del campione ritiene che le esigenze dei dipendenti sullo smart working siano ben presenti al reparto Hr. Nel 64% dei casi lo smart working viene incoraggiato, mentre il 60% ha risposto positivamente alla domanda sull'adozione di una policy di “bring your own device”.

Il sondaggio ha messo in luce anche alcuni dei principali vantaggi percepiti dello smart working: l’84% dei responsabili afferma che questa modalità di lavoro offra maggior flessibilità all’organizzazione, permettendo ai dipendenti di connettersi ovunque e con qualsiasi dispositivo, ma un elemento particolarmente interessante nasce dal fatto che lo smart working, per l’81% degli intervistati, rende un posto di lavoro più appetibile, e il 63% degli intervistati afferma che viene offerto soprattutto alle generazioni più giovani.

L’81% del campione è anche convinto che lo smart working migliori la produttività dei dipendenti, permettendo loro di essere operativi dove e quando ci sia bisogno. Il 68%, del resto, percepisce che per i dipendenti l’essere connesso in maniera continuativa rappresenti un fattore più positivo che negativo e il 57% prevede che la tradizionale postazione di lavoro sarà sostituita da un workplace virtuale nel prossimo futuro.

Non è tutto rose e fiori, però: il 52% dei responsabili delle risorse umane intervistati vede nello smart working un pericolo concreto per la dimensione sociale dell’azienda, e il 57% teme ancora che la mancanza di controllo possa impattare negativamente sulle performance lavorative dei dipendenti.

Lo smart working è anche percepito come un investimento altamente costoso per il 64% del campione mentre il 59% pensa che non sia una priorità nell’agenda dell’alta dirigenza e del board. La mancanza di regole definite e responsabilità chiare rappresenta un ostacolo per il 57% del campione, mentre per il 56% il problema è soprattutto a livello di cultura aziendale. Un altro dato che suscita preoccupazione è che il 55% delle aziende non si sente pronto a supportare lo smart working dal punto di vista tecnologico e il 48% è preoccupato per tutto ciò che riguarda la sicurezza.

«La strada per lo smart working non è tutta in discesa - spiega Benjamin Jolivet, country manager di Citrix Italia, South Eastern Europe e Israele - ma anche in Italia la cultura del lavoro sta cambiando e sono sempre di più le aziende che pensano allo spazio di lavoro non più come a un luogo fisico, ma come a uno spazio virtuale sempre disponibile che permetta l’accesso alle app e ai dati in qualsiasi luogo e da qualsiasi dispositivo».

Anche in Italia sono sempre di più le aziende che percepiscono lo Smart Working come un driver per il successo del loro business. Come recentemente rilevato dall'Osservatorio del Politecnico di Milano, con il quale collaboriamo da anni, lo smart working interessa oggi oltre 250.000 lavoratori, ma potenzialmente abbraccia un bacino di oltre 5 milioni” dice Benjamin Jolivet, Country Manager di Citrix Italia, South Eastern Europe e Israele “Se pensiamo a un target come quello dei Millennials, infatti, il classico modo di lavorare di fronte a una scrivania e con orari definiti non esiste praticamente più e, proprio per questo, lo smart working è uno strumento vincente per restare competitivi anche nell'attrarre i migliori talenti.”




venerdì 25 novembre 2016

Neolaureati offerte di lavoro



Nuove opportunità di lavoro per entrare a far parte della FAO.

L’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani è infatti alla ricerca di personale per incrementare l’organico della sede di Roma in Italia

La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura - Food and Agriculture Organization of the United Nations) è una delle più famose agenzie specializzate dell’ONU che si occupa di promuovere lo sviluppo in agricoltura e nella sicurezza alimentare, e della lotta alla fame nel mondo. La FAO, inoltre, offre il proprio contributo a tutti gli Stati membri fornendo assistenza sulle tematiche legate alla nutrizione, alla produttività agricola e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano in condizione di disagio.

Francesca Mancini, 25 anni, dopo aver frequentato il Mimec, il Master in Marketing e comunicazione della Bocconi, è al primo anno del graduate program di AbInbeev, multinazionale produttrice delle birre Corona, Budweiser e Stella Artois, mentre Giorgia Rauso, laureatasi l’anno scorso in Economia all’Università Bocconi e nel 2014 alla State University di New York, è ora responsabile comunicazione corporate di Kraft Heinz. Sono due delle ragazze che hanno presentato i programmi dedicati ai giovani neolaureati al Bocconi&Jobs che si svolge due volte all’anno (oltre il 94% degli studenti trova occupazione entro un anno dal conseguimento della laurea) e che abbiamo visitato per sondare il terreno da vicino.

Per quanto riguarda Kraft Heinz c’è tempo fino al 30 novembre, per i laureati in Economia ed Ingegneria, per candidarsi per una decina di stage di 6 mesi, in partenza a gennaio. La multinazionale ne accoglierà altri dieci in luglio. AbInbeev prenderà quattro neolaureati a febbraio e 2 a settembre per il suo programma di diciotto mesi e altri sei per il global management program di dieci mesi.

Vodafone invece prevede di inserire nel graduate di due anni una cinquantina di giovani con laurea anche in Economia. «Tutti devono passare dalle funzioni di vendita o call center» riferisce Giulia Torre, recruiting&employer branding Vodafone Italia. Ogni anno Vodafone offre inoltre un centinaio di internship di 6 mesi. Anche Mars Italia propone una decina di stage a talenti con orientamento al risultato e voglia di imparare. Disponibili anche una decina di posti in tutta Europa per il graduate program di tre anni.

E per chi ama l’università è possibile inoltre lavorare proprio in Bocconi. Sono tra i 60 e gli 80 gli stage retribuiti a 800 euro lordi per tutti i laureati. Un’altra realtà italiana importante del settore food che crescerà all’estero, soprattutto negli Usa, è Eataly che ha appena lanciato il progetto di formazione Born to be Eatalian (pagina Linkedin). «Abbiamo bisogno di diversi talenti per nuove aperture a Copenaghen, Parigi, Londra, Las Vegas, Boston, Mosca, siamo in continua espansione» spiega Chiara Agosta, dell’ufficio ricerca e selezione.

Riso Scotti, poi, offre due internship di sei mesi. Sempre nel settore food un altro colosso come Mondelez prevede l’inserimento di una decina di persone per sei mesi entro aprile 2017. Per l’anno prossimo una quindicina di internship sono previsti anche in Expedia che cerca laureati non solo in Economia, ma anche in Lingue, Scienze del turismo, Marketing, con la conoscenza dell’inglese e se possibile del tedesco e la passione per i viaggi.

E sono una decina i posti per il Lab graduate program del gruppo L’Oréal. Da segnalare inoltre la possibilità di fare stage retribuiti a 850 euro e il Commercial Excellence, un programma europeo di cui l’obiettivo è di selezionare giovani talenti per inserirli all’interno dei team commerciali della divisione Consumer Product.

Engineering lavoro: ecco le opportunità per i neolaureati. Engineering, importante realtà della consulenza tecnologica con 40 sedi in Italia e all'estero, offre opportunità d’inserimento a candidati neolaureati con interesse per il settore It presso diverse sedi italiane.

I candidati inseriti saranno coinvolti in attività di consulenza, analisi, progettazione e sviluppo, e avranno l’opportunità di disegnare la propria carriera in linea con il proprio percorso di studi e le proprie aspettative. La proposta di Engineering permette infatti di frequentare il campus della Scuola aziendale di IT & Management “Enrico Della Valle”: la scuola offre percorsi di studio che permettono di verticalizzare la formazione fino a rendere le giovani leve dei veri specialisti di settore.
Le sedi di lavoro previste in Italia sono: Roma, Milano, Bari, Bologna, Brescia, Napoli, Orvieto (TR), Osimo (AN), Padova, Pont-Saint-Martin (AO), Torino, Trento, Venezia.

Il candidato ideale ricercato da Engineering è un neolaureato in discipline scientifiche ed economiche, parla inglese fluentemente, ha un forte interesse per il settore dell’IT ed è disponibile a trasferte in Italia e all’estero. I candidati ideali sono persone che hanno voglia di crescere in un’azienda italiana ma di respiro internazionale, che dimostrino proattività, spirito di iniziativa e desiderino fortemente far parte “di una grande e coesa realtà”, è scritto nell’area dedicata alle candidature del sito aziendale.

La multinazionale della consulenza per le sedi di Milano e Roma, offre in questo momento alcune decine di opportunità professionali, in particolare a profili esperti nella consulenza tecnologica e informatica. Nell’area dedicata alle carriere in Accenture sono disponibili tutte le informazioni per candidarsi.
La grande banca italiana cerca in questo momento diverse figure professionali qualificate, tra cui profili informatici quali database administrators e manageriali come chief compliance officer e chief operating officer, attuari ed esperti di audit. Tutti i dettagli sul sito dedicato alle carriere in Banca Intesa.

Lo storico istituto di credito piemontese offre diverse opportunità di lavoro presso la sede centrale di Biella: si cercano in particolare commerciali, responsabili pianificazione e controllo di gestione, prop trader, financial analyst, neolaureati. Tutti i dettagli sono disponibili nel sito dedicato alle carriere in Banca Sella.

Sono diverse le opportunità disponibili anche al Gruppo Barilla, storica azienda alimentare presente in tutto il mondo. In particolare si cercano figure di manutentori meccanici esperti per la sede di Ascoli Piceno. Dettagli sul sito dedicato alle carriere in Barilla.


Sono alcune decine le opportunità di lavoro offerte da Calzedonia, azienda della moda retail italiana ormai presente in tutto il mondo. Le posizioni aperte sono sia nella rete di negozi, che nello staff di sede a Dossobuono (Verona), e spaziano dal responsabile di negozio allo specialista di logistica, dal neolaureato al commesso. Dettagli e candidature sul sito Calzedonia.


La PwC mette a disposizione per laureandi o laureati in Economia 2 Stage di Risk e di Assistant Auditor – Audit/Financial Services.Essi sono incaricati della revisione del bilancio di banche, compagnie assicurative, intermediari finanziari o svolgeranno la loro attività nell’ambito del  IT Risk Assurance.  Per la candidatura è necessario compilare l'application form sul sito www.pwc.com/it/it/careers/graduate.html indicando come area di interesse 1° scelta “Audit” o la scelta “RiskLa SIMEST, la finanziaria pubblico – privata che sostiene lo sviluppo delle imprese italiane, ricerca neolaureati in discipline economiche, per offrire loro uno Stage di Pianificazione e Controllo di Gestione delle durata di 6 mesi.



martedì 22 novembre 2016

Pensione anticipata 2017 i possibili anticipi previdenziali



Quali sono le principali novità che saranno introdotte a partire dal 2017 per accedere alla pensione anticipata? All’Ape Agevolato potranno accedere 4 categorie di lavoratori, e quattro categorie potranno, invece, accedere al pensionamento anticipato con la quota 41. Per tutti gli altri lavoratori, oltre alla pensione anticipata vigente, ci sarà la possibilità di scegliere l’Ape volontario.

In alternativa 4 categorie di lavoratori potranno accedere alla pensione anticipata tramite l’Ape Agevolato, ovvero completamente a carico dello Stato, o tramite la quota 41, per la quale non sono previste penalizzazioni sull’assegno pensionistico. Tutte e due le misure saranno disponibili a partire dal 1 maggio 2017. Le 4 categorie di lavoratori coinvolti saranno, però, soggette a vincoli di bilancio annuali: se le domande supereranno le risorse messe a disposizione per ogni anno gli interessati potrebbero vedersi negare l’accesso alla pensione anticipata o veder slittare nel tempo il diritto di accesso alla pensione anticipata.

I requisiti di accesso all’Ape Agevolato prevedono almeno 63 anni di età con 30 o 36 anni di contributi ed un assegno pensionistico lordo inferiore a 1500 euro mensili.
Per accedere alla quota 41, invece, sono richiesti, oltre l’appartenenza ad una delle categorie da tutelare, 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento dei 19 anni e 41 anni di contributi versati.

La pensione anticipata Fornero (attiva dal 2012) e l’APE aziendale (sperimentale dal 2017) sono due strumenti che si rivolgono ai lavoratori prossimi al pensionamento ma con molte differenze: la prima delle quali è che l’anticipo pensionistico sarà accessibile anche per dipendenti delle aziende sotto i 15 dipendenti (limite minimo imposto dall’altro strumento).

Analizziamo dunque le caratteristiche per un confronto che mostri quale delle due opzioni è più conveniente per un lavoratore vicino all’età pensionabile.

L’APE aziendale è previsto dall’articolo 25, comma 7 della Legge di Bilancio in discussione in Parlamento: è una forma di pensione anticipata esercitabile a 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento della pensione, prevede un trattamento che il lavoratore poi restituirà con la maturazione della pensione. L’azienda incrementa il montante contributivo individuale maturato dal dipendente, versando all’INPS un contributo non inferiore a quello della retribuzione del lavoratore. Il versamento va effettuato in un’unica soluzione, al momento della richiesta dell’APE.

La procedura si attiva solo con l’accordo del lavoratore. In parole molto semplici, le imprese versano i contributi che avrebbero dovuto pagare per il tempo che al dipendente manca al raggiungimento dell’età pensionabile in un’unica soluzione, in modo che alla fine l’INPS versi una pensione più alta. Il meccanismo dovrebbe consentire di ripagarsi le rate che bisognerà poi versare per restituire l’APE.

Incentivo all'esodo
Per tutti coloro che hanno cessato il rapporto di lavoro dipendente entro il 2011 maturando, negli anni successivi il diritto alla pensione secondo le regole previgenti la riforma Fornero, ci sarà la possibilità di poter fruire dell’ottava salvaguardia, un provvedimento per accedere al quale bisognerà produrre istanza all’Inps tra il 1 gennaio e il 1 marzo 2017, pena la decadenza.

Per chi non rientra nell’ottava salvaguardia, però, potrà vedere se rientra nella pensione di vecchiaia con l’età anagrafica di 66 anni e 7 mesi  o in quella anticipata per la quale sono richiesti 42 anni e 10  mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dall’età.

La normativa di riferimento per la pensione anticipata Fornero è l’articolo 4 della legge 92/2012, in base al quale – nell’ambito di procedure sindacali nei casi di eccedenza di personale – l’impresa può incentivare l’esodo dei dipendenti in esubero a cui mancano al massimo 4 anni al raggiungimento della pensione, pagando una prestazione pari all’assegno previdenziale pieno e versando i contributi. In realtà il trattamento viene corrisposto dall’INPS, in seguito a fideiussione bancaria stipulata dall’impresa.

Rispetto alla Riforma Fornero, dal punto di vista anagrafico, l’APE si rivolge a una platea meno ampia, considerando tra l’altro che i 4 anni dalla pensione valgono anche per il trattamento di anzianità, contro 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia dell’APE. L’APE pone inoltre limiti di reddito non previsti dal trattamento Fornero: il lavoratore deve maturare come pensione un assegno minimo non inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo. Ha però il vantaggio di essere accessibile ai dipendenti delle aziende con meno di 15 dipendenti, mentre la pensione anticipata della legge 92/2012 riguarda solo aziende sopra questa soglia ed è esercitabile soltanto nell’ambito di un piano di esuberi, con specifica procedura sindacale.

Per quanto riguarda il trattamento, la pensione anticipata Fornero è più vantaggiosa: 13 mensilità annue (contro le 12 dell’APE), rapportato alla pensione maturata. Anche l’APE è rapportato alla pensione maturata ma l’entità dell’assegno dipende dalla scelta del lavoratore su quanta parte farsi corrispondere in anticipo. La pensione da esodo non prevede nessuna necessità di restituzione a rate della somma, mentre l’APE aziendale prevede 20 anni di rate (i versamenti contributivi delle imprese dovrebbero comunque compensare il trattamento ricevuto).

In entrambi i casi, l’impresa versa i contributi anche nel periodo in cui il lavoratore percepisce l’assegno che lo accompagna alla pensione ma la pensione vera e propria sarà più alta per chi sceglie l’esodo Fornero, maturando un trattamento pieno mentre nel caso dell’APE dall’assegno bisogna togliere le rate ventennali. In conclusione, dal punto di vista economico è più conveniente l’esodo pensionistico, che però si rivolge a una platea più ristretta (soprattutto perché non riguarda le imprese sotto i 15 dipendenti), mentre all’impresa costa meno l’APE aziendale.

Per chi non rientra in nessuno dei benefici sopra elencati potrà accedere alla pensione anticipata con l’Ape volontario. Per accedervi sono richiesti 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati. Una delle condizioni da rispettare per accedere a questa forma di pensionamento anticipato è quella di avere un assegno pensionistico, calcolato al momento dell’accesso all’Ape, che non risulti inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo Inps: la pensione, quindi, non deve essere inferiore a 700 euro mensili.


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