I temi del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sono stati il mezzogiorno e la disoccupazione soprattutto giovanile celebrando il primo maggio al Quirinale. Il presidente Napolitano, ha ricevuto al Quirinale i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, prima dell'inizio della cerimonia ufficiale per la celebrazione della Festa del lavoro del primo maggio.
Serve più coesione nazionale. Troppe volte i richiami di Napolitano sono stati accolti dall'ipocrisia delle istituzioni ed ha dato una lezione ai sindacati sostenendo che : La rottura dell’unità può portare solo al peggio dal punto di vista del peso e del ruolo del lavoro e delle sue rappresentanze. Vi è “una preoccupazione crescente dinanzi al tradursi di contrasti che tra voi possono sempre sorgere e di motivi di competizione, che non debbono stupire, in contrapposizioni di principio, in reciproche animosità e diffidenze, in irriducibili ostilità".
Ovviamente quello che più allarma sono i dati relativi ai giovani tra 15 e 29 anni. Il dato dei quasi due milioni di giovani fuori da ogni tipo di occupazione, ormai fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha evidenziato i compiti e gli indirizzi politici da assolvere. Bisognai offrire più opportunità alle persone, soprattutto in termini di accesso alle competenze, e più capacità di autoregolazione alle parti sociali affinché, adattandosi reciprocamente, condividano fatiche e risultati nelle imprese. Ogni comportamento meramente assistenziale, oltretutto incompatibile con il contemporaneo vincolo della stabilità di bilancio, risulterebbe al contrario e deresponsabilizzante e porterebbe al declino economico e finanziario.
Un paese con aspettative future e lungimiranti deve progettare percorsi di istruzione e formazione di qualità; creare prospettive di stabilità occupazionale puntando sulle competenze. questi dovrebbero essere gli obiettivi, per procedere alla riforma dell'apprendistato facendone lo strumento tipico dell'ingresso nel mercato del lavoro.
Comunque in vista del primo maggio bisogna ricordare che la crisi economica ha avuto effetti consistenti sull'occupazione ma soprattutto sulla mappa del mercato del lavoro. Negli ultimi due anni, secondo quanto emerge dai dati Istat sulla media del 2010, in Italia sono stati persi 533.000 posti di lavoro, da 22.405.000 occupati a 21.872.000, con un vero e proprio tonfo nell'industria (-80%). La metà dei posti persi rispetto al 2008 è al Sud. In due anni 330.000 occupati stranieri in più mentre gli occupati italiani sono diminuiti di 863.000 unità.
Speriamo che il primo maggio serva da stimolo e dia uno spirito di ottimismo verso l’occupazione ed sia uno stimolo per il mercato del lavoro.
Serve più coesione nazionale. Troppe volte i richiami di Napolitano sono stati accolti dall'ipocrisia delle istituzioni ed ha dato una lezione ai sindacati sostenendo che : La rottura dell’unità può portare solo al peggio dal punto di vista del peso e del ruolo del lavoro e delle sue rappresentanze. Vi è “una preoccupazione crescente dinanzi al tradursi di contrasti che tra voi possono sempre sorgere e di motivi di competizione, che non debbono stupire, in contrapposizioni di principio, in reciproche animosità e diffidenze, in irriducibili ostilità".
Ovviamente quello che più allarma sono i dati relativi ai giovani tra 15 e 29 anni. Il dato dei quasi due milioni di giovani fuori da ogni tipo di occupazione, ormai fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha evidenziato i compiti e gli indirizzi politici da assolvere. Bisognai offrire più opportunità alle persone, soprattutto in termini di accesso alle competenze, e più capacità di autoregolazione alle parti sociali affinché, adattandosi reciprocamente, condividano fatiche e risultati nelle imprese. Ogni comportamento meramente assistenziale, oltretutto incompatibile con il contemporaneo vincolo della stabilità di bilancio, risulterebbe al contrario e deresponsabilizzante e porterebbe al declino economico e finanziario.
Un paese con aspettative future e lungimiranti deve progettare percorsi di istruzione e formazione di qualità; creare prospettive di stabilità occupazionale puntando sulle competenze. questi dovrebbero essere gli obiettivi, per procedere alla riforma dell'apprendistato facendone lo strumento tipico dell'ingresso nel mercato del lavoro.
Comunque in vista del primo maggio bisogna ricordare che la crisi economica ha avuto effetti consistenti sull'occupazione ma soprattutto sulla mappa del mercato del lavoro. Negli ultimi due anni, secondo quanto emerge dai dati Istat sulla media del 2010, in Italia sono stati persi 533.000 posti di lavoro, da 22.405.000 occupati a 21.872.000, con un vero e proprio tonfo nell'industria (-80%). La metà dei posti persi rispetto al 2008 è al Sud. In due anni 330.000 occupati stranieri in più mentre gli occupati italiani sono diminuiti di 863.000 unità.
Speriamo che il primo maggio serva da stimolo e dia uno spirito di ottimismo verso l’occupazione ed sia uno stimolo per il mercato del lavoro.