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giovedì 8 giugno 2017
Licenziabile il manager: quando e motivazioni
Per la Cassazione lo svolgimento di attività extralavorativa in orario aziendale lede il vincolo fiduciario con il dipendente con mansioni direttive.
Lo svolgimento di attività extra lavorativa durante l'orario di lavoro, seppure in un settore non interferente con quello curato dal datore di lavoro, da parte di un responsabile commerciale con notevole autonomia nella gestione della attività, offendei il vincolo fiduciario tra le parti anche quando non comporta un danno economico all'Azienda e giustifica il licenziamento. In tale caso infatti le energie lavorative del prestatore vengono distolte ad altri fini e, quindi, finisce per essere non giustificata la corresponsione della retribuzione che, in relazione alla parte commisurata all'attività non resa, costituisce per il datore un danno economico e per il lavoratore un profitto ingiusto.
La sentenza della Cassazione n. 13199 del 25 maggio 2017 sottolinea inoltre, e soprattutto, come il vincolo fiduciario con il dipendente risulta maggiormente stringente nel caso di attività autonome e lontane dal controllo diretto del datore di lavoro ed è più grave la lesione del patto, anche se non ne risulta un danno economico all'azienda.
Un Area Manager era stato licenziato per giusta causa a seguito della contestazione di calo di produttività, e fatti di rilievo disciplinare consistiti:
nell'avere portato sul luogo di lavoro articoli da commercializzare per conto di una società di cui faceva parte;
nell'essersi recato durante l'orario di lavoro presso il negozio di cui era socio;
di aver accumulato 13 episodi di ritardo nell'arrivo in azienda.
Il suo ricorso era stato respinto dal Tribunale mentre la Corte di Appello, ha dichiarato l'illegittimità del licenziamento e condannato la società a reintegrare nel posto di lavoro con risarcimento del danno, il giudice di appello ha ritenuto infatti che:
a) il problema gestionale derivante dall'attività commerciale propria sul luogo di lavoro era privo di prova certa;
b) l'avere costituito una società commerciale per la vendita di capi di abbigliamento di per sé non costituiva illecito disciplinare, in quanto non interferiva con quella svolta dal datore di lavoro;
c) l'avere raggiunto in due occasioni l'esercizio commerciale in orario di lavoro con l'autovettura aziendale non giustificava il licenziamento ma solo una sanzione conservativa, in quanto era un fatto episodico e senza conseguenze sull'attività aziendale;
d) la natura flessibile dell'orario richiesto al lavoratore, connessa alle mansioni direttive affidategli, rendeva priva di rilievo la timbratura effettuata oltre le ore 9:30.
La società ha presentato ricorso in cassazione, affidandosi a due motivi:
la società ricorrente denuncia che la Corte territoriale non aveva considerato le ragioni per le quali la flessibilità dell'orario era stata concessa, per cui il mancato rispetto delle previsioni contrattuali non poteva ritenersi giustificato ogniqualvolta il dipendente, prima di recarsi in ufficio, aveva svolto attività di carattere personale, senza recarsi nelle sedi e nelle agenzie dislocate sul territorio;
la Corte ha errato nel non ritenere grave l'accertata attività esterna durante l'orario di lavoro, a causa della breve durata e per la mancanza di danno e nel considerare che sottrae all'obbligo la mansione direttiva che, invece, costituiva un'aggravante nella valutazione della condotta del lavoratore. Al lavoratore, infatti, erano affidati lo sviluppo e la gestione dei rapporti commerciali che, comportando una notevole autonomia nella gestione della attività, presupponevano l'esistenza di uno stringente vincolo fiduciario fra le parti.
I giudici della Cassazione hanno ritenuto fondato il secondo motivo, in quanto ha errato la Corte territoriale nel sostenere che «un comportamento illecito ridotto temporalmente», dal quale non sia derivato un pregiudizio concreto per il datore di lavoro, non sia idoneo a ledere il vincolo fiduciario, perché detta lesione può verificarsi ogniqualvolta la condotta ponga in dubbio la correttezza del futuro adempimento . Nel caso in cui la prestazione richiesta al dipendente, si svolga al di fuori della diretta osservazione e del controllo da parte del datore di lavoro, è maggiore l'affidamento che quest'ultimo deve potere riporre nella correttezza e nella buona fede del lavoratore.
Accogliendo il secondo motivo, i giudici si sono basati sul principio secondo cui “l'obbligo di fedeltà impone al lavoratore di astenersi dal porre in essere, non solo i comportamenti espressamente vietati dall'art. 2105 cod. civ., ma anche qualsiasi altra condotta che risulti in contrasto con i doveri connessi all'inserimento nella struttura e nell'organizzazione dell'impresa o crei una situazione di conflitto con gli interessi del datore di lavoro”.
Ricordiamo inoltre che il licenziamento del manager può essere legittimo anche quando i conti dell’impresa sono buoni, ovvero non sussiste un periodo di crisi aziendale e non ci sono spese straordinarie da sostenere, se la “soppressione” della sua posizione lavorativa è funzionale a un nuovo assetto riorganizzativo che, oltre a determinare una migliore efficienza può anche accrescere i margini di guadagno del datore di lavoro che sono pur sempre una ‘garanzia’ per la tenuta generale dei livelli occupazionali complessivi di una azienda. E' quanto ha sottolineato la Cassazione nella sentenza con la quale lo scorso 7 dicembre.
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venerdì 25 novembre 2016
Neolaureati offerte di lavoro
Nuove opportunità di lavoro per entrare a far parte della FAO.
L’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani è infatti alla ricerca di personale per incrementare l’organico della sede di Roma in Italia
La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura - Food and Agriculture Organization of the United Nations) è una delle più famose agenzie specializzate dell’ONU che si occupa di promuovere lo sviluppo in agricoltura e nella sicurezza alimentare, e della lotta alla fame nel mondo. La FAO, inoltre, offre il proprio contributo a tutti gli Stati membri fornendo assistenza sulle tematiche legate alla nutrizione, alla produttività agricola e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano in condizione di disagio.
Francesca Mancini, 25 anni, dopo aver frequentato il Mimec, il Master in Marketing e comunicazione della Bocconi, è al primo anno del graduate program di AbInbeev, multinazionale produttrice delle birre Corona, Budweiser e Stella Artois, mentre Giorgia Rauso, laureatasi l’anno scorso in Economia all’Università Bocconi e nel 2014 alla State University di New York, è ora responsabile comunicazione corporate di Kraft Heinz. Sono due delle ragazze che hanno presentato i programmi dedicati ai giovani neolaureati al Bocconi&Jobs che si svolge due volte all’anno (oltre il 94% degli studenti trova occupazione entro un anno dal conseguimento della laurea) e che abbiamo visitato per sondare il terreno da vicino.
Per quanto riguarda Kraft Heinz c’è tempo fino al 30 novembre, per i laureati in Economia ed Ingegneria, per candidarsi per una decina di stage di 6 mesi, in partenza a gennaio. La multinazionale ne accoglierà altri dieci in luglio. AbInbeev prenderà quattro neolaureati a febbraio e 2 a settembre per il suo programma di diciotto mesi e altri sei per il global management program di dieci mesi.
Vodafone invece prevede di inserire nel graduate di due anni una cinquantina di giovani con laurea anche in Economia. «Tutti devono passare dalle funzioni di vendita o call center» riferisce Giulia Torre, recruiting&employer branding Vodafone Italia. Ogni anno Vodafone offre inoltre un centinaio di internship di 6 mesi. Anche Mars Italia propone una decina di stage a talenti con orientamento al risultato e voglia di imparare. Disponibili anche una decina di posti in tutta Europa per il graduate program di tre anni.
E per chi ama l’università è possibile inoltre lavorare proprio in Bocconi. Sono tra i 60 e gli 80 gli stage retribuiti a 800 euro lordi per tutti i laureati. Un’altra realtà italiana importante del settore food che crescerà all’estero, soprattutto negli Usa, è Eataly che ha appena lanciato il progetto di formazione Born to be Eatalian (pagina Linkedin). «Abbiamo bisogno di diversi talenti per nuove aperture a Copenaghen, Parigi, Londra, Las Vegas, Boston, Mosca, siamo in continua espansione» spiega Chiara Agosta, dell’ufficio ricerca e selezione.
Riso Scotti, poi, offre due internship di sei mesi. Sempre nel settore food un altro colosso come Mondelez prevede l’inserimento di una decina di persone per sei mesi entro aprile 2017. Per l’anno prossimo una quindicina di internship sono previsti anche in Expedia che cerca laureati non solo in Economia, ma anche in Lingue, Scienze del turismo, Marketing, con la conoscenza dell’inglese e se possibile del tedesco e la passione per i viaggi.
E sono una decina i posti per il Lab graduate program del gruppo L’Oréal. Da segnalare inoltre la possibilità di fare stage retribuiti a 850 euro e il Commercial Excellence, un programma europeo di cui l’obiettivo è di selezionare giovani talenti per inserirli all’interno dei team commerciali della divisione Consumer Product.
Engineering lavoro: ecco le opportunità per i neolaureati. Engineering, importante realtà della consulenza tecnologica con 40 sedi in Italia e all'estero, offre opportunità d’inserimento a candidati neolaureati con interesse per il settore It presso diverse sedi italiane.
I candidati inseriti saranno coinvolti in attività di consulenza, analisi, progettazione e sviluppo, e avranno l’opportunità di disegnare la propria carriera in linea con il proprio percorso di studi e le proprie aspettative. La proposta di Engineering permette infatti di frequentare il campus della Scuola aziendale di IT & Management “Enrico Della Valle”: la scuola offre percorsi di studio che permettono di verticalizzare la formazione fino a rendere le giovani leve dei veri specialisti di settore.
Le sedi di lavoro previste in Italia sono: Roma, Milano, Bari, Bologna, Brescia, Napoli, Orvieto (TR), Osimo (AN), Padova, Pont-Saint-Martin (AO), Torino, Trento, Venezia.
Il candidato ideale ricercato da Engineering è un neolaureato in discipline scientifiche ed economiche, parla inglese fluentemente, ha un forte interesse per il settore dell’IT ed è disponibile a trasferte in Italia e all’estero. I candidati ideali sono persone che hanno voglia di crescere in un’azienda italiana ma di respiro internazionale, che dimostrino proattività, spirito di iniziativa e desiderino fortemente far parte “di una grande e coesa realtà”, è scritto nell’area dedicata alle candidature del sito aziendale.
La multinazionale della consulenza per le sedi di Milano e Roma, offre in questo momento alcune decine di opportunità professionali, in particolare a profili esperti nella consulenza tecnologica e informatica. Nell’area dedicata alle carriere in Accenture sono disponibili tutte le informazioni per candidarsi.
La grande banca italiana cerca in questo momento diverse figure professionali qualificate, tra cui profili informatici quali database administrators e manageriali come chief compliance officer e chief operating officer, attuari ed esperti di audit. Tutti i dettagli sul sito dedicato alle carriere in Banca Intesa.
Lo storico istituto di credito piemontese offre diverse opportunità di lavoro presso la sede centrale di Biella: si cercano in particolare commerciali, responsabili pianificazione e controllo di gestione, prop trader, financial analyst, neolaureati. Tutti i dettagli sono disponibili nel sito dedicato alle carriere in Banca Sella.
Sono diverse le opportunità disponibili anche al Gruppo Barilla, storica azienda alimentare presente in tutto il mondo. In particolare si cercano figure di manutentori meccanici esperti per la sede di Ascoli Piceno. Dettagli sul sito dedicato alle carriere in Barilla.
Sono alcune decine le opportunità di lavoro offerte da Calzedonia, azienda della moda retail italiana ormai presente in tutto il mondo. Le posizioni aperte sono sia nella rete di negozi, che nello staff di sede a Dossobuono (Verona), e spaziano dal responsabile di negozio allo specialista di logistica, dal neolaureato al commesso. Dettagli e candidature sul sito Calzedonia.
La PwC mette a disposizione per laureandi o laureati in Economia 2 Stage di Risk e di Assistant Auditor – Audit/Financial Services.Essi sono incaricati della revisione del bilancio di banche, compagnie assicurative, intermediari finanziari o svolgeranno la loro attività nell’ambito del IT Risk Assurance. Per la candidatura è necessario compilare l'application form sul sito www.pwc.com/it/it/careers/graduate.html indicando come area di interesse 1° scelta “Audit” o la scelta “RiskLa SIMEST, la finanziaria pubblico – privata che sostiene lo sviluppo delle imprese italiane, ricerca neolaureati in discipline economiche, per offrire loro uno Stage di Pianificazione e Controllo di Gestione delle durata di 6 mesi.
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domenica 25 ottobre 2015
Riduzione dello stipendio ai lavoratori con il Jobs act è possibile
La riforma del lavoro detta Jobs act non solo ha cambiato il paradigma dei contratti di lavoro per i neoassunti, ma tramite i decreti attuativi finirà per impattare tangibilmente anche sui contratti in essere. Innanzitutto in virtù dei decreti su controllo a distanza dei dipendenti e demansionamento, in quest’ultimo caso con possibilità di diminuzione dello stipendio. La possibilità di tagliare lo stipendio, anche se ancora non è stata adeguatamente valutata dalla giurisprudenza, poiché non sono emerse questioni inerenti, è in realtà uno degli aspetti più rilevanti del decreto, che ha modificato il Codice Civile.
Quindi ha previsto il demansionamento del lavoratore a condizioni che sono nelle mani del datore di lavoro.
Nella peculiarità, il decreto stabilisce che:
“In caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incidono sulla posizione del lavoratore, lo stesso può essere assegnato a mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore”.
Appare evidente come la modifica degli assetti organizzativi sia un presupposto nelle mani dell’azienda e che abbia un significato molto generale, forse troppo.
L’assegnazione ad una mansione pari al livello contrattuale inferiore non dovrà però intaccare il margine contributivo raggiunto.
E se la discesa del lavoratore sembra decisione facilmente applicabile, non è altrettanto per la salita, ovvero per il passaggio ad una mansione superiore, che potrà avvenire in termini più lunghi. Prima, infatti, l’assegnazione a un livello superiore diventava definitiva dopo tre mesi di lavoro in quell’attività, con il decreto, questo arco di tempo passerà da tre a sei mesi.
Il decreto prevede, inoltre, la possibilità di stipulare accordi individuali di modifica delle mansioni, del livello di inquadramento e della relativa retribuzione.
Questo significa che il lavoratore in accordo con il datore di lavoro può stipulare livelli inferiori di tutela.
È seppure tale operazione avviene con il consenso del dipendente, che non è lasciato da solo di fronte all’imprenditore, e pur vero che l’azienda può mettere il dipendente di fronte a una scelta: o il lavoratore accetta le condizioni, che possono comprendere riduzione di mansione o di stipendio, o sarà licenziato con un indennizzo di poche mensilità.
La nuova formulazione del Codice, infatti, non solo ammette il demansionamento, ma aggiunge – previo accordo tra datore e lavoratore in sede protetta – la possibilità di ridurre la retribuzione: possibilità esplicitamente vietata dalla vecchia formulazione del Codice Civile, che prevedeva la nullità di ogni patto di diminuzione della retribuzione. Formulazione fin qui sempre condivisa dai giudici, anche in presenza di accordi privati. Con l’entrata in vigore del decreto attuativo del Jobs act cambia tutto, gli accordi di diminuzione dello stipendio sono validi, anche se individuali, rispettando determinate condizioni.
Ora in sostanza, perché il patto individuale di modifica (sia delle mansioni, che della categoria, dell’inquadramento e della retribuzione) sia valido, devono essere rispettate le seguenti disposizioni:
l’accordo deve essere concluso nelle sedi di conciliazione deputate (le cosiddette sedi protette:
commissioni sindacali, presso la Dtl, commissioni di certificazione dei contratti…);
deve sussistere l’interesse del lavoratore alla conservazione dell’occupazione;
in alternativa, deve sussistere l’interesse del lavoratore all’acquisizione di una diversa professionalità;
in alternativa, deve sussistere l’interesse del lavoratore al miglioramento delle condizioni di vita.
I minimi retributivi previsti dai Contratti Collettivi, corrispondenti all'inquadramento (livello) del lavoratore, restano in ogni caso inderogabili, anche nei casi in cui non sia applicato alcun Contratto Collettivo, poiché il giudice può utilizzare tali minimali come misura di adeguatezza della remunerazione, in base alla Costituzione.
Inoltre con la legge di stabilità del 2016 è stato inserito un comma che allarga il tetto agli stipendi dei super-manager delle partecipate bello Stato e degli enti locali, anche ai dirigenti e ai dipendenti delle società. Oggi esistono tre tetti alle retribuzioni a seconda delle dimensioni dell’azienda: il più alto di 240 mila euro, uno intermedio di 192 mila euro, e uno più basso di 120 mila euro. La norma attuale fermo restando che il limite massimo di 240 mila euro, i tetti dovranno diventare cinque. Dunque è probabile che la soglia di 120 mila euro sarà abbassata. Ma la vera novità è che i limiti non si applicheranno più solo agli amministratori delegati e ai presidenti, ma a tutti i dipendenti delle società.
I tetti saranno cumulativi, nel senso che terranno conto di tutti i compensi percepiti, anche da parte di altre società o amministrazioni pubbliche. La stessa norma contiene anche un'altra nota. Quando nei consigli di amministrazione di un'azienda pubblica viene nominato un dipendente dello Stato o di un ente locale, il gettone di presenza incassato per la poltrona nel cda, dovrà obbligatoriamente essere devoluto all'amministrazione di appartenenza.
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mercoledì 26 marzo 2014
Stipendi manager cosa accadrà per il 2014
Moretti non ha detto cose sbagliate, forse il modo è discutibile. Ma chi governa aziende pubbliche, grandi o piccole, va valutato rispetto al mercato di riferimento». Lo stipendio della presidente di Tper Giuseppina Gualtieri (80.000 euro lordi l’anno) non si può nemmeno paragonare a quello (873.666 euro) così strenuamente difeso dal numero uno di Ferrovie. Ma il tema delle retribuzioni dei manager vale per chiunque diriga un’azienda pubblica. «È bene che ci siano dei limiti ma bisogna agire con chiarezza perché altrimenti fatta la legge ecco l’inganno. Non è la proprietà che conta ma come l’azienda opera.
Un’azienda pubblica si quota in Borsa ma le nomine sono sempre in capo al pubblico. In quel caso cosa si fa? Più che i tetti bisogna affrontare il tema dei criteri di scelta e degli obiettivi. Ci vogliono regole trasparenti altrimenti non si capisce nulla. Poi immagino che l’ad di Eni avrà sempre una retribuzione più vicina a quella di un’azienda privata piuttosto che a un dirigente pubblico
Sul tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici, «piaccia o non piaccia», il governo «intende andare fino in fondo. È il modo di fare la pace con gli italiani». Poi la promessa di metter mano all'attuale gestione dei fondi Ue che «deve essere totalmente mutata», e la conferma di voler chiudere con il bicameralismo: «se non va a casa un certo modello istituzionale e politico smetto di fare politica e vado io per primo a casa». E' un Renzi a 360° , quello che oggi ha fatto visita a Scalea, in Calabria.
Nel corso della visita, iniziata incontrando gli studenti medi e proseguita con un faccia faccia con gli amministratori locali calabresi, Renzi ha spiegato che bisogna «sburocratizzare» il fronte degli aiuti comunitari, e che palazzo Chigi e il presidente del consiglio «faranno di tutto per non lasciare indietro nessuno». Altro tema del confronto con gli amministratori locali, lo «spread» e «l'emergenza» che si è creata nel rapporto «tra politica e cittadini. Non ce lo spiegano le elezioni francesi che c'è uno scollamento. C'è uno spread drammatico tra le istituzioni e i cittadini che i sindaci» sono in prima fila nel contrastare. La visita a Scalea è iniziata di primo mattino con un incontro con gli studenti di una scuola media con i quali si è soffermato sula condizione degli insegnati precari.
Nei loro confronti, ha spiegato il premier, «L'unico impegno che mi sento di poter prendereè la certezza delle regole: finora si è data una regola per poi subito cambiarla, adesso quando diamo le regole non possiamo più cambiarle». Renzi ha sottolineato di conoscere bene il problema: «Mia moglie è un'insegnante precaria». Riferendosi invece ai problemi specifici della regione, Renzi ha ammesso che che la Calabria deve affrontare un «grande problema di modernizzazione», cioè fare in modo che «nelle nostre aziende si possa garantire lavoro».
Ai ragazzi, il premier ha spiegato che l'idea guida dell'Esecutivo è quella di «smettere di pagare per il passato e iniziare a pagare per il futuro», sottolineando il paradosso di un paese che spende «più soldi per pagare i debiti di chi ha sperperato prima che per l'istruzione di chi verrà dopo: Paghiamo 80 miliardi di interessi sul debito e diamo 65 miliardi alla scuola. Il compito del mio governo è mettere un pochino più soldi nella scuola e un po' meno, mettendo a posto i conti, sui debiti».
lunedì 27 gennaio 2014
Il manager del 2014 è digitale le nuove professioni
Secondo lo studio “CEO Briefing 2014 - The Global Agenda: Competing in a Digital World” condotto da Accenture ed Economist Intelligence Unit (EIU), nel mondo i top manager hanno fiducia nella ripresa del proprio business e dell’economia nel 2014. Benché molti vedano le esportazioni e il lancio di nuovi prodotti e servizi come motori di sviluppo, la ricerca mette in luce le grandi potenzialità degli investimenti nel digitale per stimolare la crescita e conquistare nuovi clienti.
La nuova frontiera tra le professioni digitali? Si chiama Real time bidding (Rtb) manager. In pochi sanno chi è e che cosa fa, ma a detta dei recruiter di alti profili sarà questa la figura professionale su cui scommettere nel 2014. Uno stratega commerciale, capace di decidere in tempo reale dove pubblicare i banner, certo della possibilità di raggiungere immediatamente il target previsto dalla sua campagna pubblicitaria. In che modo? L'esperto di Rtb partecipa a un'asta virtuale, per aggiudicarsi gli spazi del catalogo che viene messo a disposizione da editori e concessionarie su appositi mercati. Così, per esempio, l'Rtb manager che agisce per conto di un inserzionista proprietario di una nota marca di abbigliamento può cercare di conquistare una "finestra" all'interno di siti di e-commerce in cui sono attivi utenti che hanno acquistato vestiti online. È lì che piazzerà il suo banner, a un prezzo che sarà quello finale dell'asta. Il ruolo richiede una profonda conoscenza della pianificazione pubblicitaria oltre che un solido background tecnico maturato nella gestione di piattaforme media, con la capacità di sfruttare al meglio le informazioni che gli utenti del web rendono pubbliche, attraverso motori di ricerca e social network.
Il real time bidding vale oggi il 3% del mercato dell'advertising digitale, ma si stima che, investendo in scelte innovative, il valore possa crescere in maniera costante in pochi anni, raggiungendo i livelli degli Stati Uniti, dove rappresenta il 30% del totale del mercato. Digital, ma non solo, nella top ten dei manager più richiesti dalle aziende, secondo l'osservatorio realizzato da Michael Page, una delle più importanti società di selezione di personale specializzato a livello internazionale. «La strategia commerciale di diversificazione - spiega il managing director Tomaso Mainini - sta spingendo molte aziende a esplorare nuovi mercati geografici e a investire su nuove tecnologie per fidelizzare i propri clienti e raggiungerne di ulteriori». Una tendenza che sta prendendo piede da qualche mese ed è confermata «da un incremento del 20% di richieste di manager con esperienza nell'export e nel digital» continua Mainini. In quest'ambito i professionisti più richiesti sono l'e-commerce manager e il Chief technology officer. Il primo è responsabile del canale di vendita online e la sua mission è assicurare il raggiungimento degli obiettivi di fatturato, attraverso la messa a punto del catalogo prodotti. Il secondo profilo, invece, individua le migliori tecnologie adatte all'azienda e organizza gli interventi per mantenerle efficienti e operative. A questi profili si aggiungono le nuove figure del lean manager e del proposal engineer, ruoli fondamentali se l'azienda intende ridurre gli sprechi, oltre che rendere competitiva la propria divisione sales. Il lean manager si occupa di ottimizzare i processi, abbassando i costi operativi; è responsabile dell'applicazione del just in time e dell'armonizzazione dei flussi di materiali e informazioni. Il proposal engineer, invece, ricopre un ruolo chiave nel business delle imprese che operano su commessa: supporta le divisioni sales nella stesura dell'offerta commerciale, curandone gli aspetti tecnici, spesso in tempi ristrettissimi. Nella top ten dei più richiesti anche direttore commerciale, finance & administration manager, direttore risorse umane e direttore amministrazione, finanza e controllo. «Sono tutte professionalità - conclude Mainini - che anche in un momento di difficoltà del mercato possono garantire ai manager con una solida esperienza alle spalle un incremento di retribuzione tra il 20 e il 25 per cento».
Dallo studio emerge come i top manager vedano i mercati esteri come leva principale per crescere. Il 58% degli intervistati afferma che intende intensificare gli investimenti al di fuori del mercato nazionale, contro il 42% che si concentrerà sul mercato interno, Italia, Canada, Cina e Giappone su tutti. Al contrario, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Corea del Sud punteranno maggiormente sulle esportazioni.
Nei prossimi tre anni il 68% degli intervistati conta di promuovere la crescita sul mercato domestico attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, mentre il 32% si concentrerà sulla valorizzazione dell’offerta esistente. Per quanto riguarda i mercati esteri, il 70% dichiara di focalizzarsi sulla vendita di nuovi prodotti e servizi. In entrambi i casi, la maggior parte degli intervistati vede prioritaria la conquista di nuovi clienti, piuttosto che il consolidamento di quelli attuali.
“I top manager sono molto positivi rispetto al 2014, soprattutto per ciò che riguarda la possibilità di vendere nuovi prodotti a nuovi clienti in nuovi mercati”, ha affermato Brian Gardner, senior editor di EIU. “Tuttavia, il rischio è quello di perseguire la crescita solo attraverso queste strade, trascurando gli investimenti che sono necessari per cogliere appieno le potenzialità di crescita. L’ingresso di nuovi attori sul mercato, il calo della domanda dei consumatori e il consolidamento di diversi settori sono stati spesso ricordati dagli intervistati come i tre maggiori rischi che le imprese devono affrontare”.
Le potenzialità ancora non sfruttate del digitale
Nonostante le tecnologie digitali siano considerate dalla larga maggioranza degli intervistati elementi destinati ad avere un forte impatto nei prossimi 12 mesi sul proprio business, meno di un terzo (31%) le utilizza come leva per stimolare la crescita o trovare nuovi modi per raggiungere i clienti. Il 59% degli intervistati continua a percepire il digitale esclusivamente come strumento per migliorare l’efficienza dei processi e ridurre i costi.
“La possibilità di crescere nel prossimo futuro dipenderà in misura sempre maggiore dall’uso strategico del digitale per penetrare in nuovi mercati, creare esperienze innovative per i clienti e proporre prodotti e servizi del tutto nuovi. Molte imprese stanno ancora orientando i propri investimenti digitali verso l’obiettivo sbagliato”, ha commentato Bruno Berthon, Managing Director di Accenture Strategy. “Per aprirsi a nuovi mercati con nuovi prodotti e servizi, occorre spostare l’obiettivo degli investimenti digitali dal miglioramento dell’efficienza interna alla vera conquista delle opportunità che il mercato offre”.
Investire nel capitale umano
La fiducia nella ripresa dell’economia ha un impatto positivo sulle risorse umane: il 65% degli intervistati prevede un aumento del proprio organico nel corso del 2014 e il 75% intende aumentare l’investimento complessivo nel capitale umano, superando coloro che hanno previsto investimenti nei beni materiali e immateriali. Secondo i top manager, infatti, l’istruzione e la formazione sono al primo posto tra i fattori che possono migliorare la competitività della propria organizzazione e anche del proprio Paese.
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