L'imprenditoria femminile ha l'obiettivo di incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. La legge 215 del 92 per l’imprenditoria femminile garantisce l’uguaglianza sostanziale tra i generi nelle attività imprenditoriali. La legge “imprenditoria femminile” riconosce ai progetti selezionati degli stanziamenti attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti.
La legge per questa tipologia di impresa è applicabile a tutti i tipi di attività imprenditoriali gestite da donne ed è legata ai settori dell'industria, dell'artigianato, dell'agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.
La legge dell'imprenditoria femminile è stata ampliata dalla costituzione (nel 1999) dei “Comitati per la promozione dell'imprenditorialità femminile”. Tali comitati sono stati istituiti allo scopo di incentivare, a livello regionale e locale, lo sviluppo imprenditoriale femminile, oltre ad occuparsi del monitoraggio di problematiche e le relative soluzioni delle imprenditrici. Si consiglia di visitare il sito Infomagiovani.
Vediamo che le azioni positive per l’imprenditoria femminile sono dirette a:
a) favorire la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa;
b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;
c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile;
d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;
e) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.
Come ottenere un fondo di finanziamento.
Può presentare domanda per ottener un fondo per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il titolare è una donna;
tutti gli enti (associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione) che favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I soggetti che beneficiano dei fondi per l’imprenditoria femminile non possono:
ottenere o richiedere altre agevolazioni nazionali, regionali, comunitarie;
cedere o vendere i beni oggetto dell’agevolazione per i cinque anni successivi alla data di concessione della facilitazione, senza che ne sia data immediata comunicazione all'Amministrazione competente;
perdere i requisiti relativi alla presenza femminile in base ai quali si è ottenuta l’agevolazione per i cinque anni dalla data di concessione. E’ inoltre obbligatorio comunicare velocemente ogni cambiamento che comporti il venir meno dei requisiti previsti.
Tutte le richieste per i fondi per l’imprenditoria femminile vengono sottoposte ad un'istruttoria e, se ritenute ammissibili, vengono inserite in differenti graduatorie regionali suddivise nei macrosettori di intervento (agricoltura, manifatturiero e assimilati, commercio, turismo e servizi).
Per le opportunità dell'imprenditoria femminile si consiglia di visitare If-Imprenditoria Femminile che è un sito dei comitati costituiti per la promozione dell'impresa rosa dove si trovano news, progetti e varia documentazione,
Aidda, ossia Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda, rappresenta il sicuro punto di riferimento per tutte le donne che rivestono ruoli di responsabilità nelle imprese italiane. Le iscritte AIDDA sono donne che operano nei settori più diversi, dal commercio, all'industria, con presenze di primissimo piano in campi come l'abbigliamento, alimentari, arredamento, chimica, edilizia, editoria, metalmeccanica, dai servizi all'agricoltura e all'artigianato.
Donne Impresa si propone di favorire lo sviluppo della imprenditorialità femminile nell'ambito delle imprenditrici associate a Confartigianato e svolgono azioni finalizzate alla formazione professionale e al miglioramento delle condizioni generali di lavoro delle donne, imprenditrici e non solo.
Nel sito Sportello Agevolazioni sono presenti delle opportunità per fare autoimprenditorialità femminile e fare impresa.
lunedì 31 ottobre 2011
Fondazione CRUI programmi e tirocini formativi
La Fondazione CRUI, ossia La Conferenza Rettori delle Università Italiane, fornisce servizi e consulenza ai maggiori interlocutori istituzionali con lo scopo di trasferire l’innovazione universitaria nei settori chiave di sviluppo.
I programmi di tirocinio formativo della Fondazione rappresentano,un completamento della formazione accademica nonché un’opportunità di avvicinamento al mondo economico-produttivo con l’obiettivo specifico comprendere il funzionamento dei contesti lavorativi. L’attivazione dei tirocini per gli atenei costituisce un’importante opportunità di confronto con enti ed imprese, al fine di potenziare sempre più il loro ruolo nello sviluppo scientifico, sociale ed economico del paese, verificando fabbisogni formativi e opportunità di collocamento delle professionalità formate. Le Pubbliche Amministrazioni, le aziende e il sistema socioeconomico in generale, dal canto loro, stanno acquisendo sempre più consapevolezza del ruolo sociale della formazione e della ricerca anche in un’ottica d’interazione con il sistema universitario.
La Fondazione CRUI attualmente gestisce e promuove 11 programmi di tirocinio in accordo con enti pubblici e imprese. Possono parteciparvi laureandi e laureati delle università italiane che scelgono di aderire alle diverse convenzioni stabilite per i programmi attivi.
I nuovi programmi di tirocinio formativo organizzati dalla Fondazione Crui hanno l'obiettivo di creare un percorso formativo che verrà valutato eventualmente in crediti formativi universitari, attualmente sono tre quelli attivi:
Il Programma di tirocinio formativo presso la Corte dei Conti si fonda sulla collaborazione fra la Corte dei Conti e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare dell'operato presso la Corte dei Conti. I destinatari Laureandi di I livello; Laureati di I livello; Laureandi di II livello; Laureati di II livello ( laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico); Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Il Programma di tirocinio formativo ISPRA si fonda sulla collaborazione fra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA. Sono 67 posti di tirocinio distribuiti nelle diverse sedi dell’Istituto in tutta Italia.
Il Programma di tirocinio formativo della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze si fonda sulla collaborazione fra la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'Obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta del mondo del lavoro, in particolare presso la sede della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze. I destinatari sono laureati di I livello; laureandi di II livello; laureati di II livello (laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico) Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
I programmi di tirocinio formativo della Fondazione rappresentano,un completamento della formazione accademica nonché un’opportunità di avvicinamento al mondo economico-produttivo con l’obiettivo specifico comprendere il funzionamento dei contesti lavorativi. L’attivazione dei tirocini per gli atenei costituisce un’importante opportunità di confronto con enti ed imprese, al fine di potenziare sempre più il loro ruolo nello sviluppo scientifico, sociale ed economico del paese, verificando fabbisogni formativi e opportunità di collocamento delle professionalità formate. Le Pubbliche Amministrazioni, le aziende e il sistema socioeconomico in generale, dal canto loro, stanno acquisendo sempre più consapevolezza del ruolo sociale della formazione e della ricerca anche in un’ottica d’interazione con il sistema universitario.
La Fondazione CRUI attualmente gestisce e promuove 11 programmi di tirocinio in accordo con enti pubblici e imprese. Possono parteciparvi laureandi e laureati delle università italiane che scelgono di aderire alle diverse convenzioni stabilite per i programmi attivi.
I nuovi programmi di tirocinio formativo organizzati dalla Fondazione Crui hanno l'obiettivo di creare un percorso formativo che verrà valutato eventualmente in crediti formativi universitari, attualmente sono tre quelli attivi:
Il Programma di tirocinio formativo presso la Corte dei Conti si fonda sulla collaborazione fra la Corte dei Conti e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare dell'operato presso la Corte dei Conti. I destinatari Laureandi di I livello; Laureati di I livello; Laureandi di II livello; Laureati di II livello ( laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico); Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Il Programma di tirocinio formativo ISPRA si fonda sulla collaborazione fra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA. Sono 67 posti di tirocinio distribuiti nelle diverse sedi dell’Istituto in tutta Italia.
Il Programma di tirocinio formativo della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze si fonda sulla collaborazione fra la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo. Con l'Obiettivo di acquisire una conoscenza diretta e concreta del mondo del lavoro, in particolare presso la sede della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze. I destinatari sono laureati di I livello; laureandi di II livello; laureati di II livello (laurea specialistica, magistrale e a ciclo unico) Laureandi e laureati di vecchio ordinamento.
Diritto del lavoro unico: piano Ichino
Tra i fattori che compromettono la competitività dell'economia dell'Italia c’è sicuramente la scarsa flessibilità del mercato del lavoro.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
Le proposte di riforma sul lavoro, lanciate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi hanno aperto una discussione. Ha assicurato il ministro che: «Il termine licenziamenti facili è falso». E aggiunge che si sta lavorando a misure di protezione dei lavoratori augurandosi che anche le imprese,m le aziende nella loro totalità entrino a far parte e facciano la loro parte.
Un codice del lavoro semplificato, composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l'area del lavoro dipendente. In questo modo per superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L'idea è che, in partenza, questo nuovo 'diritto del lavoro unico', per la parte relativa ai licenziamenti si applichi soltanto ai rapporti di lavoro nuovi. Parte da qui la proposta di riforma del lavoro di Pietro Ichino, in veste più di giuslavorista, che di esponente politico, ha illustrato alcuni dei punti salienti di un provvedimento che giudica prioritario."Tutti a tempo indeterminato – ha spiegato Ichino -, tranne i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità".
Quindi l’idea è che il diritto del lavoro unico si dovrebbe applicare soltanto ai rapporti di lavoro nuovi, ossia quelli che si costituiranno da qui in avanti: tutti avrebbero il contratto a tempo indeterminato ad esclusione dei contratti di lavoro atipici (contratto a tempo determinato, contratti stagionali, eccetera), e in questo caso le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E per chi perde il posto ci sarebbe sempre una garanzia robusta di assistenza remunerativa. In questo modo si potrebbe puntare a superare il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
Probabilmente il concetto del diritto del lavoro unico è un'idea che deve trovare una validità sotto l'aspetto sia giuridico, che è certamente una garanzia si sotto l'aspetto politico e delle parti sociali.
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