giovedì 19 maggio 2011

Giulio Tremonti: bisogna cambiare il sistema fiscale

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha ribadito che bisogna porre un limite all'applicazione delle ganasce fiscali, in occasione del convegno a Roma per il decennale delle quattro agenzie fiscali (Demanio Dogane, Entrate,e Territorio), istituite nel 1999, ed operative già dal 2001.
Giulio Tremonti è tornato in modo perentorio torna alla carica contro l'oppressione fiscale: "Ci deve essere un limite all'applicazione delle ganasce fiscali perché c'è un eccesso di applicazione".  Quindi nuove regole che guardino ai lavoratori  ed ai cittadini.
Tremonti non contesta lo strumento che ''non è in discussione'' ma ha lamentato: che esiste un eccesso nell'applicazione delle ganasce'' e quindi il loro uso deve essere rivisto. E se proprio ad esse si deve ricorrere ''lo facciano i comuni''. Quindi, ha detto Tremonti sintetizzando con un grido di battaglia le modifiche da apportare in tempi brevi al sistema fiscale, ''meno 'ganasce' e meno interessi''. Ossia serve un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini il quale si deve rivolgere direttamente al legislatore.
Il ministro tra le modifiche da fare ha parlato anche della forma di calcolo delle sanzioni fiscali: non si capisce se si tratti di veri interessi o di ulteriori sanzioni. In ogni caso il Parlamento in questi giorni può modificare alcuni di questi aspetti per arrivare poi a una riforma complessiva. Quello che serve, ha sintetizzato Tremonti, è «un sistema fiscale più vicino alla condizione reale di tanti cittadini».
Probabilmente oltre che analizzare il problema delle ganasce fiscali sarebbe importante da parte di chi governa e del cittadino che paga regalmente le tasse ( dipendenti pubblici e privati e non solo attuare un meccanismo che riduca lo spazio all’evasione, al lavoro sommerso ed all’elusione fiscale. Quindi evitare che ci sia un considerevole lavoro sommerso.
Il numero uno della Agenzia dell’Entrate, Attilio Befera ha sottolineato come «il rigoroso rispetto del contribuente» sia alla base del lavoro dell'Agenzia, la cui «forza dipende dalla fiducia della comunità di cui siamo al servizio». «La capacità di autocritica ci rafforza anziché indebolirci», ha detto ancora Befera ricordando i passi fatti per «avvicinare il fisco ai cittadini» e i risultati 2010, con oltre 17 miliardi recuperati, di cui 11 di maggiori entrate e 6,6 di risparmi per minori compensazioni.

sabato 14 maggio 2011

Cgil: meno CIG ma 460mila ancora ne usufruiscono

Quindi meno Cassa Integrazione Guadagni (CIG). La richiesta di ore di cassa integrazione cala ad aprile, secondo l'Istat, ma sono 460mila le persone, assenti dal lavoro da inizio anno, che hanno subito un taglio salariale pari a 2.600 euro in meno in busta paga. "Segno evidente dell'andamento altalenante della situazione economica". dice un esponente della Cgil. Le 92.11.109 ore autorizzate lo scorso mese evidenziano un calo su marzo del -10,1%, rileva il rapporto statistico. Il rapporto ricordiamo che ripercorre i dati sulla CIG di aprile sottolineando in modo evidente un andamento discontinuo.
E' nel nord che si è ricorso maggiormente alla CIG, con la Lombardia in testa, e nel settore meccanico.
Questi sono dati che emergono dalle elaborazioni e dalle rilevazioni dell’Inps da parte dell'Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della Cgil Nazionale nel rapporto del di aprile.
Nei primi quattro mesi dell'anno le ore totali di cassa integrazione sono state 325.482.937 in ribasso del -21,4% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio dell'analisi della Cgil, il ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) ad aprile registra 19.248.252 ore per una diminuzione sul mese precedente del -17,1%. Da gennaio ad aprile le ore di CIGO sono state 79.966.471 con un calo del -47% sullo stesso periodo del 2010. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria le ore registrate lo scorso mese sono state 42.350.372 con una variazione negativa minima rispetto a marzo pari a -0,03%.

Prestiti senza busta paga. Attenzione alle truffe

I prestiti senza busta paga rappresentano formule di finanziamento proposte da banche, finanziare ed assicurazioni, per rispondere alle esigenze di consumatori che non sono in grado di fornire a garanzia del prestito uno stipendio mensile.
E’ bene ricordare che l’erogazione dei prestiti senza busta paga restano vincolati ad una serie di garanzie accessorie a tutela del finanziamento: possono, infatti, essere richiesti a garanzia, ad esempio, eventuali ipoteche immobiliari, rendite da locazione (canone di affitto in caso di immobili di proprietà locati a terzi) oppure la firma di un garante.
I prestiti senza busta paga sono soluzioni destinate a clienti diversificati: casalinghe, lavoratori assunti con contratti atipici, oppure piani di prestito agevolato senza busta paga riservati agli studenti. Nel caso dei prestiti senza busta paga per studenti, i piani di rimborso e le condizioni previste dal contratto sono particolarmente convenienti: generalmente l’erogazione dell’importo è finalizzata all’acquisto di materiale didattico, l’acquisto di supporti tecnologici oppure sono destinati a finanziare percorsi di studio come laurea, specializzazioni ed altro.
Gli importi per i prestiti senza busta paga sono molto contenuti: di solito le erogazioni non superano i due mila euro, mentre nel caso dei prestiti per studenti le somme variano sulla base delle offerte e dei piani proposti dai diversi istituti di credito.
Attenzione alle truffe.
Quando è possibile ottenere un prestito senza paga. Con certezza se se si dispone di un immobile di proprietà ed in ogni caso di entrate per far fronte alle rate.
I prestiti senza busta paga non vengono concessi a lavoratori che pur disponendo ad esempio di un'occupazione in nero, non possono certificare alcun tipo di entrata.
E’ utile sottolineare che i lavoratori autonomi (senza busta paga) possono ottenere dei prestiti  se rientrano nei parametri stabiliti dalle società finanziarie che, in linea generale, sono:
nessun protesto o segnalazione in banca dati;
carico finanziario (altri prestiti e mutui in corso) non troppo elevato (di solito non si deve superare il 25 % - 30% del reddito dimostrato);
 reddito che deve essere dimostrato dall'ultimo 730, attività aperta da più di un anno.
Invitiamo a diffidare (ATTENZIONE ALLE TRUFFE) di persone e società finanziaria (principalmente agenzie di mediazione creditizia) che promettono prestiti senza busta paga a lavoratori in nero e disoccupati richiedendo in anticipo spese di istruttoria della pratica. Spesso si tratta di espediente per ottenere soldi in anticipo sui prestiti che non verranno mai erogati, giustificando legalmente tali costi come “spese di istruttoria o di consulenza finanziaria” quindi non rimborsabili nel caso di un diniego.
Spesso bisogna alzare la guardia per le truffe  ed i truffatori che sono in agguato e si può cadere nella trappola soprattutto quando si cerca un prestito a tutti i costi.
Per i soggetti non garantiti, senza vere garanzie parlando del settore mutui, che indubbiamente è la parte più interessante, c’è da dire che non è pensabile di avere un mutuo che copra il 100% del valore dell’immobile, quindi bisogna diffidare di chiunque lo prometta.
La situazione cambia se invece si ha bisogno di un mutuo che copra il 60% o meno del valore della casa, perché così potrebbe bastare la garanzia dell’ipoteca sull’immobile. Anche in questo caso però la banca vorrà in qualche modo assicurarsi sulle entrate economiche del richiedente, anche se non regolari, richiedendo lo storico dell’estratto conto bancario.
Fattore essenziale è che la società che propone prestiti deve essere iscritta su appositi elenchi tenuti presso la Banca d’Italia con lo scopo di prevenire e contrastare l’attività di riciclaggio.
Ricordiamo inoltre l’attività di vigilanza di Consob e Banca d’Italia, che si sviluppa a tre livelli: regolamentare, informativa e ispettiva. La vigilanza ispettiva riguarda la possibilità di Banca d’Italia e Consob di effettuare ispezioni e richiedere l’esibizione dei documenti e il compimento degli atti ritenuti necessari presso i soggetti abilitati, comunicandosi l’un l’altra le ispezioni disposte affinché l’altra possa chiedere accertamenti su profili di propria competenza. Quindi esiste una garanzia per ovviare alle truffe.
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