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giovedì 7 giugno 2012

Agenzia delle Entrate, diventare imprenditore conviene: tasse al 5%, niente irap e iva per 5 anni

Con la circolare 17/E del 30/5/2012, l’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti sulla disciplina di vantaggio fiscale introdotta dal D.L. 98/2011 che assorbe i "vecchi minimi" e favorisce l’iniziativa imprenditoriale dei giovani e di chi ha perso il lavoro.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida al nuovo regime dei minimi, con i requisiti, gli adempimenti, i criteri di accesso e le agevolazioni riservate ai giovani imprenditori e ai lavoratori in mobilità.

Un fisco più leggero per chi sceglie di mettersi in proprio. Aprire un'impresa, una attività artigianale, un negozio o uno studio professionale può diventare davvero conveniente: tasse al 5% per cinque anni (e anche di più se si ha meno di 35 anni), niente Iva, niente Irap e pochi, pochissimi adempimenti. Una chance in più per chi ha perso il lavoro o è entrato in mobilità a causa della crisi economica e ora vuole creare un'impresa sua.

Le tre regole d'oro, con alcune eccezioni. Le regole base sono tre, ma con qualche eccezione: non aver esercitato nei tre anni precedenti la stessa attività artistica, professionale, o d'impresa (anche in forma associata o familiare); l'attività non deve essere una pura e semplice continuazione di un precedente lavoro svolto in forma autonoma o come dipendente (tranne il caso della pratica professionale obbligatoria); la prosecuzione dell'attività di un altro soggetto è possibile solo se nell'ultimo anno il fatturato non ha superato i 30mila euro. Tecnicamente, si chiama regime dei minimi ed è stato completamente cambiato l'anno scorso dalla manovra di luglio (Dl 98/2011). Prima la tassazione era al 20% e il regime durava tre anni ed era rinnovabile. Ma da quest'anno, invece, si cambia: possono accedere anche quelli che hanno avviato l'attività dal 2008 in poi purché avessero già le condizioni previste dalle vecchie norme (primi fra tutti, ricavi o compensi fino a 30mila euro, investimenti nel triennio non oltre i 15mila euro).

Le nuove regole puntano a dare incentivo a chi vuole entrare nel mondo del lavoro (autonomo) ed in modo particolare per chi l'ha perso. La cirolare ha confermato la linea "flessibile" sulle condizioni di accesso proprio per favorire chi ha perso un'occupazione per colpa della crisi e ora decide di puntare tutto sull'attività in proprio. Il documento dell'Agenzia fa un esempio molto chiaro: «Un ingegnere idraulico lavoratore dipendente che abbia perso il lavoro o sia stato collocato in mobilità per cause indipendenti dalla propria volontà può senz'altro avvalersi del regime agevolato, anche se esercita l'attività di ingegnere idraulico sotto forma di lavoro autonomo». È chiaro che il caso dell'ingegnere idraulico può essere esteso anche ad altre situazioni. Ma non c'è solo questa apertura. Attenzione anche al fatto che anche chi ha svolto lavori occasionali (l'anno prima della costituzione nuova impresa) può rientrare nella tassazione ultraleggera. Il prelievo al 5% sarà accessibile anche a quelli che iniziano a lavorare come dipendenti in «ambiti omogenei - spiega ancora la circolare - a quelli che caratterizzano l'attività» d'impresa o svolta in forma autonoma. Un caso scuola è «il geometra che svolge l'attività libero-professionale in regime agevolato assunto come lavoratore dipendente» per lo stesso profilo.

Non ci sono solo i vantaggi fiscali. Entrare nei minimi significa un carico di adempimenti (vale a dire "burocrazia fiscale") molto ridotto. Non dover pagare Iva e Irap fa venir meno molti degli obblighi connessi, come le rispettive dichiarazioni. Ma non si è neanche soggetti agli studi di settore (quindi niente obbligo di comunicazione dei dati a riguardo), non bisogna trasmettere le informazioni per lo spesometro (cessioni o acquisti da partite Iva e vendite a privati da 3.600 euro in su) così come non c'è l'obbligo di comunicazione black list.

domenica 22 aprile 2012

Lavoro e aziende sotto i 40 anni in forte calo

Nel 2010 erano 18.004, nel 2011 sono scesi a 16.667, registrando una diminuzione netta del 7,4%, perdendo così in un solo anno 1.337 imprese. Sono i dati sui Giovani Imprenditori Artigiani della Sardegna, quelli con meno di 40 anni, emersi dal “Rapporto del 6° Osservatorio Confartigianato Giovani Imprenditori” sull’imprenditoria giovanile artigiana in Italia.

 “Non c’è dubbio che, anche in Sardegna, gli imprenditori under 40 abbiano pagato il prezzo più alto della crisi – ha commentato il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu – però dobbiamo dire che la situazione è brutta in ogni zona d’Italia. Basti pensare che la regione con il risultato 'meno negativo', è stata il Molise che ha registrato un -3,9%, con una media nazionale del -5,1%”.

Dall'inizio della crisi stanno pagando il prezzo più salato, in termini di occupazione e di accesso al mondo del lavoro, le nuove generazioni. E quanto ha affermato uno studio di Confartigianato.

Tra il 2008 e il 2011, secondo lo studio di Confartigianato, i lavoratori italiani con meno di 40 anni sono diminuiti dell'11,4%: oltre 1,2 milioni di occupati in meno, dunque, mentre la fascia degli "over 40" ha registrato un incremento di 663.700 unità, il 5,2% in più. A perdere il posto sono state le nuove generazioni, meno protette. Nel confronto settembre 2011-settembre 2010, l'Italia è seconda soltanto alla Spagna per quanto riguarda il calo dell'occupazione "under 40" (-1,6% rispetto a un +2,4% di aumento tra chi ha più di 40 anni). A questo primato negativo, il nostro Paese rispondo con un record positivo sul fronte dell'imprenditoria giovanile, che si conferma uno dei motori dell'economia. L'Italia è al vertice della classifica europea per quanto riguarda il numero d'imprenditori e di lavoratori autonomi tra 15 e 39 anni: 1.872.500, seguita da Regno Unito (1,3 milioni), Polonia (1,1 milioni) e Germania (poco sopra il milione).

«Quello che manca oggi in Italia è un progetto per le nuove generazioni», ha detto Marco Colombo, presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato. «Da troppo ci avvitiamo su vecchie ricette preconfezionate - aggiunge -. La crisi ci sfida a trovare idee nuove: per riprendere a crescere bisogna riportare l'attenzione sui giovani, bisogna tornare alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa, bisogna credere nello spirito di concorrenza e d'innovazione».
«I nostri imprenditori stanno soffrendo pesantemente gli effetti della crisi e pagano colpe non certo imputabili a loro», ha detto Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato. «La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende - continua - occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione d'impresa. Basta celebrare i meriti delle Pmi – ha concluso Guerrini - adesso vogliamo vedere risultati concreti». È il messaggio che arriva dagli artigiani riuniti a Firenze.

E secondo fonti di Confindustria, la disoccupazione non si fermerà. Ad affermarlo è il centro studi di Confindustria, nel report "Congiuntura flash". «La brusca impennata della disoccupazione italiana proseguirà perché permarranno le condizioni che l'hanno causata: perdite di posti di lavoro che si coniugano alla maggiore ricerca di impiego per compensare la caduta del reddito reale».
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